Indymedia Italia


L'articolo originale e' all'indirizzo http://italy.indymedia.org/news/2005/03/741723.php Nascondi i commenti.

Questo post e' stato nascosto: non e' piu' visibile nell'homepage di Indymedia Italia, ma e' sempre raggiungibile dal link Articoli nascosti.

Il newswire e' uno spazio a pubblicazione aperta, ma e' sottoposto ad una Policy, ovvero un repertorio di limiti che abbiamo stabilito attraverso un processo decisionale collettivo e che continuiamo ad aggiornare mentre Indymedia cresce. Vogliamo che il newswire resti uno spazio di comunicazione aperto a tutt*, per fare informazione indipendente. Se volete proporre una discussione o un dibattito alle altre persone che frequentano e fanno Indymedia, potete farlo nel forum. Vengono nascosti: - post razzisti, fascisti, sessisti - la propaganda commerciale, partitica e istituzionale - gli insulti e le provocazioni - i post personali o privi di contenuto informativo - i post multipli o vuoti - le notizie postate uguali piu' volte

leggi la policy

partecipa a indymedia italia


C’è davvero la guerra in Irak?
by STEFANO BENNI Wednesday, Mar. 02, 2005 at 6:29 PM mail:

Articolo di Stefano Benni su l' Opinione sotto lo pseudonimo Dorello Ferrari. Grande Benni.

C’è davvero la guerra in Irak?

di Dorello Ferrari

Continua in Iraq la serie degli attentati ad opera di cosiddetti kamikaze: terroristi fanatici che si fanno esplodere su un’auto oppure a piedi uccidendo e ferendo decine, centinaia di innocenti borghesi, molti donne e bambini. Cosa abbiano del kamikaze – un pilota giapponese che si andava a schiantare sul ponte di una nave americana per affondarla questi terroristi che uccidono civili senza sapere nemmeno da che parte le vittime stanno? Sta di fatto che gli attentati all’autobomba o a piedi continuano con criminale successo. Si prendono di mira luoghi affollati, come scuole e moschee, ospedali, le code che si formano sulle strade in attesa di arruolarsi – nella polizia o nell’esercito – oppure di un certificato qualsiasi: come uno degli ultimi attentati che ha fatto ben cento morti fra gente in attesa di un certificato medico necessario per aspirare ad un posto di lavoro in enti pubblici.
Così riassunti i termini della questione, rimangono numerosi interrogativi. Stupefacente, intanto, il coraggio o meglio lo spirito di sopportazione degli iracheni: nonostante le minacce e gli effetti visibili di tali minacce, ben otto milioni di votanti si sono recati alle urne sfidando i terroristi. Altrettanto stupore destano gli aspiranti poliziotti e soldati che la prima battaglia la affrontano in fila, davanti agli uffici di reclutamento, prima ancora di essere arruolati. Ma molte cose rimangono inspiegabili. Come fanno i terroristi a nascondersi in territorio dominato dagli Shiiti? Come fanno a muoversi indisturbati per centinaia di chilometri? Uno dei giornalisti francesi che sono rimasti quattro mesi in mano ai rapitori, ha raccontato di essere stati trasferiti più volte da una prigione all’altra e di aver coperto distanze calcolate in più di cento chilometri, tranquillamente nascosti in un furgone. Le stesse autobombe non escono come per incanto da un garage nei pressi dell’esplosione, ma percorrono lunghe distanze senza che nessuno le fermi. Sembra che ci siano più posti di blocco quando c’è una rapina da noi di quanti ce ne siano intorno a Bagdad. Come fa un furgone pieno di esplosivo a percorrere centinaia di chilometri senza che nessuno lo fermi, lo ispezioni? E poi l’Iraq non è la giungla vietnamita. Le poche grandi città sono dei grossi agglomerati che offrirebbero molte opportunità alla guerriglia e al terrorismo, ma il resto è quasi un deserto; con l’aiuto dell’aviazione, degli elicotteri, degli aerei senza pilota e di tutte le diavolerie elettroniche non dovrebbe spostarsi nessuno da città a città, senza preavviso e permesso. Invece le strade sono diventate piste per autobombe. Perfino gli americani continuano a pagare un tributo di sangue, piccolo ma costante. Quando si legge che un piccolo convoglio Usa è caduto in un’imboscata vien naturale chiedersi perché mai si muovono convogli “piccoli”, magari non scortati; perché mai piccole pattuglie si muovono nelle città e a che scopo? Si ha l’impressione che il comando americano e il governo iracheno non ritengono la situazione degradata al punto di trasformare l’intero Paese in una vera zona di guerra. Hanno avuto ragione tante volte.

http://www.opinione.it/pages.php?naz=naz&key=art&edi=48&id=722


La falsa coscienza di Stefano Benni.
by atto al amra Wednesday, Mar. 02, 2005 at 8:57 PM mail:

L'opportunismo riformista e piccolo borghese arriva proprio dove l'intelligenza è sterile;
belle domande quelle di benni se non fossero che l'espressione della falsa e dolosa coscienza incapace volontariamente di stabilire individuando criticamente i fatti del come e del chi mette le bombe, che equivale a dare la colpa alla polizia che non ha fermato i black blok a danno del popolo della pace.
Un intellettuale, ripensando Pasolini, dovrebbe essere capace di sapere il perchè dell'esistente muovendo dalle sue semplici determinazioni, ma è evidente che il muro ideologico è troppo alto per far scorgere lo stesso cervelletto del piccolo benni a vedere che sono gli stessi americani che mettono le bombe nei mercati, o per vedere che quella irakena è una vera resistenza che giustamente come in tutte le guerre di indipendenza nazionale deve far capire anche con le cattive maniere che il collaborazionismo non paga e che il sangue dell'oppressoree di chi lo sostiene è l'unico mezzo per arrivare alla libertà del paese, una resistenza che il pacifismo ozioso, anche quello della sgrena e del suo manifesto, non puo perchè non vuole conoscere e sotenere.

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum
ma sei sicuro?
by cazzo dici? Wednesday, Mar. 02, 2005 at 9:32 PM mail:

ma sei sicuro?


by dubbio Wednesday, Mar. 02, 2005 at 9:13 PM mail:

non si tratta dell'ex ambasciatore nelle filippine, giamaica etc etc etc?

sei sicuro Dorello=Benni?

per l'opinione poi?

mi sa che hai preso una cantonata.

uno che conosce Benni e sa anche chi è Dorello.

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum


Bravo!


by complimenti! Wednesday, Mar. 02, 2005 at 9:29 PM mail:

Proprio una bella cantonata! ma chi è il pirla? che confonde dorello ferrari con stefano benni?

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum
importa il nome?
by jasmine Thursday, Mar. 03, 2005 at 1:43 PM mail:

stefano benni o no, il problema nn è questo. Troppo facile e comodo sputare sentenze dalla comoda poltrona di casa, riscaldata e sicura sulla situazione di un paese come l'Iraq attaccato e distrutto sz ragione se nn quella della sete di profitto e di risorse da parte dell'imperialismo. Ed oggi che la resistenza di un popolo mette in scacco le forze di occupazione...ecco che le coscienze borghesi e opportuniste trovano da ridire...Non dimentichiamoci che il collabborazionismo con il nemico, in qualunque paese, in qualsiasi processo di liberazione di un popolo..è un crimine e come tale la resistenza in iraq come al tempo fece la resistenza nel nostro paese la condanna e la punisce. Tutto qui..ma le coscienze borghesi non si indignano di fronte alla fame, la morte e la distruzione che la falsa democrazia dei paesi occidantali ha portato in Iraq..fatevi un esame di coscienza.....se ce l'avete...

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum

©opyright :: Independent Media Center .
Tutti i materiali presenti sul sito sono distribuiti sotto Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0.
All content is under Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0 .
.: Disclaimer :.