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OAXACA BRUCIA
by Claudio Albertani Monday, Oct. 30, 2006 at 9:24 PM mail:

Saldo di ieri: 3 morti

La situazione è precipitata venerdì 27 ottobre quando paramilitari e
pistoleros del PRI hanno ammazzato il compagno Brad Will di Indymedia
e due membri della APPO in scaramucce che si sono verificate presso le
barricate situate nel comune di Santa Lucia del Camino, a pochi
chilometri dal centro di Oaxaca. Tali provocazioni sono state usate
dal governo federale per giustificare l'intervento della Policia
Federal Preventiva (PFP), un corpo militarizzato, specializzato in
operazioni di ordine pubblico e controinsurrezione.
Nel corso della giornata di sabato, il ministro degli interni, Carlos
Abascal ha lanciato un ultimatum: consegnare immediatamente il centro
storico della città, gli edifici pubblici e gli uffici di governo o
attenersi alle conseguenze. Nello stesso tempo, a Città del Messico
continuavano le trattative ed Abascal, usando un doppio linguaggio,
prometteva ai rappresentanti della APPO che, per il momento, le forze
dell'ordine non sarebbero ancora intervenute.
Nel frattempo, la PFP avanzava su Oaxaca allo scopo di "rimuovere le
barricate e liberare le vie di comunicazione". L'ordine partiva
direttamente dal presidente Fox. Sabato notte, la APPO esortava il
popolo a rinforzare l'autodifesa.
Domenica 29, la città è stata sigillata ed isolata dal resto del
Messico: non si entra e non si esce se non attraverso i posti di
blocco dell'esercito. Verso le ore 14, 4000 agenti della PFP hanno
occupato il centro lanciando gas lacrimogeni ed impiegando idranti che
sparano acqua mescolata ad un acido non identificato che procura
severi danni alla pelle (non sappiamo ancora esattamente quali).
Nell'operazione sono stati utilizzati un numero imprecisato di
elicotteri ed una trentina di blindati. Nel frattempo, circa 5000
soldati prendevano posizione nei punti nevralgici delle regioni
circostanti.
Simultaneamente, la Agenzia Federal de Informaciones (AFI) e la
Procura della Repubblica perquisivano le case degli attivisti della
APPO e della sezione 22 del sindacato dei maestri.
Alle 19, dopo varie ore di scontri, la PFP è riuscita ad entrare nello
zocalo (piazza principale) prendendo possesso anche di Radio APPO che
ha quindi interrotto le trasmissioni. Domenica sera trasmetteva solo
Radio Universidad, ultimo bastione della comunicazione alternativa in
città.
La APPO si è difesa con pietre, bottiglie molotov ed incendio di
autobus, riuscendo anche ad organizzare una manifestazione di protesta
alla quale hanno partecipato circa 100,000 persone.
All'imbrunire la città presentava un aspetto desolato: veicoli in
fiamme, case danneggiate, strade distrutte. E nuove vittime:
l'infermiere Jorge Alberto López Bernal, il maestro Fidel García ed un
ragazzo di circa 14 anni, ancora non identificato. Vi sono inoltre
circa 60 detenuti –tra i quali un numero indeterminato di torturati ed
altrettanti desaparecidos.
Verso sera la APPO si è ripiegata in direzione della Città
Universitaria mentre la città si copriva nuovamente di barricate che,
in pratica circondavano i militari che dormivano nello zocalo.
Lunedì 30 ottobre, in città non vi era elettricità e neppure trasporto
pubblico. Le televisioni ammettevano che la PFP non riusciva a
controllare la situazione e la APPO continuava a tenere alcune
barricate nei quartieri periferici.
Sebbene è improbabile che la APPO riesca a mantenere le sue postazioni
in città, è chiaro che la storia non è finita. Nei prossimi giorni, il
conflitto si estenderà alle regioni indigene di montagna ed è
importantissimo mantenere un occhio vigile su quanto succede in modo
da fermare la repressione. La Comune di Oaxaca non è morta. La sua
vita dipende dalla nostra solidarietà.

30 ottobre, ore 12.

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