IN MARCIA VERSO VENAUS
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Dalle prime settimane di giugno ci confronteremo concretamente con l’insediamento del cantiere di Venaus. Esso è il primo vero sondaggio geognostico in Valle. Stiamo parlando di una vallata, il pezzo della Val Cenischia, largo 700 metri, il tunnel di scavo dovrebbe essere largo sei metri e lungo tra i 7 e i 9 km. Un buco di sondaggio mai visto in Italia. Esso si dovrebbe sviluppare nell’ex cantiere dell’AEM già presente da anni e visibile dalla provinciale. Ci sono stati molti ricorsi in merito ma mai né il governo né la corte costituzionale hanno trovato giuste le opposizioni legali formulate. Il suddetto cantiere è sotto vigilanza della magistratura che di recente ha indagato il vice-ministro Ugo Martinat, noto picchiatore fascista degli anni 60 e 70 a Torino, per aver pilotato gli appalti e per essersi fatto girare mazzette da aziende per partecipare al bando di gara, trasformandole in donazioni ad Alleanza Nazionale. Il lavoro è assegnato ad un general contractor, cioè un ‘azienda che fa da kapò rispetto alle altre che sub appalteranno, come la CMC, Cooperativa Muratori e Cementisti, coop ( ma nella realtà spa) dell’emilia dei Ds che annovera come vicepresidente Bersani ex ministro dei lavori pubblici nell’ultimo governo del centro sinistra. La suddetta è una sorta di piovra delle costruzioni, ogni lavoro con margini di guadagni elevati è suo o rientra nei consorzi di cui fa parte. Nel Mugello in Toscana, dove la linea ad alta velocità è in costruzione dagli anni 80 è indagata per disastro ambientale e corruzione, visto che sono stati trovati un po’ di libretti di assegni al portatore qua e là nella sede di una sua consociata e le falde acquifere del mugello sono state contaminate. Questa banda del buco è coinvolta grazie alla legge obbiettivo di Berlusconi e Lunardi in tutte le grandi opere del cavaliere, dal ponte di Messina, alla Torino Lione, dalle olimpiadi del 2006 di Torino, alla Salerno-Reggio Calabria. COME POSSIAMO FERMARLO Pensiamo possibile fermare il primo insediamento del Tav in Valle bloccandogli gli accessi. Dalla fine della manifestazione partirà un presidio permanente nella zona dove dovrebbe sorgere il cantiere. Il nostro camper, tende e gazebo occuperanno l’area sottoposta a esprorio da parte di LTF, concessa in uso al movimento dai proprietari dei terreni, per farne un punto di vigilanza popolare e informazione. A turno, con l’aiuto di tutti/e ci alterneremo per rendere duraturo ed effettivo il presidio per non farci trovare impreparati. Non possiamo permettere che un mezzo o un uomo del Tav si insedi a Venaus , c’è bisogno di essere presenti sul posto quotidianamente per poter, qualora si manifestasse il caso, chiamare tutti a raccolta e partire con la mobilitazione. Dobbiamo essere consapevoli della sfida che abbiamo davanti: se riusciremo a bloccare la partenza del cantiere di Venaus avremo messo una bella ipoteca al progetto complessivo della Torino- Lione. Lo pensiamo veramene perché se la Francia non era convintissima dell’opera (cioè al dover sborsare i soldi per farla), dopo il no alla Costituzione Europea i rapporti tra con Bruxelles che dovrebbe sborsare il 10% dell’opera si faranno più difficli. Il versante italiano non è che sta meglio: i soldi pubblici per un’opera del genere non ci sono, i provati che dovrebbero finanziarla nemmeno, le grandi opere di Berlusconi e Lunardi sono tutte ferme. I governi di turno hanno sempre probabilmente ragionato dicendo:”partiamo poi gli altri si convinceranno e andremo avanti”. Se noi riusciamo a non farla partire il gioco è quasi fatto; non è impossibile basta essere decisi a volerlo. I SONDAGGI DI BRUZOLO, BORGONE E CHIANOCCO E in questo verso che dobbiamo vedere i sondaggi annunciati nei tre paesi della Valle: LTF preme per partire per dimostrare che i lavori iniziano (anche se non è vero) cosicchè potrà cantare vittoria e procedere alla ricerca di nuovi capitali da investire. Se questa ipotesi diventasse concreta prima di Venaus ci sposteremo sui terreni indicati per i sondaggi e lì inizieremo la resistenza. Mai come oggi possiamo decidere da noi il nostro futuro dimostrando di cosa sia capace un popolo, una comunità che lotta, gente comune che si unisce per difendere la sua vita, la sua terra, il suo domani.
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