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Processo 22/10/03 - La farsa e' finita
by Imputat-B Thursday, Nov. 25, 2004 at 12:37 PM mail:

Cagliari, Processo per i fatti del 22 Ottobre 2003: La farsa e' finita

La farsa e' finita

Finalmente e' finita la farsa del processo per i fatti avvenuti il 22 Ottobre 2003, ovviamente gli imputati sono stati tutti condannati secondo le richieste dell'accusa, ma potevamo aspettarci qualcosa di diverso ?

Da giorni il giudice sonnecchiava e aspettava impaziente di tirar fuori la sentenza gia' scritta. Figuratevi, di Sabato all'una, con la moglie (se sono sposati, senno' ci siamo capiti lo stesso) che e' venuta apposta in aula a sollecitarlo per buttare la pasta... .
Quanta voglia poteva avere di ritirarsi in camera di consiglio a fare finta di pensarci ?

Infatti, quando gli avvocati hanno finito con le loro brillanti arringhe, molto apprezzate dal pubblico, ma per nulla ascoltate da lui, il giudice si e' fatto passare il modulo ed ha compilato il verbale (e' un ex vigile urbano) che poi ha letto rapidamente e sottovoce.

Se il PM avesse chiesto anni di carcerazione questa specie di calimero (cosi' a cagliari ci si rivolge ai vigiliurbani) li avrebbe assegnati senza batter ciglio. Per fortuna il PM si deve essere un po vergonato dell'incongruenza e della pochezza delle carte che aveva in mano e si e' tenuto basso con le richieste.

Sicuramente il calimero in questione, comportandosi in questo modo, voleva proprio farci capire che non aveva nessun bisogno di pensarci, perche' la sentenza di un processo che oppone un anarchico e un poliziotto e' comunque gia' scritta, ed il resto e' solo una farsa. Una sentenza degna di un tribunale speciale per la difesa dello stato.

Ma vediamo, giusto per farci due risate, le ragioni della condanna e alcune delle argomentazioni con cui i difensori ci hanno piacevolmente intrattenuto per qualche ora.
Perche' la polizia e' intervenuta quella sera con forze sproporzionate (un battaglione di 40 celerini-antisommossa piu' digos, caramba e altra sbirraglia variamente agghindata)? Per identificare gli autori sconosciuti di una serie di presunti danneggiamenti. Peccato che, a posteriori, si sia appurato che tali danneggiamenti si riducano a un paio di scritte fotografate a posteriori e una sottoveste imbrattata all'interno di un negozio Benetton da un tizio, non riconosciuto dalla proprietaria, che pare abbia agito in coincidenza temporale con il passaggio dei manifestanti. In pratica, da un punto di vista processuale, tali imbrattamenti, o danneggiamenti, o come diavolo li vogliamo chiamare, non esistono; ed infatti il presunto imbrattamento e' l'unico reato per il quale gli imputati sono stati assolti.
Dunque i danneggiamenti non esistevano, vi erano pero' degli sconosciuti da identificare? Forse si, peccato pero' che, dal racconto dei poliziotti, si evince che questi sconosciuti (ammesso e non concesso che ve ne fossero) gli hanno bellamente ignorati buttandosi invece in massa all'inseguimento di quelle persone che conoscono bene e con le quali, evidentemente, hanno qualche conto in sospeso. Gli imputati in particolare, a dire del vice Gargiulo, erano conosciutissimi ('noti anarchici' gli definisce lo sbirrodigos Varsi) e non vi era alcun bisogno di identificarli. Dunque, secondo il teorema dell'accusa, pienamente accolto dal giudice, i condannati avrebbero resistito a un tentativo di identificazione assolutamente non necessario e non rivolto a loro, motivato da un reato che non avevano commesso perche' non esisteva. Logica ferrea, non c'e' che dire.
In particolare il vice-panzone-Gargiulo riferisce (circostanza non confermata da nessun altro e cio' nonostante divenuta perno dell'accusa) che era tutto tranquillo sino a che lui non ha ordinato di fermarsi per l'identificazione. A quel punto coraddu gli avrebbe detto 'coglione da te non mi faccio identificare' (strano, perche' un'attimo prima Gargiulo aveva spiegato che lui coraddu lo conosce benissimo). In coincidenza con questo 'coglione', rivolto a lui, sarebbe scoppiato un casino e i manifestanti avrebbero attaccato la polizia (obbedendo evidentemente ad un piano preordinato che doveva scattare in corrispondenza a quel segnale in codice). In realta' qualche malalingua sostiene di aver visto il vice-panzone visibilmente agitato e offeso per il grido "corri grassone" rivoltogli da un manifestante in fuga (ahi ahi, sbirro permaloso ...). Comunque qui' di scheletri negli armadi deve essere pieno perche' nessuno se la sente di mettere in dubbio la parola del vice-panzone che, dall'alto della sua stazza, le spara davvero grosse. Evidentemente puo' dire quello che vuole, in barba alla logica ed alla verosimiglianza, tanto si trova in una posizione tale che nessuno al palazzaccio se la sente di mettere in dubbio il suo verbo, e gli imputati si beccano una condanna per resistenza.
Che dire infine delle condanne per violenza e lesioni?
Lo sbirrodigos varsi sostiene di aver visto Matteo mettere le mani addosso al vice Gargiulo, il vice panzone invece riferisce letteralmente "non mi ha nemmeno toccato". Si sarebbe avvicinato, matteo, per colpirlo, ma lui, avvedutosi della circostanza, con un'agile rotazione felina si sarebbe portato in posizione di difesa e avrebbe messo in fuga matteo con il suo sguardo di fuoco. Peccato che nell'agile rotazione felina l'oscillazione del panzone l'abbia sbilanciato e si sia provocato una distorsione al ginocchio. Dunque Matteo sarebbe stato condannato per violenza e lesioni per aver provocato l'oscillazione della panza col suo 'tentativo' di aggressione.
Luisa invece, con la sua violenza, avrebbe provocato lesioni al capodigos Arangino nel tentativo, come dice Arangino stesso, di soccorrere Saddi, che in quel momento si trovava a terra, circondato da poliziotti che lo stavano ammazzando a colpi. Nessun'altro conferma questa circostanza, anzi, gli altri pulotti presenti smentiscono e dicono di non aver nemmeno visto Luisa. Basta uno sguardo per confrontare i due e capire che la circostanza e' assolutamente inverosimile. Tra l'altro il capodigos Arangino, in quel momento, per sua stessa ammissione, si trovava in borghese, senza segni distintivi, ne' si e' identificato come pulotto. Cio' nonostante, in omaggio alla logica e ala verosimiglianza, Luisa e' stata condannata per la violenza e le lesioni ad Arangino, a cui dovrebbe versare pure 1500 euros come anticipo per i danni morali subiti dal capodigos.
Lo sbirrodigos Vargiu sostiene di aver visto Massimo picchiare a sangue Arangino e di essere intervenuto, sostiene che questo efferato episodio si sarebbe svolto in una localita' isolata ben lontana (30 metri) dall'altra sbirraglia e che il suo capodigos Arangino era ben riconoscibile grazie al distintivo che portava (ahi ahi a voler essere piu' realisti del re ...). Tutte queste circostanze sono pero' smentite dagli altri pulotti presenti che riferiscono tutti (compreso il capodigos) di essersi trovati a pochi metri di distanza gli uni dagli altri. Inoltre, se hanno pestato a sangue il capodigos, dov'era il sangue? Il giorno dopo, all'udienza di convalida, l'attuale capodigos (allora capocelere) non aveva nemmeno un segno visibile sul corpo (a parte un vistoso e coreografico collare di garza), cosa assai strana per chi afferma di aver subito ad una violenta scazzottata. Disse il capodigos che coraddu gli aveva rotto gli occhiali con un pugno (circostanza smentita dagli altri pulotti presenti) e che di conseguenza gli era venuta una congiuntivite (e le emorroidi no?). Ma tante', il PM nella sua requisitoria aveva affermato che le testimonianze quanto piu' sono coerenti e tanto meno sono credibili (e con questa motivazione aveva annullato tutte le testimonianze a difesa). Evidentemente vale anche il contrario, piu' si accumulano contraddizioni, inverosimiglianze e panzane e tanto piu' si viene creduti; a patto pero' di far parte del coro stonato del capodigos Arangino e del vice-panzone Gargiulo. Il cerchio (o il circo) si chiude quindi con la condanna anche di Massimo per la violenza e le lesioni ad Arangino.

Molte risate e un po' di delusione tra il pubblico.
Tutto sommato, visto che la condanna era scontata, e' meglio che l'abbiano chiusa cosi'.
Se il giudice avesse fatto finta di ritirarsi in camera di consiglio a pensarci un po', se avessero aperto un fascicolo contro gli ignoti feritori dei manifestanti (destinati peraltro a rimanere tali), magari qualche democratico ci sarebbe cascato. Si sarebbe illuso che ancora si possa insistere per avere giustizia attraverso le vie legali, gli avvocati avrebbero detto che le sentenze si rispettano e casomai, dopo, si impugnano, etc. etc. .
Il comportamento di quesi pagliacci ha reso invece consapevole, anche il democratico piu' convinto, della natura farsesca e vuota dello spettacolo a cui aveva assistito.
"C'e' piu' trama in un film porno" commentava qualcuno con ragione.

Ora che il circo ha chiuso (almeno momentaneamente) viene da chiedersi se abbiamo fatto bene ad alimentarlo. Gia', perche' lo spettacolo si e' avvalso anche del nostro contributo (ancorche' coatto). Abbiamo contribuito ad alimentarlo in vari modi: organizzando una difesa legale puntuale ed aggressiva, seguendo assiduamente le udienze e, buon ultimo, anche gli imputati hanno dato il loro contributo rilasciando dichiarazioni.
A conti fatti penso comunque che siano state scelte giuste.
Lo scopo infatti non era quello di ottenere una impossibile sentenza di assoluzione, ma casomai quella di rendere piu' difficile e faticoso il percorso che portava alla condanna. I poliziotti si sono dovuti sedere sul banco degli accusati, anche se formalmente erano solo dei testimoni, e rispondere, pubblicamente, del loro operato. Non mi sembra che gli abbia fatto piacere. Sudati e imbarazzati hanno dovuto rispondere alle domande dei difensori e, sostanzialmente, spiegare come e perche' hanno congegnato e realizzato questa aggressione premeditata a danno di alcuni 'noti anarchici', come li descrivono loro in poliziese. Un po' di chiarezza e' stata fatta e la partecipazione di un folto pubblico ha evitato che la cosa passasse inosservata e sotto silenzio o, peggio ancora, che passasse solo la versione data dalla stampa. Certo, dopo che si era evitato il peggio, e cioe' una condanna pesante il giorno dopo i fatti in un processo per direttissima senza l'assistenza di un difensore di fiducia (ricordiamoci che questo era il piano che la polizia ha cercato in tutti i modi di realizzare), tutto il resto, per quanto riguarda la sentenza, e' stato praticamente ininfluente.
Cio' nonostante non vedo perche' avremmo dovuto rendergli le cose piu' facili? Vogliono La farsa della giustizia e della democrazia? Ne paghino lo scotto sino in fondo. Sono contraddizioni loro, non nostre. E poi con le loro deposizioni ci hanno dato materiale sufficiente a ridere per anni e a realizzare piu' d'una piece teatrale di genere tragicomico. La semplice lettura della deposizione di Gargiulo provoca le convulsioni ...

C'e' un'altro aspetto importante in questa vicenda. Ogni volta che un fatto repressivo di questa gravita' accade c'e' il rischio che si inneschi il panico e la corsa a prendere le distanze dagli elementi "violenti", dai "provocatori" e insomma dai cattivi di turno. D'altra parte la divisione del campo degli oppositori in buoni e cattivi e' uno degli scopi che il potere si prefigge con operazioni come queste. C'e' il rischio di illudersi che l'appartenenza al campo dei "buoni", la presa di distanza dai "cattivi" (sostanzialmente il corrispondente moderno dell'abiura), possa darci qualche garanzia di sicurezza in piu'. Ma e' solo un'illusione. Il confine tra "buoni" e "cattivi" e' mobile, si sposta continuamente e rischia di intrappolarci. Questo regime di democrazia autoritaria, sotto il quale ci troviamo a vivere, non solo non da' nessuna garanzia per la nostra liberta', ma neanche per la nostra incolumita' fisica.
Questa vicenda di Cagliari, nel suo piccolo, lo conferma: si puo' rischiare la pelle per niente, per essere scesi in strada a distribuire dei volantini in solidarieta' con un amico, per essere sospettati di aver fatto una scritta, per essere conosciuti come "noti anarchici". Un branco di semianalfabeti arruolati in celere a 1000 euro al mese, agli ordini dei soliti noti della questura, potrebbero provare a fracassarvi la testa (e guai a chi interviene in soccorso). Il giorno dopo la citta' si svegliera' scandalizzata per le vetrine infrante (che nella fattispecie non esistono, ma se fossero esistite sarebbe forse cambiato qualcosa?).
La verita' e' che la nostra pelle e' nelle loro mani, e la chiamano sicurezza ...

Purtroppo anche questa volta, anche a proposito di fatti come questi, c'e' stata la tentazione di dividersi e di prendere le distanze dai cattivi e dai metodi violenti (riferendosi ai manifestanti e non ai poliziotti), senza neanche conoscere bene i fatti (vero studenti a sinistra? vero rifondaroli?). Per fortuna poi, almeno in questo caso, lo 'strappo' e' stato ricucito, un po' perche le persone coinvolte erano troppo note e appartenevano ad aree politiche molto diverse (risultava quindi difficile prendere le distanze sino in fondo), e un po' grazie anche al paziente lavoro di discussione, confronto, controinformazione svolto durante tutto quest'ultimo anno, anche in margine al processo.

Io spero che questa vicenda sia almeno servita a rendere tutti consapevoli della natura criminale del regime di democrazia di mercato senza liberta' sotto il quale viviamo. Coloro che condividono questa visione minima (organizzati politicamente o meno) dovrebbero essere perlomeno solidali tra loro e riconoscersi reciprocamente il diritto alla resistenza e all'autodifesa.

La sottomissione preventiva non garantisce nulla, non ci si puo' difendere stando alle regole dettate dal nemico.

Non ci si puo' far dividere con troppa facilita' in buoni e cattivi , violenti e non violenti. E poi, cosa vuole dire "non violento"? Secondo il codice adottato dal potere sarebbe uno che si fa portare al macello supinamente, rassegnato, senza reagire. Possiamo certo ragionare sull'opportunita' di reagire alla forza con la forza (soprattutto quando di forza se ne ha poca), ma senza per questo mettere in discussione il diritto di ciascuno di difendersi e di reagire all'oppressione quotidiana. In ogni caso dobbiamo sapere che ogni tentativo di resistere e opporci, nel momento in cui raggiunge una qualche efficacia, sara' catalogato come violento, illegale e criminale.

Bisogna chiamare le cose con il loro nome, e non con il nome che gli attribuisce il potere. Il danneggiamento di una vetrina e' il danneggiamento di una vetrina e non una "bomba". Il sabotaggio di un distributore e' il sabotaggio di un distributore e non "terrorismo", ne' tantomeno "lotta armata". La rassegnazione e l'impotenza sono rassegnazione ed impotenza e non "non violenza", ne' tantomeno vanno confuse con le tecniche di lotta basate sulla disobbedienza, sul sabotaggio, sulla resistenza civile.

In Sardegna in questo momento e' in atto una campagna repressiva molto ampia, sono stati istruiti un numero altissimo di processi politici (quanti non se ne erano mai visti in tutti ultimi 20 anni messi assieme) istruiti su fatti che, se non sono pretestuosi o inesistenti, vengono comunque ingigantiti molto al di la' della loro vera consistenza. Si processano i militanti di IRS per la manifestazione al poligono di Quirra e davanti alla sede degli strozzini del banco di Sardegna, si svolgono processi per l'occupazione di spazi sociali, per vari episodi di piazza, per il danneggiamento della vetrina di quella merda di Pittalis e per i danneggiamenti ai danni della Esso e al comune di Elmas e chissa' cosa tutto mi sto' dimenticando e cos'altro ci aspetta nei prossimi tempi. Tutto cio' viene poi cucinato dalla stampa e utilizzato per montare un "allarme terrorismo", e giustificare cosi' ulteriori spese per inasprire la repressione, il controllo e la paura.

Di fronte a tutto questo mi sembra che tutto sommato ci sia la tendenza di ciascuno a seguirsi le sue pendenze senza troppo preoccuparsi di quelle degli altri. Penso al linciaggio mediatico prima, e la chiusura poi, del circolo "Fraria", accusato di tutti i mali del mondo, senza che, tutto sommato, la piazza di Cagliari ha tollerato, si levassero molte voci a denunciare questa assurda montatura. Quasi come avere un "coperchio buono per tutte le pentole" (come diceva Mesina) alla fine faccia comodo a tutti.

In conclusione (ho scritto davvero troppo) vorrei dire che il pericolo che minaccia gli oppositori di questo regime e' grande, e grande deve essere la solidarieta'. Cerchiamo di avere fiducia nelle nostre (poche) forze, di sostenerci a vicenda, di non berci tutte le fesserie che ci propinano e di non illuderci che "tanto siamo a Cagliari e quindi, alla fine, non succedera' niente".

Viva l'Anarchia - ... gratis e per tutti
Imputat-B

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a proposito di Arangin e Luisin
by imputat F Thursday, Nov. 25, 2004 at 1:10 PM mail:

"Basta uno sguardo per confrontare i due e capire che la circostanza e' assolutamente inverosimile."

ovviamente intendi dire che se davvero l'avessi toccato..

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ok. invito all'autocritica, adesso
by durden Thursday, Nov. 25, 2004 at 1:40 PM mail:

ho apprezzato molto questo intervento. ma penso sia necessario ora, fare un pò di autocritica, almeno tra di noi. ok, in italia esiste un regime di democrazia autoritario, mediatico, repressivo e quant'altro. ma non c'è solo questo. c'è anche la pochezza politica e culturale delle nostre visioni che si traduce in azioni spesso inutili e controproducenti e non ci permette di affrontare il fenomeno in tutta la sua pericolosità e con i necessari strumenti di lotta.

nell'autunno e inverno dell'anno scorso ci trovavamo tutti al cagliari social forum, per parlare del pericolo "repressione", e tra di noi ci dicevamo tante belle cose, come per esempio che sicuramente i vari attentati ai distributori di benzina, le lettere con pallottole, i diversi e inutili piccoli danni arrecati alla provincia, alla confindustria, alle sedi dei partiti, con qualche petardo, erano sicuramente il lavoro di apparati stessi dello stato. si diceva "provocare per scatenare", sono anche venuti "illustri" scrittori e intellettuali (madonna!) a farci la ramanzina su un eventuale pericoloso ritorno alla strategia della tensione in salsa sarda. queste cose ce le dicevamo tra anarchici, comunisti, cittadini comuni e altri. no, non poteva essere nessuno di noi a essere così coglione da fare gesti tanto inutili quanto dannosi per il "movimento" stesso.

invece non era così. così abbiamo scoperto che un insospettabile operaio (un giovane incazzato come tanti altri)di assemini cercava di farsi giustizia da solo, provocando un casino tale che parevano tornate le brigate rosse. fino all'ultimo episodio. 3 anarchici, che frequentavano il circolo culturale-politico, da sempre messo sotto accusa per violenze, e dal "movimento" sempre difeso a spada tratta, sono stati scoperti a mezzanotte in periferia mentre avrebbero provato a far esplodere qualche "petardo" nella saracinesca di una piccola sede elettorale, che il giorno dopo sarebbe stata smobilitata.

certo questi episodi forse non giustificano una reazione repressiva pesante e sistematica, però siccome non vedo nessun segnale di autocritica, penso che da qualche parte dovremmo cominciare a farla.

ma a che gioco giochiamo? non credo alle visioni manicheistiche della società, noi siamo buoni e giusti, e loro, lo stato, la polizia, la giustizia, siano dei pezzi di merda-fascisti-mafiosi.
cominciamo a tirare fuori anche i nostri difetti, i nostri limiti e non nascondiamoci sotto un dito di accusa (sempre verso gli altri)

p.s.: mi scuso per la fretta e l'incompletezza con cui ho scritto questo commento, ma non ho avuto molto tempo. spero solo di aver avviato almeno una sana quanto ultile discussione.

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Ma falla l'autocritica e non rompiamoci le palle con stronzate!!
by Non ce ne andiamo! Thursday, Nov. 25, 2004 at 3:51 PM mail:

In questo modo non si accende una discussione ma si appiattisce qualsiasi tipo di discorso. Perché? Perchè è il parallelismo che fai tra “regime di democrazia autoritario” (?) e la presunta “ pochezza politica e culturale” del movimento antagonista o extraparlamentare o chiamalo come ti pare che non ha senso, non vanno di pari passo! Ma viceversa l’incapacità di capire che la repressione fa un percorso proprio perché ha altri obiettivi più ampi che la semplice rottura di palle di 4 persone (senza togliere niente alle 4 persone, anzi) velocizza il suo percorso. Se vuoi fare dell’autocritica falla (ma falla!) e non limitarti a una polemica sterile su ciò che è giusto o sbagliato, legale o illegale, legittimo o illegittimo, esprimendo semplicemente un giudizio su cose che non ti appartengono senza nessuna analisi perché c’è già il giudice Casula o chi per lui che emette le sue sentenze di condanna!
Quello che è successo il 22 ottobre non ha niente a che vedere con gli episodi assolutamente marginali di cui tu parli ma ha a che fare con lo stato di polizia in cui viviamo capeggiato da dei fascisti furiosi di un paese fatiscente.


Condivido pienamente la versione del imputat-b. ed esprimo ancora una volta la mia solidarietà a Luisa, Massimo e Matteo.

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x la risposta qua sopra
by durd Thursday, Nov. 25, 2004 at 4:16 PM mail:

"Quello che è successo il 22 ottobre non ha niente a che vedere con gli episodi assolutamente marginali di cui tu parli"
marginali?? ti sbagli. ovviamente gli apparati di sicurezza strumentalizzano gli episodi, ma se gli episodi (ovvero le cazzate)li facciamo per primi noi, per giunta urlando alla strategia della tensione ci diamo due volte la zappa sui piedi

"ha a che fare con lo stato di polizia in cui viviamo capeggiato da dei fascisti furiosi di un paese fatiscente"

paese fatiscente si, che ci siano fascisti sì(non mi sembra siano molto furiosi) nelle forze dell'ordine, ma stiamo attenti a urlare al regime fascista ogni 5 secondi.

e comunque, infogarti e dare la solidarietà a chi ne ha bisogno non significa che non ci sia bisogno di fare autocritica e vedere lucidamente la situazione.

altri compagni devono finire in galera? di cosa se ne faranno della tua solidarietà?

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Questo dimostra che siamo miopi
by Luca Thursday, Nov. 25, 2004 at 4:40 PM mail:

Credevo che il ragionamento fosse chiaro...... Negli ultimi tempi ci sono stati una serie di gesti sconsiderati e ribellisti (dai petardi di Assemini a quelli di Quartu). Gli autori di queste imprese hanno preparato il terreno, spaventato l'opinione pubblica, contribuito alla creazione del "pericolo anarchico" in Sardegna. Così per l'inquisizione è stato più facile colpire, e ora tre compagni hanno pagato, e si tratta guarda caso di persone molto attive e da tempo sulla lista nera del vicepanzone Gargiulo.

Per questo serve un'autocritica..... Come si è reagito a tutto questo? Quante persone al di fuori del solito giro sanno qualcosa del processo oltre quello che scrive l'Unione Sarda? Quanto è stato facile per lo Stato condannare tre persone in un clima di generale indifferenza o ostilità verso i compagni accusati? Qual'è il rapporto tra "antagonisti" cagliaritani, anarchici e non, e opinione pubblica?..... E servono nuove idee...... Come proseguire la lotta evitando che una situazione del genere si ripeta?.........

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caro durden
by Imputat-B Thursday, Nov. 25, 2004 at 4:54 PM mail:

Caro (o cara) durden, innanzitutto ti ringrazio per esserti preso (presa) la briga di commentare le mie sconclusionate considerazioni di qua' sopra. In secondo luogo ti devo dire che non sono assolutamente d'accordo con te.

Ti sembrera' strano ma, la vicenda dell'aggressione in via Roma e del processo appena concluso, oltre a tutto il resto, mi ha portato a conclusioni diametralmente opposte alle tue.

La mia visione manicheistica della societa' si e', per cosi' dire accentuata. Si, noi siamo proprio buoni e giusti, e loro, lo stato, la polizia, la giustizia, sono dei pezzi di merda. Di fatto difendono uno stato di cose criminale e totalitario anche quando sono iscritti al Siulp, ai DS e a magistratura democratica.

Il nostro peggior difetto, sul quale dovremmo fare autocritica, e' quello di aspettarci tutto sommato ancora da questa gente un certo rispetto per la verita' , per le regole democratiche e per la nostra incolumita' fisica; ma il pulotto democratico e', e restera', credo, ancora a lungo, chiuso nel terzo armadio a destra del secondo corridoio al secondo piano della questura.

Secondo me ci dovremmo preoccupare piu' di come portare a casa la pelle e meno dei comportamenti piu' o meno sconclusionati di qualche incazzato che farebbero male al "movimento". Movimento di chi? Verso dove? Scusa il pessimismo ma a me sembra di assistere, piu' che ad un "movimento" verso qualcosa, ad un irresistibile e costante arretramento (e abbiamo il baratro alle spalle).

Veniamo alle altre questioni che sollevi.
Ricordo bene la lunga serie di episodi tra lo scherzo, il danneggiamento ed il sabotaggio, dei quali l'operaio Farris si e' poi attribuito buona parte della responsabilita'. Ricordo anche l'enfasi data sulla stampa, con gli opinionisti sardi che spacciavano questa roba come lotta armata ("terrorismo" dicono loro), il ministro che ne relazionava in parlamento come di un gravissimo pericolo per lo stato e la democrazia, etc. etc. .
Ma, anche se anno provato a rifilarci merda per oro, questo non vuol dire che ci dobbiamo bere qualunque cazzata; non c'era bisogno che saltasse fuori l'operaio Farris per capire che non si trattava di lotta armata ma di alcuni episodi tra lo scherzo, il danneggiamento ed il sabotaggio.
Qualcuno all'epoca si era sbilanciato ipotizzando una strategia della tensione dei poveri, qualcun'altro accennava ad una azione rivoluzionaria organizzata. Io personalmente, senza sapere nulla ho pensato a un giovane incazzato che agiva in modo totalmente isolato. D'altra parte l'entita' degli episodi era quella che era e non serve certo una grossa organizzazione per incendiare un distributore Esso.

Infine, perche' ci sentiamo in dovere di prender posizione, di intervenire su quanto ha fatto l'operaio Farris? Perche' riteniamo che la cosa ci debba riguardare? Forse perche' indagano su di noi e cercano di costruire il teorema della grande associazione sovversiva che ci abbraccia tutti?
Da quando ragiono di politica non ho visto altro che costruire teoremi per accusare gli anarchici sardi di qualsiasi cosa, e i soliti nomi sbattuti sulle pagine dei giornali, cosa c'e' di nuovo?

La rabbia dell'operaio Farris e' assolutamente giustificata, mi dispiace solo che sia fatto scoprire. L'unica cosa su cui forse vale la pena di ragionare e' l'utilita' di quello che ha fatto, e' stato utile, dannoso indifferente? Certo se centinaia, migliaia di operai sardi incazzati avessero seguito il suo esempio rendendo la situazione incontrollabile e innescando una serie di cambiamenti a livello politico e sociale noi tutti ne riconosceremmo la validita'. Ma cosi' non e' stato. Farris e' rimasto un isolato che, coerentemente, non ha accusato ne' coinvolto nessuno e si e' preso tutte le responsabilita' di quello che ha fatto (cosa dite, gli avranno proposto di pentirsi e accusare qualcun'altro?). Non possiamo ritenerlo responsabile della campagna mediatica che gli hanno cucito addosso e che danneggia tutti. Casomai e' anche lui una vittima di questa campagna di stampa, visto che rischia di pagare come attivita' terroristica, quello che da un punto di vista penale sarebbe un semplice danneggiamento.

I responsabili delle campagne di linciaggio mediatico sono quelli che le realizzano, non quelli che le subiscono. Sono i giornalisti che lavorano direttamente per le questure e spacciano la loro merda per informazione; se perdiamo di vista questo, secondo me, rischiamo di confondere le vittime con gli aggressori.

Infine la questione del circolo Fraria.

Innanzitutto, a quanto mi consta, i tre presunti danneggiatori della vetrina della sede elettorale di Pittalis non sono tutti anarchici. Ciascuno di loro ha una sua identita' politica che vogliamo rispettare senza iscriverli all'ingrosso tra gli anarchici solo perche' ce li ha collocati la stampa nostrana.

La campagna di stampa contro il circolo Fraria, ispirata direttamente dalla questura (vedi i continui rinvenimenti di microspie e telecamere) e dai neofascisti (vedi interventi di simone spia sull'ugnone, e il petardone che aveva danneggiato la sede) prosegue da diversi anni e non e' un'invenzione recente.
Purtroppo io non ho avuto la tua stessa impressione. Di fronte a queste iniziative sbirresche e alla puzza di "associazione sovversiva", mi sembra che i piu' si sono prudentemente defilati e i Frarias sono rimasti abastanza isolati.
Ti diro' di piu', qualcuno ha anche avuto la tentazione di usare quel "coperchio buono per tutte le pentole" per i suoi fini.
Io, per esempio, sono alla conoscenza di questo episodio. Alla manifestazione del PRC alla Maddalena, due anni fa, si erano verificati alcuni disordini. Chi c'era ricordera' che la stragrande maggioranza dei presenti (militanti del prc compresi) avevano preteso di manifestare in piazza nonostante la proibizione della polizia. Ne erano seguito un lancio di lacrimogeni e qualche tafferuglio (niente di grave per fortuna). "Il corsivo", un giornale sardo poco noto, qualche tempo dopo ricostruiva la vicenda spiegando come, ad aver provocato i disordini in piazza fossero stati, tanto per cambiare, i militanti del "Fraria". Naturalmente era una bufala che il giornale stesso ha smentito qualche giorno dopo (un esempio di rettifica quanto mai raro di questi tempi). Mi e' capitato di chiedere al giornalista quale fosse la fonte della notizia (ero convinto fosse la questura), mi ha risposto che lui aveva riportato le cose che gli aveva detto Valentini, l'allora segretario del prc. La cosa non mi stupisce e la trovo anzi verosimile.

Mi dispiace, forse la mia e' una visione un po' cupa, ma mi sembra che gran parte delle nostre energie si perdano nella formulazione di sottili distinguo, che tutti ci comportiamo come se avessimo in tasca la ricetta per cambiare le cose (mentre realmente nessuno sa cosa fare) e che ci sia molta poca solidarieta' tra di noi. Se possibile io lascerei un po' perdere tutte queste cose e preferirei concentrarmi sull'onda nera che sta' per sommergerci.

Un abbraccio libertario
Imputat-B



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La sinistra...
by astillero de euskadi Thursday, Nov. 25, 2004 at 5:55 PM mail:

Quali autocritiche vanno fatte? Imputat-B non poteva fare un'analisi più lucida. C'é da aggiungere che l'eliminazione dell'antagonismo reale fa piacere anche a quella sinistra che vuole il potere per portare il paradiso in terra o per battere Berlusconi o per sconfiggere le destre o.... Basta aspettare, intanto prendere le manganellate, come a Napoli e zitti. E come non ricordare l'avvocato (Paolo Sestu), importante esponente cagliaritano di RC, che nel '94, difese un celerino (era un compagno del Siulp naturalmente) accusato di avere picchiato, agli ordini del vice-panzone, gli insegnanti che occupavano il Provveditorato, facendo un'arringa che avrebbe potuto fare il peggiore degli avvocati fascisti?.
Basta studiare la storia per capire con chi stare.
Solidarietà a Luisa, Massimo e Matteo
Saluti libertari

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sollevi le masse coi petardi?
by durden Thursday, Nov. 25, 2004 at 6:50 PM mail:

"Farris rischia di pagare come attivita' terroristica, quello che da un punto di vista penale sarebbe un semplice danneggiamento"

è proprio da qui che deve partire l'autocritica. perchè prima di fare gesti sconsiderati, che poi si ripercuotono su tutte le persone che slegate dai partiti fanno politica di un certo tipo, non mettiamo in moto il cervello? vale la pena davvero passare 8 anni in galera per un petardo che NON HA NESSUNA UTILITA'?
purtroppo il clima è quello che è, e volenti o nolenti, bisogna farci i conti. il punto quindi dovrebbe essere proprio questo, smascherare chi tira le fila delle campagne mediatiche, dare un nome e cognome al capitale che sostiene i "fascismi". non certo queste cose le ottieni annerendo una vetrina coi poster di uno sfigato candidato di forza italia.
qualcuno crede che così si "sollevino le masse"?
a me sembra il gesto di persone come minimo "confuse", con tutto il rispetto per le conseguenze che stanno vivendo.

(per quanto riguarda la cosa che tutti i poliziotti sarebbero dei pezzi di merda fascisti come tu dici mi spiace molto che la pensi così. faccio politica da sempre ma non ho tessere di nessun partito per cui ti parlo da cittadino qualunque. vengo dal Cep, un quartiere dove fino alla metà degli anni 90 i ragazzi verso i 16 o 17 anni che avevano smesso di studiare dovevano scegliere se essere pusher o partire volontari militari. non lo facevano perchè erano fascisti, ma solo perchè erano poveri. e ti assicuro che molti di questi anche dopo vari anni di vita in caserma sono tutto tranne che fascisti)

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Chi?
by stecunga Thursday, Nov. 25, 2004 at 8:05 PM mail:

Durden, sul metodo ti domanderei di non tagliare-incollare, decontestualizzandola, una frase o un'altra di altr*, poiché proprio questo è il lavoro degli indagatori, accusatori e giudici di professione (e della loro stampa).

Sulla polizia come corpo dello stato del Capitale cosa ne pensa un "cittadino qualunque" come te?
(Sai cos'era il "qualunquismo" originario e che area politica esprimeva alle elezioni? Sai quanto odio avessero gli anarchici, Stirner o anche un Marx stesso, rispetto a quest'obbrobbrioso abito borghese che è il cittadino?).

Sulle persone poliziotte, in divisa e no, non vale nessun discorso pasoliano per quanto mi riguarda.

Non mi illudo pero' di abbattere un sistema di sfruttamento e oppressione, né di difendermi da esso, colpendo avanguardsticamente le persone fisiche o le cose.
E anche qui inputat B non mi pare che la pensi diversamente.
Ha solo ridimensionato cio' che la stampa ha ingigantito, visto che il fantomatico "movimento" beve. Meno male che c'è INDYMEDIA!
Andrebbe diffusa e appiccicata sui muri della città l'espressione diretta dei diretti interessati, attivisti giustiziati a Cagliari.

Per arrivare al merito, Inputat B ha già spiegato (se non lo tagliavi era meglio) che le masse non si sono sollevate affatto.
Io aggiungo che storicamente la tattica della "propaganda col fatto violento" di attacco a cose e persone del potere non ha fatto altro che rafforzare il potere, isolando gli anarchici dal movimento proletario da cui sono nati e di cui sono stati parte dalla sua nascita, rafforzandone inoltre le componenti autoritarie con i risultati che si sono visti.

Aggiungo che in parte fu una teorizzazione di anarchici, in parte fu una pratica di anarchici che volevano vendicarne altri, colpiti dalla repressione violenta e omicida degli Stati e dei padroni. Una pratica che ha condotto a una spirale di sangue e ha spinto l'anarchismo a rinchiudersi in se stesso e nei suoi miti&martiri, oltre e soprattutto che a subire la mannaia e la prigione LEGALE.

Oggi il punto politico è, per me, chi sia il soggetto rivoluzionario collettivo in misura di opporsi, difendersi e prospettivamente rivoluzionare l'esistente.
Se si prefigura in un certo modo un soggetto COLLETTIVO, i suoi metodi e le sue teorie avranno storicamente una certa forma, certe sperimentazioni e non altre. Non credo che queste siano il prodotto volontaristico dei rivoluzionari di professione o di sedicenti rappresentanti politici del "movimento", perché credo nell'autonomia della classe e dell'individuo.

Non è cosi semplice come discorso...

PS:
un abbraccio libertario, specialmente per i/la giustiziati!



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...
by durd Thursday, Nov. 25, 2004 at 8:32 PM mail:

1. se taglio e incollo delle frasi particolari è perchè le frasi hanno un loro valore. servono a sintetizzare un discorso, un concetto. non ho mai sentito che solo gli "indagatori" citano..mah

2. cittadino comune era inteso come persona libera da qualsiasi vincolo ideologico o partitico, per cui senza pregiudizi di merito. forse confondi il significato di cittadino comune con quello di cittadino qualunquista. cmq no, non sò cosa ne pensavano stirner, e marx del cittadino comune..non sono un intellettuale come te.

3. sul fatto che la propaganda del "fatto violento" sia controproducente sono d'accordo con te. mi sembra che ammettere questo sia il primo passo verso una sana autocritica.

per quanto riguarda la creazione di un nuovo soggetto politico collettivo che cambi l'esistente, posso essere d'accordo con te sulla sua auspicabilità e piena autonomia, ma insisto sul punto che finchè non analizziamo a fondo, senza nessuna remora di sorta, i nostri sbagli, le nsotre pratiche sbagliate, almeno fra di noi, non andremo da nessuna parte e la finiremo a idealizzare qualcosa che non ci sarà mai.

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Ah Gargiulooo!?
by Tomas Millian Guest Star Thursday, Nov. 25, 2004 at 8:48 PM mail:

<<Ah Gargiulooo!? Ma vedi dannàffffanculooo!!!>>
citazione cinematografica non passibile di denuncia alcuna

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rillex don'durdit ;)
by stecunga Thursday, Nov. 25, 2004 at 9:39 PM mail:

DURDY:
>1. se taglio e incollo delle frasi particolari è perchè le >frasi hanno un loro valore. servono a sintetizzare un >discorso, un concetto. non ho mai sentito che solo gli >"indagatori" citano..mah

Solo loro citano extra-polando e mani-polando l'espressione del pensiero altrui di cui, d'altronde, non considerano giusta la LIBERTA'
Ti concedo di ripensare e risalire al discorso integrale fatto da: "condannat B."

DURDY:
>2. cittadino comune era inteso come persona libera

Per me una persona libera non è un cittadino per definizione. Non ha il dovere di votare, di fare il servizio militare, di denunciare i "criminali", di amare la patria etc... Quindi un individuo libero o che voglia liberarsi dovrebbe spogliarsi di quel vestito che la borghesia gli affibio' in una SUA rivoluzione passata (1789).

DURDY:
>forse confondi il significato di cittadino comune con >quello di cittadino qualunquista.

Rileggiti perché hai scritto "cittadino qualunque", appellativo a cui s'indirizzava la propaganda di un movimento neo-fascista del dopoguerra "democratico".
Poi amati è affermati come libero pensatore, con tanta voglia di coltivare la tua libertà e ti sentirai anche meno "qualunque" di prima, come credo che tu sia :))


> cmq no, non sò cosa ne pensavano stirner, e marx del >cittadino comune..non sono un intellettuale come te.

Io campo molto precariamente da un lavoro dipendente.
Mi perito pero' d'aprire pagine della storia in cui mi voglio riconoscere, dato che non credo intelligente ripartire da ZERO ad ogni generazione.

DURDY:
> sul fatto che la propaganda del "fatto violento" sia >controproducente sono d'accordo con te. mi sembra che >ammettere questo sia il primo passo verso una sana >autocritica.

Aspetto pero' un'altra cosa io. Una sana e distruttiva critica dell'esistente!!!
Pre-condizione necessaria e NON sufficiente per cambiare la benché minima virgola della realtà.
Quand'arriva?

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non solo qui
by o. Friday, Nov. 26, 2004 at 3:02 AM mail:

D'accordo con imputat-b.
Vorrei solo ricondurre quello che succede qui in sardegna a quello che capita nel resto di quella che convenzionalmente chiamiamo italia.
Compagni di milano condannati a 2 anni per due sberle a fascisti, le cariche in stile genova al corteo di S.Polo(di cui nessun organo d'informazione ha parlato tranne indy e altre realtà interne al cosiddetto movimento,feroci, a freddo (vi ricorda qualcosa?), indiscriminate, contro manifestanti inermi, bambini, compagn* con stampelle, sedie a rotelle, cani, con decine e decine di gente con testa spaccata, dita fratturate nel vano tentativo di difendersi,chiusi, senza via di fuga...e c'è qualcuno che dice che la colpa è dei "soliti anarchici" perchè qualcuno ha tirato un po' di ghiaia contro gli sbirri che già avevano circondato il corteo...!!
Che dire poi dei compagni in galera da mesi come quelli della cosiddetta operazione cervantes, senza uno straccio di prova, solo per levarseli dai coglioni e "colpirne uno per educarne cento"?
E potrei continuare...
Riguardo a S.Polo perfino quelli che danno addosso alle piccole azioni, ininfluenti per quanto riguarda l'attacco subito, di autodifesa, riconoscono che gli sbirri avevano deciso di attaccare ugualmente per dare una lezione a chi manifestava e per difendere interessi precisi come quelli dei vivisettori, difesi da tutto il consiglio comunale di S.Polo, "sinistre" (sic)comprese: DS, comunisti italiani e quant'altro.
Pensiamoci.
La repressione si scatena anche senza pretesti, basta manifestare un minimo dissenso: è questo che non è più consentito.

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Autocritica ?
by Pseudo_clerical Friday, Nov. 26, 2004 at 9:55 AM mail:

Autocritica ?
Qua' mi sembra che ci stiamo un po' confondendo.

L'autocritica e' quella che uno fa quando ripensa criticamente quelle che sono le SUE pratiche.

Mi sembra invece che qui' ci sia una gran voglia di prendersela con l'operaio Farris e con i ragazzi accusati di aver annerito la serranda di Pittalis (che non e' un candidato sfigato di forza italia ma l'ex assessore regionale all'industria mi pare) da parte di persone che non ne condividono assolutamente le loro pratiche.

Non si tratta di autocritica quindi, ma di una critica rivolta a queste persone. Ma perche' sentite tanto il bisogno di criticarli? Vi hanno fatto qualcosa?

D'accordo, non hanno sollevato le masse, ma neanche voi lo avete fatto. Hanno rischiato molto per raccogliere nulla (almeno nell'immediato)? D'accordo ma , in fin dei conti, sono affari loro, saranno loro, se credono, a fare queste valutazioni e questi bilanci. Mi dispiace che si siano fatti beccare, ma perche' andare oltre?

Pensate che facendo quello che hanno fatto abbiano danneggiato altri? E come? Mi sembra che nessuno di loro abbia tirato in ballo nessun'altro.
Certo, ci sono le campagne di polizia e di stampa che cercano di coinvolgere tutti nelle fantomatiche grandi "associazioni sovversive", ma quelle sono in corso da tempo (svariati decenni, ti assicuro) e ne sono responsabili i poliziotti e i giornalisti, mica gli imputati, che casomai ne sono vittime.

Se autocritica deve essere, bene, facciamola, ma su quelle che sono le NOSTRE pratiche, non quelle degli altri (altrimenti non e' autocritica).

Una pratica che mi e' appartenuta e' indubbiamente quella delle manifestazioni di piazza. Una presenza, la nostra, che evidentemente e' risultata fastidiosa, tanto che, dopo aver cercato in ogni modo di imbrigliarci all'interno dei limiti angusti di una legalita' impraticabile, hanno deciso di criminalizzarci.
Naturalmente, assieme alle mazzate, e' partita anche la campagna di stampa, che ha ingigantito le cose descrivendo la nostra pretesa di portare sempre e comunque la pelle a casa come "guerriglia urbana", e via dicendo... .
Siamo noi i responsabili di questa campagna di stampa? Abbiamo danneggiato altri?
Indubbiamente abbiamo rischiato molto e raccolto poco, indubbiamente non abbiamo sollevato le masse, ne valeva quindi la pena?
Questa e' autocritica, io c'ero, io l'ho fatto, io ci ripenso criticamente. E penso di aver comunque fatto bene a esserci, di aver fatto bene a correre quei rischi, perche' non potevo fare meno di cosi'. L'alternativa per me, di fronte all'arresto e alla campagna di stampa contro l'anarchico Leonardi, non poteva essere quella di non fare nulla. Abbiamo scelto una cosa minima, andare in piazza con due striscioni a distribuire volantini, ed e' successo quello che e' successo.
Certo, uno cerca di minimizzare i rischi, ma se l'alternnativa per non correre nessun rischio e non fare nulla, allora e' meglio correrlo qualche rischio, non vi pare.
L'autocritica che faccio e' che ci siamo fidati troppo, abbiamo pensato che, tutto sommato, in una citta' piccola come Cagliari, certe cose non succedono, che la polizia non prova ad ammazzarti a bastonate in via Roma, davanti a tutti, senza una ragione. Ci sbagliavamo.
In generale, secondo me, ci facciamo ancora troppe illusioni sulla determinazione e la pericolosita' dei nemici che abbiamo di fronte.

Certo, nelle forze armate ci sono tante brave persone che sono li' solo per lo stipendio, magari qualcuno c'e' anche in polizia ... pero', queste brave persone, operano fianco a fianco con altrettanti pezzi di merda che hanno le mani libere, libere di pestare, fratturare, ferire, uccidere nella totale impunita'. E lo fanno, incoraggiati e gratificati dal potere; esattamente come quegli analfabeti che per mille euro al mese stavano massacrando Bizio in via Roma sotto l'occhio vigile del loro dirigente Arangino.
Dove sono i bravi ragazzi onesti? Perche' non si fanno avanti a denunciare i loro colleghi pezzidimerda? Cosa non si fa per lo stipendio ...
E poi ricordiamoci un piccolo dettaglio insignificante, quando appartieni ad un corpo armato dello stato, puoi essere un bravo ragazzo sinche' vuoi, ma devi OBBEDIRE agli ordini dei superiori.

Non e' poi che tutti i bravi giovani, piu' o meno sfigati, si guadagnano il pane nei corpi armati dello stato. Ne incontro tantissimi nei cantieri che si guadagnano onestamente il pane con mestieri piu' utili e dignitosi. Bravi idraulici, bravi muratori, bravi elettricisti, bravi trasportatori e bravi operai marittimi, come il buon Farris.
Certo, l'arruolamento nei corpi armati dello stato comporta dei vantaggi, lavoro poco, lo stipendio sicuro tutti i mesi, la pensione anticipata ... ma se ti danno tutte queste cose poi vogliono anche qualchecosa in cambio, e questo qualcosa si chiama OBBEDIENZA; dopodiche' se, personalmente, sei un bravo ragazzo o un pezzodimerda non ha poi tutta questa importanza.

Infine, io non sono di quelli che vuole a tutti i costi sollevare le masse operaie, certo mi farebbe piacere, ma dico, dopo anni e anni che con la propaganda si cerca di provocare la sollevazione delle masse, e che non si e' mosso nessuno, finalmente uno si muove. L'operaio Farris decide di ribellarsi, per primo, e gli aspiranti sollevatori di masse cosa fanno? Lo esaltano? Lo accolgono a braccia aperte? No. Lo condannano perche' e' isolato! Ma insomma cosa pretendiamo, che la massa si muova tutta compatta, tutta assieme, all'ora X? E' chiaro che dovra' esserci qualcuno che si muove per primo, altri che lo seguono, e infine il processo potrebbe diventare una valanga inarrestabile. Ma se appena uno si muove tutti gli danno addosso perche' e' isolato ... non si muovera' mai nessun'altro. Non vi sembra un po' contradditorio tutto questo?
Questa non e' autocritica, lo ammetto, mo' sono io che sto' criticando gli altri.


Tzacca stradoni mancai no circanta a me -
e' arribbendi sa pula po ci fai su trep

A si bi mellus po fai s'autocritica
Lo Pseudo-chierico

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gli sbirri del cep
by cagliaritano da sempre Friday, Nov. 26, 2004 at 10:22 AM mail:

beh tu li conosci di persona io invece non ne conosco, pur avendo centinaia di amici in tutta la città, in tutti i quartieri. A ognuno il suo.
però so molto bene chi sono, da dove vengono, come si comportano di fronte ai deboli, e di fronte ai potenti.
li conosco da decenni, li vedo in azione tutti i giorni, e vedo anche come sono cambiate le ultime generazioni di sbirri in città, sia la stradale che la volante.
sembrerebbe dal tuo racconto che vengono tutti da ceti bassi ed è una cazzata, perchè invece ci sono sbirri del cep come di tutti gli altri quartieri cagliaritani; al cep conosco amici che hanno continuato a studiare oltre i 16 anni, molti che hanno iniziato a lavorare presto, altri + avanti, altri disoccupati per tanti anni, qualcuno avrà anche fatto lo sbirro ma non era tra i miei amici.
Dire che bisognava scegliere tra fare gli sbirri o i pusher è una semplificazione che mi fa pensare o che stai forzando il discorso o che in strada ci sei stato poco.
Non conosco sbirri di persona ma conosco però l'atteggiamento che hanno quando impugnano il manganello e l'impegno personale che ci mettono, conosco la loro vigliaccheria in questura quando ti pestano e minacciano e conosco bene la loro meschinità e pochezza umana. Conosco la paura e il rispetto che hanno per i potenti, mi scusi signor Xxxxx quando c'è qualcuno che è (o finge per burla) di essere figlio di Xxxxx, conosco la loro furia animale quando ci sono gli ultimi della società, il rispetto umano zero quando c'è un barbone, uno zingaro, uno straniero.
Imputat la chiama fascismo se vuoi la chiamo diversamente perchè magari ti risulta (sono tuoi amici, magari parlate di politica, immagino i discorsi) che votino anche al centro o magari a sinistra.
Io lo chiamo infame.
Basta con questa cazzata degli sbirri che vengono dai quartieri poveri che non hanno altra scelta, tutti i ragazzi dei quartieri (come me, non ti dico da dove vengo per ovvi motivi) avevano anche la scelta di fare lavori precari, in nero, per magari, forse, un giorno, forse si forse no, approdare a un impiego più stabile. A crederti, ci sarebbero 2/3/4cento sbirri in polizia solo del cep (ettamanera!) e contemporaneamente altrettanti pusher in strada; al lavoro nessuno. In realtà, di solito si andava a cercarsi un lavoro, questa dicotomia o pusher o sbirro è una bella favoletta.

Raccontale nel sito della polizia
http://www.polizia.it/racconti/2004/allocchi

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cose semplici
by sheherazade Friday, Nov. 26, 2004 at 10:39 AM mail:

a me sembra che le cose siano semplicissime:
c'e' chi nel fare un'azione ha come fine supremo quello di far insorgere le masse, c'e' chi invece intende fare un gesto esemplare, dimostrativo, a volte liberatorio.

io non mi esprimo ne'per quanto riguarda il primo caso, ne' per quanto riguarda il secondo perche' qui secondo me sta il nocciolo della discussione.
ognuno ha il diritto di reagire di resistere come meglio crede, non credo sia legittimo sindacare sulle scelte altrui

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autocriticadafé
by post clerical Friday, Nov. 26, 2004 at 12:05 PM mail:

è già l'ora dell'autocritica?
pensavo che lo spazio solidarietà durasse qualche minuto in più.
ma no, facciamoci del male, subito e tanto che così ci piace di più.
non appartengo alla corrente maso del movimento e difronte a un attacco della repressione che va a segno (perché così è, almeno per ora), non voglio chiudermi nella sala autoflagellazioni.
cos'è tutta questa coda di paglia di una certa parte del "movimento"? Attenti che è lunga, tenetevela un po' da parte, qui mi fate inciampare. e con i manganelli che girano in strada, preferisco restare bene in piedi.

I cittadini qualunque.
ne conosco tanti. avete presente... i colleghi? più cittadini qualunque di così. beh.. nessuno di loro, subito dopo l'arresto, si è sognato anche solo di chiedermi "ma la vostra era una manifestazione pacifica e non violenta?" o " come mai avevi un coltello in borsa, volevi incasinare i compagni?" o "era una manifestazione autorizzata?" o "ma l'unione dice altro e tu come rispondi?"
tutte queste cose me le hanno dette i geni dell'autocritica. preoccupati di cosa potesse pensare il cittadino comune.
I cittadini qualunque che ho incontrato io si sono dichiarati indignati per l'arresto, l'inverosimilità delle accuse, il risultato del processo.
mi hanno ribadito la loro solidarietà.
a dire il vero qualcuno l'ho incontrato che non la pensava così. ma fa parte di quelle persone che vogliono la nostra pelle o almeno la nostra non visibilità. devo preoccuparmi di convincere anche loro?

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Regole
by Misha Friday, Nov. 26, 2004 at 12:18 PM mail:

Mah, dopo aver letto alcuni tra gli interventi sopra, provo a ricordare sommessamente che le "regole" (civili, sociali, etc.) non pongono - non necessariamente, almeno - soltanto dei limiti, non tolgono la libertà, non soffocano la creatività, etc. Una loro funzione, della quale – piaccia o non piaccia – non si può fare a meno, è quella di consentirci di vivere tra i nostri simili: sono la rete della convivenza civile; nascono, anzi, con la stessa "civiltà", con la capacità cioè degli uomini di sottrarsi ai meccanismi istintuali e di pura e semplice sopravvivenza immediata per diventare capaci di operare delle scelte. Sono in fondo la migliore autodifesa proprio in una società confusa, che sembra premiare la trasgressione, la prepotenza, etc., e, se intese e applicate in modo non arbitrario o repressivo, rafforzano il nostro rapporto con gli altri. In fin dei conti, non ci vuole chissà quale intelligenza a comprendere che non è di nessuna utilità imbrattare o rompere un vetro, una serranda, etc.; lo capisce anche un bambino ma tant’è... (questo sia detto al di là di ogni considerazione "politica"). Saluti.

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misha il saggio
by civile Friday, Nov. 26, 2004 at 12:26 PM mail:

ma di che cazzo stai parlando?
ma l'hai capito o no che hanno condannato 3 persone che non hanno fatto nessun danneggiamento e che dalla polizia le hanno solo prese?
leggi l'unione, sei troppo intelligente per cercare di informarti o sei uno sbirro?

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ultima cosa
by durden Friday, Nov. 26, 2004 at 1:12 PM mail:

faccio notare che la discussione avrei voluto non fosse una specie di contrapposizione tra colpevolisti/innocentisti, così è molto più semplice e comodo affrontare l'argomento. volevo solo chiedervi e chiederci se negli ultimi anni, in particolare nell'ultimo anno, abbiamo fatto tutto giusto, se valeva la pena, almeno tra di noi, rivedere qualche azione o qualche pratica che non ha portato alcun risultato positivo. mi sembra sia un discorso legittimo, un discorso politico, che io coi miei amici faccio e che volevo estendere anche qua. nessuno ha puntato il dito su alcun chè, nessuno ha giudicato nessun altro, e su questo punto ci tengo a essere chiaro perchè la cosa mi fa incazzare assai. prendo atto che non è partita nessuna autocritica, evidentemente vi vanno bene lo cose così. io resto della mia opinione.

saluti a tutti

p.s.: visto che il discorso sui poliziotti è fuori tema, vi pregherei di continuarlo (se foste interessati) scrivendomi all'email afeltr@yahoo.com

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Sollevare le masse!?
by individu* Saturday, Nov. 27, 2004 at 11:16 AM mail:

Leggo che qui qlc, bontà sua, vorrebbe "sollevare le masse", nientemeno... ma chi ha detto che le masse debbano per definizione o vogliano essere "sollevate"? Chi ha detto che siano disposte a lottare per la libertà e per l'eguaglianza? In realtà, "le masse", ovvero il gregge, semplicemente accetta e subisce passivamente e tapinamente, chiuso in un mutismo raccapricciante e in un immobilismo catatonico, il dominio di classe e le gerarchie sociali, baloccandosi, almeno nella nostra civiltà "occidentale" e finché ne verrà concesso, nei suoi miserabili privilegi e razzolando tra le briciole cadute dalla tovaglia del capo, del potente di turno. La libertà non è fatta per i grandi numeri ma è di quei pochi che sanno meritarla, che si sottraggono alla schiavitù di una dittatura, quella della "democrazia" formale, per la quale siamo tutti uguali e una volta ogni cinque anni ci viene magnanimamente concesso di scegliere i nostri rappresentanti nel parlamento; "democrazia" che si spaccia come insuperabile orizzonte di "progresso" mentre si fonda sul macello della maggioranza degli esseri umani; "democrazia" che è convenzionalmente nota anche come "Occidente". Questo, per dire che è forse è ora di mettere da parte la bolsa retorica da tardi epigoni del comunismo arrivati fuori tempo massimo sulle masse: il potere uccide, tortura, imprigiona... e le masse che fanno, s'indignano, si mobilitano, si "sollevano"? Domani è domenica, c'è la sparlotta, provate voi a far "sollevare" il culo dalla sedia alle nobili masse.

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Sollevare che?
by stecunga Saturday, Nov. 27, 2004 at 12:22 PM mail:

Fra quelli che vogliono sollevare le masse e quelli che vogliono sollevare qualche ego, sembra esserci un punto comune: sentendosi superiori agli altri rischiano l'isolamento e il fallimento entrambe.
Il binomio autonomia individuale-autonomia di classe introdurrebbe, invece, una concezione collettiva del soggetto rivoluzionario (non solo ribelle), della sua coscienza e del suo agire, che non schiaccia le individualità più "coscienti" ma isolate e che non si pone al di sopra e contro le altre individualità, considerate sempre e a torto come "gregge" da disprezzare o da istriure con l'esempio.
Insomma a forza di sollevare pesi si finisce schiacciati comunque ed al massimo si muore più muscolosi.
I soliti eroi insomma!
















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aggiungo
by durden Saturday, Nov. 27, 2004 at 8:34 PM mail:

un conto è sollevare le masse, che mi rendo conto sia evento raro e quasi improbabile, ma io sto parlando di sensibilizzare i cittadini, andare al di là dei soliti noti quando si organizzano manifestazioni, eventi. ormai ogni presidio o corteo a cagliari, più che un espressione di lotta sociale diventa una manifestazione identitaria: le solite faccie che squadrano le solite faccie. e non venitemi a dire che la colpa è delle persone che sono "sciocche" o "manipolate". la realtà è che quando le persone ricevono gli input giusti scendono in piazza, si mobilitano e lottano (la campagna contro lo stoccamento delle scorie l'ha dimostrato) . a me sembra che all'interno del "movimento antagonista" cagliaritano ci siano molte dinamiche elitarie e settarie, e dopo aver letto certi commenti su tutta la polizia (ben sapendo che all'interno di essa esistano fascisti come brave persone), mi sembra che non manchi neanche l'odio di classe verso i poliziotti stessi. per non parlare di quanti si dichiarino "antagonisti" e provengano da famiglie più che agiate...

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2 perle da durden
by che noia Sunday, Nov. 28, 2004 at 2:52 AM mail:

"e dopo aver letto certi commenti su tutta la polizia (ben sapendo che all'interno di essa esistano fascisti come brave persone), mi sembra che non manchi neanche l'odio di classe verso i poliziotti stessi."

Non è odio di classe quello per le guardie, è odio per il ruolo che hanno e che svolgono con entusiasmo perlomeno sospetto.
TSK.
Sono il braccio armato del potere e la maggior parte ci si diverte un sacco, chiedi un po' in giro, qui a cagliari o a S.Polo o magari a quelli che gli capitano sotto mano tutti i giorni per i motivi più diversi.
Non parlo neanche di genova, mi sembra superfluo.
Se poi quando tornano a casa baciano moglie e figli e carezzano il cane non è cosa che mi riguardi nè politicamente nè umanamente.

"per non parlare di quanti si dichiarino "antagonisti" e provengano da famiglie più che agiate... "
e questo che cappero c'entra?!
ce ne sono anche che "si dichiarano antagonisti" e fanno le pulizie, e allora?
Provenire da famiglie agiate - e bada che non è il caso di chi scrive, piuttosto faccio parte del secondo gruppo!- impedisce di fare le proprie scelte?

classici argomenti a cui ci si aggrappa quando non si sa più dove sbattere la testa.

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by durden Sunday, Nov. 28, 2004 at 3:34 AM mail:

mi sono stufato di sentire riccastri cagliaritani, giocare a fare gli anarchici, e vomitare il loro odio di classe su poliziotti sparando a casaccio, mettendo in mezzo gli specialisti della repressione di genova e quelli della Dia (che sempre poliziotti sono) da anni in prima fila nella lotta alla mafia. alla vostra età ancora giocate a fare i duri e puri e pensate di essere i depositari unici del Bene? ma baaasta!

se ci fosse davvero l'anarchia sareste in balia di delinquenti o boss di quartiere, altro che repressione dello stato. vedete la repressione dovunque perchè vi fa comodo, perchè solo così potete aspirare di recitare un ruolo, una parte nella società, e giustificare la vostra emarginazione.

x l'ultimo: abbi il coraggio di firmarti almeno, coglione

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dico la mia
by Io Sunday, Nov. 28, 2004 at 4:00 PM mail:

E' vero che qlc volta i poliziotti hanno la mano pesante ma se non ci fossero le cose andrebbero senz'altro peggio: saremmo in balia di delinquenti e drogati. Non ci avete mai pensato?

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Oh Durden!
by Non ce ne andiamo! Sunday, Nov. 28, 2004 at 4:17 PM mail:

A proposito di “L’ultima cosa” : “faccio notare che la discussione avrei voluto non fosse una specie di contrapposizione tra colpevolisti/innocentisti, così è molto più semplice e comodo affrontare l'argomento.”

E invece la discussione l’hai impostata tu in questi termini e infatti continui non tanto a mettere in discussione l’efficacia, la giustezza o la discutibilità di certi episodi ma chiedi in realtà implicitamente alle persone che in questo momento vengono palesemente e formalmente colpite dalla repressione che si dissocino da certe pratiche come se questo dovesse determinare un cambiamento rispetto all’accanimento giuridico-poliziesco nei loro confronti dimenticandoti o forse non sapendo che ci sono indagini chiuse e nuovamente aperte , fascicoli, molte perquisizioni etc che sono iniziate molto tempo addietro rispetto alle cose che sono successe nell’ultimo anno. Se poi certi episodi vengono strumentalizzati dalla stampa e sono funzionali alla digos per giustificare le loro cazzate questo è un altro discorso che comunque esula dal determinare un giudizio su questi.
La repressine in questo paese esiste e si manifesta in diversi modi e nei confronti di diverse categorie di persone a prescindere molto spesso dall’agire di certi gruppi o individui. Lo Stato ha bisogno di capri espiatori ma noi penso proprio di no! Esempio: Una certa parte della sinistra solidarizza con la resistenza irachena o semplicemente prova a dire anche troppo timidamente che forse c’è una resistenza in Iraq e il ministro degli interni decide casualmente che bisogna chiudere tutti i centri sociali in Italia perché li dentro vengono reclutati sicuramente terroristi!! Quindi se in Italia si chiudono i centri sociali è sicuramente per colpa dei terroristi! Perché non dire direttamente, li volevamo chiudere da tempo e adesso grazie al riuscitissimo mito del terrorista come mina vagante abbiamo trovato la scusa! E’ un po’ come dire, quando si usa un sillogismo: la spiga è bionda, Maria è bionda quindi Maria è una spiga!!! Dai, non funziona esattamente così e anche lo stesso discorso vale per le presunte cause ed effetti di certe cose che poi si riverserebbero su altra gente. Mi dispiace ma io qui da parte tua ci vedo o ingenuità oppure della disonestà intellettuale e politica.
Se poi vogliamo parlare del fatto che non siamo in grado di avvicinare gente alle nostre iniziative…beh, si…questo è sicuramente un dato di fatto ma è un problema che va aldilà dello smbombolettamento si o sbombolettamento no! Certo, è un discorso che va affrontato ma infatti io non so perché se tu hai ora la necessità di parlare di certe cose continui a chiedere agli altri di fare autocritica e non provi a fare tu un’analisi e a vedere se ci sono delle prospettive. La manifestazione contro le scorie è stata supportata e autorizzata se ben ti ricordi dalla Regione Sarda così come dall’Unione Sarda, questo dovrebbe dirti qualcosa. Se fra qualche mese si organizza una manifestazione a Cagliari contro le basi militari vuoi che non ci venga un casino di gente? E’ chiaro. Chissà perché!
Non capisco comunque l’ansia da parte di molte persone nel voler prendere necessariamente posizione rispetto a fatti, persone, e cose che evidentemente non solo non gli appartengono o nelle quali non si riconoscono ma che in ogni caso alla fine non determinano assolutamente la potenzialità dell’agire politico degli altri. Perché non si sta attenti e più vicini alle proprie voglie osservando con più scaltrezza la nostra controparte?? Mah!!

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coglionA, prego
by o. Sunday, Nov. 28, 2004 at 10:05 PM mail:

adesso sei contento durden?
questa è la firma che uso su indy.
Vieni a dirmelo in faccia cogliona alla prima occasione.
E a darmi della figlia di papà.

p.s.
io sono amica di "drogati e delinquenti" e il tuo modo di ragionare mi fa rivoltare lo stomaco.

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per la coglionAzzA
by Io Sunday, Nov. 28, 2004 at 10:51 PM mail:

Voi fate rivoltare lo stomaco alla gente per bene, con i vostri vestiti da finti straccioni e i vostri cani pulciosi...

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x Individ*
by ex bambino prodigio Monday, Nov. 29, 2004 at 10:05 AM mail:

"La libertà non è fatta per i grandi numeri ma è di quei pochi che sanno meritarla"

Questa frase mi fa tornare alla mente tanti ricordi...... anche io, un tempo, la pensavo esattamente così.... avevo 13 anni, il mio nemico principale erano i professori delle medie

Purtroppo invecchiando arrivano un sacco di dubbi... ora, 10 anni dopo, ormai decrepito mi chiedo come si possa raggiungere in pratica una libertà per i pochi che sanno meritarla.... L'unico vero modo che conosco è potersela permettere, avere i soldi e fottersene del resto e degli altri, come nel sogno Americano..... Tu conosci altri modi?

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appartenenza di classe e il borghese durden
by gino spranga Monday, Nov. 29, 2004 at 12:11 PM mail:

mi sono stufato di sentire riccastri cagliaritani, giocare a fare gli anarchici, e vomitare il loro odio di classe su poliziotti sparando a casaccio,

allora, coglione, tu che non fai differenza tra lo stipendio di 1 sbirro e quello di un impiegato/operaio o peggio precario, vuol dire che se confondi gli sbirri con la classe lavoratrice (ammesso che si possano definire lavoratori), contratti migliori e privilegi i primi, contratti peggiori (grazie triplice) e ricatti i secondi, SI EVINCE CHE TU FAI PARTE DELLA BORGHESIA.

sono io che sono stanco di sentire un coglione borghese che offende i compagni in anonimo.

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x gino spranga
by durden Monday, Nov. 29, 2004 at 2:19 PM mail:

x gino spranga:

tu evinci che io sarei un borghese e che sono un anonimo che parlo male dei compagni.

io ti dico che probabilmente non hai letto un cazzo di quel che ho scritto. cmq scrivo su indymedia da anni col nick durden, molti mi conoscono e non ho problemi a dirti come mi chiamo, simone falanca. non sono borghese e sono comunista.

io evinco che il tuo nick derivi da qualche tua abilità a usare la spranga. bene, dimostrami che la sai usare allora. scrivimi e mettiamoci d'accordo: afeltr@yahoo.com

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x falanca e gino
by ranx Monday, Nov. 29, 2004 at 3:31 PM mail:

ehi, Gino Spranga è un pseudonimo mio, non confondiamoci; è solo un Gino Strada che si gira di coglioni e raccoglie una spranga per strada. Per cui cambia cognome.
Non minaccerebbe mai il giovane Falanca.
Qualcunque cosa dica.
Il vero Spranga attende tempi migliori.

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listening all the people
by agostino Monday, Nov. 29, 2004 at 6:06 PM mail:

a me i martiri son sempre stati sul cazzo, che siano anarchici o cattolici. che cazzo ti aspetti se fai un corteo contro l'arresto di uno che insieme a 2 amici (3 contro 1) ha picchiato un poliziotto a una manifestazione? e se magari frequenti il locale di un ex brigatista che ha avuto rapporti in galera con uno di al-qaeda? e se magari attacchini per cagliari volantini sui 3 bambini morti carbonizzati nel rogo di primavalle defindendoli "carcasse annerite"? (che cosa c'entravano loro col fascismo o l'antagonismo poi me lo dovete spiegare). mah..a me sembrate proprio un gruppo di grulli

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Agostino, ascolta tu!!
by una Monday, Nov. 29, 2004 at 9:40 PM mail:

Senti Agostino l’uno, i due o i tre di cui tu parli insieme hanno allontanato un poliziotto infiltrato in una manifestazione travestito da manifestante che cercava di fotografare la gente che partecipava al corteo. Il poliziotto non era solo perché non c’era angolo di strada o traversa che fiancheggiasse la manifestazione libera da poliziotti in tenuta antisommossa per non parlare di quella che incalzava il corteo da dietro e gli elicotteri che ci accompagnavano simpaticamente.
Quindi è inutile esprimere giudizi su un fatto decontestualizzando l’accaduto. Probabilmente tu troverai normale, giusto o scontato un comportamento simile da parte della polizia e allora ti dico che ha me sembra doverosa a questo punto la reazione dei compagni in quel momento.
La manifestazione del 23 ottobre è stata organizzata in solidarietà alle persone che sono state poi identificate come responsabili di questi fatti e per quello che ti ho scritto sopra.
Non mi riconosco invece nelle cose di cui hai parlato alla fine e ti posso dire che non centra niente con il processo contro Luisa, Massimo e Matteo.
Martiri, ma quali martiri???
E’ proprio ora di smetterla di parlare di cose e persone generalizzando alla cazzo di cane!!!

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...
by Individu* Wednesday, Dec. 01, 2004 at 9:35 AM mail:


Caro bambino prodigio, sai qual è la cosa più divertente? Che mentre tutti noi, quanti siamo, siamo qui a sdottoreggiare placidamente, con la pancia piena e il culo al caldo, di masse popolari, coscienza di classe, viva l’anarchia, etc., crogiolandoci anche noi, nostro malgrado, nel truogolo della falsa coscienza generale; ebbene, mentre noi ci riempiamo la bocca di tanti bei sogni, etc., la realtà economica, sociale e politica di questo paese – e della Sardegna – è tale che la tua, la mia, la ns. vita, la ns. intera esistenza NON CONTA NULLA! Sei e siamo un signor nessuno, caro bambino. Sei un pezzente come me. Ringrazia il regime di questa lercia italietta fascista di avere (ancora) il permesso di dormire, respirare, scopare, etc., senza pagare. E ricordati che se un signor nessuno, da solo, non vale NULLA, cento, mille, un milione di signor nessuno che scendono in piazza... valgono nulla lo stesso. L’Italia – e la Sardegna – sono governate da interessi economici: alle ns. chiacchiere da adolescenti irriducibili si contrappongono interessi dei quali la stragrande maggioranza del popolo cazzone non immagina neppure l’entità. Il popolo bue crede nel potere del proprio voto, nella “democrazia”, negli ideali perfino, qlc volta... Ti potrei raccontare di che cosa succede veramente dentro le stanze del consiglio regionale, dietro le scrivanie delle banche, etc. Per non parlare di quello che succede in Italia, in Europa... e ci siamo dentro fino al collo, siamo un miserrimmo ingranaggio del meccanismo. Sali su un autobus, entra in un bar, ascolta... si parla di DJ Francesco, cosa credi, o delle tette della sua puttana... credi che “sa genti” sappia che cosa significa “anarchico”? Credi veramente che alle “masse” (questo peso morto della storia), importi qlcosa se gli sbirri ogni tanto rompono la testa a qlc, arrestano, processano, etc.? Saluti.

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Ancora X Individu*
by ex bambino prodigio Wednesday, Dec. 01, 2004 at 1:17 PM mail:

Si', più parli più mi ricordo di quando avevo 13 anni.......

Purtroppo l'unico modo per cambiare qualcosa è essere in tanti..... se si parte dal disprezzo per il popolo bue non si arriverà mai a niente... al massimo si potrà sfogare ogni tanto la propria frustrazione con azioni inutili, isolandosi ancora di più, per arrivare magari a fottersene completamente dell'impegno politico, perchè in fondo a che serve sbattersi?

E' vero che noi siamo dei pezzenti, come gran parte del popolo bue, quindi abbiamo in fondo gli stessi bisogni e gli stessi sogni. Si è persa la consapevolezza di questo, se la si ritrovasse, o si lavorasse per ritrovarla, saremmo davvero in tanti e avremmo molta più forza e avremmo le idee più chiare

Ma per ora ripeto che questa consapevolezza si è persa..... l'ha persa il popolo bue, e l'hai persa anche tu....... o magari non l'hai mai avuta, neanche io l'avevo a 13 anni

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Nel frattempo a Genova ...
by Imputat-B Thursday, Dec. 09, 2004 at 9:34 PM mail:

Per capire quello che succede a Cagliari sara' utile anche guardarsi un po' attorno?
Cambi citta' e il copione e' lo stesso, fatti analoghi avvengono un po' dappertutto nella nostra bella italietta.
Bellissimo e condivisibile in pieno il documento degli imputati di Genova, alla faccia dell'italietta dei "furbi" e dei tengo-famiglia. La misura e' colma.
Da imputato a imputato, massima solidarieta'
Imputat-B







IL 2 DICEMBRE SI È SVOLTA LA SECONDA UDIENZA DEL PROCESSO A ERRICO E PAOLO, ARRESTATI IL 07 GIUGNO A GENOVA DURANTE UN RASTRELLAMENTO DI AMBULANTI ITALIANI E STRANIERI. LA PROSSIMA UDIENZA È PREVISTA PER L'11 MARZO 2005.

Piazza, bella piazza...

Il potere non si regge sulla violenza,
è esso stesso violenza.

LUNEDÌ 07 GIUGNO ci stavamo recando in p.za Raibetta a Genova per un'iniziativa contro la prossima commercializzazione del Ritalin, uno psicofarmaco per bambini "troppo vivaci". Arrivati in piazza abbiamo assistito alla seguente scena: Polizia, Digos, Vigili urbani e dipendenti Amiu, in gran accordo, provvedevano a una pulizia della piazza dagli ambulanti che solitamente vi si ritrovano, distruggendo le loro mercanzie e accerchiando gli stranieri per il controllo dei documenti. Istintivamente, insieme ad altri, abbiamo manifestato la nostra indignazione. Uno sdegno verbale che, tuttavia, ha creato particolarmente fastidio, o comunque avuto troppa risonanza nel silenzio circostante, quella zona grigia che caratterizza l'involontario pubblico delle frequenti retate poliziesche (specie di quelle a danno degli stranieri). Dev'essere per questo che, mentre decine di persone si stavano fermando per "capire" quello che purtroppo era evidente, Errico è stato immediatamente aggredito da tre, poi cinque, poliziotti in borghese che hanno subito tentato di caricarlo in una macchina. Dopo un disperato ma audace tentativo di sottrarlo all'arresto da parte di alcuni -tutti colpiti con calci, pugni e manganellate- è seguita una caccia all'uomo per i vicoli che ha portato all'arresto anche di Paolo.

Nel tempo passato in questura zelanti ispettori, che tra una gomma da masticare e l'altra firmavano decreti di espulsione a vita per gli stranieri senza documenti non sfuggiti a quella retata, si sono occupati di trasformare la nostra protesta in crimine. Hanno così preso forma i reati di "resistenza a pubblico ufficiale", "lesioni" (entrambe aggravate) e "danneggiamento" (della vettura) e in serata siamo stati entrambi trasferiti nel carcere di Marassi (Genova). La vicenda è quindi apparsa su giornali e media dei giorni successivi brillantemente riassunta nei titoli che tuonavano di auto distrutte e poliziotti feriti (!). Un resoconto inverosimile, anche solo dal punto di vista dell'asimmetrico rapporto di forze, allestito per giustificare e coprire quello che era avvenuto in piazza e la criminalizzazione che ne era seguita. Questa arbitraria e reale trasfigurazione dei fatti ha trovato una diretta complicità dei diversi giudici e magistrati che di volta in volta si sono espressi sulla vicenda, comportando per noi misure particolarmente restrittive anche in relazione agli stessi reati contestati.

Le motivazioni con cui il G.I.P Elena Daloiso (lo stesso giudice che ha disposto le custodie cautelari a danno dei 25 accusati di devastazione e saccheggio al G8 di Genova e firmato l'ordinanza di archiviazione dell'assassinio di Carlo Giuliani) ha inizialmente confermato l'ordine di custodia cautelare nei nostri confronti, pur concedendoci gli arresti domiciliari, ("indole violenta avvalorata da ideologia politica") e, successivamente, rigettato le nostre richieste di permesso per motivi di lavoro, si inseriscono perfettamente in un clima forcaiolo. Di identico registro anche quelle contenute nell'ordinanza di scarcerazione e sostituzione con l'obbligo di firma giornaliero alla P.G., emessa dal Tribunale del Riesame dopo un mese di detenzione e a tutt'oggi non ancora revocata: "si ritiene infatti che un forzato e frequente contatto con la P.G. [polizia e carabinieri], subito dopo la pur breve detenzione subita, sia un idoneo richiamo al rispetto delle forze dell'ordine". Il carattere disciplinare, oltre che punitivo di questi dispositivi emerge anche dall' "avviso orale" (così viene denominata dagli organi di polizia una vera e propria intimidazione sotto forma di ammonimento) che in questi giorni Paolo si è visto notificare dalla Questura genovese.

Nella loro assoluta discrezionalità questi provvedimenti possono colpire chiunque, anche in assenza di reati precisi. In pratica è sufficiente uscire anche di poco dall'angusto sentiero che definisce la condotta del "cittadino conforme" per essere esposti alla "messa al bando" come soggetti socialmente pericolosi e perseguitati giuridicamente. Questi provvedimenti, infatti, non costituiscono "l'eccezione o la degenerazione del sistema democratico" ma la routine delle procedure giuridiche e poliziesche attraverso le quali si afferma la continuità dello Stato. Una legalità democratica che, proprio attraverso gli strumenti del diritto, legalmente riconosciuti e socialmente accettati, comporta una "lezione" di galera e repressione nei confronti di chi non si adegua al conformismo politico, culturale e ideologico di una società ordinata, sicura e pulita. Insomma di chi con la libera espressione di idee e comportamenti crea "disordine".

L' attuale inasprimento delle misure di sicurezza risponde a un bisogno legalitario diffuso da media, istituzioni e politici sia di "destra" che di "sinistra". In nome del cosiddetto "ordine pubblico", la repressione, la censura, i divieti sono diventati il pane quotidiano di questo mondo, qualunque sia la forma di governo. Questa escalation sicuritaria di volta in volta costruita sullo spettro del nemico interno (il "clandestino", il "criminale", il "terrorista") rientra in uno di quegli ambiti in cui è richiesto sospendere ogni capacità critica. E, come si è visto negli ultimi tempi, non sono solo le varie anime del "movimento antagonista" ad essere nel mirino della repressione ma potenzialmente tutta la società. Che siano autoferrotranvieri in lotta per condizioni di lavoro migliori, o "cittadini esasperati dalle nocività industriali", che siano l'equipaggio di una nave che soccorre profughi alla deriva o i "soliti anarchici", l'avvertimento è per tutti. Ma in tutti sono anche le possibilità per non rassegnarsi a essere complici. Perché di fronte a un'organizzazione sociale che produce guerre, catastrofi, epidemie, paura, precarietà e disperazione anche un solo atto di ribellione può essere contagioso!

Contro ogni gabbia
La solidarietà è un'arma
Due disertori della "zona grigia"

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Nel frattempo a Genova ...
by Imputat-B Friday, Dec. 10, 2004 at 2:09 AM mail:

Per capire quello che succede a Cagliari sara' utile anche guardarsi un po' attorno?
Cambi citta' e il copione e' lo stesso, fatti analoghi avvengono un po' dappertutto nella nostra bella italietta popolata da innumerevoli "furbi" e tengo-famiglia.
Da imputato a imputato, un abbraccio ai compagni di Genova. Rivediamoci presto oltre la zona grigia.
Gratis e per tutti
Imputat-B







IL 2 DICEMBRE SI È SVOLTA LA SECONDA UDIENZA DEL PROCESSO A ERRICO E PAOLO, ARRESTATI IL 07 GIUGNO A GENOVA DURANTE UN RASTRELLAMENTO DI AMBULANTI ITALIANI E STRANIERI. LA PROSSIMA UDIENZA È PREVISTA PER L'11 MARZO 2005.

Piazza, bella piazza...

Il potere non si regge sulla violenza,
è esso stesso violenza.



LUNEDÌ 07 GIUGNO ci stavamo recando in p.za Raibetta a Genova per un'iniziativa contro la prossima commercializzazione del Ritalin, uno psicofarmaco per bambini "troppo vivaci". Arrivati in piazza abbiamo assistito alla seguente scena: Polizia, Digos, Vigili urbani e dipendenti Amiu, in gran accordo, provvedevano a una pulizia della piazza dagli ambulanti che solitamente vi si ritrovano, distruggendo le loro mercanzie e accerchiando gli stranieri per il controllo dei documenti. Istintivamente, insieme ad altri, abbiamo manifestato la nostra indignazione. Uno sdegno verbale che, tuttavia, ha creato particolarmente fastidio, o comunque avuto troppa risonanza nel silenzio circostante, quella zona grigia che caratterizza l'involontario pubblico delle frequenti retate poliziesche (specie di quelle a danno degli stranieri). Dev'essere per questo che, mentre decine di persone si stavano fermando per "capire" quello che purtroppo era evidente, Errico è stato immediatamente aggredito da tre, poi cinque, poliziotti in borghese che hanno subito tentato di caricarlo in una macchina. Dopo un disperato ma audace tentativo di sottrarlo all'arresto da parte di alcuni -tutti colpiti con calci, pugni e manganellate- è seguita una caccia all'uomo per i vicoli che ha portato all'arresto anche di Paolo.

Nel tempo passato in questura zelanti ispettori, che tra una gomma da masticare e l'altra firmavano decreti di espulsione a vita per gli stranieri senza documenti non sfuggiti a quella retata, si sono occupati di trasformare la nostra protesta in crimine. Hanno così preso forma i reati di "resistenza a pubblico ufficiale", "lesioni" (entrambe aggravate) e "danneggiamento" (della vettura) e in serata siamo stati entrambi trasferiti nel carcere di Marassi (Genova). La vicenda è quindi apparsa su giornali e media dei giorni successivi brillantemente riassunta nei titoli che tuonavano di auto distrutte e poliziotti feriti (!). Un resoconto inverosimile, anche solo dal punto di vista dell'asimmetrico rapporto di forze, allestito per giustificare e coprire quello che era avvenuto in piazza e la criminalizzazione che ne era seguita. Questa arbitraria e reale trasfigurazione dei fatti ha trovato una diretta complicità dei diversi giudici e magistrati che di volta in volta si sono espressi sulla vicenda, comportando per noi misure particolarmente restrittive anche in relazione agli stessi reati contestati.

Le motivazioni con cui il G.I.P Elena Daloiso (lo stesso giudice che ha disposto le custodie cautelari a danno dei 25 accusati di devastazione e saccheggio al G8 di Genova e firmato l'ordinanza di archiviazione dell'assassinio di Carlo Giuliani) ha inizialmente confermato l'ordine di custodia cautelare nei nostri confronti, pur concedendoci gli arresti domiciliari, ("indole violenta avvalorata da ideologia politica") e, successivamente, rigettato le nostre richieste di permesso per motivi di lavoro, si inseriscono perfettamente in un clima forcaiolo. Di identico registro anche quelle contenute nell'ordinanza di scarcerazione e sostituzione con l'obbligo di firma giornaliero alla P.G., emessa dal Tribunale del Riesame dopo un mese di detenzione e a tutt'oggi non ancora revocata: "si ritiene infatti che un forzato e frequente contatto con la P.G. [polizia e carabinieri], subito dopo la pur breve detenzione subita, sia un idoneo richiamo al rispetto delle forze dell'ordine". Il carattere disciplinare, oltre che punitivo di questi dispositivi emerge anche dall' "avviso orale" (così viene denominata dagli organi di polizia una vera e propria intimidazione sotto forma di ammonimento) che in questi giorni Paolo si è visto notificare dalla Questura genovese.

Nella loro assoluta discrezionalità questi provvedimenti possono colpire chiunque, anche in assenza di reati precisi. In pratica è sufficiente uscire anche di poco dall'angusto sentiero che definisce la condotta del "cittadino conforme" per essere esposti alla "messa al bando" come soggetti socialmente pericolosi e perseguitati giuridicamente. Questi provvedimenti, infatti, non costituiscono "l'eccezione o la degenerazione del sistema democratico" ma la routine delle procedure giuridiche e poliziesche attraverso le quali si afferma la continuità dello Stato. Una legalità democratica che, proprio attraverso gli strumenti del diritto, legalmente riconosciuti e socialmente accettati, comporta una "lezione" di galera e repressione nei confronti di chi non si adegua al conformismo politico, culturale e ideologico di una società ordinata, sicura e pulita. Insomma di chi con la libera espressione di idee e comportamenti crea "disordine".

L' attuale inasprimento delle misure di sicurezza risponde a un bisogno legalitario diffuso da media, istituzioni e politici sia di "destra" che di "sinistra". In nome del cosiddetto "ordine pubblico", la repressione, la censura, i divieti sono diventati il pane quotidiano di questo mondo, qualunque sia la forma di governo. Questa escalation sicuritaria di volta in volta costruita sullo spettro del nemico interno (il "clandestino", il "criminale", il "terrorista") rientra in uno di quegli ambiti in cui è richiesto sospendere ogni capacità critica. E, come si è visto negli ultimi tempi, non sono solo le varie anime del "movimento antagonista" ad essere nel mirino della repressione ma potenzialmente tutta la società. Che siano autoferrotranvieri in lotta per condizioni di lavoro migliori, o "cittadini esasperati dalle nocività industriali", che siano l'equipaggio di una nave che soccorre profughi alla deriva o i "soliti anarchici", l'avvertimento è per tutti. Ma in tutti sono anche le possibilità per non rassegnarsi a essere complici. Perché di fronte a un'organizzazione sociale che produce guerre, catastrofi, epidemie, paura, precarietà e disperazione anche un solo atto di ribellione può essere contagioso!

Contro ogni gabbia
La solidarietà è un'arma
Due disertori della "zona grigia"

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'ta peccau
by endrich Saturday, May. 14, 2005 at 4:37 PM mail:

'tttaa lastima!!!!

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