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autistici: Aruba+Postale 1 - Privacy 0
by radio balckout Wednesday, Jun. 22, 2005 at 9:35 AM mail:

un compagno ci spiega cosa è succeso

audio: MP3 at 1.1 mebibytes

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Il comunicato
by hlns Wednesday, Jun. 22, 2005 at 9:49 AM mail:

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ARUBA-POSTALE 1 / PRIVACY 0
Comunicazione urgente Autistici/Inventati
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22/06/2005

Quando siamo partiti con il progetto autistici, nel nostro
pessimismo cosmico pensavamo che il peggio che potesse
accadere e' che portassero via la macchina, intercettassero
il traffico in maniera pedestre e che la crittografia bastasse
a rendere relativamente al sicuro le comunicazioni dei nostri
utenti.
Abbiamo sbagliato. In Italia non esistono le condizioni
per poter parlare di tutela della privacy a nessun livello.

Il 15 giugno 2004 agenti della postale su ordine della Procura di
Bologna si sono presentati presso il provider Aruba, dove e'
ospitato uno dei server della nostra associazione.
Senza avvisarci Aruba ha spento la macchina e ha consentito agli
agenti di copiare quello che volevano. Il provider, alle nostre
telefonate per domandare il motivo del down, ha risposto parlando
di un guasto tecnico alla presa elettrica dell'armadio.

Da quel momento, come si evince dagli atti, da pochi giorni a
nostra disposizione, hanno proceduto alle intercettazioni
sistematiche della webmail della casella

croceneraanarchica@inventati.org

Potenzialmente pero' hanno potuto intercettare e riportare in chiaro
tutte le altre comunicazioni che transitano dalla macchina e
realisticamente e' quello che stanno ancora facendo.

Per questo al piu' presto spegneremo questa macchina, la
ritireremo dal provider e valuteremo i prossimi passaggi. Gia' da
ora invitiamo tutti coloro che mantengono una macchina o un sito
in quella web farm e hanno a cuore la propria privacy a cercare
un altro luogo e lasciare Aruba a marcire nella loro meschinita'.

Le condizioni della privacy in Italia erano di per se' drammatiche:
ora abbiamo testato sulla nostra pelle che possiamo staccare la spina
e dichiarare la morte clinica del paziente.

Non possiamo sapere quanti altri provider commerciali forniscano
ausilio alle forze dell'ordine senza notificarlo ai propri clienti;
non possiamo sapere quali e quante informazioni le forze dell'ordine
possano prelevare dai nostri e dai vostri siti o server; non sappiamo
che uso ne faranno e per quanto tempo; non possiamo sapere se il
provider riserva questo stesso trattamento di favore a richieste
commerciali ben pagate di concorrenti o agenzie di mercato per dati
personali.

Lo scenario che si disegna e' degno delle migliori utopie negative:
organizzare una potenziale intercettazione di massa di circa
6000 utenti e 500 liste di discussione, con la scusa di leggere
il contenuto di una sola casella mail e' di per se' quanto
di piu' lontano si possa immaginare dal concetto di liberta' di
espressione.

QUESTA NON E' UNA QUESTIONE PRIVATA, non e' qualcosa che interessera'
soltanto noi, che evidentemente rappresentiamo una comoda cavia
sulla quale sperimentare nuove forme di controllo e di intercettazione,
un po' come tutte le persone coinvolte nelle indagini sul file
sharing o in altri fatti di repressione in rete.

QUESTA NON E' UNA QUESTIONE CHE RIGUARDA SOLO UNA ASSOCIAZIONE
O UN SERVER INDIPENDENTE.

Si tratta della stessa indagine che con la scusa dell'acquisizione
di un log ha consentito all'FBI di abusare di un mandato federale e
di sequestrare l'intero server dove era ospitato indymedia Italia il
7 ottobre 2004.

In successivi comunicati piu' tecnici cercheremo di illustrare meglio
la tipologia dell'attacco e le nostre contromisure, nonche' le
iniziative politiche che intendiamo sviluppare, sperando di non
essere da soli in questa battaglia.

Per ora non potendovi garantire piu' un servizio affidabile
ritiremo la macchina per qualche giorno, la bonificheremo e la
rimetteremo on line.

Non e' nei nostri piani dare a forze dell'ordine e provider servili
la soddisfazione di vederci desistere: il down sara' il piu' breve
possibile, qualche giorno non di piu', e sfrutteremo questa brutta
vicenda per risorgere dalle ceneri come una fenice ferita.

QUESTA NON E' UNA QUESTIONE PRIVATA, ANCHE SE E' UNA QUESTIONE DI
PRIVACY.

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autistici.org / inventati.org

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cina
by Nemo Wednesday, Jun. 22, 2005 at 10:50 AM mail:

Che dire? Ormai l'Italia, quanto a libertà d'espressione, è come la Cina.
La polizia starebbe indagando su fatti ben precisi, connessi agli anarco-insurrezionalisti, ma come facciamo a sapere che stanno intercettando possibili apologie di reato e non piuttosto tutti i messaggi di dissenso contro il governo o le istituzioni, anche se i reati d'opinione non sono più tali?
Cosa ne sappiamo che l'FBI non ha duplicato Indy e non sta intercettando e tracciando tutti noi, anche sul NW, anche me in questo momento?
Cosa gli impedisce di scoprire chi sono e mettermi in un elenco di dissidenti da consegnare alle autorità, anche se niente di ciò che ho scritto ha mai configurato reato?

Brutti tempi...

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alla fine
by pkrainer Wednesday, Jun. 22, 2005 at 12:33 PM mail:

emrge il fatto che la distinzione fra ciò che costituisce o non costituisce reato, esiste solo nella mente degli imbelli; la sovversione é per sua natura extralegale e antilegale. Che diventi propriamente illegale, non dipende da noi, ma da chi amministra le leggi. La pretesa di agire inosservati conduce a un mare di illusioni, che i fatti si incaricano di smentire (come in questo caso), o alla più assoluta ignavia, intesa a non attirare le attenzioni malevole dei potenti.
Leggono quello che scriviamo? sanno quel che pensiamo? é inevitabile, direi. L'unica é che ciò che pensiamo, diciamo, scriviamo, abbia una tale capacità dirompente da rendere vani, insufficienti, tardivi, i loro tentativi di repressione.

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privacy
by spiato Wednesday, Jun. 22, 2005 at 2:10 PM mail:

"Non possiamo sapere quanti altri provider commerciali forniscano ausilio alle forze dell'ordine senza notificarlo ai propri clienti; non possiamo sapere quali e quante informazioni le forze dell'ordine possano prelevare dai nostri e dai vostri siti o server; non sappiamo che uso ne faranno e per quanto tempo; non possiamo sapere se il provider riserva questo stesso trattamento di favore a richieste commerciali ben pagate di concorrenti o agenzie di mercato per dati personali."

Infatti è esattamente così: tutti i provider forniscono alle autorità i dati di tutti i cittadini italiani... ormai è chiaro che siamo tutti spiati, tutti, nessuno escluso, forse tranne i montanari che pascolano le pecore e non hanno internet, tutti gli altri, TUTTI, sono spiati dalle forze dell'ordine.

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tutte le informazioni su come contattare aruba
by contatta aruba e digli quello che pensi Wednesday, Jun. 22, 2005 at 2:52 PM mail:

http://italy.indymedia.org/news/2005/06/817638.php

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