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Noi-voi*tu-io di Doriana Goracci
by Camillo COPPOLA Tuesday, Aug. 08, 2006 at 5:25 AM mail: camillo.coppola@tin.it

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Noi-voi*tu-io di Doriana Goracci

http://bellaciao.org/it/article.php3?id_article=14460

Avverto lo schieramento di due parti: una diciamo governativa e legale, l'altra libertaria ed extraparlamentare. Da una parte oggi i delusi, dall'altra i "te l'avevo detto, oggi perchè rompi i coglioni?".

Di fatto le posizioni sono molto più ampie, proprio perchè la storia individuale è diversa, allora cerco di capire cosa ci ha accomunato e FORSE ci potrebbe accomunare. Credo davvero che nessuno di noi,che scrive quì sopra tantopiù non incollando "altri" ma esponendo ed esponendosi, si sia mai sentito "asservito" ad un partito, ma proprio per indole o vissuto, si sia identificato meglio in esperienze e modalità diverse.

Non mi è mai piaciuto mettere la parola conclusione a nessuna storia ed ergermi a depositaria di giustizia e verità, neanche a livello personale.Ma credo nelle capacità che l'altro ha di darmi ed io di trasmettere. A parole, a fatti, anche piccoli ed apparentemente
insignificanti.

Sicuramente è stato confortante scoprire che in centinaia di migliaia avevamo voglia di cambiare, di dire che la storia la facevamo noi e non il potere.Come altrettanto confortante sia stato per gruppi assai più piccoli evidenziare tutte le contraddizioni e far cadere le maschere e le ambiguità dei vari governi amici, che amici non sono e non lo saranno mai, e il dazio di questa partecipazione è stato diverso.

Non ci sono più bravi e più furbi in questa storia italiana dal dopoguerra in poi, abbiamo pagato tutti come sempre in prima persona,magari anche illudendo chi avevamo vicino, illusi noi in prima persona,di poter vivere e far vivere un governo di popolo, "in pace": è ovvio che mi ritrovo nella categoria di quelli che "hanno creduto" e non volevano accettare la banalità saggia del "sono tutti uguali".

Di fatto, tutt* noi siamo rimasti fuori per scelta e abbiamo agito e agitato da dentro.
Conosco compagn* che nel passato ma ancora oggi, sono convinti che è giusto lottare anche se in pochi da dentro un partito, oppure appoggiano via via un partito, uno schieramento governativo,un'associazione un gruppo riconosciuto...Alcuni di voi si dicono pronti
a ri-votare se questo dovesse servire, altri giurano che non lo rifaranno più, altri che non l'hanno fatto mai...

Di fatto non siamo più, noi per la maggior parte figli del dopoguerra,nel dopo-guerra appunto. Noi siamo tutti in guerra e ci chiedono di schierarci se vogliamo evitarla, se vogliamo che guerre lontane non coinvolgano anche noi.
La minaccia, il ricatto è costante.
Non è un caso che a Genova mi sentivo tra i pochi intorno ai '50, e mi sono scordata, in mezzo a folle di giovani, della mia età. Via via,siamo rimasti sempre più intorno ai '50...l'ultima assemblea autoconvocata a Roma ne era un esempio, rare le eccezioni .
Poi si assiste a disubbidienze, rivolte, ribellioni di giovani sempre più compattate e represse e sempre più rappresentate come violente e quindi punite, "ma quale antifascismo, disagio... questi sfasciano per il gusto di sfasciare perchè hanno le pance piene..."

Poche sere fa, subito dopo la strage di Cana, ho visto delle immagini al televisore, erano piazze europee dove spontaneamente erano affluiti coloro che non ce la facevano a stare "dentro", mostravano Londra,Parigi, Berlino, Madrid...
In Italia? ZERO. Frustrati ed impotenti tutti. Azzittiti fino al punto che il 27 luglio Roma, con corteo pro Libano e Palestina, è stata totalmente oscurata ed anche se fosse stato ampiamente pubblicizzato,quant* avrebbero sentito l'urgenza di mettersi fuori oltretutto con un caldo bestiale?Sarebbe stato totalmente inutile elencare i presenti,dati gli assenti non solo reali.

Stamattina ho ripercorso le cose da me scritte in un anno su questo sito. Mi sento cambiata, non sono delusa e non mi sento tradita, so di essere giudicata e tento sempre di spiegare le mie ragioni, ma sono anche molto stanca, al punto di chiedere a tutt* voi che fare, come partecipare, come incidere, se è giusto aspettare, ripensare, tacere,
comunicare. Mi chiedo come lottare, come mantenere il sorriso, come resistere, come denunciare, come convivere dentro e fuori la storia vissuta da noi e resa guerra dagli altri. E sono una volta ancora disarmata in questa richiesta, chiedo a tutt* voi di non mettere la
parola "conclusione" alla differenza ma comprenderla ed amarla, anche se fa paura, anche se può sembrare un tornare indietro piuttosto che andare avanti.

Le tragiche morti che si susseguono, non richieste, in questi giorni,la guerra beffarda agita silenziosamente e fragorosamente da sempre e sempre più incalzante,le speranze tradite... sono ulteriori steccati e confinamenti e lapidarie definizioni e schieramenti tra noi?

Vogliamo davvero continuare insieme , noi così uguali, noi così diversi?

doriana@inventati.org <doriana@inventati.org>

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