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La politica non è il palazzo
by Malabarba e H. Giuliani da Libeazione di oggi Thursday, Oct. 12, 2006 at 1:00 PM mail:

LA POLITICA NON E' IL PALAZZO
di Gigi Malabarba (editoriale Liberazione del 12/10/2006)

Haidi Giuliani mi ha fatto il regalo più grande, accettando l’avvicendamento con me al Senato. Non ce l’abbiamo fatta il 20 luglio, la data che insieme avevamo scelto, una data simbolica di quello che giustamente avevamo chiamato il nuovo movimento operaio. Ma con il voto di ieri possiamo essere certi che si rafforza anche nelle istituzioni la battaglia per ottenere verità e giustizia per Genova e per i mille casi di ordinaria repressione quotidiana.
Occorre che attorno ad Haidi vi sia non solo solidarietà rispetto all’odiosa campagna di cui è oggetto da anni, ma si costruisca anche un ambito di lavoro che metta in connessione gli strumenti di difesa legale per i fatti del G8 con altre realtà come la rete dei “meno invisibili” e altro ancora: è un impegno che tutti e tutte ci dobbiamo prendere. Anche perché nel nostro futuro non ci può essere ancora, sempre e comunque, come capo della polizia il prefetto Gianni De Gennaro.
Nel nostro dibattito si dice spesso che “la politica non è il palazzo”. Credo che sia un concetto giusto, soprattutto dopo l’esperienza che ho fatto per oltre cinque anni al Senato, quelli in cui pure vi sono state le più forti mobilitazioni sociali dopo tanto tempo: rispetto al Parlamento sembrano passati come acqua sul marmo. Impressionante.
Non basta affermare che la politica è altro. Ci vogliono anche comportamenti coerenti per rinnovare la politica. Una cosa modesta, direi normale, è quella della rotazione dei ruoli e degli incarichi. Chi ha detto che chi ha fatto il capogruppo al Senato non possa e non debba tornare a fare il semplice militante e a vivere la condizione sociale di chi vuole rappresentare?
Spiace dirlo, ma il partito non sta funzionando così. L’ho detto tante volte nei nostri organismi dirigenti; prima di me lo aveva ricordato più volte e con ben altra autorevolezza il nostro grande maestro Livio Maitan. Com’è noto, io mi riconosco nell’area di Sinistra Critica del PRC, sono un “dissidente”, sono contrario alla scelta di partecipare al governo Prodi e lo riconfermo, con dovizia di motivi in aggiunta rispetto a qualche mese fa. Ma questa mia critica non la rivolgo a una parte, ma a tutti e tutte noi, che anche nel dissenso possiamo riproporre e riprodurre i meccanismi burocratici del potere.
Una nuova soggettività anticapitalista, ecologista e femminista è necessaria e uno dei suoi fondamenti non può che essere la democrazia dal basso, diretta e partecipativa: mi sento di impegnarmi per questo e la condizione è quella di uscire in primo luogo dalla melassa che mi imbriglia il cervello.
Credo che in molti e molte sentiamo il bisogno di aria nuova, di ritrovare il gusto della militanza e del conflitto sociale. Il fatto che tutto il vecchio gruppo dirigente del partito sia finito nelle stanze del governo e in parlamento ci mette fortemente a rischio. Vedo appiattimenti e conformismi preoccupanti anche in compagni e compagne che stimo e con cui ho lavorato per anni.
Tuttavia il processo non è irreversibile. La generazione di Genova, quella che non è rifluita e che vuole continuare le lotte contro la guerra “senza se e senza ma”, contro la precarietà e per una società più giusta e libera, ci sta dando una spinta positiva e ci può far uscire dalle difficili strettoie che stiamo attraversando.
E così lavoratori e lavoratrici, apparentemente muti e disorientati, che guardano con severità e grande attenzione al nuovo quadro politico. Non si creda che siano passivi e che ce le perdonino. Meno male, sono compagni e compagne che sento miei e nostri. Sono il nostro futuro e sono contento di tornare in mezzo a loro. Un grazie sincero al gruppo parlamentare che mi ha permesso tutto ciò e anche a tutta l’aula che mi ha dedicato un apprezzamento che mi ha sinceramente commosso.

Intervista ad Haidi Giuliani (Da Liberazioni del 12/10/2006)
Giuliani: «Sarò in aula,
ma vicina ai movimenti»

di Ida Sconzo
Haidi Gaggio Giuliani, madre di Carlo, la “sopravvissuta” al più grande fra tutti i dolori (la morte del figlio durante il G8 di Genova), ha vissuto, con emozione e paura, il suo primo giorno da senatrice della Repubblica, subentrando al dimissionario Gigi Malabarba, nel gruppo di Rifondazione comunista.
Una giornata intensa con i primi incontri ufficiali, le prime escursioni esplorative fra i mille corridoi di Palazzo Carpegna, una puntata alla bouvette per un panino veloce e poi… subito in aula, accompagnata da Giovanni Russo Spena, presidente dei senatori Prc.

Con quale stato d’animo cominci questa nuova avventura?

Sono assolutamente terrorizzata, ma penso anche che, se sono sopravvissuta al 20 luglio 2001, non mi può più succedere nient’altro e, di conseguenza, niente mi fa più realmente paura.

Come pensi di affrontare la nuova esperienza al Senato?

Come ho sempre affrontato il lavoro nel corso della mia vita, e cioè chiedendo aiuto ai compagni e alle compagne che sono qui al Gruppo ma non soltanto: chiederò aiuto anche ai compagni e alle compagne che sono all’esterno.

Hai già deciso su quali problemi concentrerai la tua attività istituzionale?

Per 45 anni mi sono occupata di scuola di base, in questi ultimi anni mi sono invece occupata delle vittime della repressione. Ora vorrei continuare ad occuparmi delle vittime che sono state uccise e non hanno ottenuto neanche una verità giudiziaria e di quelle che stanno subendo repressioni diverse, come le persone indagate e processate per il solo fatto di essere state presenti a fatti che non le riguardavano personalmente. Ad esempio mi riferisco ad Aldo Aldrovandi o ai ragazzi dell’11 marzo a Milano, ma ci sarebbero numerosi altri esempi da citare.

Gigi Malabarba si è dimesso per permetterti di vivere questa esperienza...

Ho sempre avuto una grande stima per Gigi, anche al di là di questo ultimo passaggio. Ho grande stima di lui perché è una persona profondamente onesta e coerente, che ha una grande passione politica. Credo di non essere assolutamente all’altezza di sostituirlo, ma ognuno deve dare quello che può, e inoltre Malabarba ha promesso di non abbandonarmi, quindi conto su di lui.

Adesso la tua vita cambierà ancora, come pensi di organizzarti?

Con questo nuovo impegno cambierà di nuovo e tanto! Comunque continuerò come ho fatto in questi ultimi cinque anni: salirò e scenderò dai treni, ma dovrò diminuire la mia partecipazione alle varie iniziative organizzate in giro per tutto il Paese. Cercherò comunque di fare buon uso del tesserino di Senatrice, per entrare ad esempio nelle carceri e nei Cpt, come fanno già molti colleghi.

Che cosa pensi dei giovani, delle nuove generazioni italiane?

Visto che sono figli di anni di disimpegno politico, che sono figli di scuole in decrescita, che sono figli di una televisione che raramente stimola l’intelligenza… penso che i nostri giovani siano semplicemente meravigliosi, anzi rappresentano un vero e proprio miracolo. Incontro molti di loro e vedo che hanno una grande passione per la vita. Purtroppo ci sono anche quelli che si lasciano vivere. Questo è un problema che, a mio avviso, riguarda tutti noi.

Che cosa auguri a te stessa per questa nuova esperienza?

Ho ricevuto già tanti auguri da molte belle e care persone, io non so più che auguri farmi….

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