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DA TORINO VERSO MARSIGLIA
by uomonero Thursday, May. 22, 2003 at 1:04 PM mail:

RESOCONTO RIUNIONE DI TORINO, 5-6 APRILE 2003

DA TORINO VERSO MARSIGLIA
RESOCONTO RIUNIONE DI TORINO, 5-6 APRILE 2003
L'incontro per un coordinamento anticarcerario e contro la repressione è finito. Vi hanno partecipato numerosi gruppi e persone che in Grecia, Spagna, Inghilterra, Svizzera, Francia e Italia, agiscono contro lo sviluppo dei dispositivi di controllo e di reclusione.
Ovunque gli Stati portano avanti dei programmi di costruzione di nuove carceri (32 in Francia, altrettante in Svizzera, 22 in Italia...). Tutti abbiamo la sensazione di attraversare un periodo storico di cambiamento in cui l'aspetto carcerario diventa sempre più centrale nell'organizzazione del dominio.
Per questo la lotta contro il carcere - che si è sempre inscritta nelle nostre pratiche- ci sembra oggi un angolo di attacco particolarmente pertinente per introdurre una critica complessiva dal sistema che lo produce.
Attraverso questa occasione di coordinamento vogliamo dare vita a uno spazio comune che ci permetta di superare il nostro isolamento e che risponda a delle esigenze concrete:

1. Elaborare uno scambio, un confronto e una riflessione critica per sviluppare analisi e pratiche efficaci. Dalle tre prime discussioni sono sorti dei temi di riflessione che stiamo approfondendo tramite il progetto di un opuscolo: Stato, legge e diritto; individualizzazione, vittimismo e bisogno di punire; critica del sistema educativo; abusi psichiatrici;
urbanistica; ideologia del buon cittadino; lavoro; lotte dei prigionieri; le nostre forme di resistenza.
2. Fare circolare le informazioni fra di noi e al di là di noi. Sviluppare quindi i nostri strumenti di diffusione: incontrandoci ogni due mesi; coordinando le radio e i giornali esistenti; creando siti web e fogli d'informazione; organizzando assemblee aperte là dove si manifesti un interesse; mettendo in comune i nostri mezzi e le nostre tecniche durante dei laboratori.
3. Coordinarci per le iniziative che svolgiamo localmente nelle loro diverse forme complementari: dall'iniziativa d'informazione all'azione diretta.
4. Occupare, in un momento di azione comune, il cantiere di un carcere o di altre strutture di reclusione, diffondendo la nostra critica radicale e ritardandone lavori e la messa in funzione.
In quest'ambito si fa carico dell'iniziativa chi la mette in atto, a suo nome.
Il coordinamento non è una firma, è una realtà in evoluzione che si affina continuamente affermando le sue esigenze. La nostra volontà è di confrontarci con altre realtà di lotta, e in primo
luogo quelle delle detenute e dei detenuti.
Rifiutiamo invece il rapporto con le istituzioni e con chi si pone come tramite fra noi ed esse.
E se abbiamo una particolare attenzione per gli strumenti autonomi di comunicazione, è perché i mass media mainstream sono un anello fondamentale nella catena del dominio. Sono il principale strumento per imporre le categorie di linguaggio e di pensiero funzionali alle esigenze del potere come l'individuo e il corpo sociale, i diritti e i doveri, la colpa e l'innocenza, la violenza e la non violenza, la legalità e l'illegalità.
L'ideologia "del buon cittadino" che nasce da queste categorie porta a delle lotte per i "diritti" che puntano a ottenere stabilmente la mediazione dello Stato o parte di esso, così com'è per l'amministrazione della giustizia.
Oscurando la sua natura di strumento del privilegio, questa concezione dello Stato mediatore (opposto all'economia) riconduce a esso come unica autorità,come unico interlocutore e unico ricorso.
Questo dispositivo di delega, questa privazione nella nostra vita generalizza una paura: quella del tutti contro tutti, in quanto nessuno si sente più capace di rapportarsi con l'altro. Una fabbrica di isolamento delle singole esistenze che sotto un altro aspetto vengono sempre più uniformate.
Quest'ideologia va di pari passo con la diffusione del terrore in previsione della reazione davanti al peggioramento delle condizioni di esistenza: arsenali di leggi di sicurezza che disciplinano e criminalizzano tutti gli aspetti del quotidiano; diffusione di dispositivi di controllo tecnologici, volontà di uniformare bambini sempre più piccoli con l'educazione e la repressione.
Tutto questo si affianca a forme di carcerizzazione -con o senza muri- sempre più specifiche: lavori socialmente utili, obbligo di firma o di cura (disintossicazione, T.S.O.), braccialetti elettronici, semilibertà... fino alle carceri di massima sicurezza per le pene il cui scopo è l'eliminazione sociale.
Nella mente di tutti si aggira lo spettro della reclusione, della tortura. La paura del carcere e la sua potenza come deterrente costituiscono una parte fondamentale della repressione, che prima di essere fisica è sia emozionale sia mentale.
L'uomo di questa società naviga tra la paura delle punizioni e il desiderio di mantenerle, poiché a questo è stato indotto; lotta con se stesso tutti i giorni per sedare ogni intimo istinto di rivolta e punta il dito contro il suo nemico occasionale che sovente è una figura che esprime le sue stesse contraddizioni.
Il nostro obiettivo è di creare forme di lotta che non siano chiuse se stesse, che "liberino" la lotta
per rompere con l'eterno perpetuarsi della logica del potere che si riproduce da individuo a individuo, da corpo sociale individuo e da stato a corpo sociale.

Il prossimo incontro si svolgerà a MARSIGLIA il 7 e 8 GIUGNO, fino a questa data moltiplichiamo le azioni, le iniziative e le discussioni contro il mondo carcerario.

Per informazioni: butterfly@rezo.net
mailing list: papillon@rezo.net





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