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COSTRETT* AD OCCUPARE
by guillotin Tuesday, Sep. 10, 2002 at 12:55 PM mail:

La scelta disperata di una giovane coppia, uno dei due figli è malato di cuore "Costretti ad occupare una casa per avere una vita normale"

Due materassi una candela il sacchetto con i pannoloni. Silvia c'è entrata così, nella sua nuova vita. Da giovane madre abbastanza disperata, ma pur sempre nella legge, da ieri è diventata una giovane madre disperata e fuorilegge. Le è bastato premere il piede su una porta di finto legno: «Ho spinto, s'è aperta. Dentro era buio, era sporco. Niente luce niente acqua niente. Neanche una sedia. Però una casa. Ho telefonato al mio compagno: Massi, vieni, prendi il bimbo i materassi e vieni, da stanotte dormiamo qui. Sapevo di aver fatto una cosa contro la legge, ma la legge non ha mai fatto niente per me. Con un figlio in quelle condizioni, malato di cuore, avrei già dovuto averla una casa mia. Invece. Quando si è stravolti, si fanno cose che non avresti creduto mai». Silvia ha occupato una casa comunale. In via della Casella. I casermoni bianchi con le terrazze rosse all'Isolotto, quelli. Non sa ancora in che pasticcio si è cacciata e quanto reggerà: «Sono già esausta dopo un giorno». E' fiorentina, ha 23 anni, un compagno, Massimo, stessa età, che fa il pavimentatore, e due figli di 5 e 3. L'ultimo, il piccolino, ha problemi al cuore. E' nato con un ventricolo solo. Sul petto una cicatrice lunga così. «L'hanno già operato due volte, a Modena e Palermo, dal professor Marcelletti. Dovrà farsi altri due interventi. E' debole, controlli continui, i medici hanno detto che deve vivere in un ambiente particolare, pulito e tranquillo». Il fratello più grande, girando ieri per la nuova casa vuota e sporca, dopo che erano già passati i vigili a dire che qui tempo quindici giorni sarete sgomberati, ha chiesto al babbo: «Questa sarà la mia cameretta e ci mettiamo la Play Station, vero?». Il babbo gli ha detto sì: «Che altro dovevo fare?». Tutti e quattro l'altra notte hanno dormito su due materassi buttati per terra, la candela sul termosifone. «Non s'è chiuso occhio. Un'angoscia così. Come ci si deve ridurre per avere una vita normale».
La vita normale sognata da Silvia. Lui lei i bimbi una casa loro. L'affitto pagato con quello che guadagna lui, uno e otto al mese. «Ma i prezzi di mercato sono troppo alti. In via Pisana ci hanno chiesto un anno anticipato, e chi ce li ha?». Lei con un lavoro part time, come quello che aveva fino a poco tempo fa, alla mensa del carcere di Sollicciano, ma poi s'è dovuta licenziare perché doveva stare dietro al bimbo malato. «Una vita semplice, ma nostra. E' da quando stiamo insieme, da sette anni, che giriamo da una famiglia all'altra, da una casa all'altra, abbiamo i mobili a pezzi da tutti i traslochi fatti, un po' dai suoi un po' dai miei, dagli amici. All'inizio sopporti, dai genitori di Massimo siamo stati anche in dodici in un appartamento. Ma arrivi a un punto che non ce la fai più a convivere con gli altri. Vuoi cominciare qualcosa di tuo, con le tue forze, i tuoi bambini». Silvia e Massimo in realtà una casa ce l'hanno: sono ufficialmente residenti in via Canova, nell'alloggio, anche questo del Comune, assegnato ai genitori di Silvia che hanno altri due figli. Quattro loro e quattro gli altri. Otto in tutto. «Ma è un continuo litigare, l'aria è pesante, mia madre ha anche un cane lupo, non ce la facevamo più a vivere tutti lì. Con il bimbo poi appena operato». Quest'estate, lo strappo. «Siamo andati via, pur di non restare sotto lo stesso tetto. S'è dormito in macchina. Tutti e quattro. Nella Punto rossa. Un bimbo davanti, l'altro dietro. E io e Massimo a turno, al posto di guida». La richiesta di casa popolare fatta due volte, ma il punteggio in graduatoria è basso, l'assistente sociale che dice di avere pazienza, e alla fine c'è via della Casella, quel piede che preme sulla porta e la porta che cede. «Da qui non ce ne andiamo finché il Comune non ci avrà trovato una sistemazione adatta: a costo di barricarci. In affittacamere mai».
Tea Albini, l'assessore alla casa, è su tutte le furie: «Non tolleriamo occupazioni. Questa famiglia ha già una casa del Comune: quella di via Canova, dove risiede la madre di lei. Fanno parte dello stesso nucleo familiare. Una casa, tra l'altro, grande, cento metri quadri. E anche i genitori di lui hanno un alloggio comunale. Se poi in famiglia non si va d'accordo, non è il Comune a doversi farsi carico di quei problemi. Il rispetto delle regole va garantito: con 5.500 persone in graduatoria e 7 mila sotto sfratto, non possiamo fare altrimenti. Sia il servizio sociale a decidere se questa famiglia, con il bimbo cardiopatico, è un caso da inserire nella graduatoria sociale oppure no». La commissione esaminerà la vicenda in settimana. Nel frattempo in via della Casella si pulisce. I bimbi si litigano lo spazzolone.

http://www.firenze.repubblica.it/archivio/20020910/primo_piano/033centro.html

QUALCHE NUMERO DALLA METRONECROPOLI DEL RINASCIMENTO:
-15000 case sfitte di proprietà del Comune, dell'Università e dell'ASL e privati
-L'AFFITTO DI UN MONOLOCALE VARIA DAI 500 AGLI 800 EURO
-L'AFFITTO DI UN APPARTAMENTO CAMERA SALOTTO CUCINA BAGNO
DAI 700 AI 1000 EURO
-L'AFFITTO DI UN APPARTAMENTO 2CAMERE SALOTTO CUCINA DOPPI SERVIZI DAI 900 AI 1200 EURO
-EVITO APPARTAMENTI IN CENTRO STORICO CON VISTA MOZZAFIATO-PER LO SMOG SICURAMENTE-

PER STUDENTI:
-UNA SINGOLA DAI 280 AI 350 EURO (ANCHE 400 SE SI CERCA BENE)
-UNA DOPPIA DAI 190 AI 300 EURO
Considerando che l'ateneo fiorentino ha le tasse fra le più alte d'italia fate due conti...

P.S. i prezzi degli affitti cambiano in periferia e nei comuni limitrofi del 5-10% rispetto al centro di Firenze che nonostante tutto e se permettete è più ambito rispetto a Scandicci Lastra a Signa Sesto fiorentino.

Buono studio e buon lavoro


http://www.inventati.org/omme
tra poco si evolverà

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