Per smalire o per aumentare la rabbia dopo quanto abbiamo vissuto non posso fare a meno di riascoltare... Baci a chi c'era a Genova e a San Polo
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Dall’ultima galleria
E poi dall'ultima galleria sembra mai più poter riaprirsi il sole e quando luccica dal fondale sopra la rugginosa ferrovia
dalle budella della grande vedova diritto in faccia ad un muro alto Porta Principe in un sussulto ti vomita addosso a Genova...
Io quando tornerò a Genova per prima cosa col caffè di rito nel piazzale della stazione, dal baracchino il passo addormentato lo muoverò per riconquistare la dignità di me stesso al mondo ed il dovere di camminare a testa alta guardando il fondo
guardare in fondo, guardare il mare, guardare il punto fermo sull'abisso vedere tutto tornare, urlare, fronte spezzata da un chiodo fisso fronte spaccata, fronte diviso, fonte che annega al pozzo San Patrizio il mare rosso del nostro sangue plebeo che soffoca nel precipizio
Quando ritorneremo a Genova ritorneremo sopra la criniera bianca dell'onda che si frange al frangiflutti che mangia la sera e sfiora il senso del presente, della memoria che si schianta quando Genova ritornerà quella del giugno del sessanta
Quando ritorneremo a Genova, quando Genova sarà tornata quando torno, torno al nostro inverno la resistenza sarà dichiarata quando in tutto quest'inferno ritroveremo i nostri sentimenti verremo in braccio alla natura, verremo sopra i quattro elementi...
Chi siamo noi? Ora siamo il mare, il mare nero che si scatena che si rovescia sopra al porto, sopra al porco che lo avvelena il mare più salato che ci avete fatto lacrimare date un bacio ai vostri candelotti, giusto prima di affogare
Chi siamo noi? Ora siamo il vento che non potete più fare ostaggio aria libera dai mulini, dalla catena di montaggio il vento che ti spazzerà via, cancellerà l'orma dei tuoi passi che schianterà muri e sbarre scatenandosi per Marassi
Chi siamo noi? Ora siamo il fuoco che non avete mai domato quello che brucia in fondo agli occhi di questo triste supermercato quello che cortocircuita i fili dell'allarme e del divieto mentre noi spargeremo sale sulle rovine di Bolzaneto
Chi siamo noi? Ora siamo la notte, la luna persa dei disperati dice il poeta "Quande cade un uomo si rialzano i mercati" e per quest'uomo di eterna notte, per questa luce che se ne muore aspettiamo che il sole sciolga il blocco nero che portiamo in cuore...
Quando ritornerò a Genova dal baracchino del caffè di rito l'antico samovar della tristezza, che sta bollendomi dentro al fiato questo dolore che mi ha tradito l'enorme sagoma del lutto il mio tormento che ho malcelato e queste lacrime che tengo stretto e in una Genova liberata, senza chiusura, senza sgomento senza sott'occhio la via di fuga, senza furore, senza spavento avrà senso cadere in ginocchio, alzare e prendersi le mani piangere in piazza Alimonda... pardon in Piazza Carlo Giuliani...
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