Indymedia Italia


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"action for peace" scende in campo
by imc italia a Deheishe Saturday, Mar. 30, 2002 at 9:55 PM mail: xx

Questa notte saremo in tanti a Deheishe

Dopo la breve confrontazione con i tank israeliani alle porte di Beit Jala decidiamo di tornare al centro di Betlemme (anche gli attivisti mangiano!). Appena arrivati all’hotel dove alloggiano I componenti del I.S.M. (internetional solidarity movement) arriva finalmente una buona notizia: la delegazione di action “for peace” e’ riuscita a passare il check point a si sta avvicinando a Betlemme.
Nessuno, tantomeno loro, credeva che ce l’avrebbero fatta.
Ci incontriamo finalmente nella piazza della nativita’ ed e’ strano come in queste condizioni la gioia di rivedersi faccia dimenticare le polemiche che regolarmente fioriscono nell’intricato panorama del movimento italiano.
Ci raduniamo in un’improvvisata assemblea e prende parola il sindaco di Betlemme.
Ringrazia tutti per la insperata presenza in citta’ e racconta delle difficolta’ che quotidianamente affrontano sotto la minaccia delle armi israeliane.
Poi viene il momento di prendere decisioni. La richiesta di aumentare la presenza internazionale nel campo di Deheishe viene accolta con calore dai componenti di “action for peace” e settanta attivisti, principalmente italiani, decidono di passare la notte con noi nel campo. Il nostro rientro e’ stato accolto con sorpresa e gioia dagli abitanti; piu’ di cento occidentali decisi ad interporsi non si erano mai visti da queste parti.
Questa notte saremo in tanti a Deheishe e sotto questo cielo, troppo spesso tracciato dai missili, stiamo scrivendo tutti insieme una memorabile pagina di solidarieta’.
Buona notte (?).

Deheishe, 30 marzo ‏2002

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Vengo Anch'io!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
by Niccolò Saturday, Mar. 30, 2002 at 7:48 PM mail: titojosipbroz@virgilio.it

Se me lo dicevate prima venivo anch'io.è un mese che cerco contatti per andare in Palestina!!!!!!

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translation in english
by tactical media crew Saturday, Mar. 30, 2002 at 8:11 PM mail:

After the breef challenge with the israeli tanks at the doors of Beit Jalla we decide to come back to Bethlehem (also activists eat!). As soon as we arrive at the hotel where the ISM (Internation Solidarity Movement) stays, a good news arrives: the Action for Peace committee has managed to pass the check-point and is arriving to Bethlehem.
Nobody, not even them beleived that they would have made it.
We finally meet in the nativity square and it is strange to see how in these conditions the joy to see each other makes you forget all the contrarities that usually come up in the complex panorama of the italian movement.

We gather in an improvised assembly where the major of Bethlehem speaks.
He thanks everybody for our unexpected presence in the city and tells about the difficulties that they pass every day under the menace of the israeli guns.
Then comes the time to take decisions. The request to grow the international presence in the Deheishe camp is taken with warmth by the people from Action for Peace, 70 activist mainly italian decide to pass the night in the Deheishe camp. Our return was lived with surprise and joy of the inhabitants, more than a hundred western people had never been seen round these places.
Tonight we will be in many in Deheishe and under this sky, too many times signed by the missiles, we are writing all toghether a memorable page of solidarity.
Good night (?)
Deheishe 30 March 2002

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Ancora censura
by Ismaele Saturday, Mar. 30, 2002 at 9:55 PM mail:

Invito a leggere i siti dei maggiori media italiani e internazionali: nessuna notizia, o solo un paio di righe generiche (vedi L'Unità on line)sull'azione, che non è retorico definire eroica, dei nostri pacifisti e dei rappresentanti di altre organizzazioni spagnole e francesi.
Queste poche decine di uomini, ai quali va tutta la nostra commossa solidarietà, hanno fatto quello che avrebbe dovuto fare l'ONU. E' soltanto grazie alla loro presenza e alla loro azione che possiamo sentirci ancora esseri umani capaci di pietà verso i palestinesi e di sdegno verso la barbarie che l'esercito israeliano sta scatenando nei territori occupati. Purtroppo, a causa del prevalere della destra sionista più oltranzista e integralista, i sopravvissuti all'olocausto agiscono oggi come i nazisti agirono verso i loro padri o i loro nonni cinquant'anni fa.
La tragedia delle popolazioni ebraiche sterminate dai tedeschi nel corso della seconda guerra mondiale, che siamo stati educati a pensare come un "unicum" nella storia dell'umanità, si sta ripetendo. Saramago non teme di parlare di nazismo dopo aver osservato il comportamento dell'esercito israeliano in Palestina. Ci tornano alla memoria le parole di un ebreo laico come Primo Levi: se è accaduto, può accadere ancora. Ma non avremmo mai immaginato che - nelle mutate condizioni storiche e politiche - ci sarebbe stato dato di assistere al ritorno di una simile barbarie causato proprio dal popolo che ne era stato la vittima.
Solidarietà e umana comprensione non solo ai palestinesi oppressi, ma anche a quegli ebrei israeliani e di tutto il mondo che sentono la vergogna di quanto sta accadendo e non condividono o addirittura trovano il coraggio di opporsi alla politica di Sharon.
Solidarietà ai soldati israeliani che rifiutano di attaccare ancora i civili palestinesi.

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