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[Natale Precario] Tanti auguri flessibili | ||
by dal manifesto Tuesday, Dec. 23, 2003 at 8:29 PM | mail: | |
Natale precario: a Bologna 10% di sconto sulla spesa. A Milano regali per Arese.
La cassa trentaquattro è stata presidiata per parecchio tempo da un'anziana signora di 72 anni ma in totale sono stati mille i carelli che ieri pomeriggio hanno bloccato per circa due ore le 38 casse dell'impermercato Pianeta (Conad) di via Larga a Bologna, meta prescelta dai disobbedienti per festeggiare il «natale precario». E alla fine c'è stato poco da fare: il direttore del supermercato ha dovuto cedere e accettare di praticare il 10% di sconto a tutti i clienti, come richiesto dallo speciale tesserino distribuito all'interno del negozio dai circa centocinquanta disobbedienti che reclamavano il reddito di cittadinanza. «Bene, bravi si fa così», hanno gridato al microfono parecchie persone anziane, quelle che più di tutte sentono il peso delle micidiali dinamiche inflattive, acuite dall'arrivo dell'euro. «E' stata una cosa straordinaria, una delle cose più grosse che abbiamo fatto a Bologna - commenta Gian Marco De Pieri, dei Disobbedienti - questa è la dimostrazione che sulla questione del reddito di cittadinanza, se ben articolato, si può intercettare consenso». Lo speciale sconto è stato mantenuto anche dopo la fine dell'iniziativa, iniziata nel pomeriggio, e pare che la «perdita» per l'ipermercato sia stata pari a 25 mila euro, anche se i responsabili del centro commerciale si trincerano dietro un «no comment». Una perdita per modo di dire, se è vero - come tutte le persone che fanno la spesa sanno - che il potere d'acquisto dei salari è diminuito, mentre il prezzo delle merci è aumentato da quando è stata introdotta la nuova moneta. Ma il «Natale precario» allude non solo alla precarietà del portafogli, ma anche a quella di molti lavoratori del commercio (ieri in sciopero) reclutati con contratti superflessibili per coprire il pienone delle feste. E' tempo, dicono i chainworkers di inventare nuove forme e nuove parole come «flessicurità» - come spiegano da Novara, altra città del «circo del non consumo» - e cioè «sussidio di flessibilità sostenibile: se il lavoro è a zig zag come un fiordo norvegese il reddito ci piace liscio e continuo come una spiaggia di Malibu». |
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