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ultimi saluti a Dino
by ... Friday, Jun. 06, 2003 at 5:36 PM mail:

ultimi saluti a Dino

Perugia:
Dalle ore 15 di oggi 6 maggio 2003
fino alle ore 15 del 7 maggio
c/o l'obitorio dell'ospedale Monte Luce di Perugia
sarà allestita la camera ardente.

Roma:
La salma di Dino verrà esposta a Roma a partire dalle 17.00 di domani sabato 7 giugno alla terza università piazza giustiniani alla fine di via Galvani.

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umanita'
by giacomo Friday, Jun. 06, 2003 at 7:48 PM mail:

l'umanita' e' la sua luce
la bonta' che lo distingue e solo dopo sipossono dire queste cose.
ha ragione erico, gli avatara in tutto il mondo sono malati.
hasta siempre dino

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Il cavaliere dalla nobile figura
by Antonio e Vittoria Friday, Jun. 06, 2003 at 9:39 PM mail: sabina@inventati.org

Il cavaliere dalla nobile figura
ha lasciato un mondo dominato dai cavalieri dalla trista figura
ha lasciato un mondo dominato dai cavalieri dell'apocalisse.

Non lascia tutti quelli che credono nei valori in cui lui credeva .

Lo incontravi sempre di corsa, per poco tempo, perchè lui
era uno di quelli che spendono la propria vita per gli altri.

noi ricordiamo una nave di lazzaro di cui i migranti cancellarono il nome e ci scrissero FIROSILLO non sapevano scrivere bene il suo nome ma lo conoscevano.

Dino il fuoco del Nevroz continuerà ad ardere.

huambo e vittoria


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Rojbas Heval
by Fabio Testasecca Friday, Jun. 06, 2003 at 10:11 PM mail:

Ciao Compagno...
all'improvviso mi tornano alla mente anni di lotta, al fianco del popolo kurdo, mi torna in mente la tua immagine, tu guida di tanti giovani compagni ai quali tanto ai insegnato, attratti dalla tua splendida dolcezza.
Non facevi mai mancare un sorriso a nessuno e questo, unito al tuo coraggio di politico, di sognatore, di guerrigliero fa di te un punto fermo che niente mai potra togliere dal nostro cielo.
Abbiamo una stella in più da ammirare, noi, dalla nostra Europa e migliaia di giovani combattenti kurdi dalle montagne che, sono sicuro, ora ti stanna piangendo come un figlio che se ne va...

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Ciao Dino
by PRC - Livorno Friday, Jun. 06, 2003 at 10:27 PM mail: prclivorno1921@hotmail.com

Ciao Dino,

Non ti dimenticheremo mai.
Perché ci hai insegnato a lottare contro le ingiustizie e per i diritti dei popoli, dei lavoratori e dei migranti.
Perché ci hai insegnato cos'è l'impegno totale, senza risparmio per la causa degli sfruttati contro gli sfruttatori.
La federazione di Livorno del PRC ti ricorda e terrà sempre nel cuore il tuo esempio di combattente per la libertà.

PRC - Fed. di Livorno

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addio dino
by emigrato Friday, Jun. 06, 2003 at 11:23 PM mail:

Ho avuto la fortuna di scambiare due parole con Dino, qualche anno fa. Gli parlai di quella carretta del mare che portava, storpiato, il suo nome. Fece soltanto un sorriso, e lì capii che la bontà d'animo travalica le fedi gli ideali e tutto riassume in sè. Sono stati pochi minuti, Dino, che porterò per sempre nel cuore.
Grazie, Alessandro.

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In ricordo di Dino Frisullo
by Sergio Friday, Jun. 06, 2003 at 11:51 PM mail:

In ricordo di Dino Frisullo faccio circolare questo necrologio apparso su Repubblica nel 96 che non ha riferimento diretto con la sua persona e le sue attività, ma che -a parer mio - riflette la stessa umana sensibilità . Ciao Dino.
Sergio

Necrologio a pagamento apparso sulla Repubblica del 29-06-1996

Il 29 giugno del '94, un clandestino, che vuole raggiungere l'Italia, arriva ad un passaggio di confine tra la Turchia e la Grecia; segue per forza percorsi di ripiego, e nel pieno della notte, piglia coraggio e tenta di passare tra le mine di quel luogo: viene colpito al femore ed al collo, ed è trafitto agli occhi dalle schegge. E cede, dagli squarci, tutto il sangue. e muore, muore, muore... Ma in quel breve morire, tutta quanta la vita è rispecchiata. Infatti un clandestino invano resiste ad ogni colpo, invano tiene testa a tutte le esclusioni: lo bracchèrà sempre la stessa sorte, fino all'ultimo respiro. Siccome dovunque è in soprannumero ed è sempre di troppo, emigra senza posa e non può fare altro; dal mondo non vuole essere escluso in anticipo di morte; perciò, se indietro è ricacciato, per altre vie s'è già rimesso in marcia; saranno di sicuro giornate sovraccariche e spietate, ma vuole credere che da qualche parte, a un tratto, qualche cosa di bene gli succeda; e va in ogni contrada, contro ogni speranza, fiducioso, e cede, come sangue, tesori di pazienza e di vigore; si fermerà soltanto se l'accogli, o se l'uccidi.


Rabah Chafei Rocco

aveva 23 anni, quella volta. Apparteneva a tutta quella gente maltrattata e coraggiosa, che cerca, ansiosamente, in nuovi mondi la sua patria; ed era già inciampato, insieme ai suoi compagni, in altre insidie, o scivolato in trappole e imboscate di pregiudizi vili e devastanti come mine. A lungo io l' ho veduto, da vicino, in quella china, dove avanzano a tentoni gli immigrati: tra gli stenti della strada, la durezza dei lavori e un impiccio prepotente in ogni ufficio. Lui, lo avevano espulso dall'Italia il 5 maggio del '90. C'era scritto: "non poteva usufruire della sanatoria"; il TAR scriverà invece che "le leggi sull'ingresso ed il soggiorno non risultano violate dall'immigrato, il quale, a quella data, risultava già autorizzato a soggiornare sul territorio nazionale". Insomma, avevano sbagliato. E con inesorabile solerzia, senza far spreco di giuste ragioni, avevano espulso un immigrato già" perfettamente in regola: Rabah era diventato, per decreto prefettizio, un clandestino. In seguito, da Roma, più volte fu concesso il benestare al suo rientro. Più volte i nullaosta, già concessi, finirono imbrigliati tra le cortine e i veli di impervie ed agguerrite disfunzioni; o, forse, li andarono fuorviando eccentriche censure, sviste spericolate, sbadati andirivieni, e tanta immacolata ostilità; e quando finalmente i nullaosta trovarono la nostra giusta sede consolare, Rabah, che più non ci contava, già stava camminando verso l'ultima frontiera, e non fu più raggiunto. Ed era ormai sepolto da sei giorni, quando fu pubblicata la sentenza che accoglieva il suo ricorso e annullava l'espulsione. Per questo o quel puntiglio, per questo o quell'assillo, dai nostri confini fu bandito; e spinto alla deriva, fu perduto. Dall'altra parte d'una scrivania, dov'era il fulcro di tutta quella giostra che non voleva mai farla finita, vollero contestarci anche il diritto di dire "'mio figlio, mio padre…" proprio perché adottivi Dicevo "sono il padre" e la risposta era "quello non è Suo figlio". Noi, allora, mostravamo il decreto del Tribunale di Napoli che il 30 gennaio del '91 aveva stabilito l'adozione. "Appunto: non è un figlio vero" tornavano a obiettare da quel pulpito: giacché forse premeva l'arguzia di scovare un' impostura in quei valori della nostra civiltà, che invece, ai nostri occhi, davano impronta e qualità a un incontro qualunque della vita. Non ci piaceva che fosse l'elemosina tra un benestante e un giramondo suo assistito. Noi preferimmo l'intimità, e il riguardo, che c' è nella famiglia. Questo formalizzò la Legge: e ci sottrasse alla dialettica della beneficenza, e a quel tanto di cattiva intenzione e di offesa e di ricatto che in ogni favore sempre è contenuto. E questo a noi piaceva. Invece, pare che proprio in questo vi sia dell'indecenza, s' annidi un pericolo sociale: chi apre la porta all' immigrato come a uno di famiglia, e non chiede chi entra se abbia un nome, permesso di soggiorno e garanzie, ma bada solamente se ha un dolore, è un incosciente che dà rifugio ai malintenzionati. E perché nulla di seccante accada al vicinato, o alla nazione dei cittadini di prima scelta, via con la noia di perquisire la nostra casa, via con l'azzardo di tener dietro a dicerie. Via con le accuse, e con gli arresti: Rabah per spaccio, S. due rapine in banca, e D... anche lui per rapina a mano armata. E poi succede come in ogni riffa: non se ne azzecca una. Prosciolti, tutti, dal giudice istruttore: "per non aver commesso il fatto" o "perché deve escludersi la partecipazione degli indagati ai fatti oggetto del processo", come dicono le carte processuali passate in giudicato. Nessuno chiese scusa, mai, per quelle settimane di galera agli innocenti, né per quel bando ingiusto dai confini, e tutto il resto appresso che ne venne. Forse non gliene importa mica un accidente. Avessero anche solo sussurrato un dispiacere, potremmo oggi sperare una maggiore cautela verso uomini e donne senza risorse né difesa. Invece il pregiudizio resiste a tutte le smentite, lancia campagne ingrate contro gli immigrati,e tiene tutti ancora sotto tiro: ci porterà negl'anni, chissà quali altri guai. E avremmo assai bisogno di vicini. Cittadino italiano nato fuori d'Italia, io non l'avrei mai detto né creduto che avrei vissuto un giorno in un ordinamento dove non c'è talento per il mondo o gratitudine; dove si scaccia per l'ombra di un sospetto o un'impressione a vanvera, o forse per crudo disamore e indifferenza; dove più a lungo che si può rimane elusa l'accoglienza, o viene addirittura rapinata all'immigrato; dove la legge tanto ha tralignato che adesso esistere nel nostro territorio, senza il salvacondotto, fa diventare ogni emigrante un reo. Pare che quel che importa è sbarazzarsi d'ogni clandestino, che è sempre una presenza dannosa e deplorevole, e bisogna scongiurarla, con qualunque cosa. Ed è un gioco di pazzi. Ma forse solo agli occhi d'emigranti. Ma da Rabah non c'è più da temere, è già giocato: non c e più sangue nelle sue vene, non c'è più sguardo dentro i suoi occhi, non ne rimangono che vuote spoglie, dentro la buca non c'è un po' d'aria da respirare, non potrà mai riprender fiato, e non potrà rimettersi in marcia, e non andrà più in nessun luogo, non farà nulla, non darà seccature, mai più qualcuno lamenterà la sua presenza. Era solo un clandestino, uomo senza nessuna importanza: ne svanirà presto il ricordo, e sarà come non fosse esistito, come non fosse esistito affatto. Ma io me n'addoloro, perché non lo potrò più rivedere, e un senso di sconfitta irreparabile mi prende, un'ira, un sentimento di vana e inadempiuta civiltà. E, forse, ricordando la sua storia, ho solo dato sfogo a un dispiacere. Ricordarlo non lo riporta in vita di sicuro. Ma io so bene che è esistito e come: perciò prima di ogni altra cosa, vorrei aver dato un po' di voce ancora alla sua vita, al suo punto di vista, alla sua sfida a qualcheduna delle sue ragioni, e a quel vissuto, che lo accomuna a tanti che sono ancora in vita, e ai quali tutti i giorni, viene fatto, come se nulla fosse, quello che a lui fu fatto.

José Antonio Rocco

Napoli, 29 giugno 1996

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Abbiamo perso un amico, un compagno
by InfoPaestina Saturday, Jun. 07, 2003 at 12:00 AM mail: info.infopalestina.it

Caro Dino,
ti regaleremmo la nostra poesia più bella se fossimo poeti, ti dedicheremmo la vittoria più significativa della nostra vita se fossimo i vincitori, ti faremmo dono dei sorrisi dei bambini soffrenti in Palestina, in Kurdistan, a cui hai dedicato tutta la tua vita, se ne trovassimo alcuni. Ti parleremmo di libertà conquistata e dei muri di oppressione abbattuti se fossero veri.
E' brutto volerti dedicare qualcosa e non potere. E' brutto non potere ricambiare l'ardore della tua passione per la giustizia e la libertà che ci hai trasmesso.
E' vero, ci hai lasciato soli con il fragore dei carri armati, con il frastuono degli elicotteri, con i pianti strazianti delle madri, l'urlo di rabbia dei padri, la paura dei bambini. Ma ci hai insegnato a perseguire la sete della giustizia anche quando possa sembra incredibile e assurdo.
Grazie Dino.

Addio amico,
addio compagno,
addio Dino


InfoPalestina

Farshid

Maria

Monica

Stefano

Luciano

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heval dino
by alessandro Saturday, Jun. 07, 2003 at 12:19 AM mail: alessandrovnc@tiscali.it

Heval Dino,ciao Dino.
Nel 1998 quando tanti in Italia e nel mondo non vedevano la tragedia del popolo Kurdo o il dramma dei profughi abbandonati sulle coste italiane,Dino era li a difendere le sorelle e i fratelli lontani.io come tanti compagni dobbiamo al suo esempio, alla sua voglia di comunicare,la passione per la politica ,per il popolo kurdo,per un'altro mondo possibile.heval Dino.
Alessandro e il Comitato Sardo di solidarieta con il popolo del Kurdistan.

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In un momento...
by Afez Saturday, Jun. 07, 2003 at 12:58 AM mail:

Te ne sei andato ora, in un momento in cui si fa sentire, sempre più forte, la voce di tutti quei popoli che hanno visto più sangue di quanta sabbia porti il mare.Tra quelle mille voci c'è la tua, ci sono le nostre.

Con affetto.

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...
by Leonardo A. Saturday, Jun. 07, 2003 at 7:58 AM mail:

Un saluto sincero.

***

Non credevo - trovandomi a prefigurare l'evento - la morte di Dino Frisullo(per la scarsa conoscenza e la distanza politica) mi avrebbe colpito quanto poi in effetti è stato . Leggo il susseguirsi di comunicati, di necrologi, di piccole frasi. E mi domando quanto vi sia di retorica postmortem tanto cara a quello contro cui ci ribelliamo e quanto vi sia forse invece di "bello". Rileggo le mie tre stupide parole. Piuttosto superflue, credo. Qualche ore fa una compagna mi diceva che il "pensare rivoluzionario" debba passare anche per la capacità di socializzare e dialettizzare le proprie sensazioni. Chissà...

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per le vie di Van
by Paolo Saturday, Jun. 07, 2003 at 9:53 AM mail:

per le vie di Van...
kurdi.jpgyrd40g.jpg, image/jpeg, 200x292

Ero a Van, nel kurdistan turco, ai confini con l'Iran, come osservatore di pace per il Newroz 2001.
allora lo conoscevo poco ma la sua fama mi aveva preceduto di molto tra la comunità kurda.
Mi fermavano per strada, non una vocale di italiano, però tutti conoscevano Frisullo,Fizzullo Figiullo o come diavolo si chiamava, "Frisullo-Italia-amici kurdi"
Un italiano era stato nelle prigioni turche per la causa kurda, ...tutti ricordavano il suo nome.
Per una volta mi sentivo fiero di essere italiano in terra straniera... forse l'unica volta...

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Ciao Dino
by Gamel Saturday, Jun. 07, 2003 at 10:20 AM mail:

Sono passati quasi vent'anni da quando ci siamo conosciuti, vent'anni passati anche a stare in pensiero per te, per i rischi che correvi, per la tua salute... adesso non devo piu' preoccuparmi, ma mi sento piu' sola.
Grazie di tutto.
Ciao Dino

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arrivederci dino
by alberto Saturday, Jun. 07, 2003 at 11:09 AM mail:

avevi promesso che venivi ad agrigento.
nel marzo scorso abbiamo fatto un'iniziativa per ricordare i morti del naufragio di lampedusa. ti volevamo per tenere una relazione e poi per leggere il tuo pezzo "il giuramento", sulla tragedia del serraino vulpitta di trapani. ti abbiamo telefonato un sacco di volte, prima ci hai detto che avevi la febbre, poi che eri in ospedale e che non potevi venire. ma ci avevi promesso che ad agrigento prima o poi saresti venuto. l'iniziativa l'abbiamo fatta lo stesso, anche senza di te: due compagni, di trapani e palermo, hanno tenuto la relazione e un nostro amico ha letto il tuo pezzo in teatro. è stata una grande serata.
ma ci avevi detto che venivi, prima o poi...
ciao dinuzzo,
non ti abbiamo conosciuto ma non ti dimenticheremo mai

alberto, daniela, teresa e giovanni
dell'osservatorio permanente sull'immigrazione di agrigento

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arrivederci dino
by alberto Saturday, Jun. 07, 2003 at 11:13 AM mail:

avevi promesso che venivi ad agrigento.
nel marzo scorso abbiamo fatto un'iniziativa per ricordare i morti del naufragio di lampedusa. ti volevamo per tenere una relazione e poi per leggere il tuo pezzo "il giuramento", sulla tragedia del serraino vulpitta di trapani. ti abbiamo telefonato un sacco di volte, prima ci hai detto che avevi la febbre, poi che eri in ospedale e che non potevi venire. ma ci avevi promesso che ad agrigento prima o poi saresti venuto. l'iniziativa l'abbiamo fatta lo stesso, anche senza di te: due compagni, di trapani e palermo, hanno tenuto la relazione e un nostro amico ha letto il tuo pezzo in teatro. è stata una grande serata.
ma ci avevi detto che venivi, prima o poi...
ciao dinuzzo,
non ti abbiamo conosciuto ma non ti dimenticheremo mai

alberto, daniela, teresa e giovanni
dell'osservatorio permanente sull'immigrazione di agrigento

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ciao Dino
by Martanolotta Saturday, Jun. 07, 2003 at 12:31 PM mail:

tutti i compagni di martano (LE) ti ricordano con affetto Dino, per la tua voglia di cambiare, per la tua voglia di lottare Martano e con te

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addio..
by sergio Saturday, Jun. 07, 2003 at 2:13 PM mail:

che la terra ti sia lieve......

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Ciao, dolcissimo Dino
by Stefania Friday, Jun. 13, 2003 at 5:48 PM mail: sgallaro1@tin.it

Dolcissmo Dino,

il mio rimpianto, grandissimo, è quello di non averti potuto conoscere meglio.
Avrò sempre nelle orecchie e nel mio cuore la tua voce: " Pronto, Stefania? Sono Dino Frisullo! Cosa fai? Parti per il Kurdistan?"
Conservo ancora tutte le e-mail che mi hai mandato.
Ti voglio bene, e penso che da lassù tu sappia già tutto questo!
Con affetto
Stefania

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http://italy.indymedia.org/news/2003/06/302688-comment.php
by Peter Sbarra Sunday, Jun. 15, 2003 at 5:31 PM mail: PSbarra1@aol.com

Dino,mio primo nipote a me tanto tanto caro
e`il tuo zio Piri che con lagrime agli occhi ti abbraccia
fortemente ricordando il passato e le belle giornate trascorse insieme.Son certo che il cielo ti ricompensera`
per la tua vita terrestre dedicata completamente nella lotta
contro ingiustizie ai danni di esuli, profughi e gente perseguitata senza nessuna colpa che coe me lacrimando
ti ricordono.Sono vecchietto ormai e fra non molto ti
raggiungero`arrivederci apresto
Ti bacio eti abbraccio
Il tuo zio
Piri`



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http://italy.indymedia.org/news/2003/06/302688-comment.php
by Peter Sbarra Sunday, Jun. 15, 2003 at 5:31 PM mail: PSbarra1@aol.com

Dino,mio primo nipote a me tanto tanto caro
e`il tuo zio Piri che con lagrime agli occhi ti abbraccia
fortemente ricordando il passato e le belle giornate trascorse insieme.Son certo che il cielo ti ricompensera`
per la tua vita terrestre dedicata completamente nella lotta
contro ingiustizie ai danni di esuli, profughi e gente perseguitata senza nessuna colpa che coe me lacrimando
ti ricordono.Sono vecchietto ormai e fra non molto ti
raggiungero`arrivederci apresto
Ti bacio eti abbraccio
Il tuo zio
Piri`



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http://italy.indymedia.org/news/2003/06/302688-comment.php
by Peter Sbarra Sunday, Jun. 15, 2003 at 5:33 PM mail: PSbarra1@aol.com

Dino,mio primo nipote a me tanto tanto caro
e`il tuo zio Piri che con lagrime agli occhi ti abbraccia
fortemente ricordando il passato e le belle giornate trascorse insieme.Son certo che il cielo ti ricompensera`
per la tua vita terrestre dedicata completamente nella lotta
contro ingiustizie ai danni di esuli, profughi e gente perseguitata senza nessuna colpa che coe me lacrimando
ti ricordono.Sono vecchietto ormai e fra non molto ti
raggiungero`arrivederci apresto
Ti bacio eti abbraccio
Il tuo zio
Piri`



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