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RIAA, la copia privata non è un diritto!
by Ledz Tuesday, Feb. 21, 2006 at 11:12 PM mail: stb@stb3.com

Come al solito Punto-Informatico sforna ogni giorno articoli interessanti ed esaustivi, proprio oggi ne pubblica uno sulla RIAA ed il diritto di copia che secondo l’ associazione è una loro concessione e non più un diritto, ovvero se io compro un cd potrei non avere il diritto di trasferire/copiare i brani regolarmente acquistati sul mio lettore mp3, una cazzata ovviamente!

Pago, pago e pago!

Come al solito Punto-Informatico sforna ogni giorno articoli interessanti ed esaustivi, proprio oggi ne pubblica uno sulla RIAA ed il diritto di copia che secondo l’ associazione è una loro concessione e non più un diritto, ovvero se io compro un cd potrei non avere il diritto di trasferire/copiare i brani regolarmente acquistati sul mio lettore mp3, una cazzata ovviamente!
Più tentano di reprimere noi e le nostre tecnologie e più mi vien voglia di non comprare cd originali, l’ idea di pagare( un prezzo che cmq è troppo elevato ed ingiusto) loro non mi va proprio giù, gente che si rifiuta di capire, gente che impedisce lo sviluppo, gente interessata solo ai propri profitti fottendosene se i prezzi dei loro prodotti salgono in modo inversamente proporzionali alla qualità.

Sono anni che si parla di p2p, legalità, diritti d’ autore e quant’ altro, ormai anche il mito che il p2p incida sulle vendite dei cd è stato da più parti sfatato ed ampiamente documentato, ma sino a che non vorranno capire e seguire la naturale evoluzione tecnologica si rimarrà sempre in un braccio di ferro a noi per forza di cose sfavorevole(alla fine è solo per soldi, se ne avessimo un decimo di quanti ne hanno loro non oserebbero nemmeno infastidirci).
Ci vogliono limitare solo perchè le cose stanno cambiando e non riescono a tenere il passo. L’ esempio che più eclatante è ITunes che festeggiando 1 miliardo di brani venduti ha dato un bello schiaffo a tutti quelli che l’hanno sempre ostacolato.

Voglio segnalare anche una vicenda che vede impegnata la SCF( Società Consortile dei Fonografici) e l’ associazione dentisti( incredibile vero? ) che si è vista minacciata prima e perseguita poi( per ora un solo studio dentistico è stato denunciato) per il semplice motivo che i dentisti italiani si rifiutano giustamente di pagare i diritti d’ autore per la musica trasmessa nelle loro sale d’ attesa e quindi priva di qualsiasi forma di lucro. Leggi l’ articolo su Punto-Informatico

La situazione che si delinea è tanto assurda quanto ingiusta, andando avanti così, grazie anche ai sistemi DRM(che decidono come cosa e dove sentire i contenuti) potremmo essere costretti ad ascoltare per esempio un brano solo sul dispositivo da dove è stato acquistato o magari acquistare due volte lo stesso brano perchè non sarà possibile fare copie per i nostri lettori portatili.

A volte le cose illegali sono anche le più giuste ed eque, e in molti se ne stanno rendendo conto, se da un lato le major e le associazioni cercano di frenare il fenomeno del p2p dall’ altro gli utenti non ci stanno a farsi calpestare e la crescita del p2p(eh si non è vero che è in diminuzione anzi) ne è la dimostrazione.
Gli artisti devono pur guadagnare e forse anche più di ora, il problema sono i produttori che tengono entrambi in una morsa che ormai sta andando sempre più stretta a tutte le parti interessate, ora anche molti artisti iniziano ad essere dubbiosi sulle tattiche repressive adottate dai loro produttori.
E’ ovvio che non basta una tassa( detta anche rapina) ingiustificata sui supporti, ma una vera e propria rivoluzione del mercato.

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