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Pillola del giorno dopo
by sista Sunday, Jun. 11, 2006 at 3:41 PM mail:

PILLOLA DEL GIORNO DOPO?... PRENDA UN TRENO E VADA IN FRANCIA

Pillola del giorno dopo? “Prenda un treno e vada in Francia…”

Ieri notte, venerdì 9 giugno, ci siamo rivolte al pronto soccorso di dieci ospedali di Roma e provincia per chiedere la pillola del giorno dopo, come succede a tante donne ogni sera.
Eravamo circa trenta donne di varie realtà autorganizzate di Roma (l’Assemblea femminista di via dei Volsci 22, il Csoa ex Snia Viscosa, il Collettivo femminista La mela di Eva, il Collettivo delle Ribellule) e ci siamo mobilitate a partire dall’esperienza che una nostra compagna ha avuto quella sera stessa al pronto soccorso maternità dell’ospedale San Giovanni. Alla semplice richiesta di una pillola del giorno dopo, la medica di turno ha opposto la sua obiezione di coscienza. La successiva richiesta di un’attestazione scritta del motivo del rifiuto ha determinato un’attesa e una trafila di due ore in cui la nostra compagna ha subito domande invadenti ai limiti della vessazione come stato civile, livello d’istruzione, posizione lavorativa, oltre alla richiesta del suo documento d’identità e di quello della sua accompagnatrice. Il tutto mentre nella stessa stanza un’altra donna, sopraggiunta nel frattempo, probabilmente stava per partorire.
A questo punto siamo state in altri 9 ospedali di Roma e provincia. Al Sandro Pertini ce l’hanno data dopo circa 2 ora e mezza di attesa, senza fare particolari problemi ma consigliandoci di non rivolgerci a un pronto soccorso dove, ci hanno detto, molti medici sono obiettori di coscienza. Anche al pronto soccorso ginecologico del Policlinico Umberto I ce l’hanno data senza problemi, ma lì la settimana scorsa una nostra amica era stata invitata a ritornare al cambio turno. Anche al San Camillo è stata ottenuta facilmente ma in tutti gli altri ospedali di Roma le cose non sono andate così bene. All’ospedale San Giacomo non si è superata l’accettazione perché appena richiesta la ricetta è stata citata una fantomatica circolare regionale che vieterebbe la prescrizione del farmaco nel pronto soccorso. Al Nuovo Regina Margherita, passata dopo insistenze l’accettazione, il medico di turno si è rifiutato di prescrivere la pillola adducendo come motivazione l’obiezione di coscienza, facendo affermazioni al limite della molestia del tipo “per essere sicuro che ha avuto un rapporto dovrei farle un prelievo vaginale” e aggiungendo “qua c’è il Vaticano e ci sono delle regole”, “fanno il comodo loro e poi vengono qua”, “se in Francia la danno prenda un treno e ci vada”. Al Santo Spirito, che presto ospiterà una tecnologicissima “ruota” per i bambini abbandonati, il rifiuto di prescrivere la pillola è stato netto anche dopo l’offerta di firmare una liberatoria che sollevasse la medica dalla responsabilità per eventuali effetti collaterali.
Ai Castelli invece le cose sono andate un po’ meglio: nonostante i rifiuti iniziali la ricetta è stata ottenuta al San Giuseppe di Marino, al San Sabastiano di Frascati, al San Giuseppe di Albano, grazie a quella determinazione che non è stata sufficiente sul territorio romano. I problemi sono poi sopraggiunti alla farmacia di Marino, dove ci è stato risposto, come spesso accade, che non ce l’avevano.
Il nostro obiettivo era capire i margini di manovra di una donna che al primo rifiuto insiste mostrandosi cosciente e sicura di sé e dei suoi diritti. Il risultato è: non ci sono margini di manovra se davanti hai un medico che non te la vuole dare.
Abbiamo trovato dottori fantasma che si sono rifiutati di dirci il loro nome, nella quasi totalità degli ospedali non ci hanno neanche registrate, anche noi utenti fantasma. Soprattutto non hanno mai accettato di mettere per iscritto il loro rifiuto. Nel caso più eclatante a questa richiesta è seguito un tentativo di visita ginecologica farsa e un’identificazione minuziosa con l’evidente obiettivo di intimidire la donna che osa chiedere a testa alta.
Abbiamo trovato medici sicuri di sé, evidentemente con le spalle coperte, che possono fare il bello e il cattivo tempo, che possono ignorarti o darti risposte ai limiti del ridicolo, del terrorismo psicologico o della violenza e questo perché sei una donna che osa chiedere o peggio sei anche, o sembri, straniera… dove abbiamo trovato muri, questi muri erano invalicabili e non c’è stata coscienza di sé o dei propri diritti da far valere.
Questa situazione deve finire! La pillola del giorno dopo è un farmaco legale, i pronto soccorso ospedalieri sono un servizio pubblico, l’obiezione di coscienza generalizzata e senza alternative per la donna è una realtà inaccettabile e illegittima che sopravvive nelle maglie di un vuoto o di una confusione legislativa e grazie all’indifferenza o connivenza del resto del personale sanitario e ospedaliero, ovviamente con le dovute ma rare eccezioni.
Vogliamo che sia garantito l’accesso a un farmaco che in tanti paesi europei si può richiedere semplicemente in farmacia senza ricetta medica. Invitiamo tutte le donne a partecipare a questa mobilitazione su una tematica che investe sia i bisogni concreti, sia il piano culturale e simbolico poiché sperimentiamo ogni giorno la colpevolizzazione della sessualità delle donne, ancor più se slegata dalla riproduzione.
Noi continueremo ad autorganizzarci a partire dai nostri bisogni e desideri e troveremo le forme per prenderci ciò che ci spetta.

Assemblea femminista di via dei Volsci 22
Gruppo di donne del Csoa ex Snia Viscosa
Collettivo femminista La mela di Eva
Collettivo delle Ribellule

Per contatti: portedifuga2006@yahoo.it

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