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Il popolo libanese ha diritto a difendersi !
by dfr Sunday, Jul. 16, 2006 at 2:45 PM mail:

Il popolo libanese ha diritto a difendersi !

Il popolo libanese ha il diritto di liberare il suo territorio e i suoi detenuti.

di Marie Nassif-Debs,
Beirut 13 luglio 2006

lebanonL’aggressione israeliana prosegue già da due giorni contro il Libano e il suo popolo, e si estende adesso alla maggior parte delle regioni sud del paese.
Oggi, giovedì, dal mattino presto Beirut e le sue periferie hanno subìto un bombardamento selvaggio che ha coinvolto le piste e i dintorni dell’AIB (Aeroporto Internazionale di Beirut) oltre a numerosi quartieri tra quelli situati nella periferia sud nei quali si trovano le stazioni secondarie di Al Manar, la televisione diretta dagli Hezbollah. Nello stesso tempo, i bombardamenti sono proseguiti contro tutte le città e i villaggi del Libano sud, seminando la morte tra la popolazione civile, tra cui bambini e intere famiglie,e la distruzione delle infrastrutture, delle abitazioni, delle macchine e dei luoghi di cultura.
Le regioni più lontane di Bekaa e del Nord (tra cui le aree degli aereoporti di Riak e Klaiaat) non sono sfuggite alle aggressioni dell’esercito israeliano che ha dispiegato, oltre ai suo cacciabombardieri e ai suoi elicotteri da combattimento, anche numerose navi da guerra all’interno delle acque territoriali libanesi, in un chiaro tentativo di imporre ai Libanesi un blocco pressocchè totale, mentre i riservisti – oltre seimila soldati sostenuti da un artiglieria pesante estremamente potente – si alineavano alla frontiera tra il Libano del Sud e il nord della Palestina occupata.

Nel momento in cui il numero delle vittime si avvicina ai cento e centinaia di feriti si ammassano negli ospedali del Sud e di Beirut, il presidente americano George W.Bush ci ha dato nuove perle del terrorismo verbale al quale ci ha abituati e che i suoi generali in Iraq non hanno mai mancato di praticare nei confronti della popolazione irachena. Nei fatti, Bush ha dato carta bianca al governo Olmert per i massacri perpetrati prima contro i palestinesi a Gaza, poi contro i Libanesi. Ha detto senza mezzi termini che è diritto di Israele difendersi e lottare « contro il terrorismo », perchè questa lotta è la prima parola d’ordine del ventunesimo secolo ; nello stesso tempo, ha negato al popolo libanese, e in particolare agli Hezbollah, qualsiasi diritto di liberare i propri detenuti dalle prigioni israeliane e di recuperare le fattorie di Chebaa, anche se sono passati sei anni dal preteso ritiro completo delle truppe israeliane dai territori libanesi occupati.
Questa posizione, appoggiata dal governo della Gran Bretagna, va nella direzione del nuovo tentativo dell’amministrazione americana di uscire dal pantano nel quale si incaglia sempre più in Iraq. Inoltre, fa parte del progetto israelo-americano che mira a dividere la regione in piccoli Stati confessionali ed etnici che giustificherebbero la presenza dello Stato di Israele e renderebbero indefinita la dominazione americana su una gran parte delle risorse di petrolio e gas del Golfo arabo o, piuttosto, che aiuterebbero l’amministrazione Bush ad estendere il suo dominio a tutti i campi petroliferi, visto che il prezzo di questa risorsa energetica può aiutare Bush a ringraziare quelle compagnie che lo hanno aiutato, in due riprese, a diventare presidente.

In questa guerra di sterminio portata avanti da Israele contro il popolo libanese, spiace constatare come l’Organizzazione delle Nazioni Unite abbia, una volta di più, abdicato al suo ruolo di leadership e si sia alleata agli Stati Uniti. E nello stesso modo spiace vedere come alcune forze politiche libanesi utilizzino oggi gli argomenti degli aggressori israeliani tentando di creare una frattura tra la Resistenza e il popolo, prendendo a pretesto ora il fatto che gli Hezbollah sono responsabili della nuova escalation, ora proclamando che è importante mettere fine all’aggresione attraverso la liberazione incondizionata edi prigionieri israeliani.

Queste forze dimenticano o sembrano dimenticare che la responsabilità è in tutto e per tutto del governo israeliano che, ben prima del 12 luglio, aveva esercitato pressioni sul Libano e sull’integrità del suo terrotorio. Per questo, basti fare qualche esempio : le violazioni frequenti dello spazio aereo e delle acqua territoriali, ma anche lo sconfinamento delle pattuglie israeliane al di fuori della « linea blu » delle frontiere internazionali e, soprattutto, la rete di spionaggio e di infiltrazioni scoperta un mese fa nel Libano del sud e che era alla base di numerosi omicidi e autobombe.

Il Partito Comunista Libanese, che ha l’onore di avere costituito, nel 1968 e nel 1982, il « Fronte di resistenza nazionale libanese » contro l’occupazione israeliana, vede con chiarezza l’importanza di consolidare l’unità del popolo libanese allo scopo di impedire agli aggressori, e a coloro che li appoggiano, qualsiasi possibilità, anche minima, di segnare un punto. Chiede alla forze di sinistra e progressiste a livello internazionale di agire con ogni mezzo e ad ogni livello per far pressione sui loro rispettivi governi e di spingerli ad imporre un cessate il fuoco incondizionato da parte di Israele e a [riconoscere] la responsabilità del governo Olmert nelle distruzioni e nelle morti in Libano.

Siamo sicuri che la volontà dei popoli trionferà

Marie NASSIF-DEBS
Beyrouth, le jeudi 13 juillet 2006

http://www.mondodisotto.it/fuocosuicedri/

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