Manifestazione a Berna il 14 settembre contro l'incontro del World Economic Forum di Salisburgo
Il WEF e’ ovunque, la nostra resistenza pure!
Il 16 e 17 settembre a Salisburgo ci sara’ l’incontro europeo del World Economic Forum. Come contro gli incontri annuali del Wef a Davos, anche a Strasburgo si alzera’ la protesta contro l’operato di coloro che si sono autoproclamati leader globali. Come a Davos, questi personaggi trasformeranno la meta’ della citta’ in un sorvegliato campo militare.
Il Wef non e’ solo a Davos: organizza incontri annuali su questioni regionali specifiche, in tutti e cinque i continenti. Quest’anno ci sono state Durban
(Sudafrica), Rio de Janeiro (Brasile), Pechino (Cina), New Dehli
(India) e Kuala Lumpur (Malesia). Il Forum del Wef che tratta dell’Europa, da qualche anno si svolge a Salisburgo. L’ingresso dell’Europa dell’est nell’Unione Europea e nella Nato, sara’ il tema centrale dell’incontro di quest’anno. Non si tratta di integrazione, ma piuttosto e’ questione di sfruttare le risorse (come la forza lavoro a buon mercato), per il profitto dell’economia. Sono progetti che chiedono agli stati di portare avanti riforme strutturali e globali (la parola chiave e’ privatizzazione), che consentano ai consorzi economici di accedere ai mercati locali. E ad approfittarne saranno un piccolo manipolo privilegiato di ‘stati riformatori’, a fianco ai consorzi economici. Queste misure strutturali non sono solo imposte con la violenza delle pressioni economiche, ma anche, se necessario, con la forza militare. Fra i temi in discussione, ci saranno d’altronde anche le politiche migratorie e quelle della sicurezza (fortezza Europa, immigrazione selettiva).
Il Wef e’ stato creato all’inizio degli anni settanta come incontro europeo del mondo degli affari, ma nel corso degli anni novanta si e’ trasformato per divenire un’utile interfaccia fra organizzazioni transnazionali e governi. Con la scomparsa nel 1989 del mondo bipolare, nuovi mercati tutti da conquistare si sono aperti, e il Wef ha offerto dall’inizio, ed offre tuttora, una condizione ideale per farlo. I rappresentanti di mille fra i maggiori gruppi economici (due terzi dei quali provenienti dall’Europa e dall’America del nord) hanno la possibilita’ di incontrarsi in una cornice informale per negoziare e concludere i loro affari, anche con importanti rappresentanti dei governi del mondo intero. E’ evidente come lo scopo principale di questi meeting siano i benefici di chi dirige questi consorzi, come degli uomini politici dediti all’affarismo. Le tematiche sociali vengono affrontate solo laddove l’economia stimi che potrebbero venirne conseguenze nefaste per la crescita. Dal punto di vista dell’ideologia, i paradigmi neo liberali che dominano il nostro presente sono stati co-sviluppati in maniera decisiva grazie al Wef, anche attraverso la pressione sui governi.
Con una grande manifestazione a Berna, vogliamo esprimere la nostra solidarieta’ con le proteste contro il Wef a Salisburgo e al tempo stesso inviare un messaggio forte a Davos e al Parlamento federale svizzero: il Wef non ha nessuna legittimita’ democratica e non deve tornare a Davos. I dieci milioni di franchi svizzeri (circa 7 milioni di euro) che lo Stato intende spendere per la protezione del vertice di Davos, potrebbero essere impiegati in maniera ben piu’ intelligente!
Il 14 settembre faremo una passeggiata in citta’ e renderemo visita ai molti soggetti che sono membri del Wef ed hanno una succursale a Berna, per esprimere rumorosamente la nostra rivolta.
Manifestazione contro l’incontro europeo del World Economic Forum
sabato, 14 settembre 2002, alle 14 alla Heilliggeistkirche di Berna
Primi firmatari: Action populaire contre la mondialisation (APCM),
Genève; attac Svizzera; Café RebelDía; CETIM, Ginevra; Direkte Solidarität
mit Chiapas, Zurigo; Coordinamento anti WTO svizzero; FAUCH Berna & Thun; Verdi svizzeri; Inwo Schweiz; Marcia mondiale delle donne; Sans Papiers
Kollektiv Bern; SoAL/Soliadrität Basilea.
