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Gli omicidi impuniti delle forze dell'ordine
by Carlo Sunday, May. 11, 2003 at 8:53 PM mail:

Quasi ogni giorno e' l'anniversario dell'assassinio impunito di una persona scesa in piazza per esprimere il suo dissenso. Ecco la triste cronologia per il mese di Maggio. Materiale preso dallo splendido sito della Fondazione Carlo Cipriani - http://www.fondazionecipriani.it

27 maggio 1944
A Regalbuto (Enna), nel corso di un raduno separatista al quale partecipano Andrea Finocchiaro Aprile, Luigi La Rosa, Santi Rindone, Bruno di Belmonte, Guglielmo Carcaci, Concetto Gallo, Concetto Battiato e Isidoro Piazza, si verificano gravi incidenti nel corso dei quali perde la vita, sotto il fuoco dei carabinieri, il segretario della locale federazione del Pci Santi Milisenna. Altre 2 persone rimangono gravemente ferite.

28 maggio 1944
A Licata (Agrigento), polizia e carabinieri sparano sulla folla che protesta per il ritorno all'ufficio di collocamento del dirigente fascista, provocando 3 morti, 18 feriti e procedendo all’arresto di altri 120 dimostranti.

2 maggio 1945
A Gravina di Puglia (Bari), si arriva a scontri fra la popolazione e la polizia. Appartenenti alle forze di polizia uccidono Vincenzo Lobaccaro, bracciante, omonimo di un ex confinato antifascista e scambiato per quest’ultimo.

20 maggio 1948
A Trecenta (Ro), nel corso dello sciopero indetto dai braccianti nell’azienda dei conti Spoletti, i carabinieri intervengono arrestando il contadino Bruno Barberini, per poi aprire il fuoco contro la massa di braccianti in attesa nella piazza del paese, uccidendo Evelino Tosarello, comunista, e ferendo gravemente Vanilio Pagaini e Silvio Berterelli.

17 maggio 1949
A Molinella (Bologna), nel corso di uno sciopero generale dei braccianti in Val Padana, è ferita da un colpo di fucile al braccio la socialista Adele Toschi e la mondina Maria Margotti viene falciata da una raffica di mitra, mentre altre 30 persone sono ferite.

1 maggio 1950
A Celano (Aquila), nel corso di una manifestazione, la polizia apre il fuoco uccidendo Antonio Berardicuti e Agostino Paris, mentre altri 12 dimostranti vengono feriti. Il comunista Antonio d'Alessandro viene ucciso, nelle medesime circostanze, da fiancheggiatori delle forze di polizia al servizio degli agrari.

7 maggio 1952
A Villamarzana (Rovigo), una riunione indetta all’interno di una palestra per discutere la richiesta di lavori di sistemazione nelle zone disastrate e protestare contro la decisione prefettizia di ridurre l’assistenza, viene dispersa dalla polizia che fa irruzione nel locale malmenando i presenti e fermando 11 persone, fra le quali il vice sindaco comunista Paiola e il dirigente della locale Coldiretti, Munari. Per lo spavento, muore in seguito a un attacco cardiaco Giovanni Sicchieri.

11 maggio 1961
A Sarnico (Bs), una manifestazione di protesta da parte degli operai contro i licenziamenti, viene stroncata dai carabinieri che aprono, senza alcuna motivazione plausibile, il fuoco uccidendo il disoccupato Mario Savoldi.

28 maggio 1962
A Ceccano (Frosinone), i carabinieri aprono il fuoco sugli operai del saponificio Scala, in sciopero da 34 giorni, che protestano contro i crumiri assunti dalla direzione. Viene ucciso l’operaio Luigi Mastrogiacomo e altri 7 rimangono feriti.

5 maggio 1972
A Pisa, le forze di polizia caricano i militanti della sinistra extraparlamentare che contestano il comizio del missino Niccolai, provocando decine di feriti e procedendo a 20 arresti. Fra questi, l’anarchico Franco Serantini di vent’anni, che al momento del fermo viene selvaggiamente percosso con i calci dei fucili, pugni e calci. Morirà due giorni dopo nel carcere di Pisa, privo di cure, per frattura della scatola cranica. Il pretore condannerà il capitano di Ps Amerigo Albini e l’agente Giovanni Colantoni a 6 mesi e 10 giorni di reclusione per ‘falsa testimonianza’. Anche a Bergamo, le forze di polizia caricano violentemente i militanti di sinistra che contestano il comizio del missino Tremaglia, provocando il ferimento di 15 giovani.

10 maggio 1974
Ad Alessandria, una rivolta dei detenuti che avevano preso degli ostaggi, viene stroncata dal procuratore generale di Torino, Carlo Reviglio Della Veneria e dal generale dei carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa che ordinano un attacco militare che si conclude con l’uccisione di 2 detenuti, di 2 secondini, del medico del carcere e di una assistente sociale.

16 maggio 1975
A Napoli, la polizia carica i disoccupati che hanno occupato la sala consiliare del Comune, provocando 34 feriti e travolgendo con un automezzo Gennaro Costantino, determinandone la morte. Numerosi sono gli arrestati fra i dimostranti, che si sono difesi con sassaiole, impegnando la polizia in scontri.

12 maggio 1977
A Roma, la polizia carica una dimostrazione pacifica, organizzata dai radicali per ricordare la vittoria del referendum sul divorzio, facendo largo uso di armi da fuoco ed uccidendo Giorgiana Masi, diciannovenne, e ferendo altri 7 giovani, tra i quali Elena Ascione. Fra gli agenti di Ps che aprono il fuoco viene ritratto in una foto Giovanni Santone, in forza alla squadra mobile.




Che gli incubi divorino i colpevoli, assolti dalla Giustizia Italiana.

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Un altro omicidio impunito a Licata (Ag)
by [3nT] Sunday, May. 11, 2003 at 9:47 PM mail:

vincenzo napoli 25 anni esercente

Licata 5 luglio 1960

Tutta la città partecipa allo sciopero indetto unitariamente contro il carovita e la mancanza di lavoro.

Il corteo popolare inonda le strade fin dalle prime ore del mattino.

La polizia, al comando del questore Lauricella è presente in forze e armata fino ai denti.

Il prefetto Querci chiede ed ottiene l'intervento della XII° Brigata mobile dei Carabinieri nonché la mobilitazione di altri reparti di polizia della Sicilia Occidentale.

Le forze dell'ordine bloccano le strade principali, imbottigliano il corteo.

La manifestazione è caricata selvaggiamente dalla polizia.

Quando la folla è a tiro i militi mettono mano alle armi da fuoco e sparano.

Il risultato è di un morto e 24 feriti, di cui 5 gravemente. Tra la forza pubblica si hanno due carabinieri feriti.

Vincenzo Napoli rimane ucciso, mentre cercava di difendere un bambino tenuto fermo ad un muro e picchiato dai celerini.

Viene raggiunto in pieno da una raffica di mitra.

In risposta all'eccidio i dimostranti smantellano un ponte metallico sul fiume Salso, per bloccare l'afflusso dei poliziotti in città.

Quando, a notte inoltrata, i contingenti di PS riescono a passare gli agenti rastrellano tutto il paese.

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1° maggio 1987 morire di carcere
by rossi Monday, May. 12, 2003 at 11:15 PM mail:

La sera del 1° maggio 1987 in una cella del carcere di Regina Coeli a Roma muore il compagno Mario Scrocca, "colpevole" di comunismo congenito. Viene trovato impiccato in una cella antimpiccagione, mai nulla è stato chiarito nonostante la massiccia mobilitazione del movimento romano. Senza memoria non c'è futuro, a lui il nostro ricordo e il ringraziamento per l'amore e l'impegno donatoci nei suoi solo 28 anni di vita..

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morire di carcere
by anarchico torinese Tuesday, May. 13, 2003 at 2:22 AM mail:

ricordiamoci anche di baleno e sole

anche di horst

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ricordiamo anche loro
by bobpgc Tuesday, May. 13, 2003 at 10:47 AM mail:

07-07-1960
A Reggio Emilia durante lo sciopero generale per protestare contro l'aggressione subita il giorno precedente a Roma dalle forze antifasciste che si recavano a deporre fiori al Sacrario dei Caduti di Porta S.Paolo, la polizia apre il fuoco sui cittadini uccidendone 5 e ferendone 22. Cadono sotto il fuoco: Ovidio Franchi, operaio di 19 anni; Lauro Farioli, operaio di 22 anni; Afro Tondelli, operaio ed ex partigiano di 36 anni; Emilio Reverberi, ex partigiano di 39 anni; Marino Serri, operaio ed ex partigiano di 41 anni.

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fondazione cipriani
by Carlo Tuesday, May. 13, 2003 at 8:33 PM mail:

Preciso che l'ultima frase, quella sui colpevoli, non e' di http://www.fondazionecipriani.it

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"sarebbe doloroso dire chi ha ucciso Giorgiana Masi"
by kossiga boia Wednesday, May. 14, 2003 at 1:55 AM mail:

cossiga ostenta i suoi segreti sulla morte di giorgiana masi

http://www.italy.indymedia.org/news/2003/05/277232.php

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Kossiga
by unu sardu Thursday, May. 15, 2003 at 11:48 AM mail:

Kossiga, sei una vergogna per la Sardegna, mi chiedo come un sardo si possa vantare di essere tuo conterraneo dopo tutte le puttanate che hai fatto. Non parliamo poi del fascista Segni, di quella carogna di Pisanu, di quell'imbecille di Maur(r)o Pili; l'unico un po' buono era Enrico Berlinguer, almeno lui per coerenza politica s'è pagato gli studi lavorando, ha fatto la gavetta nel partito e ancora oggi molti lo ripiangono, purtroppo contro di lui c'è il compromesso storico...

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AGGIUNGERE alla lista
by SANTIAGO Thursday, May. 15, 2003 at 8:45 PM mail:

Ricordando Carlo Giuliani
by Santiago Saturday May 10, 2003 at 11:30 AM

Cinquant'anni di morti sulle strade e cinquant'anni di impunità per gli assassini.

Cinquanta anni di morti e cinquanta anni di impunità per gli assassini:
Da Bitonto (1945) a Genova (2001): più di 120 morti ammazzati in piazza dalle “forze dell’ordine” .

(da “La maniera forte” di D. Tarantini, Verona, Bertani, 1975):
1 – La legge garantisce all’agente che di lui si occuperà sua eccellenza il procuratore generale presso la corte d’appello, che, come si sa, alla gran cultura giuridica unisce il grande amore dell’ordine e la gran simpatia per la maniera spiccia di mantenerlo. Se il malcapitato agente o carabiniere si vedesse poi incriminato [incidente di percorso] lo stato gli promette che gli pagherà le spese della sua difesa. Che cosa vuol dire tutto questo? Nient’altro che un incoraggiamento a uccidere: lo stato dice: “spara e uccidi. E non ti preoccupare”. E’ una promessa nuova? Nella forma si, nella sostanza no: lo stato (la borghesia) ha sempre protetto i suoi sicari, e li ha anche elogiati, premiati, indicati alla pubblica stima”. (p. 362).
2 - … il 26 luglio 1943 il generale Roatta dà ordini precisi: “Qualunque pietà e riguardo nella repressione è un delitto. Poco sangue versato inizialmente risparmia fiumi di sangue in seguito. Perciò ogni movimento deve essere inesorabilmente stroncato in origine. Siano abbandonati i sistemi antidiluviani quali i cordoni, gli squilli, le intimidazioni e la persuasione. I reparti abbiano fucili a “pront” e non a “bracciarm”. Muovendo contro gruppi di individui che turbino l’ordine pubblico, si proceda in formazione di combattimento e si apra il fuoco a distanza anche con mortai e artiglierie senza preavvisi come se si procedesse contro truppe nemiche. Non è ammesso il tiro in aria”.
Lo stesso giorno la truppa spara a La Spezia (2 morti) e a Sesto fiorentino (1 morto). Il 27 luglio a Milano (2 morti) e a Firenze (molti feriti). Il 28 strage a Bari (12 morti), invasione del S. Vittore – Milano – (molti morti e feriti + 4 fucilazioni sommarie tra i detenuti in rivolta), e del Regina Coeli – Roma – (5 detenuti politici uccisi). 27 2 28 luglio morti e feriti a Torino. Il 28 a Reggio Emilia (9 morti). Il 19 agosto a Torino (1 morto tra gli operai FIAT). Chi sfugge agli spari va in galera: tra il 27 luglio e l’8 settembre i tribunali speciali giudicano 3.500 lavoratori condannandoli da 6 mesi a 18 anni di carcere… (p. 297 e ss.).

Si dirà: “c’era la guerra”…
Ma poi la guerra finisce e nasce la Repubblica Italiana fondata sul “lavoro” (degli apparati repressivi). Il “socialista” G. Romita, prima ancora di Scelba, ricostruisce la polizia sul motto “disciplina, obbedienza, servitù” integrandovi personaggi già compromessi col precedente regime come gli ex prefetti fascisti (già avvezzi al piombo).
Il piombo antiproletario , già monarchico e già fascista puntualmente arriva anche in “democrazia”:

Il 24 dicembre 1945 (morti 3 contadini a Bitonto), il 20 ottobre a Piazza Armerina (1 morto ammazzato dai carabinieri). Il 12 marzo a Palermo (1 morto, ma la folla contrattacca e lincia a morte un commissario PS). Il 15 marzo 1946 ad Andria (4 morti), il 17 marzo, sempre ad Andria (3 morti). Il 22 marzo a Messina (2 morti). Il 4 aprile a Cerignola (2 morti). Il 10 ottobre a Roma (4 morti), il 27 dicembre a Bari (2 morti da mitraglia su autoblindo). A metà marzo 1947 a Messina (l’ordine di far fuoco è accompagnato dal grido ”Savoia!”: 2 morti), il 29 aprile a Potenza (1 morto). Scelba caccia dalla polizia i pochissimi ex partigiani che lì operavano e li sostituisce con ex repubblichini. Il 17 giugno 1947 a Messina (3 morti). Il 15 novembre a Cerignola (2 morti), il 18 a Corato (1 morto), il 20 a Campi Salentina (2 morti), il 22 novembre a Gravina (1 morto), il 25 a Bisignano (1 morto), il 5 dicembre ad Agrigento (1 morto), il 22 dicembre a Canicattì (3 morti) e a Campobello di Licata (1 morto), il 30 marzo 1948 a Pantelleria (3 morti), il 13 aprile ad Andria (1 morto), il 20 maggio a Tarcento (1 morto), il 4 giugno a Spino d’Adda (1 morto), il 2 luglio a San Martino in Rio (1 morto schiacciato da un blindato dei carabinieri), il 15 luglio a Roma (2 morti), a Genova (tre morti), a Napoli (2 morti), a Livorno (1 morto), a Bologna (1 morto), a Taranto (1 morto), a Porto Marghera (1 morto), il 16 luglio a Gravina (1 morto), a La Spezia la folla reagisce e uccide cinque agenti, il 9 luglio a Siena (1 morto), il 24 luglio a Gravina (1 morto), il 16 a Pistoia (1 morto). Il 17 febbraio 1949 a Isola Liri (1 morto), il 17 marzo a Terni (1 morto), il 17 maggio a Molinella (1 morto). La polizia inaugura la versione “accidentale” dicendo che “sparava in aria”. Il 3 giugno a Forlì (1 morto), il 12 a Gasmbara (1 morto) e a San Giovanni in Persiceto (1 morto), il 3 ottobre a Melissa (3 morti), il 29 novembre a Torremaggiore (2 morti) e a Bagheria (1 morto), il 14 dicembre a Montescaglioso (2 morti). Il 9 gennaio 1950 a Modena (6 morti), il 14 febbraio a Secli (1 morto), il 12 marzo a Petralia (2 morti), il 15 marzo a Marghera (2 morti), il 21 marzo a Lentella (2 morti), a Parma (1 morto), il 23 marzo a San Severo (1 morto), ad Avezzano (1 morto), il 1° maggio a Celano (2 morti). Il 5 luglio 1960 a Licata (1 morto), il 7 luglio a Reggio Emilia (5 morti), l’8 luglio a Palermo (4 morti) e a Catania (1 morto), il 17 ottobre a Milano (1 morto). Il 10 marzo 1964 a Nuoro un giovane pastore (Mureddu) viene portato in questura e ne uscirà morto, come succederà a Pinelli cinque anni dopo. Tra l’ottobre 1966 e il giugno 1968 quasi 10.000 tra operai, studenti e contadini sono condannati in tribunale. Tra l’ottobre 1969 e il gennaio 1970 vengono denunciate oltre 13.000 persone.
Il 2 dicembre 1969 ad Avola (2 morti) e il 12 dicembre a Milano muore Pinelli. Al fuoco aperto si aggiunge l’assassinio politico affidato ai “servizi” (4 anarchici di Reggio Calabria ottobre 1970 oltre ai numerosissimi morti per stragi di stato). Dopo il ’70 alla lista dei morti ammazzati dalle “forze dell’ordine” si aggiungono i nomi di Serantini, Franceschi, Saltarelli, Masi, Zibecchi, Giuliani.

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grazie
by grazie Saturday, Jun. 28, 2003 at 5:24 AM mail:

grazie rossi

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