Pisa, invitata a «cambiare condotta» entro 60 giorni.

Diffidata per 60 giorni: un provvedimento che non coinvolge alcun ultrà calcistico ma una militante del Newroz, centro sociale antagonista pisano. I fatti: il 23 giugno viene consegnato a C.S. un avviso della Questura di Pisa che le intima di «cambiare condotta» entro 60 giorni, pena l'inflizione di una delle misure restrittive previste dagli articoli 1-3-4 della legge 1423/56. Questo provvedimento, che secondo una legge di 50 anni fa prevede restrizioni per i soggetti che «attentano alla sicurezza e alla moralità pubblica», dà origine a una limitazione dei diritti civili e delle libertà personali e impedisce di fatto la libera circolazione del soggetto sottoposto a tali restrizioni, con l'impedimento di frequentare i luoghi abituali. A C.S. è stata contestata una lunga lista di precedenti per reati contro la pubblica amministrazione: alcune sono semplici segnalazioni, spesso risolte con il pagamento di una piccola multa, mentre altre sono contestazioni di cui persino la stessa C.S. non è a conoscenza. Addirittura, nella lista dei presunti reati si fa riferimento a un processo che avrà luogo a settembre. Secondo il provvedimento di diffida redatto dalla Questura pisana, C.S. «si accompagna assiduamente con persone con spiccata propensione a delinquere», vale a dire con i compagni dello Spazio Antagonista Newroz, la cui unica colpa pare essere quella di essere militanti antiglobalizzazione che si scontrano frontalmente con la rigida politica improntata sul non-dialogo che le forze dell'ordine hanno imposto in città ormai da qualche anno. All'appello di solidarietà a C.S. promosso dal Newroz hanno risposto un po' tutti: disobbedienti, Rifondazione comunista, Cobas, Movimento antagonista toscani, diversi centri sociali e collettivi di tutta Italia, ed è possibile che nei prossimi giorni appongano la loro firma personalità di spicco del mondo culturale e politico. Intanto, su iniziativa della Confederazione nazionale Cobas, partirà a breve un'interrogazione parlamentare per far luce sui tanti lati oscuri della vicenda.

Una vicenda incredibile che conferma, caso mai ce ne fosse bisogno, l'aumento della repressione. Non vengono usati solo gli strumenti ordinari ma l'apparato repressivo cerca sempre di sperimentare nuove forme per colpire il dissenso. L'obbiettivo preventivo di dissuadere,intimidire è parte centrale della controrivoluzione. Per questo è vero che pur sorprendendoci questi metodi inusuali non lo devono fare più di tanto. L'aumento della crisi, il conseguente innalzamento dello scontro di classe portano il potere borghese a colpire più celermente e più violentemente. Al di là dello spunto d'analisi qui abbozzato, esprimiamo la nostra piena solidarietà alla compagna colpita da questo infame provvedimento e a tutto il centro sociale newroz. La solidarietà è un arma importante che permette di non lasciare isolato chi è colpito.