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Consultori: moduli per le ASL
by aliga Saturday, May. 03, 2003 at 4:37 PM mail:

La Regione Lazio ha finanziato con i soldi pubblici un opuscolo per la riforma dei consultori che va ad intaccare la legge 194 e l'autodeterminazione delle donne. Questo il modulo per rispedire al mittente l'opuscolo e chiedere alle ASL spiegazione della stampa di un tale librettino.

Le sottoscritte………………….
…………………………………………….
in qualità di utenti all'interno dell’Assemblea delle donne dei Consultori (art. 8, L.Reg.n°15/76) nella ASL .......


Espongono alla S.V. quanto segue:

Nel mese di febbraio 2003 sono stati inviati dalla Regione Lazio a tutti i Consultori della ASL RM H un cospicuo numero di opuscoli, editi in tredici lingue col patrocinio della Presidenza del Consiglio Regionale e il contributo dell'Assessorato Politiche per la Famiglia e Servizi Sociali, intitolati “La vita umana prima meraviglia”, contenenti fotografie e relativi testi che intendono documentare lo sviluppo dell’embrione dal momento del concepimento ai primi mesi di gestazione.
L’opuscolo si presenta come il tentativo di “rendere un servizio utile non solo alle donne, ma anche agli operatori” con lo scopo di “arrivare ad un consenso davvero informato” e per la “rimozione delle cause che inducono all’aborto” (dalla presentazione di Francesco Storace).
Nell’introduzione di Olimpia Tarzia si comunica che le donne utenti dei consultori potranno, attraverso l’opuscolo, conoscere e “vedere” la crescita del proprio bambino.
Ad una visione anche superficiale dell’opuscolo citato, la sensazione precisa è un'altra, e di natura diversa:

Le fotografie, di dimensioni amplificate in modo innaturale, e le relative didascalie, contengono immagini e concetti chiaramente deformati ed esposti con l’evidente intenzione di provocare un forte impatto emotivo e psicologico nella donna che lo legga, specialmente qualora intenda accedere alla I.V.G. (interruzione volontaria della gravidanza) nei termini di legge. Sulle sottoscritte utenti del consultorio, gli opuscoli hanno suscitato forte disagio, rappresentando in questo modo un danno e non un sostegno alla libera scelta di interrompere o continuare la gravidanza.

I termini utilizzati a commento delle illustrazioni ci sembrano vogliano indurre a considerare l’embrione un essere umano già formato. “Protagonista, piccino, uomo costituito da un’unica cellula, figlio quando la madre ancora non sa nulla della sua presenza, cellula-figlio, fornito di impronte digitali a due mesi”, e così via. E’ evidente la voluta deformazione dei termini che spingono a far considerare persona quello che non è ancora compiuto come tale. Questa informazione non veritiera provoca ulteriore disorientamento e disagio alle utenti.

La normativa relativa al diritto alla procreazione libera e responsabile (L.405/75), ai Consultori Familiari (L.R.15/76) e all’I.V.G. (L.194/78), dice chiaramente che garantita la "salute fisica e psichica della donna, l’assistenza psicologica e sociale, la divulgazione di informazioni idonee a promuovere ovvero a prevenire la gravidanza, la tutela della salute della donna e del prodotto del concepimento". Negli opuscoli della Regione Lazio non appare mai la minima informazione in merito alla scelta libera e responsabile della donna alla procreazione. La donna appare invece come mero contenitore; il suo corpo come “generoso nido del piccolo concepito”, con un assoluto capovolgimento di quel processo di autodeterminazione femminile che ha condotto, e ancora conduce le donne a volere, sapere e poter decidere in libertà e autonomia sulle proprie scelte sessuali e procreative, avvalendosi in questo della normativa vigente.

A chi opera nei consultori, di conseguenza, non può essere di aiuto una pubblicazione che non spiega nulla in termini di conoscenza medico sanitaria, nè tantomeno appare utile ad un “consenso davvero informato” in caso di richiesta di I.V.G.. L’opuscolo, in questi termini, risulta essere addirittura offensivo nei confronti tanto delle utenti che delle operatrici, apparentemente ritenute incapaci, le prime di autonoma scelta, le seconde di saper fornire in modo corretto informazioni durante la propria attività professionale.

In merito alle spese sostenute dalla Regione Lazio-Assessorato Politiche Famiglia e Servizi Sociali, per la stampa e la distribuzione dell’opuscolo in questione, le sottoscritte chiedono se tale operazione non sia da ritenersi impropria ed uno spreco di denaro pubblico, in special modo di fronte alla lamentata perenne carenza di fondi disponibili a coprire le numerose fondamentali esigenze dei Consultori, sia come materiale sanitario che informativo, realmente utile al lavoro consultoriale. Si ricorda tra l’altro che, per coprire le spese di stampa e diffusione dell’opuscolo in 300mila copie, come comunicato alla stampa dalla stessa Olimpia Tarzia, si è ricorsi ad un emendamento al bilancio regionale (Tarzia-CCD 20/11/02).

La strumentalità della diffusione dell’opuscolo è evidente anche rispetto alle finalità della legge 194/78 che prevede il ricorso alla I.V.G. nei casi di disagio economico e sociale oltre che medico, biologico, psicologico. Ci sembra che si voglia alimentare una campagna che tenda alla disapplicazione della legislazione vigente e alla conseguente criminalizzazione dei comportamenti femminili. L’applicazione della 194 già è minata dall’esercizio dilatato dell’obiezione di coscienza, dalla riduzione del numero dei Consultori e del personale. Come dimostrato dai numerosi fatti di cronaca riguardanti sia l’abbandono di neonati che la difficoltà di accesso alla IVG, specie per le minori. Altrettanto preoccupante infine, ci sembra l’utilizzo di immagini tratte dall’opuscolo in questione su volantini intitolati “L’aborto è omicidio” a firma di Militia Christi, trovati affissi sui muri adiacenti i consultori.

Per questi motivi:

Le sottoscritte chiedono alla S.V. se, nella pubblicazione e nella diffusione dell’opuscolo sopra menzionato presso i Consultori pubblici della Regione, si possa riscontrare abuso di potere, omissione di atti d'ufficio, sperpero di denaro pubblico in violazione delle norme vigenti e quanto altro la S.V. vorrà rilevare.
Si resta a disposizione per qualsivoglia ulteriore informazione in merito.
Si richiedono informazione e motivazione scritte in caso di archiviazione.

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