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cento anni fà
by don king Wednesday, Oct. 25, 2006 at 2:38 PM mail:

il falegname che divenne re dei massimi

La favola del combattente di Sequals esaltato dal fascismo
Cento anni fa nasceva Primo Carnera, il falegname che divenne re dei massimi
Renzo Martinelli sta girando un film sulla storia del colosso che fece il pugile per fame. La pellicola è prodotta da Mediaset Rti e Martinelli Film Company Int in associazione con Gmc - Giuseppe Marra Communication
Roma, 23 ott - (Ign) - Da falegname e attrazione di circo divenne re dei pesi massimi, una leggenda italiana che sfida il tempo. Cento anni fa, era il 25 ottobre 1906, nasceva (e già pesava sette chili) Primo Carnera, soprannominato il ‘gigante di Sequals’, dal paese in provincia di Pordenone che gli diede i natali.

Non solo per gli appassionati sportivi, la ricorrenza è occasione per ripercorrere il mito del ‘gigante delle Prealpi’ che con il suo fisico di 2.05 metri di altezza e 124 kg di peso per 52 di scarpe venne scoperto mentre lavorava al circo da Léon Sée, giornalista e manager non sempre onesto, e dall’ex pugile Paul Journée, e avviato alla carriera sul ring. Sulla vita e la storia del grande pugile si è scritto molto. La sua ingenuità è passata alla storia insieme a quella potenza che il 29 giugno 1933, al Garden Bowl di New York, contro Jack Sharkey, gli valse la cintura di campione del mondo.

La documentazione sulla stella del pugilato mondiale comprende anche la celebre foto che lo ritrae sorridente sul ring con la bionda Jean Harlow, fino alla cirrosi che il 29 giugno 1967 lo porterà, a soli 61 anni, al ‘gong’ finale nella villa che ancora porta il suo nome a Sequals. L’italiano Carnera diventa campione dei pesi massimi negli Stati Uniti, dove viene anche osannato come il ‘gigante buono’.

Il fascismo, che non poteva sopportare lo ‘scippo americano’ del campione, celebrò la sua prestanza additandola ad esempio della ‘razza italica’ da quando il pugile compie un gesto che nell’Italia del 1930 conquista le masse: si affaccia a un balcone, raccoglie tra le mani enormi un tricolore e se lo porta alle labbra. Tanto basta per farne un ‘monumento’ del regime, al punto che il 4 aprile del 1933 Benito Mussolini lo volle a Piazza di Siena, a Roma, per un combattimento in pubblico contro Paulino Uzcudun. Davanti a 70.000 persone, che si lasciano andare a un entusiamo senza precedenti, Primo vinse ai punti esaltando la ‘potenza del milite della LV legione Alpina’.

In seguito il colosso friulano, ormai cifra di italianità nel mondo, apparirà persino al balcone di Palazzo Venezia, anche se non in contemporanea con il Duce che, si racconta, con la sua statura non voleva certo sfigurare al cospetto di quell’enorme camicia nera che aveva ridato speranza agli emigranti di Ellis Island.

Ma gli aneddoti sul ‘Rocky’ del Friuli si sprecano. Ad esempio, il principe di Galles un giorno si arrischiò a invitarlo a pranzo, sfidando così la sua voracità. E Umberto II di Savoia fece addirittura fermare un treno per salutarlo alla stazione di Venezia.

E se Pordenone propone fino al 3 dicembre la mostra ‘La leggenda di Carnera’, Renzo Martinelli sta invece girando in Romania un film sulla storia del grande pugile dal titolo 'La montagna che cammina', con Andrea Iaia protagonista, F. Murray Abraham e Anna Valle. La pellicola, che uscirà tra settembre e ottobre 2007 e si avvale della consulenza sportiva di Nino Benvenuti, è prodotta da Mediaset Rti e Martinelli Film Company in associazione con GMC, Giuseppe Marra Communication.

Al di là dei tentativi - operati soprattutto oltreoceano - di ridimensione il ‘mito’ di Carnera, la vita di quell’armadio coi guantoni che ebbe tempo solo di frequentare la quarta elementare, resta infatti un sogno: da ragazzo povero riuscì, grazie all’impegno e alla tenacia, a cambiare il proprio destino diventando il primo italiano campione del mondo di boxe e uno dei pochi pugili nella storia ad aver vinto 70 volte per ko utilizzando quasi interamente 'jab' sinistri.

Curiosità accertata, sul ring durante le 88 vittorie su 103 incontri disputati non sprigionò mai tutta la propria forza, quasi per timore di far troppo male all’avversario. Niente affatto rozzo e ignorante, in realtà questo gigante dal cuore d'oro conosceva la lirica e da appassionato di poesia era in grado di recitare a memoria interi versi del prediletto Dante.

Carnera è stato anche un fumetto e un attore. Benché a Broadway dicessero che aveva scarpe grandi quanto la custodia di un violino. Comparve in 15 film di Hollywood tra i quali vanno ricordati ‘Ercole e la regina di Lidi’, ‘Toto’ nella fossa dei leoni’ e ‘Il tallone d’Achille’. Ma nella sua ‘carriera artistica’ vanta anche una fortunata tournée teatrale con Renato Rascel.

Non è un caso che tutti i libri pugilistici americani lo ricordino ancora oggi. ‘The Ring’, la bibbia statunitense, lo incoronò come “Italian heavyweight sensation”. A distanza di tanti anni, le luci del ring sono ancora tutte per il 'Cinderella man' della nostra boxe, che prese i pugni per far studiare i figli.


http://www.adnkronos.com/3Level.php?cat=Spettacolo&loid=1.0.575282764

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