EL TEMA DEL DOMINGO / OTRA VEZ LA VIOLENCIA: ESTA BAJO INVESTIGACION DEL GOBIERNO NACIONAL Y DE LA JUSTICIA
Diversi testimoni dichiarno che anche uomini della prefettura spararono. Gli investigatori dicono che ci sono "sospetti importanti". E al Governo assicurano che "non è scartata nessuna ipotesi"
Adesso ci sono forti sospetti sul documento della Prefettura riguardo agli episodi di mercoledì in Avellaneda che hanno portato all’assassinio di due militanti piqueteros.
Alle responsabiltà accertate della polizia di buenos aires negli omicidi di Dario Santillan e Maximiliano Kosteki – fondata, tra l’altro, sulla sequenza fotografica del reporter del Clarin, e sulla testimonianza di due presenti, un uomo e una donna – si aggiunge una dichiarazione che compromette la prefettura. Secondo questi testimoni, il proiettile che ha ucciso kosteki è partito dalla linea occupata dalla Prefettura nelle immediate vicinanze della Stazione Avellaneda del treno metropolitano.
Intervistato dal nostro giornale, il segretario della sicurezza Juan Josè Alvarez, da cui dipende la prefettura, ha ammesso che la Giustizia sta investigando su come si sono succeduti i fatti nell’area della stazione, partendo proprio dalle dichiarazioni dei testimoni. Così ha detto Alvarez . “La giustizia indaga se abbia sparato anche la Prefettura. Non scartiamo nulla”.
Fonti della Fiscalia di Lomas de Zamora indicano, in almeno tre interviste di Clarin, che c’è un « sospetto importante » sul documento della prefettura, basato sulla testimonianza e sui rilievi effettuati sul luogo dell’omicidio. Ma le stesse fonti dicono che non c’è nessuna certezza sulla responsabilità della prefettura nelle due morti.
Il capo della prefettura Juan Josè Beltritti, ha ammesso questa notte che è a conoscenza dell’esistenza di una “pseudodenuncia” che coinvolge il suo organismo. “Ma nessuno dei miei uomini era nel luogo dove era la gente ferita, né nei pressi della stazione Avellaneda”.
La foto che pubblichiamo in questa pagina smentisce Beltritti. Il fotografo ha sorpreso un gruppo compatto della Prefettura, a destra dell’altro della Infanteria , all’altro lato dell’Avenida Pavon, di fronte la stazione. L’immagine riguarda una zona ad almeno dieci isolati dal ponte Puyerridon, dove sono cominciati gli incidenti e dove la Prefettura era autorizzata ad operare. Oggi possiamo parlare di un pessimo inizio della collaborazione tra le forze di sicurezza e la polizia di Buenos Aires, frutto di un accordo che aveva come ambizione, più che il mantenimento della pace sociale, la lotta contro la delinquenza.
In effetti, mercoledì si era messa in atto al Ponte Pueyrredon la prima operazione congiunta delle quattro forze (Policía Federal, Bonaerense, Prefectura y Gendarmería) per disperdere i piqueteros e garantire la libera circolazione verso la capitale federale.
L’importanza di determinare le responsabilità della prefettura nei fatti di Avellaneda supera anche quella del chiarimento dei due omicidi. Coinvolge il futuro della politica di sicurezza del governo di Duhalde in uno scenario sociale, come quello argentino, da dopoguerra. Dopo gli avvenimenti di mercoledì, la politica di sicurezza del governo è stata criticata dalla destra in ragione del suo garantismo, caratteristica che era presente anche negli episodi di disordine sociale che precedettero l’incarico a Duhalde in gennaio.
La decisione del governo di ampliare il controllo della protesta sociale attraverso la proibizione dei blocchi delle strade e dei ponti dimostra un indurimento della sua politica di sicurezza. Questa, a sua volta, è la dimostrazione di come settori di minore tolleranza – tra cui militano molti rappresentanti delle istituzioni_ si stiano imponendo nel dibattito su come contenere la protesta.
Proseguire questa analisi porta alla teoria del complotto che parla di una supposta incentivazione della violenza da parte di settori economici e finanziari legati al menemismo.
Un’altra teoria proposta dal Governo, nelle prime ore, e alla quale ha dato voce il ministro dell’interno, Matzkin, insinuava la nascita di una insurrezione di sinistra, della quale la Coordinatora anibal Veron avrebbe fatto parte.
Questo è il risultato di una informativa del SIDE che è stata valutata ai più alti livelli del Governo nella serata di mercoledì.
Una fonte accreditata dell’Esercito, consultata dal nostro giornale, commenta queste analisi. Avverte sopra la possibilità di un impatto di maggior calibro, basato su due fatti evidenti: “la rottura della linea di negoziazione” tra il governo e le organizzazioni più radicali e il fatto che “la base dei piqueteros, i nuclei più duri, abbiano scavalcato i propri dirigenti”. Nella serata di ieri, c’era molto da speculare sulle denuncie nei confronti della prefettura. Come detto, coinvolgono il governo nazionale, perché si tratta di una forza federale. Però, soprattutto, potrebbero essere dirette a scagionare dalle sue responsabilità la Bonaerense. C’è molta carne al fuoco in tutto questo. Nelle analisi sopra gli episodi della stazione Avellaneda si è passata dall’idea di complotto a quella della brutalità poliziesca. Paradossalmente, non sembrano esserci responsabilità politiche in nessuna delle due.
Un dato sopra il comportamento della pattuglia bonaerense, un comportamnetioche Duhalde qualificò come “atroce caccia all’uomo”. Spaventa pensare che quello che hanno fatto nella stazione avellaneda il commissario Franchiotti e il suo gruppo di uomini, davanti agli occhi di tutto il mondo, faccia parte della quotidianità del comportamento della polizia Bonaerense. http://www.clarin.com/diario/hoy/p-00215.htm
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