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Manifestiamo con i detenuti dell'Ara Coeli
by Delfo Thursday, Aug. 19, 2004 at 11:48 AM mail:

A fianco dei detenuti dell'Ara Coeli, Carcere romanao fatiscente. Dentro proletari italiani ed extracomunitari.Bisogna abolire le carceri.La destra protegge i tangentisti e gli evasori ed e' inclemente con le sue stesse vittime.Lo stato lo intendono solo come concentrazione di polizia

Non ci sono cattivi maestri i cittadini che vogliono diritto e civilta’ presto tutti e tutte dovranno da fuori sostenere la causa dei carcerati dell’Ara Coeli in questo Agosto del 2004. Il carcere romano dell’Ara Coeli. Deve sovraffollato, essere un supplizio. Il caldo mette alla graticola, un abitue’ del carcere un certo Braciola, ragazzo d’oro che incorre in una persecuzione da parte dell’istituzione romana. Chi non sale il gradino non e’ vero trasteverino…Non criminali, in fondo vittime; quali? Disperati, paria, dagli sbagli ripetuti. Chi deve mettere a posto? La societa’ deve ripararsi. Non dando botte… Servono sociologi, psicologi. Riadattare, costruire subito gli scenari alternativi. Costruire l’intervento in quelle vite allo sbando, senza il minimo indispensabile. Brutti sporchi e cattivi? Non ci sono! I supporti. Fin dalla scuola angeli custodi per gli asociali, i disperati, angeli senza chiavi di porte per recludere. Porte aperte, dialogo. Vogliamo ri investire sulla gente. Due anni fa’ il santo padre Giovanni Paolo II forse ricordando un suo predecessore Giovanni XXIII .Si stringeva ai carcerati. La parola che porta conforto. Il gesto di vera politica vicinanza e non di provocazione, in un estate torrida la diede il disobbediente Nunzio D’Erme. Uomo che si vuole evitare criminalizzare. Lo vogliono non deputato ma carecerato. Il grande politico disobbediente ed il nuovo movimento politico di questi anni avevano da dire delle cose. Quali. Sul carcere sui detenuti degli anni di piombo. Ad esempio… Il carcere come luogo della piu’grande differenziazione. Diceva un compagno. Oggi vedo quella costruzione l’Ara Coeli fatiscente e so’ che ci sono morti degli esseri umani, per freddo, malattie, incuria. Vedo questa vergogna nel cuore storico di Roma. E’ la fossa dei lamenti. Chiuso li’ il presunto brigatista che doveva fare un concorso pubblico, il fraudolento presidente della squadra di calcio. Da una parte sola, vorremmo stare, dalla parte di chi soffre, dalla parte di chi diventa debole e soccombe anche con tribunali di carta. Sempre garantisti. Vorremo dire amnistia, sempre. Le carceri, ci si entra per un etichetta che ci viene messa, come diceva il sociologo Merton. Un etichetta che diventa indelebile. Prima sei descritto come deviante e lo sei per lo stesso contesto. Diventi in forza di questa convinzione quello che sbaglia. Tu stesso quindi sbaglierai. Oggi i due pesi e le due misure di questa destra si rendono ancora piu’ strafottenti. Forte con i deboli, debole con i forti, tangentisti evasori. Il ragionamento generale e’ che lo stato sia solo un concentramento di polizia. Lo stato per difendere la proprieta’ privata. Punto e basta. La spinta deregulation, le privatizzazione che abbattono il sistema delle garanzie, lo stato sociale, a carrettate riempie di poveri, rende derelitta parte della societa’, il privato, piccolo padrone taglieggiatore che da paghe insufficienti. Ad esempio. Il lavoratore extracomunitario o e’ uno sfruttato o e’ un inquilino delle patrie galere. L’immigrazione e quella microcriminalita’ che si ritorce sulla disperazione degli occasionali malviventi. Sovraffolla le fatiscenti prigioni. Dentro l’aids, l’epatite, la droga, violenze non confessate, e allo sguardo che si addentra storie non raccolte, la meta’ in attesa del giudizio di una giustizia intasata, una giustizia, una magistratura che si vorrebbero anche imbavagliare zittire. Rea di aver dato peso alle malefatte della passata classe politica. Gli attuali continuatori della stessa politica non perdonano, incalzano con colpi violenti, leggi come la Cirami ricacciate a Strasburgo sono leggi ammazza processi contro tutta la magistratura la sua stessa autonomia architrave delle forme e prassi democratiche. Si usa il mezzo breve e pericoloso del processo pubblico. Il tribunale della carta stampata: Il Foglio, il Giornale, L’Indipendente. Processano i giudici; alla Boccassini arrivano minacce di morte. Ma il nostro piccolo sfogo a favore dei deboli, dei non garantiti passa dalla considerazione anche concettosa che lo stato per i piu’ deboli e’ solo lo sbirro che incute paura e speso mena di buona lena, con colpi proibiti come accadde ai giovani e no di Genova al G8; la legge ed i diritti quando lavori il derelitto non li conosce per se’ le tutele non ha voce per richiederle. La destra in mano ad un padrone Berlusconi non ha metodo democratico ed usa colpi da avanspettacolo…Ha stabilito che i giudici sono sovversivi, calpestano la democrazia. Tutti komunisti. Lo dice la casa delle liberta’. Ma quali liberta’. Shengen e le sue frontiere per chi e’ immigrato. Liberta’ per chi e’ tossicodipendente, apposta Fini eleggera’ un tribunale per punire e ricacciare nel posto piu’ buio e senza diritti i tossicodipendenti. Le carceri non dovrebbero esistere, dovremmo con il peso della civilta’ pensare subito un alternativa, non basta far uscire un giorno, per ri inserire, non e’ giusto e razionale in termini di vita umana spendibile che uno stato infligga pene a vita, ergastoli, pene tutte inappropriate, ingiuste. Questa non e’ legge e’ vendetta. Nessuno e’ al riparo da Liboni il colpevole quando non ha niente da perdere e’ scellerato per ragione razionale. Calcola e pensa di scegliere sempre il male peggiore per se’ stesso. Una morale razionale si impone, le punizioni non tolgono il dolo. Senza giustizia non c’e’ pace. Pace non l’hanno gli emarginati i deprivati di cultura, possibilita’. Immaginiamo altre soluzioni, le invochiamo. Perche’ no… villaggi comunita’ aperte dove i nuovi detenuti lavorino, vivano con sistemi di permesso che li facciano uscire, per periodi prolungati. Serve sostegno con dialoghi di impegnati terapeuti. Occorre la… Riunione con le proprie famiglie non lacerazioni che distruggono il corso avviato di vite. Intanto in galera oggi se non ti uccidi e’ anche perche’ il tuo padrone e’ lo psicofarmaco.

Delfo

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ma...
by diokane Thursday, Aug. 19, 2004 at 3:37 PM mail:

non se chiama REGINA COELI?

l'ara coeli non č n'artra cosa?

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regina
by marcor Thursday, Aug. 19, 2004 at 4:37 PM mail:

L'altra "cosa" č l'ARA PACIS!
il carcere ' Regina coeli..poi se ha un'altro nome
nn lo sō..

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