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c'era una volta Lindo Ferretti...
by piricus Sunday, Sep. 10, 2006 at 10:18 AM mail:

da il forum del mucchio, riportano un intervista fatta a
ferretti sul
quotidiano libero.


Dalla musica punk filosovietica a papa Ratzinger, storia di
un figlio
del Sessantotto che ha cambiato idea su (quasi) tutto. E
per settembre è
attesa la sua autobiografia REGGIO EMILIA Sulla scrivania
di Giovanni
Lindo Ferretti c'è un piccolo leggio di legno con un libro
antico, del
1813. è una raccolta di sermoni di Alfonso Maria De
Liguori, un
sacerdote del XIX secolo. Ferretti lo tiene aperto sulla
predica che condanna
l'ira: "Mi serve soprattutto quando penso alla politica.
Dopo aver visto
D'Alema a braccetto con l'hezbollah, per esempio, ho dovuto
leggerlo
avidamente". Giovanni Lindo Ferretti era la voce dei Cccp.
Il gruppo
filosovietico che sotto la sua guida ha portato in italia
la musica punk
"emilianizzandola" e "comunistizzandola" [con buona pace
dei Clash, n.d.
emi.] ("Voglio rifugiarmi sotto il Patto di Varsavia,
voglio un piano
quinquennale, la stabilità", recita un testo dei Cccp).
"Non rinnego i
miei errori" Oggi, abbandonati Repubblica e Il Manifesto, è
abbonato
all'Osservatore Romano. Vive nella casa di famiglia in un
paese che non
arriva a 100 anime, sull'Appennino emiliano a pochi
chilometri dalla
Toscana. Studia, canta, scrive. (A settembre Mondadori
pubblica il suo
autobiografico "Reduce"). E legge. Soprattutto Ratzinger:
"Credo di aver
letto tutto quello che ha pubblicato, tolti i testi più
"tecnici". Mi ero
stufato, qualche anno fa di leggerne su Repubblica tutto il
male
possibile. Sono andato in libreria e ho chiesto se questo
Ratzinger avesse
scritto qualcosa. Mi hanno indicato una pila di libri. Da
lì ho scoperto
un genio prima che diventasse Papa". E poi Simone Weil,
Hannah Arendt,
Don Giussani, Dante. A 53 anni Ferretti continua a "campare
di parole".
Vincendo la sua ritrosia per i giornalisti, a Libero
racconta un
pezzetto del suo cammino, che l'ha portato da "Spara Yuri"
agli inni alla
Madonna, rintracciati e rielaborati pescandoli dalle
tradizioni popolari
di mezza Italia. "Certo, sono cambiato, ma per me è stato
consequenziale. Sono stato educato da mia nonna e dai miei
genitori, da cattolico. Ma
sono stato anche figlio del Sessantotto e ho
volontariamente aderito al
comunismo, questa pestilenza dell'animo che si è rubata i
figli
migliori delle nostre famiglie. In un certo senso, sono
tornato a casa. Ma non
sopporto l'idea di essere anticomunista con lo stesso
livore stupido di
come sono stato ateo e bestemmiatore per anni. Voglio un
po' più di
dignità". La 'conversione' dell'uomo che cantava (e canta
ancora) "Emilia
Paranoica" non è improvvisa. Nessuna caduta da cavallo.
"Negli anni
novanta mi interessava moltissimo L'islam. Le tragedie
dell'Algeria e
della Jugoslavia mi hanno portato ad avvicinarmi a questo
mondo. Ma la
concezione della donna di quel mondo mi ha fatto capire che
non faceva per
me. Sono passato dal confucianesimo, dal buddismo. Ho
capito che per
anni avevo convissuto con pensieri insignificanti rispetto
alla
comprensione del mondo. Aveva ragione Wojtyla: anche per me
è stato un male
necessario. E qui ho riscoperto il cristianesimo". Semplice
come le
preghiere che gli aveva insegnato la nonna, affascinante
come il pensiero di
Ratzinger, che ha colpito Ferretti "per il richiamo che fa
all'esigenza
dell'attaccamento alla tradizione musicale. In chiesa sento
certi
canti...". I cliché del convertito, però, su Ferretti non
fanno presa. "Se
c'è da cantare "Fedeli alla linea" la canto. Non abiuro i
miei errori,
sarebbe troppo comodo. La mia storia è questa e chi mi
ascolta oggi la
conosce benissimo. Del resto, le cose non sono mai
scontate. Al tempo
dei Cccp un ragazzo, fan sfegatato, insiste per offrirmi un
caffè e mi
dice sottovoce di essere un missino. Uno choc! Ne ho
conosciuto un altro,
entrato in un convento monastico, che ha chiesto al suo
superiore di
portarsi in cella "Affinità e divergente tra il compagno
Togliatti e noi
(uno dei dischi più noti dei Cccp, ndr). Quando ho fatto
una canzone su
Sarajevo attaccando il pacifismo, c'è chi l'ha usata come
inno
pacifista. IO offro la sincerità del mio percorso, del
resto mi importa poco".
E i fan "traditi"? C'è già qualcuno che ha provveduto a
scomunicarlo,
quando l'estate scorsa ha fatto sapere di condividere la
posizione della
Cei sul referendum di bioetica. Altri lo accusano di
opportunismo. Lui
non se la prende, parla con rispetto degli ex compagni di
band ("Ma
oggi siamo su mondi diversi"). I Cccp sono diventati Csi
(Consorzio
Suonatori Indipendenti) dopo la caduta del Muro, poi Pgr
(Per Grazia
Ricevuta). Neocon e Dossetti a braccetto Oggi Ferretti
lavora soprattutto sulla
musica sperimentale e sacra. Tiene letture di Dante. È
probabilmente
l'unico neoconservatore dossettiano del panorama mondiale:
"il pensiero
neocon mi ha stupito e interessato. Si definiscono liberal
assaliti
dalla realtà o comunisti venuti dal freddo: e io mi ci
ritrovo benissimo.
Per mezzo mondo oggi "neocon2 è un insulto, così come lo è
"dossettiano"
per l'altra metà. Ma Dossetti qui da noi è stato un
baluardo dei
cattolici contro i comunisti per tanti anni. Per me è un
santo, un santo che
non capiva niente di politica". E la politica è la cosa che
fa più
arrabbiare Ferretti oggi. A un tiro di schioppo dal suo
paese c'è quello
dove Sandro Bondi fu sindaco del Pci. Oggi ce l'ha con la
sinistra, piena
di "comunisti stemperati" che "fanno i liberali ma non lo
sono". Per
lui votare centrodestra alle ultime elezioni è stata "una
rivoluzione"
che l'ha divertito parecchio. Entrando nella sua stanza c'è
una bandiera
di Israele attaccata a una trave. Venticinque anni o giù di
lì cantava
"Bombardieri su Beirut". I bombardieri adesso ci sono di
nuovo e lui
soffre per la "perdita di senso della realtà" dei
governanti italiani,
per D'Alema e per l'Onu. Mentre si accende e fuma una delle
50 sigarette
quotidiane (dopo che gli è stato asportato un cancro al
polmone)
Ferretti parla di dolore: "Nella mia vita l'ho conosciuto.
Sono stato operato
sette volte, ho avuto malattie gravi. Il nostro mondo ha
prima abolito
la morte, nascondendola ai bambini, confinandola più
lontano possibile,
abolendo le veglie, i funerali. Adesso cerca di abolire il
dolore: ma è
un atto di una violenza terribile, la stessa che portava il
comunismo a
voler costruire il paradiso in terra. Avvicinandosi
all'inferno". In
pellegrinaggio a cavallo Una delle canzoni più riuscite e
amate dei Cccp
è un inno nichilista, "Io sto bene": ""non studio non
lavoro non guardo
la TV / non vado al cinema non faccio sport". Ferretti ha
cambiato solo
le prime due cose (per esempio, non sa nulla della musica
leggera
contemporanea degli ultimi 10 anni) ma le ha cambiate del
tutto. Di sera va
a dar da mangiare e a strigliare i suoi quattro amatissimi
cavalli. Li
deve ferrare e tirare a lucido perchè questo weekend andrà
con gli
amici, in sella, in pellegrinaggio alla Madonna della
Guardia, sui colli
toscani. I vecchi del paese arriveranno in pullman.

Antonio Socci

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