Vecchio articolo che dimostra cosa si cela dietro al sedicente sigla dell' International Solidariety Moviment, formato da "pacifisti" filopalestinesi.
La polizia britannica ha arrestato sei persone in relazione all'attentato terrorista della scorsa settimana al Mike's Place di Tel Aviv realizzato da due terroristi di cittadinanza britannica (Asif Mohammed Hanif e Omar Khan Sharif, il primo morto suicida nell'esplosione, l'altro fuggito e tuttora ricercato). I due probabilmente erano entrati nella striscia di Gaza e in Israele sotto la copertura di gruppi di "pacifisti" stranieri filo-palestinesi affiliati all'International Solidarity Movement (ISM), e avevano anche presenziato a una cerimonia in memoria di Rachel Corrie (l'attivista filo-palestinese rimasta uccisa lo scorso 16 marzo nella parte sud della striscia di Gaza quando e' scivolata davanti a un bulldozer in manovra delle Forze di Difesa israeliane, rimanendo colpita dai detriti). Gia' alla fine dello scorso mese di marzo, durante un'operazione anti-terrorismo condotta dalle Forze di Difesa israeliane, negli uffici dell'International Solidarity Movement a Jenin era stato trovato e arrestato un importante membro del gruppo fondamentalista terrorista palestinese Jihad Islamica. Il terrorista, responsabile di vari attentati terroristici anti-israeliani sventati in tempo dalle forze di sicurezza, era ospitato e nascosto negli uffici del movimento "pacifista" filo-palestinese. Fino all'ultimo due donne affiliate al movimento, una britannica e una canadese, avevano tentato di nascondere il terrorista ricercato e armato, per sottrarlo all'arresto. In questo quadro si va ora ad aggiungere la morte di James Miller, il fotoreporter freelance britannico di 35 anni mortalmente ferito venerdi' scorso durante uno scontro a fuoco fra soldati israeliani e terroristi palestinesi mentre, senza accredito-stampa, faceva riprese nella zona di Rafah (striscia di Gaza meridionale) per un documentario sui bambini palestinesi. Miller molto probabilmente e' stato colpito alla schiena da terroristi palestinesi. Tutti questi fatti danno fondamento al timore di Israele che i cosiddetti "pacifisti" internazionali vengano sempre piu' spesso usati, piu' o meno consapevolmente, come "scudi umani" dai terroristi palestinesi per coprire le loro attivita' omicide. Per questo il governo israeliano sta considerano la possibilita' di impedire l'ingresso nel paese e nei territori dei cosiddetti "pacifisti" filo-palestinesi. Il provvedimento si renderebbe ancora piu' necessario alla luce delle notizie che giungono dalla Gran Bretagna. Sabato Scotland Yard ha reso noto l'arresto in Inghilterra di sei persone (tre uomini e tre donne) in relazione alle indagini sul recente attentato a Tel Aviv. Domenica il Sunday Times riferisce che un importante esponente estremista islamico in Gran Bretagna, Hassan Butt, sostiene che si sono gia' cinquanta musulmani britannici pronti a fare attentati suicidi in Israele. "Hanno tra i 17 e i 40 anni - ha detto Butt - e mi contattano per questo scopo. Almeno venti di loro sono molto convinti. Per lo piu' si tratta di persone che vivono in Gran Bretagna e le cui famiglie hanno origini in Pakistan, India e Bangladesh. Aspettano solo l'occasione buona. Non sono cose che si fanno individualmente, ci vuole organizzazione. Bisogna selezionarli ed esaminarli. Ma credetemi - conclude Butt - al momento giusto verranno usati tutti".
(israele.net, 4.05.03 - dalla stampa israeliana)
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