eh c1cc10...
la questione è come quella del contadino che con cura il campo tutti i giorni e neppure si decide a interventi radicali per salvare dai ratti il pagliaio...
l'intervento politico è morto e sepolto da tempo, se non per rare eccezioni e questo porta il silenzio, porta il panico e terreno fertile per la fascistizzazione delle nostre strade.
quello è il primo passo che l'antifascismo militante dovrebbe affrontare, poi viene il resto di interventi diretti e mirati possibili solo grazie al sostegno di chi ti sta vicino tanto da non avvolgersi sempre nella spirale repressiva.
l'antifascismo non è più, neppure in molte esperienze occupate e autogestite un valore fondante perché condiviso.
a volte i paradossi di dover vedere CS radicali nell'atteggiamento di piazza, fragorosi nei volantini invasi poi nelle loro serate dei cosiddetti "apolitici"...
facile incontrare ""comunità"" di ultras e alleanze di skins da stadio che svestono o mascherano le loro idee per una tranquilla convivenza nei locali.
senza dimenticare la pace armata, come è stato fino a poco fa a milano: pace rotta direi...
terreno interessante di conflittualità, come lo sono le strade ormai abbandonate dei nostri quartieri, lo stadio sta diventando sempre più l'esempio di cosa potrebbe succedere alle nostre esperienze. sempre più noi ghettizzati costretti al silenzio da solitudine, incapacità e noia.
poco spazio e anche poca voglia stamattina di scrivere per ciò che ancora è successo: prendete queste parole a manica larga e non come generalizzazione polemica ai nostri vissuti e mondo (vissuto e non patinato) delle curve, che rispetto, ma che esprime contraddizioni troppo evidenti dentro e fuori dai suoi spazi e che spesso ritroviamo direttamente negli ambiti di "movimento".
saluti e solidarietà
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