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PREPARATIVI DI GUERRA IN MEDIO ORIENTE E ASIA CENTRALE
by globalresearch Tuesday, Oct. 17, 2006 at 6:11 PM mail:

LA NUOVA GUERRA FREDDA: PREPARATIVI DI GUERRA IN MEDIO ORIENTE E ASIA CENTRALE


DI MICHEL CHOSSUDOVSKY
GlobalResearch.ca

È indispensabile che i cittadini americani e del mondo intero si rendano
conto dei pericoli di una guerra in Medio Oriente contro l'Iran, e agiscano
con decisione per opporsi ai piani militari degli USA, fermando così la
corsa alla guerra.

Il mondo si trova al bivio della più grave crisi della storia moderna. Gli
Stati Uniti si sono imbarcati in un'avventura militare, "una lunga guerra",
che minaccia il futuro dell'umanità.

Quest'articolo documenta gli ultimi sviluppi e si occupa in particolare
dello spiegamento militare e dei preparativi per una guerra contro l'Iran
fomentata dagli americani. Il testo fa seguito a una serie di rapporti
anteriori pubblicati dal Global Research sulla guerra contro l'Iran (cfr.
Iran dossier, Nuclear War dossier, Lebanon dossier )

Contesto

L'intera regione che include Medio Oriente e Asia centrale è sul piede di
guerra.

Lo spiegamento navale degli USA e della NATO si sta realizzando in due
distinti teatri: il Golfo persico e il Mediterraneo orientale (cfr. Mahdi
Darius Nazemroaya, ottobre 2006 ).

La flotta nel Golfo Persico è in gran parte sotto il comando americano, con
la collaborazione del Canada. Le squadre di pronto intervento USS Enterprise
e Eisenhower sono state trasferite nel Golfo Persico, in una massiccia
esibizione della forza militare americana.

La militarizzazione (per terra e per mare) del Mediterraneo orientale è
controllata da diversi paesi della NATO (incluse Francia, Germania e
Turchia), e la struttura militare viene messa in opera sotto la copertura
dell'UNIFIL (una missione di pace delle Nazioni Unite che agisce in base
alla risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza dell'ONU).

In questo contesto, la guerra in Libano può essere vista come una fase di un
più ampio piano militare messo a punto dagli americani e che mira alla
Siria.

A settembre, la Germania ha distaccato una flotta di 8 navi, incluse 2
fregate, con un contingente di oltre 2.400 persone. La marina tedesca
dirigerà la forza navale multinazionale, che ha il mandato ufficiale
dell'UNIFIL di "prevenire il trasporto per mare di armi a Hezbollah", e
pattuglierà le acque al largo del porto libanese di Limassol, situato a meno
di 100 km dalla linea costiera Libano-Siria. La forza navale multinazionale
basata a Cipro potrebbe eventualmente essere usata per interferire nel
commercio marittimo con la Siria.

Ai primi di ottobre, la Turchia ha mandato diverse navi da guerra, che
faranno parte della forza navale multinazionale guidata dalla Germania. La
Turchia partecipa all'UNIFIL (UN international force), ma è anche una fedele
alleata di Israele. Dinanzi alle coste libanesi sono state inviate anche
navi bulgare, greche e italiane.

I francesi hanno trasferito blindati e unità di fanteria (Chars Leclerc,
cfr. più sotto).

Le caratteristiche del materiale militare e dei sistemi di armamento che
vengono dispiegati ha poco a che vedere con il "mantenimento della pace". E
come se non bastasse, nel 2005 la NATO ha approvato uno stretto partenariato
militare con Israele, che in pratica obbliga i paesi membri
dell'organizzazione e presenti in Libano a cooperare senza riserve con quel
paese.

Lo spiegamento navale è stato coordinato con il previsto attacco aereo
all'Iran, un piano delineato verso la metà del 2004, dopo la messa a punto
del CONCEPT PLAN CONPLAN 8022 (inizi 2004). Gli attacchi aerei all'Iran, del
tipo "colpisci e terrorizza", dovrebbero essere di un'ampiezza simile a
quella della guerra aerea contro l'Iraq.

Nel novembre 2004, il comando strategico americano ha svolto un'importante
esercitazione (soprannominata "Global Lightening") nella prospettiva di un
"piano di attacco globale", che prevede un attacco simulato con armi
convenzionali e nucleari contro un "nemico fittizio" [l'Iran]. Dopo
l'esercitazione "Global Lightening", il comando strategico americano ha
proclamato un livello di allarme avanzato.

Il CONPLAN è lo spiegamento operativo del Global Strike, descritto come "un
piano reale che marina e aeronautica hanno trasformato in operazioni di
attacco per i loro sottomarini e bombardieri",

CONPLAN 8022 è "un piano di copertura complessiva degli scenari strategici
pianificati che prevedono l'uso di armi nucleari"

"È specificamente orientato verso i nuovi proliferatori di minacce (Iran e
Corea del Nord) e i potenziali terroristi, ma non c'è niente che c'impedisca
di metterlo in atto in scenari limitati contro obiettivi russi e cinesi", ha
dichiarato Hans Kristensen, del Nuclear Information Project (riportato da
Japan Economic News Wire, op.cit.)


Nel quadro della dottrina della guerra preventiva elaborata
dall'amministrazione Bush, CONPLAN 8022 prevede l'uso non solo di armi
convenzionali ma anche di armi nucleari tattiche. Nel maggio 2004, è stata
elaborata la direttiva presidenziale sulla sicurezza nazionale NSPD 35 dal
titolo Nuclear Weapons Deployment Authorization. Anche se il contenuto resta
coperto da segreto, si presume che la NSPD35 concerna lo spiegamento delle
armi nucleari tattiche nella guerra mediorientale, secondo quanto indicato
nel CONPLAN 8022.

(Per altri dettagli sull'opzione nucleare americana, cfr. Michel
Chossudovsky, Nuclear War against Iran, gennaio 2006, The Dangers of a
Middle East Nuclear War, febbraio 2006, Is the Bush Administration Planning
a Nuclear Holocaust , febbraio 2006)

Preparativi di guerra

L'Iran è a buon punto nei preparativi per fronteggiare un eventuale attacco
USA.

In risposta allo spiegamento militare voluto da USA e NATO, il paese ha
condotto intense esercitazioni militari in tutto il suo territorio (cfr.
Mahdi Darius Nazemroaya, 21 agosto 2006)

Inoltre, e la cosa è passata quasi inosservata nei media occidentali, anche
Cina e Russia hanno svolto manovre militari nell'Asia centrale, in
collaborazione con i paesi alleati. A fine settembre la Russia ha lanciato
una serie di operazioni aeree su una larga parte del suo territorio, che si
estende dal Volga alle frontiere dell'Alaska e dell'America settentrionale,
mettendo in stato di allarme gli aerei da combattimento del NORAD.

In agosto sono state effettuate esercitazioni militari nel quadro della CSTO
(Collective Security Treaty Organization) cui hanno partecipato Russia,
Kazakistan, Kirghizistan e Tagikistan. Le manovre, classificate
ufficialmente come parte del "programma di lotta al terrorismo" si sono
svolte appena una settimana prima di quelle effettuate dall'esercito
iraniano (cfr. Michel Chossudovsky, 24 agosto 2006)

Sempre in agosto, e più o meno contemporaneamente a quelle iraniane e della
CSTO, anche Cina e Kazakistan hanno svolto esercitazioni militari,
nell'ambito della SCO (Shanghai Cooperation Organization ), di cui l'Iran è
membro osservatore (sul concatenarsi dei tempi cfr. la tabella in fondo
all'articolo).


A fine settembre, Cina e Tagikistan hanno eseguito manovre militari
congiunte, in codice "Cooperazione 2006", come previsto da un memorandum
d'intesa firmato dai due governi. Il Tagikistan ha una frontiera di 500 km
in comune con l'Afganistan, e le esercitazioni ruotavano direttamente
attorno alla presenza militare USA-NATO nel vicino paese.

Dal 2 ottobre, nell'ultima fase delle esercitazioni militari in Asia
centrale condotte nel quadro della CSTO, si sono svolte manovre congiunte
Russia-Kirghizistan nella base aerea russa di Kant (a circa 30 km dalla
capitale del Kirghizistan). Alle manovre di alto livello, definite
ufficialmente "esercitazione antiterrorismo", hanno preso parte unità
speciali russe e kirghise. Ha presenziato Sergei Ivanov, ministro russo
della Difesa e uno dei personaggi più importanti del paese:

"Alla fase attiva delle manovre, che include anche l'uso di munizioni attive
nel poligono di tiro di Osh, partecipano circa 350 militari delle unità
speciali, veicoli da combattimento, aerei Su-25 Frogfoot di supporto tattico
e elicotteri multifunzioni Mi-8 Hip.

Sono presenti alle esercitazioni il ministro russo della Difesa Sergei
Ivanov, attualmente in visita nel paese dell'Asia centrale, il Primo
ministro kirghiso Felix Kulov e il ministro della Difesa Ismail Isakov.

Russia e Kirghizistan sono membri della CSTO (Collective Security Treaty
Organization), un organismo di sicurezza dell'era postsovietica di cui fanno
parte anche Armenia, Bielorussia, Kazakistan e Tagikistan. Partecipano anche
alla SCO (Shanghai Cooperation Organization), un organismo di sicurezza
regionale dell'Asia centrale di cui sono membri anche Cina, Uzbekistan,
Kazakistan e Tagikistan" (Novosti, 5 ottobre 2006)

Nel frattempo, a fine settembre, la 136° brigata russa ha svolto nell'area
di addestramento di Buynakskiy (Daghestan) esercitazioni militari che
simulavano un attacco alla Russia da parte di uno "Stato estero" non meglio
indicato. Secondo i resoconti della stampa: "Vista l'ampiezza [dell'attacco
nemico simulato] si può parlare di un'altra Seconda guerra mondiale. Il
nemico [non indicato] è professionale, ben armato e ben addestrato".

Sempre ai primi di ottobre, Bielorussia e Russia hanno annunciato che
organizzeranno sessioni di addestramento per le strutture di comando e
controllo dei due paesi, al fine di coordinarne le attività militari
(Televisione bielorussa, 1 ottobre 2006).

Uno schema coerente

Il senso complessivo di queste esercitazioni militari dev'essere analizzato
tenendo presente la sequenza delle esercitazioni militari russe, cinesi e
iraniane svoltesi da agosto in poi.

Esiste uno schema coerente: le esercitazioni militari non sono eventi
isolati, ma fanno parte di uno sforzo attentamente pianificato per
rispondere allo spiegamento militare USA-NATO.

Il tema dei preparativi di guerra è stato accuratamente evitato dai media
occidentali; sequenza e rapporto tra le varie manovre non vengono
menzionati.

Le manovre militari vengono casualmente citate in singoli dispacci di
agenzia, ma i media occidentali non si sono interrogati sulle più ampie
implicazioni di queste operazioni.

Le alleanze militari

Le esercitazioni militari della SCO e della CSTO dovrebbero anche essere
analizzate in rapporto alla struttura delle alleanze militari. Cina e
Russia, entrambe alleate dell'Iran, hanno sottoscritto ampi accordi di
cooperazione militare.

Russia e Cina hanno un peso importante nel petrolio dell'Asia centrale,
hanno importanti interessi strategici ed economici nella regione e nel
bacino del mar Caspio, e hanno firmato accordi di cooperazione economica con
la compagnia petrolifera statale iraniana.

Lo spiegamento militare voluto dagli USA

Anche se ufficialmente terminata, la Guerra fredda non ha ancora raggiunto
il suo culmine.

L'intervento militare nordamericano mira non solo a controllare le riserve
iraniane di petrolio e gas (usando come pretesto la "campagna contro il
terrorismo internazionale"), ma anche, sulla falsariga dell'era della Guerra
fredda, a indebolire Cina e Russia, e, in ultima analisi, a impedire loro di
svolgere un ruolo significativo nell'Asia centrale.

La maggior parte delle pubblicazioni occidentali non sembra essersi resa
conto della gravità dello spiegamento militare USA-NATO-Israele. Il
conflitto che è di solito visto come una guerra mediorientale potrebbe
trasformarsi in uno scontro tra le super potenze che un tempo sono state
protagoniste della Guerra fredda.

Se venisse lanciata, l'operazione militare contro Iran e Siria voluta dagli
americani potrebbe trasformarsi in un più ampio conflitto, con il
coinvolgimento indiretto della Russia, della Cina e dei loro alleati
centroasiatici. In effetti il coinvolgimento indiretto è già un dato di
fatto grazie allo statuto iraniano di osservatore nella SCO, vari accordi
bilaterali di cooperazione militare, e la vendita all'Iran di materiale
militare russo e cinese.

Gli USA conducono operazioni clandestine in tutta l'Asia centrale,
essenzialmente per spiazzare la Russia. Le tensioni in Armenia, Azerbaigian
e Georgia sono il risultato diretto del coinvolgimento geopolitico
statunitense in quella che una volta veniva considerata la tradizionale
sfera d'influenza russa. Georgia e Azerbaigian sono diventate di fatto
protettorati americani.

Nel recente confronto tra Russia e Georgia, il presidente georgiano Mikhail
Saakashvili "ha dichiarato di voler proseguire gli sforzi della Georgia per
entrare a far parte della NATO e per accelerare il ritiro delle truppe russe
dal territorio del paese".

Mosca ha risposto mettendo le truppe russe in Georgia in stato di massima
allerta, dopo l'accusa di Tbilisi secondo cui alcuni ufficiali russi di
stanza nel paese sarebbero coinvolti in fatti di spionaggio.

Nel frattempo, facendo riferimento all'allargamento della NATO, ai primi di
ottobre Mosca ha ammonito l'Alleanza atlantica che adotterà "le misure
opportune" qualora la Polonia collochi "sul proprio territorio elementi del
sistema di difesa missilistico degli USA o della NATO" (Interfax News
Agency, 4 ottobre 2006)

"Continuiamo a giudicare negativamente questi piani. Noi pensiamo che
[questi piani e] il possibile spiegamento del sistema di difesa missilistico
della NATO avrebbero effetti negativi sulla stabilità strategica, la
sicurezza nella regione e i rapporti tra gli Stati" ha dichiarato Kamynin.
"Una nuova situazione di questo tipo ci obbligherà obiettivamente a prendere
misure appropriate, perché non possiamo farvi fronte basandoci solo
sull'affermazione che il sistema di difesa missilistico degli USA e della
NATO in Europa non è diretto contro la Russia", ha aggiunto (Ibid).


Cosa nota e ben documentata, anche la Cina sta aiutando l'Iran a sviluppare
il suo sistema di difesa aerea. Inoltre, secondo un rapporto del Daily
Telegraph (5 ottobre 2006), Washington ha scoperto che la Cina


"aveva segretamente usato potenti armi laser progettate per neutralizzare i
satelliti spia americani 'accecando' i loro sensori di rilevamento, è stato
affermato ieri.

Le informazioni sugli attacchi sono state mantenute segrete
dall'amministrazione Bush, nel timore che potessero danneggiare i tentativi
di coinvolgere la Cina nell'offensiva diplomatica contro la Corea del Nord e
l'Iran.

Le fonti hanno dichiarato a Defense News, la rivista di temi militari, che a
Washington c'era stata una violenta battaglia interna sull'opportunità o
meno di rendere pubbliche le notizie sull'attacco. Alla fine, la valutazione
annuale del Pentagono sul rafforzamento militare cinese ha menzionato la
minaccia (Daily Telegraph, 5 ottobre 2006)

"Prodromi di Guerra fredda"

Oltre a partecipare alle varie esercitazioni militari della CSTO e della CSO
in Asia centrale nel corso degli ultimi due mesi, a fine settembre
l'aviazione russa ha svolto importanti manovre militari su gran parte del
territorio, dal Volga ai confini dell'Alaska (cioè dal distretto militare
del Volga al distretto militare dell'Estremo Oriente, cfr. la mappa in fondo
all'articolo), nel corso delle quali sono state sganciate bombe e lanciati
missili contro un "nemico teorico" non meglio identificato:

Molto prima dell'alba, oltre dieci Tu-160 e Tu-95 armati di missili da
crociera e facenti parte del reggimento aereo a lungo raggio di stanza a
Engels si sono diretti verso i confini settentrionali della Russia. Gli
aerei avevano come compito quello di raggiungere l'Oceano Artico e lanciare
vari missili da crociera sul campo di prova di Khalmer-Yu, vicino Vorkuta.
Si è trattato dell'ultimo volo di addestramento dall'aeroporto militare
vicino Saratov. Le bombe sono state sganciate e i missili sono stati
lanciati praticamente su tutto l'emisfero settentrionale.

(...)

[Corrispondente] Una delle fasi più importanti e difficili
dell'esercitazione prevedeva il rilascio di bombe sul terreno di prova di
Guryanovo, nella regione di Saratov. Otto bombardieri strategici Tu-22 hanno
ricevuto l'ordine di distruggere un campo di aviazione del nemico teorico.
Anche dal centro di comando, a 10 chilometri di distanza, le esplosioni
causate dalle bombe di 250 kg sono sembrate enormi (trascrizione del
resoconto della televisione russa Channel One TV, Mosca, 0600 GMT, 30
settembre 2006)


In uno scenario che ricordava l'epoca della Guerra fredda, i caccia
americani e canadesi hanno intercettato i TU-160 al largo dell'Alaska:


Caccia americani e canadesi hanno intercettato gli aerei russi al largo
dell'Alaska, ma l'incidente non è stato considerato ostile, ha dichiarato
giovedì il North American Aerospace Defense Command.

Il NORAD ha dichiarato che gli aerei non hanno mai violato lo spazio aereo
americano o canadese. I caccia sono decollati perché i russi erano entrati
in una zona attorno al Nord America in cui la presenza di aerei non
autorizzati viene considerata dal NORAD una potenziale minaccia.

I bombardieri pesanti TU-95 avevano partecipato a un'esercitazione annuale
dell'aviazione russa al largo delle coste dell'Alaska e del Canada, ha
dichiarato il NORAD, senza specificare il numero di aerei russi (Reuters, 2
ottobre 2006)

La stampa russa e quella occidentale hanno concordemente considerato queste
importanti esercitazioni militari come operazioni di routine, senza tener
conto del quadro più generale e della sequenza di manovre sponsorizzate dai
russi.

Un portavoce del NORAD ha dichiarato che non considerano le esercitazioni
"ostili", ma vogliono comunque far sapere ai russi che "il NORAD è bene
all'erta":


"L'evento non è stato considerato un atto ostile. Si trattava di restare
vigili e far sapere che il NORAD è bene all'erta", ha detto il capitano
delle forze aeree canadesi Jennifer Faubert, portavoce della regione
canadese del NORAD (Reuters, 2 ottobre 2006)

Al di là dell'obiettivo immediato di una guerra mediorientale, i più ampi
piani militari degli USA, che includono le iniziative strategiche di difesa,
minacciano la sicurezza mondiale. Le varie esercitazioni militari condotte
da Iran, Russia e Cina non sono solo preparativi di guerra; sono anche una
dimostrazione delle loro capacità militari, a beneficio di potenziali
aggressori. E sono pensate anche per servire da deterrente.

Invertire la corsa alla guerra

Il mondo si trova al bivio della più grave crisi della storia moderna. Gli
Stati Uniti si sono imbarcati in un'avventura militare, "una lunga guerra",
che minaccia il futuro dell'umanità.

Quest'articolo ha tentato di documentare i vari preparativi per la guerra.

Anche se esistono molti fattori in grado di fare in modo che la guerra non
scoppi (incluse le divisioni all'interno dell'amministrazione e dei militari
USA, i negoziati segreti con Cina, Iran, Russia, ecc.), il rischio di una
guerra generalizzata in Medio Oriente e in Asia centrale dev'essere
affrontato con decisione.

Le devastazioni e le perdite di vite umane che potrebbero derivare dai
previsti piani militari sarebbero incalcolabili, in particolare se il
conflitto dovesse allargarsi all'intera regione.

Il possibile uso di armi nucleari tattiche da parte degli USA, ironicamente
come ritorsione al rifiuto iraniano di sospendere l'arricchimento
dell'uranio (nel suo programma di energia nucleare civile), agita lo spettro
di un incubo nucleare.

La catastrofe economica che seguirebbe una guerra generalizzata in Medio
Oriente non si limiterebbe all'aumento a spirale dei prezzi del petrolio, a
causa del blocco dello stretto di Hormuz.

La crisi energetica si ripercuoterebbe immediatamente sul prezzo dei
trasporti e sui costi di produzione in praticamente tutti i settori di
attività economica. E contribuirebbe anche a distruggere i mercati
finanziari in tutto il mondo.

Inoltre, se anche la Cina dovesse essere coinvolta nel conflitto, verrebbe
distrutta la rete commerciale di prodotti esportati dal paese, che immette
sui mercati occidentali una vasta gamma di prodotti di largo consumo.

Il problema non è se ci sarà o non ci sarà la guerra, ma quali sono gli
strumenti a nostra disposizione che ci consentirebbero di fronteggiare e
neutralizzare i piani militari globali.

È indispensabile che nelle prossime settimane e mesi i movimenti civili di
tutto il mondo agiscano con forza per opporsi ai rispettivi governi, allo
scopo di invertire e neutralizzare i piani militari.

È necessario smantellare la rete di propaganda bellica: la guerra non può
essere scatenata senza il sostegno dei media ufficiali, quelli che in fin
dei conti caldeggiano la guerra americana contro l'Iran.

Quello che bisogna fare è infrangere la congiura del silenzio, additare le
menzogne e manipolazioni dei media, smascherare la natura criminale
dell'amministrazione americana e dei governi che la sostengono, svelare il
piano bellico e la cosiddetta "Homeland Security agenda", che ha
praticamente gettato le basi di uno Stato di polizia.

È importante mettere i progetti di guerra americani al centro del dibattito
politico, soprattutto in Nordamerica e in Europa occidentale. I leader
politici e militari che si oppongono alla guerra devono prendere una
posizione ferma all'interno delle rispettive strutture. I cittadini
dovrebbero prendere posizione a titolo personale e collettivo.

I criminali di guerra occupano i posti chiave. La popolazione è galvanizzata
e sostiene i governanti, che sono "impegnati a difendere la loro sicurezza e
il loro benessere". Grazie alla disinformazione dei media, la guerra ha
ricevuto un mandato umanitario.

La legittimità della guerra dovrebbe essere rimessa in dubbio. Il solo
sentimento antimilitare non disarticola i piani di guerra. Ufficiali di alto
rango dell'amministrazione Bush, membri dell'esercito e del congresso
americano hanno ricevuto l'autorizzazione per scatenare una guerra illegale.

Dovrebbero essere messe in causa anche le multinazionali che sostengono e
sponsorizzano la guerra e i crimini di guerra, incluse le aziende
petrolifere, i contrattisti della difesa, le istituzioni finanziarie e i
media ufficiali, tutti parte integrante della macchina di propaganda
bellica.

1. Il ruolo della disinformazione dei media nel sostenere i piani bellici è
cruciale.

Non riusciremo nel nostro obiettivose non avremo indebolito e poi
neutralizzato l'apparato propagandistico. È indispensabile spiegare ai
cittadini che ci sono vicini le cause e le conseguenze della guerra
fomentata dagli USA, senza dimenticare i numerosi crimini di guerra e le
atrocità sistematicamente minimizzati dai media. Non è un compito facile;
richiede un efficace programma di contropropaganda che rifiuti la massa di
affermazioni dei media.

È essenziale che l'informazione di base e la sua analisi giungano al grande
pubblico. I media occidentali sono controllati da un manipolo di potenti
organizzazioni d'affari. Le aggregazioni di media che controllano reti
televisive e stampa devono essere contrastate con azioni di ampia adesione
che rivelino menzogne e falsità.

2. Esiste un'opposizione all'interno stesso del potere politico americano e
tra le forze armate.

Questa opposizione non è necessariamente contraria alla gestione complessiva
della politica estera americana, ma rifiuta decisamente l'avventurismo
militare, incluso l'uso delle armi nucleari. I dissidenti all'interno delle
istituzioni dello Stato, dell'esercito e del mondo finanziario sono
importanti perché possono essere utilmente indirizzati a screditare, e in
ultimo a smantellare, il consenso alla "guerra contro il terrorismo". È
quindi necessaria la più ampia alleanza possibile delle forze sociali e
politiche per evitare un'avventura militare che minaccia, in un accezione
molto concreta del termine, il futuro dell'umanità.

3. Bisogna occuparsi della struttura delle alleanze militari. Un cambio
delle alleanze militare al momento opportuno potrebbe invertire il corso
della storia.

In linea generale Francia e Germania sostengono la guerra voluta dagli USA,
ma nei due paesi, e nell'Unione europea in generale, si levano forti voci
che dissentono totalmente dai piani militari americani, sia tra la gente
comune che nello stesso sistema politico.

È fondamentale che gl'impegni assunti con Washington dai capi di Governo e
dai capi di Stato vengano annullati o vanificati, con pressioni esercitate
agli appropriati livelli politici. E questo è vero in particolare per quel
che riguarda l'appoggio incondizionato all'amministrazione Bush ribadito dal
presidente Jacques Chirac e dal cancelliere Angela Merkel.

L'indebolimento del sistema di alleanze che impegna l'Europa occidentale a
sostenere l'asse militare anglo-americano dovrebbe servire a invertire la
rotta. Senza il sostegno franco-tedesco, Washington esiterebbe a scatenare
la guerra all'Iran.

4. Organizzare grosse adunate contro la guerra è importante ed essenziale.
Ma non servirà a invertire la corsa verso la guerra se non verrà allo stesso
tempo sviluppata una rete coerente contro la guerra.

Quello di cui abbiamo bisogno è una rete popolare contro la guerra, un
movimento di massa a livello nazionale e internazionale che rimetta in
discussione la legittimità dei principali responsabili militari e politici e
delle multinazionali che li appoggiano, e che serva in ultima analisi a
escludere quelli che agiscono in nostro nome. Creare una rete di questo tipo
richiederà tempo; bisognerà occuparsi dapprima di far crescere una ripulsa
della guerra nelle organizzazioni civili già esistenti (sindacati,
organizzazioni comunitarie, raggruppamenti professionali, federazioni
studentesche, giunte municipali, ecc.)

5. L'11 settembre svolge un ruolo cruciale e centrale nella campagna
propagandistica.

La minaccia di un "attacco all'America" da parte di Al Qaeda viene
continuamente usata dall'amministrazione Bush e dal suo sottomesso alleato
inglese per galvanizzare l'opinione pubblica a sostegno del piano militare
globale.

È stato oramai dimostrato che la "rete terroristica islamica" è
un'invenzione dell'intelligence americana. Buona parte degli allarmi per
possibili atti terroristici erano basati su informazioni bidone, come
dimostra il recente caso dell' "attacco alla bomba liquida". C'è la prova
che molti degli "attentati di massa" che hanno provocato vittime tra i
civili sono stati in effetti pilotati dai servizi militari e/o segreti (ad
esempio, a Bali nel 2002).

La "guerra al terrorismo" è una montatura. La ricostruzione dell'11
settembre contenuta nel rapporto della Commissione 9-11 è un falso.
L'amministrazione Bush è coinvolta in atti d'insabbiamento e complicità ai
più alti livelli governativi.

Rivelare le bugie sull'11 settembre servirebbe a delegittimare la "guerra al
terrorismo", la principale giustificazione alla corsa alla guerra in Medio
Oriente.

Senza l'11 settembre, i criminali di guerra nelle alte sfere non avrebbero
puntelli e l'intera costruzione dell'intelligence nazionale collasserebbe
come un castello di carte.

TABELLA:

ESERCITAZIONI MILITARI (IRAN, RUSSIA, CINA E PARTNER DELLA COALIZIONE)
(agosto-ottobre 2006)

19 Agosto 2006-- Iran: esercitazione militare Zarbat-e Zolfaqar nelle
principali regioni del paese, con una durata prevista fino a fine settembre.
24- 29 Agosto-- Russia, Kazakistan, Kirghizistan e Tagikistan, Uzbekistan
con statuto di osservatore, nel quadro della CSTO (Collective Security
Treaty Organization): esercitazione militare Rubezh-2006 nel porto kazako di
Aktau.
24 Agosto-- Cina e Kazakistan: nel quadro della SCO. Contemporaneamente e in
collegamento con le manovre della CSTO in Kazakistan.
22- 24 Settembre-- Cina e Tagikistan: prima esercitazione militare comune,
nome in codice "Cooperation-2006".
27 Settembre-Iran: esercitazione anfibia, nome in codice Payambar-e A'zam
[Grande profeta] a Esfahan. Vari battaglioni della I brigata della 14°
divisione Imam Husayn di stanza a Payambar-e A'zam eseguono le manovre sul
fiume Zayandeh.
30 Settembre-- esercitazioni a largo raggio dell'aviazione russa a partire
dalla base aerea di Saratov. Le manovre coprono l'Estremo Oriente, l'Artico
e la frontiera russa con l'Alaska. Le manovre mettono in allerta i caccia
intercettatori del NORAD.
30 Settembre-Russia: esercitazioni militari con la partecipazione della 136°
brigata, sul campo di addestramento di Buynakskiy (Daghestan)
2 ottobre-- Esercitazioni militari kirghise, con unità speciali russe e
kirghise.
4 ottobre-Esercitazioni navali russe nel mar Nero, presso la frontiera
georgiana, in risposta ai recenti eventi in Georgia e dopo l'embargo
economico imposto dalla Russia.






Michel Chossudovsky , autore del best-seller internazionale America's "War
on Terrorism" (Seconda Edizione, Global Research, 2005), è docente di
economia all'università di Ottawa e direttore del Center for Research on
Globalization.

Nota: I lettori sono invitati a riprodurre l'articolo, in modo da
diffonderne il contenuto e mettere in guardia sui pericoli di un
allargamento della guerra in Medio Oriente. Per favore, indicate la fonte e
la nota di copyright. Richieste dei media crgeditor@yahoo.com
© Copyright Michel Chossudovsky, GlobalResearch.ca, 2006

Fonte: http://www.globalresearch.ca/

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