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Manifestazione Antiproibizionista a Gorizia
by Rete Antiproibizionista FVG Thursday, Sep. 28, 2006 at 12:20 PM mail:

Il proibizionismo uccide, rovina le famiglie e serve a far fare carriera ai marescialli. Fermiamolo!

Manifestazione regionale antiproibizionista
Sabato 30 settembre 2006, ore 9.00 Stazione FS di Gorizia


Cosa succede a Gorizia e nell’Isontino?
In più di un anno e mezzo abbiamo assistito a oltre 60 perquisizioni, centinaia di denunce, decine di arresti, ragazzi sbattuti in comunità, genitori in ansia e giustamente preoccupati.
La nostra regione è sede di una centrale colombiana del narco-traffico? Oppure di una gigantesca associazione dedita allo spaccio internazionale? O forse la malavita ha deciso di coltivare le sue piantagioni di cannabis in Friuli piuttosto che in Albania?
Niente di tutto ciò. La “brillante” operazione “Cielo Aperto”, che sta rovinando la vita a numerose famiglie e persone, si è rivelata una gigantesca bolla di sapone. La quantità di stupefacente sequestrata è talmente ridicola rispetto alle forze messe in campo che non è sbagliato avanzare alcuni ragionevoli dubbi.
Sicuramente l’attuale Legge Fini-Giovanardi sulle droghe, oltre ad aver intasato le aule giudiziarie, ha dimostrato tutta la sua inutilità e pericolosità.
Il proibizionismo è fallito e oggi serve solo a uccidere e a rovinare le famiglie. Ma a qualcuno conviene ancora mantenere questo stato di cose.
Forse nei tribunali, nelle caserme e nelle questure del territorio molti stanno cercando di fare carriera a scapito di innocui cittadini. Forse una lobby delle comunità di recupero è riuscita a farsi alcuni amici influenti da queste parti. Forse ci sono alcune squadre di polizia e carabinieri, che non avendo altro da fare, spendono i soldi pubblici per andare a ficcanasare nei giardini dei cittadini alla ricerca di pericolosissime piante di Marijuana.
E’ arrivato il momento di dire Basta!
Non vogliamo più che giovani ragazzi che fumano qualche spinello vengano criminalizzati in questo modo. Tanto meno che finiscano in oscure comunità dove non si sa cosa succede all’interno. E che dire di chi, decidendo di sottrarsi al mercato dello spaccio e della malavita, coltiva una piantina, che cresce naturalmente dalla terra, e finisce sbattuto sul giornale al pari di spioni e affaristi senza scrupoli, loro sì veri attentatori della democrazia e del vivere civile?
Il dibattito sulle droghe deve principalmente basarsi su un approccio culturale e non militare.
E’ necessario riportare la discussione al di fuori delle aule dei Tribunali, è necessaria una battaglia culturale e non più una persecuzione repressiva.
Non vogliamo poliziotti nei parchi ma operatori sociali, non perquisizioni in casa di noi giovani ma nelle ville dei mafiosi, non posti di blocco lungo le strade ma perquisizioni negli uffici dei corrotti e dei truffatori.

Rete antiproibizionista del FVG

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