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[colombia] sulle prossime elezioni
by ror Friday, Mar. 10, 2006 at 1:58 PM mail:

Di fronte alle elezioni in Colombia.


Ormai si fanno sempre più vicine le elezioni politiche in colombia nelle quali si eleggerá il nuovo congresso in questa stessa domenica 12 marzo e il nuovo presidente a maggio.
Più si avvicina l’ora della tornata eletorale e più le ombre che pesano sulla politica di questa sedicente democrazia assumono tinte fosche e pericolose.
I rappesentanti politici del paramilitarismo e del narcotraffico sono i protagonisti di questa campagna e ne usciranno presumibilmente vincitori considerata la difficoltá, che si avvicina alla impraticabilitá, di forme di opposizione politica democratiche e partecipative.
Giá nel congresso uscente i portavoce dei gruppi paramilitari, gli squadroni della morte cui si attribuisce poco meno del 70% delle violazioni commesse contro i diritti umani, erano rappresentanti da circa un terzo dei congressisti secondo una mai smentita dichiarazione di un leader paramilitare.
Perchè tutto questo?
Come è possibile che in libere elezioni un popolo scelga di votare i propri carnefici?
Se analizziamo questo paradosso non possimo far altro che indagare quanto veri ne siano i presupposti.
Se è certo e assodato che i paramilitari sono da circa 20 anni i feroci aguzzini dei colombiani, e lo è, allora quella parte di umanitá mondiale che guarda con interesse le sorti di questo paese tragico ed eccezionale dovrá verificare quanto siano libere le elezioni in Colombia.
Durante le elezioni nelle quali vinse l’atuale presidente Alvaro Uribe Velez gli osservatori internazionali non registrarono brogli o situazioni tali da inficiare i risultati, e questo è piuttosto ragionevole.
Quale canditato utilizzerebbe mezzi di evidente coercizione fiia ed ideologica sotto l’occhio clinico delle più importanti agenzie internazionali preposte a queto genere di verifiche?
Quindi, più che al processo elettorale, dobbiamo necessariamente guardare alla agibilitá politica delle opposizioni durante i periodi che nulla hanno a che vedere con le urne e le campagne.
Una storia esemplare è rappresentata dal genoicidio politico che soffrì l’Union Patriotica, una formazione popolare nata dal processo di pace tra i gruppi insorti e il governo di Bogotá. Ebbene questo raggruppamento politico che a distanza di un paio di anni dalla sua nascita aveva raccolto la simpatia e l’appoggio di vasti settori della sinistra colombiana venne negli anni successivi stigmatizzato e sucessivamente massacrato al ritmo di un dirigente, parlamentare, sindaco, ammministratore locale o semplice militante ogni 16 ore fino a che in poco tempo non ne furono ucisi circa 4000.
Risultato: nessuna opposizione politica.
La situazione non è cambiata nel corso degli anni e la Colombia resta il paese dove essere sindacalista, giornalista, attivista politico è un suicidio sempre e quando non si decida di operare nella direzione della cancellazione della cruda realtá.
Le cifre parlano chiaro: negli ultimi anni sono stati assassinati migliaia di sindacalisti, tra agosto 2002 e giugno 2004 sono state assassinate 6148 persone per ragioni socio politiche, ancora una volta il 70% di esse per mano dei gruppi paramilitari e l’8% da agenti dello Stato.
Ma l’attuale presidente ciononostante nega l’esistenza di un conflitto armato nel paese, legalizza i gruppi paramilitari e coinvolge ogni giorno di più la societá civile nella guerra.
Uribe si ostina rifiutare l’evidente guerra che sconvolge questo fantastico paese da decenni, ovvero rifiuta di dichiarare lo stato di guerra in Colombia ma spende la maggior parte dell’erario dello stato per finanziarla. In più coinvolge i colombiani che sono sfuggiti alla tentazione di prendere le armi per combatre in uno dei gruppi armati che si fronteggiano paganoli per dare informazioni, armando civili in quello che definisce un esercito contadino. Non è guerra? Per il governo colombiano no e chinque affernmi il contrario lavora per i terroristi. Cos’i quelch tempo fa la vicepresidenza della repubblica ha fatto circolare un documento nel quale invita, o meglio esige, che nei progetti di cooperazione internazionale non si parli di zone umanitarie, di protezione dei civili dal conflitto, nè tantomeno di attori armati.
Nell’ultimo mese la presidenza della repubblica è arrivata al punto di scontrarsi direttamente con l’alto commissionato per i diriti umani delle nazioni unite che in un suo rapporto fa notare che i paramilitari che stanno traendo tanti benefici dal negoziato di pace con Uribe continuano tranquillamente ad agire e ad asassinare gli oppositori politici di questo che si può (e chiuinque abia a cuore un concetto veritiero di democrazia deve) chiamare regime
Certo, come avrebbe potuto la destra colombiana fare a meno dell’azione dei suoi alleati e creature paramilitari alla vigilia delle elezioni?
Nelñ frattempo gli omicidi aumentano, la povertá anche, con un terzo dei colombiani sotto la soglia dell’indigenza e due terzi all’interno della fascia di povertá.
Ma l’autore di tutto questo, il maggior alleato del paramilitarismo nel paese, si ricandiderà nuovamente (grazie ad una legge promossa ad hoc che glie lo consente) e attualmente è il favorito.
D’altronde voi, in questa situazione, fareste attivitá politica d’opposizione?

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