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Il caso Zanon
by IMC Italy Sunday, Oct. 20, 2002 at 4:30 PM mail:

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Il primo Ottobre la Zanon ricorda un anno di occupazione, ricorda il lungo percorso di lotte che hanno portato a questo punto, all'occupazione e alla produzione bajo control obrero, all'ingresso di nuovi lavoratori provenienti dalle fila del Movimento dei Lavoratori Disoccupati. A un anno dall'occupazione la Zanon continua la sua lotta, esigendo la statalizzazione dell'impresa a controllo operaio, proponendo un piano di lavoro con al centro una politica sociale di opere pubbliche, gia' cominciata con la pavimentazione di un ospedale di Neuquen. A un anno dall'occupazione la lotta della Zanon e' piu' concreta che mai. Concreta come i crumiri guidati da Montes, concreta come i bambini mercerari assoldati dal vecchio Zanon che proprio il primo di ottobre si sono installati dall'altra parte della strada, di fronte alla fabbrica che rappresenta il trionfo di tutto questo movimento di occupazione, e di reazione forte a uno stato capitalista e affamatore, che chiude impianti e licenzia lavoratori. Una provocazione inaccettabile, una prova in piu' della forza di questa lotta, della forza di quest'esperienza. La Zanon resiste, reagisce col supporto attivo dei movimenti che da sempre la accompagnano, resiste con l'appoggio della citta'e degli studenti, delle altre fabbriche, dei media indipendenti. Resiste e si fa forte con la voce delle Madri, con la voce di Hebe de Bonafini. E con tutto quello che queste voci si portano dietro: una lotta che non ha mai smesso di essere, una voce che non ha mai smesso di gridare, che non ha mai permesso il silenzio e la dimenticanza. Sono passati dei giorni dal primo di ottobre e la rabbia per l'ennesimo attacco del potere alla fabbrica si respira ancora nell'aria, si vede negli occhi degli e delle operaie della Zanon, si sente nelle parole di Hebe. Come si sente l'entusiasmo, la forza di questa lotta, il potere di una pianta enorme che produce sotto il controllo degli operai.
"Ho seguito dall'inizio il percorso politico, la lotta di questa fabbrica, ma arrivare qui, varcare quella porta e' una sensazione inimmaginabile..." dice Hebe. Apre il discorso Raul Godoy: "Questa fabbrica fu inaugurata nell'80, in piena dittatura. E come furono i mondiali, cosi'anche queste grandi inaugurazioni contribuirono a far sė che il silenzio sulle morti, sui sequestri, sulla desaparicion continuasse impunito.... Ed oggi, a un anno dall'occupazione dell'impianto, posso dire con gioia che la fabbrica e' inaugurata di nuovo, stavolta dalle Madri di Plaza de Mayo.... ed e' una fabbrica nuova, una fabbrica degli operai, e delle Madri...."
Hebe continua: "Questa e' la dimostrazione che la lotta dei nostri figli non e' stata vana... Voi rappresentate la continuazione di quella lotta, di quei 30.000 desaparecidos che sono i nostri figli... Anche loro amavano la vita, come voi. Volevano vivere. E amare la vita significa lottare, non per se stessi, ma anche per tutti gli altri... Perche' voi la fabbrica l'avete rimessa in produzione non solo per voi, ma per tutti quelli che non hanno mai smesso di lottare..." Continua Hebe, emozionandosi, facendo emozionare tutti e tutte quelli che la ascoltano: "Perche' se ci chiamano sovversivi, meglio. Se ci chiamano terroristi, meglio. Perche' noi siamo sovversivi, mentre i terroristi sono loro... Io non voglio morire per la rivoluzione, ma se sara' necessario moriro' felice, perche'il sangue dei nostri figli non e' caduto invano e voi qui, oggi, ne siete la dimostrazione."


intervista a Andres
Zanon fabbrica occupata a Neuquen, Patagonia Argentina
cronaca e foto dal corteo delle fabbriche occupate

Foto: un anno di autogestione alla Zanon
Foto: corte de ruta MTD per la Zanon
Foto: le madri di Hebe alla Zanon

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