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Assemblea per la costruzione di uno spezzone di movimento/no-vat per il Pride di Torino
by facciamobreccia torino Tuesday, Jun. 06, 2006 at 12:12 PM mail:

Mi citeran di monito a chi crede sia bello giocherellare a palla con il proprio cervello cercando di lanciarlo oltre il confine stabilito che qualcuno ha tracciato ai bordi dell’infinito Fabrizio De Andrè, (Cantico dei drogati)

Giovedi' 8 giugno, ore 20.30 presso via della Basilica 5, Torino
(citofonare circolo GLBT Maurice)

Assemblea per la costruzione di uno spezzone di movimento/no-vat per il
Pride nazionale che si svolgera' a Torino il 17 giugno 2006

Per informazioni torino@facciamobreccia.org / tel. 011.5211116






UN PRIDE queer!!

Mi citeran di monito a chi crede sia bello
giocherellare a palla con il proprio cervello
cercando di lanciarlo oltre il confine stabilito
che qualcuno ha tracciato ai bordi dell’infinito
Fabrizio De Andrè, (Cantico dei drogati)

IL PRIDE GLBTQ

Il 17 giugno si terrà a Torino il Pride (nazionale) gay, lesbico, bisex,transgender, queer (glbtq), che nasce in ricordo della ribellione, ai continui soprusi della polizia, allo Stonewall Inn di New York ritrovo gay lesbico e trans*. La rivolta partì la notte del 28 giugno del ’69 e durò anche i giorni a seguire, coinvolgendo inoltre diversi abitanti del Greenwich Village, uno dei quartieri più alternativi della città.


Con il passare degli anni il Pride è diventato per il movimento glbtq il momento principe delle rivendicazioni politiche, ma anche, per molti/e, l'occasione di "uscire fuori", di affrontare personalmente la sfida della visibilità, spesso al di la' delle appartenenze politiche ed ideologiche.


Sempre di più, infatti, questo evento riguarda sia le persone glbtq, sia chiunque - si spera, a partire da se stesso/a, mettendosi in gioco - si schieri dalla parte di una sessualità più libera e consapevole, anche attraverso modalità gioiose, ironiche e colorate. In questo senso il Pride è insieme un momento di festa, di lotta politica all’omofobia/transfobia (fuori e dentro di sé) e di critica verso una morale ipocrita che vuole relegare le sessualità nella sfera del "privato".




FACCIAMO BRECCIA

La trasversalita' che caratterizza il Pride (e dunque anche quello torinese) ci ha portato a sentire la necessita' di creare uno spezzone di movimento/no-vat in grado di esprimersi con contenuti e modalita' differenti.


A distanza di quasi quarant’anni dagli eventi dello Stonewall, e nonostante la strada fin qui fatta, assistiamo, specie in Italia, al tentativo politico-religioso di recuperare o rafforzare il controllo sui corpi e sui desideri.


Facciamo Breccia (FB) è una mobilitazione nazionale e cittadina che si pone come punto di collegamento e stimolo per le diverse soggettività che oggi sono sotto il tiro delle gerarchie vaticane e di quella parte di ceto politico ubbidiente e societa' civile silenziosa nei confronti di Ratzinger e Ruini: le donne, di cui si mettono in discussione i diritti acquisiti in anni di lotte (aborto, contraccezione, ...); i gay e le lesbiche, ai/alle quali si rifiuta il riconoscimento di pari dignità sociale; le persone transgender, che quotidianamente vivono la discriminazione e il rifiuto. A partire da queste lotte, FB intende collegarsi - attraverso una rete di relazioni sociali e politiche - alle diverse realta' che si muovono per il diritto all’autodeterminazione e la laicità.


L'obiettivo a breve termine - per il 17 giugno - è dunque quello di costruire una mobilitazione centrata sui temi della sessualità che funga inoltre, a lungo termine, come un mezzo per istituire un dialogo continuo e una riflessione cittadina sulle tematiche della sessualità, della laicità e dell’autodeterminazione.


FB assume nei confronti dell’atteggiamento esclusivamente rivendicativo - prevalente oggi nel movimento glbtq - un atteggiamento critico, che sottolinea i limiti di una concezione “integrazionista” e “rassicurante” delle differenze sessuali. L'esclusivo orientamento alle “istituzioni” politiche/partitiche rischia di trascurare la ricchezza di saperi e di pratiche “personali” e politiche prodotte dai soggetti glbtq. Uno degli scopi di FB e' sostenere, seppure criticamente, alcune rivendicazioni portate avanti a livello nazionale come ad esempio l'abolizione del concordato e dei privilegi vaticani, l'abolizione della legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita, il superamento delle discriminazioni sociali delle persone glbt anche attraverso interventi normativi, la difesa del diritto di aborto libero da ogni riferimento ad una necessaria espiazione di presunte colpe attraverso il dolore, la modifica dell'applicazione della legge sul cambio di sesso, il superamento del modello di famiglia eterosessuale cattolica, l'approvazione di unioni civili senza mediazioni istituzional-cattoliche.


FB consapevole della differenziazione dei bisogni e delle sofferenze che dietro essi spesso si celano, sostiene la rivendicazione dei PaCS. Siamo consapevoli del portato simbolico “destrutturante” che l’approvazione dei PaCS porta con sé, a dimostrazione del quale parlano chiaramente le ire vaticane, oramai pressoché quotidiane, ma siamo anche consapevoli della spinta normalizzante che una rivendicazione dei diritti di coppia porta con se', a fronte di una rivendicazione di diritti individuali.




ARGOMENTO: IL SESSO





Il sesso veicola ancora oggi una potenzialità “rivoluzionaria”: infatti sia le istituzioni più antiche come la Chiesa, sia quelle moderne come lo stato e il mercato capitalistico, tentano continuamente di sfruttarne le risorse, di contenerne le spinte "antisociali", in particolare quando è sesso che non riproduce affatto, oppure non riproduce "bene" (come nel caso della mescolanza "razziale", religiosa e culturale) o non perpetua modelli "tradizionali", come la paternità/maternità biologica. Il mercato infine, esercita una forte pressione alla standardizzazione dei comportamenti e alla mercificazione, anche sulle sessualità gay, lesbiche, bisex e transgender. E' molto triste che i soggetti un tempo esclusi trovino un simulacro di liberazione (anche sessuale) nella libertà di consumo.


Tuttavia, la “norma” eterosessuale, acquisita sin dall'infanzia attraverso la famiglia e poi assunta per scontata, ovvia e naturale, resta una via privilegiata e fondamentale per controllare la societa' e veicolare i messaggi sulla sessualità. La liberta' di scelte sessuali in generale e l'omosessualità sono, in questo senso, il "rovescio" di questo meccanismo, e per questo simboleggiano ciò che minaccia la continuità riproduttiva e patriarcale. La corporeità transessuale/transgender, inoltre, indica una soggettività destabilizzante e “scomoda”, perchè mette in crisi la separazione netta dei “sessi” e dei “generi", complice di tutte le semplificazioni binarie della realtà e della vita.



LA PROPOSTA

Le identità sessuali sono un fattore in movimento e mai rigido, sono un luogo di differenza, di fluidità di sperimentazione di sé. Per questo sono anche il luogo di una conflittualità, che parte dal rapporto di ognuno/a con se stesso/a, per farsi conflitto sociale e politico.


Pensiamo dunque che la messa in discussione radicale del concetto di “normalità sessuale” in quanto soggetti che pensano a modelli altri di vita, ad altre strutture socioeconomiche e politiche, possano trovare un accordo con i percorsi politici che rifiutano l'integrazione nella normalità dell'ordine costituito.


Per questo FB propone la costruzione di uno "spezzone di movimento", che sappia unire la radicalità della critica con la saggezza dell'ironia: in una parola, che sappia essere QUEER!

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