ESERCITO ZAPATISTA DI LIBERAZIONE NAZIONALE MESSICO
SESTA DICHIARAZIONE DELLA SELVA LACANDONA
III - COME VEDIAMO IL MONDO
Ora vi spieghiamo come noi zapatisti vediamo ciò che succede nel mondo. Dato che vediamo che il capitalismo è il più forte adesso. Il capitalismo è un sistema sociale, cioè il modo in cui in una società sono organizzate le cose e le persone, e chi ha e chi non ha, e chi comanda e chi obbedisce. Nel capitalismo ci sono alcuni che hanno denaro cioè capitale e fabbriche e negozi e terre e molte cose, e ci sono altri che non hanno niente ma hanno solo la loro forza e le loro conoscenze per lavorare; e nel capitalismo comandano quelli che hanno il denaro e le cose ed obbediscono quelli che non hanno altro che la loro capacità di lavoro.
Dunque, il capitalismo vuol dire che ci sono pochi che hanno grandi ricchezze, ma non è che abbiano vinto un premio, o trovato un tesoro o ereditato da un parente, quelle ricchezze le ottengono sfruttando il lavoro di molti. Cioè questo capitalismo si basa sullo sfruttamento dei lavoratori, il che vuole dire che spremono i lavoratori e tirano fuori da loro tutto quello che possono per guadagnarci. E questo si fa con ingiustizia perché non pagano il giusto al lavoratore per il suo lavoro, ma gli danno un salario appena sufficiente per mangiare un po' e perché possa riposarsi un pochino ed il giorno seguente torni di nuovo a lavorare dove lo sfruttano che sia nelle campagne o in città.
Ed anche il capitalismo si arricchisce con la spoliazione, cioè col furto, perché toglie ad altri quello che brama, per esempio terre e ricchezze naturali. Cioè il capitalismo è un sistema dove i ladri sono liberi e sono ammirati e portati ad esempio.
Ed oltre a sfruttare e togliere, il capitalismo reprime perché imprigiona ed ammazza coloro che si ribellano contro l'ingiustizia.
Al capitalismo quello che più interessa sono le merci, perché quando si comprano e si vendono danno guadagni. Ed allora il capitalismo trasforma tutto in merce, per lui sono merci le persone, la natura, la cultura, la storia, la coscienza. Secondo il capitalismo, tutto deve potersi comprare e vendere. E nasconde tutto dietro le merci affinché non vediamo lo sfruttamento che compie. Ed allora le merci si comprano e si vendono in un mercato. E risulta che il mercato, oltre a servire per comprare e vendere, serve anche per nascondere lo sfruttamento dei lavoratori. Per esempio, nel mercato vediamo il caffè già confezionato, nel suo sacchetto o nel barattolo proprio bello, ma non vediamo il contadino che ha sofferto nella raccolta del caffè e non vediamo il coyote che gli ha pagato pochissimo il suo lavoro e non vediamo i lavoratori nella grande impresa dai e dai ad impacchettare il caffè. Oppure, prendiamo un registratore per ascoltare musica tipo cumbia, ranchera o corrido o come volete, e vediamo che è molto buono perché ha buon suono, ma non vediamo l'operaia della maquiladora che ha tribolato molte ore per collegare i cavi e le parti dell'apparecchio e le hanno pagato una miseria di denaro, e lei che vive lontano dal posto di lavoro e spende molto per il trasporto e che corre inoltre il rischio che la sequestrino, la violentino e l'ammazzino come succede a Ciudad Juárez, in Messico.
Sul mercato vediamo merci, ma non vediamo lo sfruttamento attraverso cui sono state fatte. Ed allora il capitalismo ha bisogno di molti mercati... o di un mercato molto grande, un mercato mondiale.
Ed allora risulta che il capitalismo di adesso non è come quello di prima quando i ricchi erano contenti di sfruttare i lavoratori nei loro paesi, ora si trova in una fase che si chiama Globalizzazione Neoliberista. Questa globalizzazione vuol dire che oramai i lavoratori si dominano non solo in un paese o in diversi, i capitalisti oramai tentano di dominare tutto in tutto il mondo. E dato che il mondo, cioè il pianeta Terra, è detto anche "globo terracqueo", per questo motivo si dice "globalizzazione" cioè tutto il mondo.
E si parla di neoliberismo dato che è l'idea che il capitalismo è libero di dominare tutto il mondo e non c’è nulla da fare, perché bisogna rassegnarsi ed accontentarsi e non fare chiasso, cioè non ribellarsi. Il neoliberismo è la teoria, il progetto della globalizzazione capitalista. Ed il neoliberismo ha i suoi piani economici, politici, militari e culturali. In tutti questi piani quello di cui si tratta è di dominare tutti, e colui che non obbedisce viene represso e messo da parte affinché non passi le sue idee di ribellione ad altri.
Allora, nella globalizzazione neoliberista, i grandi capitalisti che vivono nei paesi potenti, come gli Stati Uniti, vogliono che tutto il mondo diventi come una grande impresa dove si producono merci e come un gran mercato. Un mercato mondiale, un mercato per comprare e vendere tutto quello che si produce nel mondo e per nascondere tutto lo sfruttamento di tutto il mondo. Allora i capitalisti globalizzati si inseriscono dappertutto, in tutti i paesi, per fare i loro grandi affari, ovvero, i loro grandi sfruttamenti. E non rispettano niente e si insediano a forza. Praticamente conquistano gli altri paesi. Per questo noi zapatisti diciamo che la globalizzazione neoliberista è una guerra di conquista di tutto il mondo, una guerra mondiale, una guerra che il capitalismo conduce per dominare a livello mondiale. Questa conquista a volte avviene con eserciti che invadono un paese e lo conquistano con la forza. Invece a volte avviene attraverso l'economia, cioè i grandi capitalisti mettono il loro denaro in un altro paese o gli prestano denaro, ma a condizione che obbedisca a quello che loro dicono. E introducono anche le loro idee, cioè la cultura capitalista che è la cultura della merce, del profitto, del mercato.
Con la conquista, il capitalismo fa quello che vuole, cioè distrugge e cambia quello che non gli piace ed elimina quello che lo disturba. Per esempio lo disturbano quelli che non producono né comprano né vendono le merci della modernità, o quelli che si ribellano a questo ordine. E quelli che non gli servono, li disprezza. Per questo motivo gli indigeni disturbano la globalizzazione neoliberista e per questo li disprezzano e li vogliono eliminare. Il capitalismo neoliberista cancella anche le leggi che non gli permettono di sfruttare ed avere molti profitti. Per esempio si impone che tutto si possa comprare e vendere e dato che il capitalismo ha il denaro, allora compra tutto. Così il capitalismo distrugge i paesi che conquista con la globalizzazione neoliberista, ma poi vuole pure risistemare tutto o rifarlo di nuovo ma a modo suo, cioè in modo che gli dia benefici e senza nessuno che lo disturbi. Così, la globalizzazione neoliberista, cioè capitalista, distrugge quello che c’è in quei paesi, distrugge la loro cultura, la loro lingua, il loro sistema economico, il loro sistema politico e distrugge anche le forme di relazione in questi paesi. Cioè, distrugge tutto quello che fa sì che un paese sia un paese.
Quindi, la globalizzazione neoliberista vuole distruggere le Nazioni del mondo e vuole che rimanga una sola Nazione o paese, cioè il paese del denaro, del capitale. Ed il capitalismo vuole allora che tutto sia come lui vuole, cioè a modo suo, e ciò che è diverso perché non gli piace, lo perseguita e l'attacca o lo mette da parte in un angolo e fa come se non esistesse.
Per riassumere, il capitalismo della globalizzazione neoliberista si basa sullo sfruttamento, sulla spoliazione, sul disprezzo e sulla repressione di quelli che non lo accettano. Ovvero, uguale a prima, ma ora globalizzato, mondiale.
Ma non è tanto facile per la globalizzazione neoliberista, perché gli sfruttati di ogni paese non si accontentano e non dicono che non c’è più nulla da fare, ma si ribellano; e quelli che protestano e disturbano, resistono e non si lasciano eliminare. Ed allora vediamo che in tutto il mondo quelli che sono fregati fanno resistenze per non arrendersi, cioè si ribellano, e non solo in un paese ma in tutti i posti in cui si trovano numerosi, cioè: dove c'è una globalizzazione neoliberista, c’è anche una globalizzazione della ribellione.
Ed in questa globalizzazione della ribellione non ci sono solo i lavoratori delle campagne e delle città, ma ci sono anche altri ed altre che sono perseguitati e disprezzati per lo stesso motivo, perché non si lasciano dominare, come le donne, i giovani, gli indigeni, gli omosessuali, le lesbiche, i transessuali, gli emigranti e molti altri gruppi presenti in tutto il mondo ma che non vediamo finché non gridano ora basta al disprezzo e si sollevano e allora sì li vediamo e li sentiamo e li conosciamo.
Ed allora noi vediamo che tutti questi gruppi di persone stanno lottando contro il neoliberismo, cioè contro il piano della globalizzazione capitalista e stanno lottando per l’umanità.
Ci stupisce molto vedere la stupidità dei neoliberisti che vogliono distruggere tutta l'umanità con le loro guerre ed i loro sfruttamenti, ma ci suscita anche grande contentezza vedere che dovunque nascono resistenze e ribellioni, come la nostra che è un po' piccola ma siamo qui. E vediamo tutto questo in tutto mondo ed il nostro cuore sa che non siamo soli.
IV. - COME VEDIAMO IL NOSTRO PAESE CHE È IL MESSICO
Ora vi parliamo di come vediamo quello che sta succedendo nel nostro Messico. Bene, perché quello che vediamo è che il nostro paese è governato dai neoliberisti. Ossia che, come già abbiamo spiegato, i governanti che abbiamo stanno distruggendo la nostra Nazione, la nostra Patria messicana. Il loro lavoro, di questi cattivi governanti, non è agire per il benessere del popolo, ma solo occuparsi del benessere dei capitalisti. Per esempio, fanno leggi come quelle del Trattato di Libero Commercio, che gettano nella miseria molti messicani, tanto i contadini come i piccoli produttori, che vengono “divorati” dalle grandi imprese agroindustriali; così come gli operai ed i piccoli impresari perché non possono competere con le grandi transnazionali che si installano senza che nessuno dica loro niente e con tante grazie, e applicano bassi salari e prezzi alti. Così, come si dice, alcune delle basi economiche del nostro Messico, che erano la campagna e l'industria ed il commercio nazionali, sono distrutte e ne restano solo pochi rottami che di sicuro saranno venduti.
E queste sono delle grandi disgrazie per la nostra Patria. Perché nella campagna oramai non si producono alimenti, ma solo quello che vendono i grandi capitalisti e le terre buone sono rubate con la complicità e con l'appoggio dei politici. Nelle campagne sta succedendo lo stesso come ai tempi del Porfirismo, solo che, invece dei latifondisti, ora sono alcune imprese straniere quelle che fregano per bene il contadino. E dove prima c’erano crediti e prezzi protetti, adesso ci sono solo elemosine, .. e a volte neanche queste.
Per il lavoratore della città, invece, le fabbriche chiudono e si resta senza lavoro, o si aprono quelle che si chiamano maquiladoras che sono di proprietà degli stranieri e che pagano una miseria per molte ore di lavoro. Quindi, non importa il prezzo dei prodotti di cui ha bisogno il popolo perché, che sia caro o a buon mercato, non c'è stipendio. E se qualcuno lavorava in una piccola o media impresa, adesso non lavora più, perché è chiusa e l’ha comprata una grande transnazionale. E se qualcuno aveva un piccolo commercio, è sparito pure questo oppure si è messo a lavorare clandestinamente per le grandi imprese che sfruttano all’inverosimile e fanno lavorare perfino i bambini e le bambine. E se prima il lavoratore si rivolgeva al suo sindacato per chiedere legalmente i suoi diritti, adesso non più, perché lo stesso sindacato gli dice che deve accettare che gli abbassino il salario o la giornata di lavoro o che gli tolgano i servizi, perché se no l'impresa chiude e se ne va in un altro paese. E poi c’è quella cosa del “microcommercio”, quasi il programma economico del governo perché tutti i lavoratori della città si mettano a vendere gomme da masticare o schede telefoniche agli angoli delle strade. E la pura distruzione economica anche nelle città.
Quello che accade è che l'economia del paese è compromessa tanto in campagna come in città, perché molti messicani e messicane devono lasciare la loro Patria, la terra messicana, ed andare a cercarsi il lavoro in un altro paese, gli Stati Uniti, e lì non li trattano bene ma li sfruttano, li perseguitano, li disprezzano e perfino li ammazzano. Allora nel neoliberismo che c'impongono i malgoverni non è migliorata l'economia, al contrario, la campagna è piena di necessità e nelle città non c'è lavoro. Il Messico sta diventando un paese dove prima nascono e vivono, e poi muoiono, quelli che lavorano per la ricchezza degli stranieri, in particolare dei gringos ricchi. Per questo diciamo che il Messico è dominato dagli Stati Uniti.
Bene, ma non succede solo questo, perché il neoliberismo ha cambiato anche la classe politica del Messico, cioè i politici, perché li ha fatti diventare come dei commessi di bottega che devono fare tutto il possibile per vendere tutto e a buon mercato. Avete visto che hanno già cambiato le leggi per cancellare l'articolo 27 della Costituzione per vendere le terre ejidali e comunali. Quello fu Salinas de Gortari, e lui e le sue bande dissero che era per il bene della campagna e del contadino che così prosperava e viveva meglio. Ma è stato così? La campagna messicana sta peggio che mai ed i contadini sono più a terra che ai tempi di Porfirio Díaz. Ed hanno detto anche che privatizzeranno, cioè che venderanno agli stranieri le imprese dello Stato che servivano al benessere del popolo. Dato che non funzionano bene e si devono modernizzare, è meglio venderle. Ma, invece di migliorare, i diritti sociali conquistati nella rivoluzione del 1910 ora fanno pena... e rabbia. Ed hanno detto pure che bisogna aprire le frontiere per far entrare tutto il capitale straniero, che così si incoraggeranno gli impresari messicani a fare meglio le cose. Ma ora vediamo che non ci sono neanche più imprese nazionali, se le sono mangiate tutte gli stranieri, e quello che vendono è peggio di ciò che si faceva in Messico.
I politici messicani adesso vogliono vendere anche la PEMEX, il petrolio dei messicani, e l'unica differenza è che alcuni dicono che si vende tutto ed altri dicono che se ne vende solo una parte. E vogliono anche privatizzare la previdenza sociale e l'elettricità e l'acqua ed i boschi e tutto, fino a che non rimarrà più niente del Messico ed il nostro paese sarà solo un terreno vuoto o un parco divertimenti dei ricchi di tutto il mondo e noi messicani e messicane saremo i loro domestici, attenti a servirli, vivendo male, senza radici, senza cultura, senza Patria insomma.
I neoliberisti vogliono uccidere il Messico, la nostra patria messicana. Ed i partiti politici elettorali non solo non difendono, ma sono i primi di tutti a mettersi al servizio degli stranieri, principalmente degli Stati Uniti, e sono incaricati di ingannarci, di farci guardare dall’altra parte mentre loro vendono tutto e si prendono i profitti. Tutti i partiti politici elettorali che ci sono adesso, non solo alcuni. Pensate se hanno fatto qualcosa di buono e vedrete che sono solo furti ed inganni. I politici hanno sempre le loro belle case e le loro belle automobili ed i loro lussi. E poi vogliono anche che li ringraziamo e che votiamo un'altra volta per loro. Veramente, come si dice, non hanno il minimo di decenza. E non l’hanno perché davvero non hanno Patria, hanno solo conti in banca.
E vediamo anche crescere il narcotraffico ed i crimini. A volte pensiamo che i criminali sono come quelli rappresentati nelle ballate o nei film, e forse alcuni sono così, ma non lo sono i capi. I capi sono ben vestiti, hanno studiato all'estero, sono eleganti, non si nascondono ma mangiano nei migliori ristoranti ed appaiono sui giornali belli e ben vestiti alle loro feste, cioè, come si dice, sono “gente per bene” ed alcuni sono perfino governanti, deputati, senatori, segretari di stato, prosperi impresari, capi di polizia, generali.
Stiamo dicendo che la politica non serve? No, quello che vogliamo dire è che QUELLA politica non serve. E non serve perché non tiene conto del popolo, non lo ascolta, non gli fa caso, gli si avvicina solo quando ci sono le elezioni e non vogliono neanche più i voti, gli bastano ormai le inchieste per stabilire chi vincerà. E promettono che faranno questo e quest’altro, ma poi, non li vedi più salvo che non esca la notizia che si sono rubati il denaro ma non ne subiranno le conseguenze perché la legge, che loro stessi politici hanno fatto, li protegge.
Questo è un altro problema, la Costituzione è stata oramai tutta rimaneggiata e cambiata. Non è più quella che conteneva i diritti e le libertà del popolo lavoratore, ora ci sono i diritti e le libertà dei neoliberisti per i loro grandi profitti. Ed i giudici sono lì per servire questi neoliberisti, perché si esprimono sempre a loro favore, mentre a quelli che non sono ricchi toccano le ingiustizie, le prigioni, i cimiteri.
Anche in tutto questo disordine che stanno facendo i neoliberisti, ci sono messicani e messicane che si organizzano e fanno lotte di resistenza.
E così sappiamo che ci sono indigeni, che vivono in terre lontane dal Chiapas, che costruiscono la loro autonomia e difendono la loro cultura e curano la terra, i boschi, l'acqua.
E ci sono lavoratori della campagna, contadini, che si organizzano e fanno le loro marce e mobilitazioni per esigere crediti ed appoggi per l’agricoltura.
E ci sono lavoratori della città che non permettono che tolgano loro i diritti o che privatizzino il loro lavoro, ma protestano e manifestano affinché non tolgano loro quel poco che hanno ed affinché non tolgano al paese quello che è suo, come l'elettricità, il petrolio, la previdenza sociale, l'educazione.
E ci sono studenti che non permettono che si privatizzi l'educazione e lottano perché sia gratuita e popolare e scientifica, cioè che non si debba pagare perché tutte le persone possano imparare, e perché nelle scuole non s’insegnino cavolate.
E ci sono donne che non permettono che le trattino come oggetti o che le umilino e disprezzino solo perché sono donne, ma si organizzano e lottano per il rispetto che meritano come donne.
E ci sono giovani che non accettano di essere abbrutiti dalle droghe o che sono perseguitati per il loro modo di essere, ma diventano coscienti con la loro musica e la loro cultura, insomma con la loro ribellione.
E ci sono omosessuali, lesbiche, transessuali e molti modi, che non accettano che si burlino di loro, che li disprezzino, li maltrattino e perfino li ammazzino perché hanno un altro modo che è diverso e li trattano da anormali o delinquenti, e quindi si organizzano per difendere il loro diritto alla diversità.
E ci sono sacerdoti e suore e quelli che si chiamano secolari, che non stanno con i ricchi né con i rassegnati alla preghiera, ma si organizzano per accompagnare le lotte del paese.
E ci sono quelli che si chiamano attivisti sociali che sono uomini e donne che hanno passato tutta la loro vita a lottare per il popolo sfruttato e sono gli stessi che hanno partecipato ai grandi scioperi ed alle azioni operaie, alle grandi mobilitazioni cittadine, nei grandi movimenti contadini e che hanno subito le grandi repressioni, e tutti, anche se alcuni hanno già una certa età, proseguono senza arrendersi e vanno da una parte all’altra cercando la lotta, cercando l'organizzazione, cercando la giustizia, e si fanno organizzazioni di sinistra, organizzazioni non governative, organizzazioni dei diritti umani, organizzazioni di difesa dei prigionieri politici e di verità sui desaparecidos, pubblicazioni di sinistra, organizzazioni di insegnanti o di studenti, cioè lotta sociale e perfino organizzazioni politico-militari, e semplicemente non se ne stanno tranquilli e sanno molto perché hanno visto molto e sentito e vissuto e lottato.
E così, in generale, noi vediamo che nel nostro paese che si chiama Messico, c'è molta gente che non lascia perdere, che non si arrende, che non si vende. Cioè che è degna. E questo ci dà molta gioia ed allegria perché con tutta questa gente i neoliberisti non vinceranno tanto facilmente e forse si riuscirà a salvare la nostra Patria dai grandi furti e dalle distruzioni che compiono. E pensiamo che forse il nostro "noi" potrebbe includere tutte queste ribellioni...
(Continua...)
Dalle montagne del Sudest Messicano Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno-Comando Generale dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale Messico, nel sesto mese dell'anno 2005
(traduzione del Comitato Chiapas di Torino)
|