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Vertice Europeo di Udine sul Corridoio 5: Rassegna stampa
by Coordinamento Regionale No Tav Tuesday, Oct. 17, 2006 at 10:20 AM mail:

Messaggero Veneto 17 ottobre Lubiana NON FINANZIA il tratto Trieste Divaccia Beneeeeeeeeeeeee !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Vertice Europeo di U...
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MARTEDÌ, 17 OTTOBRE 2006

Pagina 10 - Regione

Il presidente: senza infrastrutture crescerà il traffico su gomma e ci sarà più inquinamento

In piazza spuntano gli striscioni No-Tav

La protesta prima dell’incontro. Il governatore: io invece manifesterei a favore dell’opera




UDINE. Da una parte il ministro Di Pietro cercava e auspicava, in Castello, le “larghe intese” sull'alta velocità e l'alta capacità; dall'altra un presidio “No-Tav”, composto da qualche decina di manifestanti, faceva sentire il proprio disappunto con striscioni e distribuzione di volantini. E mentre qualcuno, tra i cinque ministri esteri dei trasporti, spiegava nel salone del Parlamento friulano che «non si può prima criticare l'attuale sistema dei trasporti, che causa inquinamento e danni all'ambiente, e poi essere contro una nuova modalità di concepire lo spostamento, come la Tav», la protesta continuava, presidiata “a monte” dalle forze dell'ordine, che tenevano sotto controllo la situazione. E ancora, Illy, in Castello, confermava la sua disponibilità a manifestare, ma a favore della Tav: «Se si organizzerà una giornata pro Tav - ha detto -, io personalmente e credo anche altri presidenti di regione, sarò pronto a sostenerla e a manifestare per la realizzazione di quest’opera».
«Bisogna sempre ricordare - ha ancora osservato il governatore - che l’alternativa al Corridoio 5 è la crescita del traffico su gomma e che, quindi, venga richiesta non solo una terza, ma addirittura una quarta corsia sulle autostrade, come sta succedendo per il tratto fra Bergamo e Milano, consumando e inquinando cinque volte di piú. Gli ambientalisti dovrebbero guardare a questi problemi in maniera globale». E puntualmente ieri il capogruppo degli edili dell’Assindustria di Udine, Marco Sostero, ha lanciato l’appello «a pensare per tempo alla quarta corsia per l’A4. La realizzazione della terza - ha detto - non è piú sufficiente. Quest’opera, in ritardo di almeno 15 anni, risolverà solo temporaneamente il problema dei collegamenti con l’Europa dell’est».
Quanto alla presa di posizione del governatore, Illy si è spinto oltre esprimendo l’auspicio che «alla prossima riunione dell’Ecofin del 7 novembre sarà fondamentale che l’Italia si presenti con una posizione chiara sul Corridoio 5, esprimendo la volontà di realizzare l’intera opera. Da parte nostra - ha detto ancora Illy - siamo disposti a trovare tutti i nodi per superare i problemi che questa infrastruttura può creare sul nostro territorio».
Una posizione favorevole alla realizzazione della linea ferroviaria ad alta velocità tra Lione e Torino che ha trovato concorde perfino Gerard Leras, presidente dei Verdi della regione francese Rhone-Alpes e membro del coordinamento dei Verdi d'Oltralpe. «Non siamo favorevoli - dice, dopo essere stato informato delle proteste - a tutti i tipi di infrastruttura, ma c’è bisogno di ferrovie efficienti per lo spostamento dei traffici dalla strada. Questo può avvenire solo con la linea ad alta capacità, e per questo - conclude - i Verdi francesi sono d’accordo con la realizzazione del Corridoio 5».
La protesta dei manifestanti, comunque, non ha risparmiato nessuno. I dimostranti hanno parlato di accordo consociativo pro Tav tra Fi e i Ds a Cervignano «sotto la guida di Galasso e Travanut». E anche Rifondazione comunista, che partecipava alla protesta con il segretario provinciale di Udine, Carmelo Seracusa, ha alzato i toni della polemica spingendosi a chiedere le dimissioni dell'assessore ai Trasporti, Lodovico Sonego: «Molte amministrazioni comunali di centro-sinistra - ha spiegato Seracusa - sono contrarie all’opera e lo hanno piú volte detto e ribadito. Ma Sonego fa finta di nulla. Per questo chiedo che si dimetta».
Mirco Mastrorosa

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MARTEDÌ, 17 OTTOBRE 2006

Pagina 10 - Regione

Patto fra i ministri, avanti col Corridoio 5

Illy: ormai è irrinunciabile. Di Pietro: rispetteremo ambiente e popolazioni

IL VERTICE DI UDINE

Italia, Francia, Slovenia, Ungheria e Ucraina hanno siglato una dichiarazione d’intenti sul tracciato internazionale




di DOMENICO PECILE

UDINE. I ministri di Italia, Francia, Slovenia, Ungheria e Ucraina hanno sottoscritto ieri in Castello a Udine, a margine del convegno internazionale promosso dall’assemblea delle regioni d’Europa (Are) presieduta da Riccardo Illy, una “Dichiarazione d’intenti” per un’azione comune presso l’Ue affinché sia accelerato e finanziato il Progetto prioritario 6 all’interno del Corridoio 5. E si è subito riaccesa la polemica tra il Friuli Vg e la Slovenia per il collegamento della tratta Trieste-Divaccia.
Nel documento firmato a Udine, i ministri chiedono innanzi tutto la possibilità di accedere alle forme di co-finanziamento previste dall’Unione europea; esprimono poi l'apprezzamento per l’azione di impulso promossa dalla coordinatrice Loyola De Palacio e concordano sulla necessità di continuare a impegnarsi, in maniera coordinata, per raggiungere l’obiettivo di realizzare tutte le sezioni dell’asse ferroviario da Lione al confine dell’Ucraina nel più breve tempo possibile, in modo di massimizzare i benefici dell’opera in termini di crescita economica, occupazione, competitività e riduzione dell’impatto ambientale.
Ma uno degli obiettivi principali rimane quello della realizzazione soprattutto delle tratte transfrontaliere. In questo senso i ministri hanno espresso l’auspicio che il Progetto prioritario 6 possa essere esteso fino a Kiev.
Ai lavori è intervenuto anche il vicepresidente e commissario Ue ai Trasporti, Jacques Barrot, che ha subito replicato chiedendo ai governi comunitari di approvare entro la fine dell’anno il nuovo regolamento finanziario della Ue, in base al quale pianificare gli stanziamenti e i fondi strutturali. «Le Regioni possono svolgere un ruolo decisivo per accelerare la realizzazione del Progetto prioritario 6, la linea ferroviaria ad alta capacità e alta velocità da Lione al confine ucraino» ha poi detto il presidente dell’Are, Riccardo Illy, che ha anche posto l’accento sulla necessità di accompagnare l’opera di costruzione delle infrastrutture con una liberalizzazione dei servizi ferroviari, in modo di creare un vero e proprio mercato europeo dei servizi, condizione per arrivare a un effettivo riequilibrio modale, per spostare cioè merci e passeggeri dalla gomma alla rotaia. «Se quest’opera indispensabile non sarà realizzata - ha ammonito Illy - le alternative si creeranno da sole: in parte il traffico continuerà ad appesantire sempre di più le nostre strade e autostrade, in parte si indirizzerà lungo i corridoi a Nord dell'Europa».
Al termine della sessione è stata adottata anche una “Dichiarazione finale” dell’Are, in cui si sottolinea come la nuova linea ferroviaria da Lione al confine con l’Ucraina rappresenti una «sfida strategica per lo sviluppo economico delle Regioni dell'Arco sud-europeo» e costituisca un elemento «fondamentale per la corretta integrazione dei nuovi membri dell'Unione». Nella Dichiarazione si definiscono «prioritarie» le tratte internazionali del tracciato, vale a dire la Lione-Torino e la Ronchi Sud-Trieste-Divaccia. Nel bilancio europeo 2007-2013 potrebbero essere reperite le risorse per realizzare queste tratte, a condizione - si sottolinea nel documento - che «gli Stati direttamente interessati si impegnino a procedere a una concreta programmazione e mettano a punto, in tempi brevi, il relativo piano finanziario». Il documento di conclude con un sollecito ai governi interessati di Francia, Italia, Slovenia e Ungheria e all’Unione europea per lo stanziamento dei fondi.
Illy ha anche ricordato che spetta ai ministri dei Trasporti europei fare pressioni sui loro colleghi ministri dell’Economia e delle Finanze per far sì che l’Ecofin prenda le decisioni necessarie ad avviare le priorità europee della rete Ten-Ty.
«Sulle infrastrutture strategiche e sul Corridoio 5 il governo italiano una decisione l’ha presa e non cambia, facendo però attenzione a non creare tensioni e danni inutili all’ambiente alla popolazione», ha detto il ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, tra i firmatari del patto. Insomma, sí al corridoio 5, ma con una decisione condivisa. E in chiusura dei lavori il presidente della Commissione per i Trasporti e il Turismo del Parlamento europeo, Paolo Costa, ha affermato che «se si vuole realizzare il Corridoio 5 servono maggiori certezze e più impegno da parte degli Stati coinvolti».



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MARTEDÌ, 17 OTTOBRE 2006

Pagina 10 - Regione

«Bene Lubiana, ma non basta»

La Slovenia non finanzia tutto il tratto Trieste-Divaccia Il governatore: fatti dei passi avanti, ma ancora parziali




UDINE. È di nuovo polemica tra il Friuli Venezia Giulia e la Slovenia sul tratto del corridoio che collegherà i due Paesi, nonostante il governo di Lubiana abbia ieri ufficializzato il sostegno, anche economico, al Progetto prioritario 6 di cui il Corridoio 5 è parte integrante. Al vertice di Udine, infatti, il presidente Illy, nel richiedere che il mercato dei trasporti ferroviari europei sia liberalizzato, ha nuovamente sottolineato la necessità di realizzare tratti transfrontalieri e di indire una conferenza intergovernativa italo-slovena «per il tratto Trieste-Divaccia».
Lo spiraglio si era in verità aperto con l’intervento del ministro dei Trasporti sloveno Janez Bozic che ieri a Udine ha annunciato la decisione del governo di Lubiana di stanziare 415 milioni di euro nel quadriennio 2006-2009 per l’ammodernamento del sistema ferroviario; 360 dei quali per i programmi del Corridoio 5. «È la prima volta che il Governo della Repubblica di Slovenia stanzia risorse significative del suo bilancio per le infrastrutture ferroviarie», ha constatato Illy. Ma ha anche ribadito che è necessario realizzare una nuova linea ferroviaria fra Trieste e Lubiana, perché l’attuale (lunga 160 chilometri per coprire un percorso di 70 in linea d'aria) non potrà mai, per la sua concezione arretrata, ottenere quelle caratteristiche tecniche di alta velocità e alta capacità richieste dal Progetto prioritario 6. Insomma, quella dell’impegno sloveno «una buona notizia, ma parziale».
Nella polemica con Lubiana si è inserito anche l’assessore regionale ai Trasporti, Lodovico Sonego. È vero, ha detto, il Governo sloveno ha dichiarato il suo sostegno al Progetto prioritario 6, «per lungo tempo la politica di Lubiana è stata focalizzata unicamente sul collegamento ferroviario Capodistria-Lubiana. Oggi il ministro Bozic ha affermato che il suo Governo ha deciso di finanziare la nuova ferrovia Capodistria-Lubiana e l’ammodernamento della linea tra la capitale e l’Ungheria». Ma «per quanto riguarda la tratta Trieste-Divaccia l’unica risorsa disponibile sarebbe la parola “collaborazione”. Si tratta di un quadro che fa nuovamente emergere l’opzione esclusiva su Capodistria». «Condivido completamente –a aggiunto Sonego – quanto ha affermato il presidente della Commissione Trasporti del Parlamento europeo on.Paolo Costa quando ha rammentato che la tratta Capodistria-Divaccia può essere ritenuta una porzione del progetto prioritario n.6 solo se considerata in un contesto unitario indissolubile con la Trieste-Divaccia».


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MARTEDÌ, 17 OTTOBRE 2006

Pagina 10 - Regione

Quasi 15 anni di progetti fra rinvii e polemiche

L’OPERA




UDINE. Il Corridoio 5, arteria a rete multimodale, appartiene a uno dei grandi assi ferroviari e autostradali che l'Unione europea si è impegnata a realizzare e connetterà adeguatamente Lisbona a Kiev, assegnando all’Italia un ruolo strategico. Secondo il viceministro alle Infrastrutture, onorevole Martinat, il Corridoio 5 è «un asse destinato a portare sviluppo dove c'è degrado, comunicazione dove c'è desolazione, mercato dove c'è bisogno».
L’obiettivo. Si vuole trasferire le merci dalla strada alla ferrovia.
Il tracciato e le priorità. Il Corridoio mira ad assicurare la connessione tra il quadrante occidentale europeo e Kiev, attraverso una rete transeuropea di merci e di passeggeri. L'intera direttrice Transpadana Lione-Torino-Milano-Trieste (il progetto Ten - T numero 6 nella mappa sottostante) è ricompresa tra i 14 progetti prioritari.
I progetti e i finanziamenti. Il 30 giugno 2003 il gruppo di alto livello sulla rete transeuropea di trasporto (Ten-T), incaricato dalla Commissione di identificare i progetti prioritari della rete transeuropea di trasporto fino al 2020, ha pubblicato una relazione indirizzata a Loyola de Palacio, vicepresidente della Commissione, che individua i progetti prioritari e propone una serie di raccomandazioni volte a reperire i fondi necessari.
Le prime tappe. Tre i progetti terminati (linea ferroviaria Cork-Dublino-Belfast-Stranraer, aeroporto di Malpensa, raccordo sull'Öresund); cinque quelli da terminare entro il 2010 (linea Betuwe, treno ad alta velocità Parigi-Bruxelles-Colonia-Amsterdam-Londra, autostrade greche, collegamento stradale Regno Unito-Irlanda-Benelux, linea ferroviaria principale lungo la costa occidentale del Regno Unito).
C’è anche il Friuli Vg. Importanti sezioni di 6 progetti saranno completate entro il 2010 (Berlino-Verona, linea Tgv sud, linea Tgv Est, Lione-Torino-Trieste, collegamento multimodale Portogallo-Spagna-resto d’Europa, triangolo nordico).
Lo stallo. Allo stato attuale la partita sul Corridoio 5 riguarda la necessità di dare pieno appoggio al progetti. È stato presentato il preliminare della Venezia-Trieste con lo snodo di Ronchi-Cervignano in cui la tratta poi si collega con Udine e la Pontebbana. Proprio in questi giorni si sta cominciando la progettazione della tratta Trieste-Divaccia, giudicata molto importante perché l’Europa punta sulla coesione tra i Paesi partendo proprio dalle tratte transfrontaliere. «Quella che interessa in Fvg - spiega l’assessore Sonego - è il valore aggiunto di questa coesione perché di fatto risolve i nodi del trasporto piú importante».
Le proteste ambientaliste. Le contestazioni piú aspre al tracciato, per l’impatto ambientale delle infrastrutture, hanno riguardato la Val di Susa; ma anche la nostra regione, soprattutto nella fascia dei comuni della Bassa e dell’Isontino.

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