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Su Telelombardia programma sul "problema sicurezza" a Milano
by info Friday, Aug. 08, 2003 at 12:54 AM mail:

Questa sera su Telelombardia è andato in onda un programma sul "problema sicurezza" nella città di Milano.


Tra i vari temi affrontati si è parlato di occupazioni abusive, questione nomadi, immigrazione e microciminalità.
Per quanto riguarda le occupazioni abusive nelle case popolari sono stati citati i quartieri più colpiti: Stadera, Spaventa, Gratosoglio, Ticinese, Quarto Oggiaro, San Siro, Niguarda e Calvairate-Corvetto.
Le occupazioni a Milano sarebbero più di 3.500.
C'è un aspetto che differenzia le occupazioni.
Ci sono delle occupazioni, soprattutto nei quartieri Sud della città gestite politicamente dai compagni.
Un esempio sono quelle del Ticinese (sviluppatesi anche questa settimana).
Nella trasmissione di Telelombardia si è parlato della forte resistenza delle case di Via Palmieri i cui abitanti, una volta sgomberati, sono riusciti ad occupare altrove.
Anche in altre parti della città ci sono comitati per la casa cui partecipano anche i sindacati Sicet, Sunia ed Unione Inquilini.
Nelle situazioni di lotta gestite dai compagni la Polizia ha molte più difficoltà ad intervenire col pugno di ferro.
I militanti tendono ad aiutare nelle occupazioni sia migranti che cittadini italiani in modo da costruire un modello di convivenza (a differenza di zone come San Siro che stanno diventando un ghetto con un 70% di immigrati ed un 30% di italiani per lo più anziani).
Ci sono poi le occupazioni "spoliticizzate" dove generalmente vige il "racket" dei subaffitti e l'occupazione a pagamento.
Prevedibile un futuro giro di vite repressivo visto anche l'incontro del Questore Scarpis con l'Assessore alla Sicurezza Manca.
La trasmissione ha soffiato sul fuoco della psicosi criminalità in una città che in realtà è molto più sicura di quella degli anni '70 ed '80.
Il problema reale consiste nell'impoverimento della popolazione milanese e nello smantellamento delle reti di sicurezza sociale.
In quartieri come Ponte Lambro, Stadera e Quarto Oggiaro sono per esempio stati chiusi i centri d'aggregazione per giovani.
Le soluzioni ventilate sono sempre le stesse (richieste a gran voce dagli stessi cittadini....); militarizzazione dei territori, telecamere, vigili di quartiere....



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I Democratici di Sinistra sulle occupazioni
by I DS sulle occupazioni Friday, Aug. 08, 2003 at 1:32 AM mail:

POLITICA DELLA CASA A MILANO:
OCCUPATI ABUSIVAMENTE 3.500 ALLOGGI
NELL'INDIFFERENZA DELLA GIUNTA

I circa 3.500 alloggi occupati abusivamente a Milano e provincia non sono che la punta dell'iceberg di una situazione che non è esagerato definire drammatica: quella delle case popolari.
Le occupazioni abusive sono un fenomeno che condanniamo con forza, ma che pensiamo vada analizzato e affrontato. Occorre capire perché si è arrivati a questo punto e individuare le responsabilità di chi non si è mai fatto carico del problema e non ha mai adottato le misure necessarie e possibili per impedire o almeno arginare il fenomeno delle occupazioni abusive sviluppando una politica della casa adeguata.

Il problema delle occupazioni abusive nasce fondamentalmente dalla concomitanza di due fattori: da un lato l'esistenza di appartamenti vuoti, dall'altro un'offerta gravemente insufficiente rispetto alla domanda di alloggi. Finché nella nostra città ci saranno case vuote e finché i tempi per rimetterle a posto e assegnarle restano quelli che sono, cioè lunghissimi, a Milano la fame di case è tale da spingere i disperati a occuparle.

QUANTI APPARTAMENTI VUOTI?

Che nel patrimonio pubblico ci siano centinaia di appartamenti vuoti è un dato che segnaliamo da tempo. Non più tardi di qualche mese fa, per esempio, abbiamo denunciato - citando un dato dedotto dal bilancio dell'Aler - l'esistenza di 3768 alloggi per i quali l'Aler non percepisce l'affitto perché vuoti. Nonostante le smentite dell'assessore regionale Carlo Lio, la cifra continua ad essere verosimile. Basta pensare al caso emblematico del quartiere Barona dove in soli 3 numeri civici ci sono 30 alloggi vuoti; oppure alle denunce del Comitato di Quartiere di S.Siro che di alloggi vuoti ne ha censiti ben 120; e ancora allo Stadera dove, anche per via dell'attuazione del PRU, gli alloggi vuoti sono centinaia. Basta aggiungere le situazioni dello Spaventa, dell Calvairate Molise, del Mazzini ecc. per tirare le somme e rendersi conto che i conti tornano: a Milano esistono migliaia di appartamenti vuoti.

PERCHÉ GLI ALLOGGI RESTANO VUOTI?

A distanza di 4 anni dall'approvazione del PRU, nei quartieri di S.Siro, Stadera e Spaventa non è ancora stato realizzato nulla. In questi quartieri esistono centinaia di appartamenti che restano vuoti vuoi per lentezze burocratiche, vuoi per le carenze di finanziamenti. Anche nel caso di accordi per l'assegnazione degli alloggi ai poliziotti piuttosto che agli studenti, il tempo che trascorre tra il perfezionamento dell'intesa, il finanziamento, la ristrutturazione e l'assegnazione, è troppo lungo: gli alloggi vuoti per anni vengono occupati abusivamente.

PERCHÉ C'È FAME DI CASE?

Il problema della casa a Milano ha fondamentalmente due radici: se infatti da un lato si registra il fenomeno delle occupazioni abusive, dall'altro si deve prendere atto del fatto che non si costruiscono case in affitto per i ceti medio-bassi.
Dalla delibera con la quale si calcola la riserva di alloggi per gli sfratti e per l'emergenza ai sensi della legge regionale 28 del '90, risulta che nel 2003 l'Aler non costruirà nemmeno una casa, mentre il Comune di Milano sarà in grado di dare alla Commissione Alloggi appena 260 alloggi nuovi (156 acquistati da Euromilano a Quarto Oggiaro e gli altri legati alla decennale questione di Piazzale Dateo).
Se si considera che solo dal bando del 1999 e da quello del 2002, appena chiuso, risultano circa 25.000 domande casa, è facile rendersi conto dell'enorme disparità esistente fra domanda e offerta e comprendere quindi la disperata fame di alloggi. Una situazione che non è certo scoppiata all'improvviso, ma che si è creata in lunghi anni di indifferenza da parte delle istituzioni competenti.

LE RESPONSABILITÀ DEL COMUNE…

Le ultime case popolari edificate a Milano sono state finite una decina di anni fa in zona Quinto Romano. Da allora il Comune non ha più fatto nessun programma per la realizzazione di edilizia pubblica. Eppure le occasioni non sono mancate. Il Comune aveva la possibilità di far realizzare 800 alloggi nei 5 PRU di Lorenteggio, Quarto Oggiaro, Rubattino, OM Piazzale Lodi e OM via Bazzi. Ha scelto di farne costruire solo 270, mentre degli altri 530 finora non si sa nulla. Inoltre ha deciso di rinviare di un anno la realizzazione di 216 alloggi di edilizia residenziale pubblica in via dei Missaglia. Ma non mancano casi più eclatanti. Il Comune ha fatto scelte discutibili nella progettazione dei Piani Integrati di Intervento (PII) Rogoredo Montecity e Marelli Adriano: su centinaia di migliaia di metri cubi di nuove realizzazioni a Rogoredo gli alloggi popolari saranno meno di 100, mentre a Marelli non ne è previsto nemmeno uno.
Quella di non costruire è una scelta portata avanti con coerenza anche quando il Comune avrebbe volumetrie, seppur modeste, per la realizzazione di edilizia residenziale pubblica. E' il caso per esempio del PRU privato di Ripa di Porta Ticinese, via Autari e dell'area di via Presolana dove, invece di costruire case popolari, il Comune ha preferito vendere i diritti volumetrici ai privati. Meritano almeno una menzione le storiche vicende dei 50 alloggi di residenza pubblica in via Ronchetto delle Rane e dei 25 di via Adriano, tutti previsti, ma mai costruiti.
E per continuare l'elenco delle occasioni mancate va infine ricordato che negli anni passati - gestione Lupi Verro - il Comune ha venduto case che potevano essere ristrutturate e date in gestione all'edilizia residenziale pubblica in Piazza Minniti, via Lagrange e via Maroncelli.

… E QUELLE DELLA REGIONE

Solo nel dicembre scorso, dopo ben 3 anni, è stato approvato il PRERP (Piano Regionale per Edilizia Residenziale Pubblica) relativo a 1.800 miliardi di vecchie Lire che la Regione aveva in cassa - inutilizzati - ultimi residui dei fondi Gescal. Dati i tempi richiesti dalle procedure i milanesi rischiano di dover attendere anni prima di vedere le prime case pronte per essere abitate. E' gravissima la responsabilità di chi ha tenuto bloccati per anni quei fondi che avrebbero potuto almeno per una parte essere dati all'Aler per permettere l'attuazione di interventi di ristrutturazione veloci e contribuire così a prevenire il fenomeno delle occupazioni abusive.

PERSEVERARE IN UNA POLITICA FALLIMENTARE

Qualche mese fa abbiamo chiesto di vedere l'elenco delle aree di proprietà comunale su cui il Comune vanta diritti volumetrici. A tutt'oggi l'elenco non è pervenuto. Non sarebbero infatti ancora state incrociate le varie risultanze di atti diversi che permetterebbero di avere un quadro della situazione. Questo la dice lunga sulla sensibilità del Comune verso il problema della casa.

E' evidente che l'emergenza occupazioni abusive altro non è che l'inevitabile punto di arrivo dopo 7 anni di politica fallimentare della casa a Milano. Ma la Giunta non sembra orientata a cambiare rotta: il vicesindaco De Corato si preoccupa solo della tolleranza zero per occultare le sue gravissime responsabilità sul disastro della questione casa. E la Regione Lombardia, titolare della politica della casa, ha deciso solo adesso, dopo 7 anni, di prendere in mano le norme fissate dalla legge regionale 28 del '90 e di riscriverle.

Molte sono state negli ultimi anni le scelte che hanno contribuito a far sì che la vicenda casa, in una città complessa come Milano, finisse per sfociare nella grave situazione attuale. Per esempio il Comune di Milano, diversamente da quello di Bologna dove si è applicato l'azzeramento dell'ICI per chi affittava a canone concordato, non ha mai esercitato questa possibilità, concessa dalla legge 431 del '98, che permette di contenere gli affitti del 13 - 17%.
L'ultimo censimento ha mostrato che a Milano esistono 48.000 alloggi privati vuoti e il Comune potrebbe avvalersi della stessa legge 431 e diventarne conduttore in maniera transitoria per affrontare situazioni di emergenza.
A proposito di situazione di emergenza va ricordato che al 31 dicembre 2002 sono scaduti i 28.000 contratti delle case di proprietà degli enti di previdenza e assicurativi. Le proprietà, se non venderanno, chiederanno consistenti aumenti. Questo farà aumentare ulteriormente il numero delle famiglie costrette a rivolgersi al pubblico perché incapaci di sostenere le spese di affitto.

LE NOSTRE PROPOSTE

Noi chiediamo che:
" in tutti gli stabili dell'Aler ci sia la presenza di custodi
" si proceda a un monitoraggio sulle famiglie che hanno occupato abusivamente per verificare se sussistano i requisiti previsti dalle norme regionali. Alle famiglie che risultano in regola deve essere assegnata la casa
" vi sia un'accelerazione delle procedure burocratiche che renda possibile la realizzazione di tutte le iniziative e consenta tutti gli interventi urgenti per affrontare l'emergenza casa
" la Regione utilizzi immediatamente tutti i 1.800 miliardi di lire dei fondi Gescal nel Piano Operativo Regionale (POR) affinchè con la massima rapidità possibile si realizzino nuove case
" infine l'assessore Lio dica, una volta esauriti questi fondi, come intende finanziare la edificazione di case in affitto per i ceti medio-bassi a Milano e provincia.

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Studio sui quartieri di Milano
by interessante studio sui quartieri di Milano Friday, Aug. 08, 2003 at 1:36 AM mail:

Un sito molto interessante sull'evoluzione dei quartieri di Milano e sulla presenza di migranti:
http://www.casadellacultura.it/cec/01_milano_vostri_occhi/01_mappa/

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problema case
by massimo Wednesday, Oct. 22, 2003 at 8:57 AM mail: max88x@yahoo.it

Ho letto l'articolo ed ho letto la replica dei DS, a me piacerebbe sapere cosa e' stato fatto dal governo di sinistra qualche anno fa, e poi vorrei dire un mio parere.
Io non penso che l'emergenza alloggi sia risolvibile costruendo alloggi da parte di stato, comune o regioni, non ritengo giusto cheil pubblico si sostituisca al privato.
Oppure che il pubblico possa confiscare appartamenti a proprietari che spesso sono piccoli proprietari che hanno acquistato qualche appartamento con i risparmi di una vita.
Penso invece che si debba sviluppare una politica di affiti concordati, lo stato fissa dei margini entro i quali i proprietari avranno diritto a sgravi fiscali e gli affittuari un sostegno commisurato al loro reddito.
Ringrazio per lo spazio e saluto i lettori.
Massimo

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