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NO TAV: Venti gli imputati: i vertici Sitaf e i dirigenti di Anas, Ltf e del ministero
by info venaus Tuesday, May. 02, 2006 at 12:16 PM mail:

da La Stampa del 29 aprile 2006: CHIUSA L’INCHIESTA TURBATIVA D’ASTA E ABUSO D’UFFICIO I REATI CONTESTATI DAI PM PER LA REALIZZAZIONE DI UN TUNNEL A VENAUS Venti gli imputati tra i quali i vertici Sitaf e i dirigenti di Anas, Ltf e del ministero Il viceministro di An accusato di aver favorito l’imprenditore Gavio


La prima delle inchieste «olimpiche» della procura è al bivio dell’avviso di conclusione delle indagini, inviato ieri a 20 imputati, notissimi (Martinat, Gavio) e noti (i vertici di Sitaf, dirigenti centrali del ministero per le Infrastrutture, di Ltf, dell’Anas e dell’Agenzia Torino 2006) che prefigura le intenzioni dei pm Cesare Parodi e Paolo Toso di chiederne il rinvio a giudizio per il reato di turbativa d’asta e in parte per abuso in atti d’ufficio, al termine dei venti giorni che ora hanno a disposizione i difensori per presentare memorie o sollecitare nuovi interrogatori dei propri assistiti. Prima sorpresa: fra gli imputati mancano Domenico Arcidiacono, direttore generale dell’Agenzia Torino 2006, premiato recentemente dal presidente della Repubblica, e Bruno Binasco, il braccio destro di Marcellino Gavio, l’imprenditore che controlla 1400 chilometri della rete autostradale italiana e gran parte di quella del Nord Ovest. Si ha così la conferma che i pm intendono chiedere per i due indagati eccellenti l’archiviazione delle accuse.
La procura contesta la turbativa d’asta nella prima gara d’appalto (poi annullata) per la realizzazione del cunicolo esplorativo di Venaus, in realtà una galleria di servizio a tutti gli effetti, lunga 10 chilometri, contro cui si è impennata la protesta anti-Tav dei mesi scorsi. I due pm, coordinati dal procuratore aggiunto Francesco Saluzzo, coinvolgono Ugo Martinat come «esponente di An con funzioni sostanziali di direzione e impulso delle attività del partito in Piemonte». In questo specifico caso il viceministro alle Infrastrutture del governo uscente è accusato di aver «invitato» Walter Benedetto, responsabile della Direzione costruzioni della Lyon Turin Ferroviarie (Ltf), a favorire Vincenzo Procopio nell’assegnazione dell’appalto in cordata con Metropolitana Milanese spa, di cui il dirigente Maria Rosaria Campitelli ricorre fra gli imputati. Procopio, onnipresente negli appalti autostradali e no, definito dai pm «legato da stretto rapporto personale con Martinat», avrebbe beneficiato secondo l’accusa della «collaborazione» di Benedetto nella «redazione della relazione tecnica da presentare con la domanda di partecipazione alla gara». E aiutato ad aggiudicarsela anche da Paolo Comastri (direttore generale di Ltf) e Giovanni Desiderio, uomo di An nel sistema bancario e nel comitato direttivo dell’Agenzia Torino 2006. Scenario dalla intercettazioni stoppate dal precedente Parlamento: quando Benedetto riferisce a Martinat della grana giudiziaria con le imprese impegnate nel «cantiere di Modane» e lo informa che hanno per consulente la Rocksoil della famiglia Lunardi, il viceministro di Lunardi commenta «Uh, cacchio». Poi: «Vabbè, pazienza, nella vita non si vince sempre». Martinat ricorre in altri 3 capi di imputazione: 2 per turbativa d’asta (le «varianti» di Cossato Valle Mosso e Pinerolo) e nel terzo (la bretella di Avigliana) per concorso in abuso in atti d’ufficio. In quest’ultima opera, finanziata con fondi olimpici e tuttora in corso di realizzazione, emerge il potere autostradale: Gavio, il suo socio storico Teresio Fantini, Giuseppe Cerutti e Gianni Luciani (rispettivamente presidente e amministratore delegato di Sitaf, concessionaria dell’autostrada del Fréjus), tutti coinvolti insieme con Mauro Coletta, dirigente centrale della Direzione autostrade e trafori dell’Anas, e Elio Perotto, direttore tecnico dell’Agenzia Torino 2006.
Una novità quasi assoluta è la contestazione di turbativa d’asta a Michele Colistro (dirigente del ministero per le Infrastrutture) in concorso con la moglie per essere titolari (lui occulto) di Gesit srl che ha ottenuto con altre imprese la progettazione della variante di Avigliana e del raccordo Ponte Gassino, ma pure della variante di Tortona. Solo per quest’ultimo appalto sono ballati lavori per 23 milioni di euro (la Gesit di Colistro non avrebbe dovuto nemmeno partecipare). Il totale è imponente: supera abbondantemente 180 milioni di euro del 2003-2004. Un business che, se le accuse verranno provate, avrebbe sedimentato alleanze e maneggi fra un politico di spicco, manager pubblici di nomina politica e imprenditori.

nota: a dicembre era stato richiesta l'autorizzazione all'utilizzo delle intercettazioni contro il viceministro. L'autorizzazione è stata negata ma le bobine non sono ancora state distrutte come la legge prevede perchè su questa questione pende un ricorso alla corte costituzionale presentato dal gup Perelli.
Ieri sul giornale (non ricordo se proprio sulla stampa o su Torino cronaca era scritto che comunque si può procedere anche senza quelle registrazioni telefoniche.

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