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"The great complotto" e le risposte di Giulietto Chiesa
by bds Wednesday, Nov. 01, 2006 at 9:28 PM mail:

Divertente siparietto sul Barbiere della Sera che illustra bene come "lavora" Chiesa e su quali fonti faccia affidamento, gonfiando pure le stronzate che altri inventano.

L'articolo di Astolfo dice che Chiesa ha sparato cazzate quando, nel tentativo di delegittimare l'ultimo numero di Diario ha sparato che il capo di Popular Mechanics (rivista alla quale Deaglio aveva fatto riferimento) è in realtà nipote di Michael Chertoff, da Bush ha nominato a capo del Dipartimento «Homeland Security» e che quindi.........

Quindi un cazzo, perchè Astolfo va a controllare e la parentela non c'è.

Come reagisce Chiesa?
Ammette l'errore ("Per quanto mi concerne ammetto di non avere verificato i gradi di parentela di Chertoff. Colpa grave, naturalmente. E non intendo nasconderla ai lettori di questo blog. Andremo a verificare con cura ogni passaggio di parentela.") e ammette che sia grave (la lettera/articolo sua e di Cardini si fondava esclusivamente su quello), ma sbrocca di brutto tra insulti, risposte da scemo alla fine risolve per la fuga di fronte allo sputtanamento.

Un'altra grande dimostrazione del fronte complottista, avanti un altro, più gente entra, più bestie si vedono.

Bella lì Giulietto, nun ce lassà, facce rideeeee'!

Per chi invece non ha voglia di ridere, è utile controllare il "percorso" di Giulietto, in particolare dal 1980 al 1991 http://it.wikipedia.org/wiki/Giulietto_Chiesa


The great complotto
di Astolfo

Il direttore di Diario pubblica una smontatura delle tesi cospirazioniste che pullulano come funghi ai piedi del fu World Trade Center, l'editorialista del Corriere della Sera lo ringrazia per aver esposto la "boiata pazzesca", il battagliero ex kremlinologo della Stampa smentisce la smentita e attacca chi lo attacca. E io allora sono andato a controllare le fonti

All'inizio ci fu la "boiata pazzesca", titolo simil-fantozziano con il quale Diario pubblica in prima pagina un lungo articolo nel quale da una parte di riprendono i risultati di una inchiesta della rivista tecnica americana Popular Mechanichs (del maggio dell'anno scorso) in cui si esaminavano le principali ipotesi alternative alla versione ufficiale dei fatti riguardo agli attacchi terroristici di New York e Washington, e con l'assistenza di una serie di esperti dei campi più diversi si dimostrava che erano fasulle, mentre dall'alltra si avvertiva l'arrivo del "deputato europeo Giu­lietto Chiesa, che già si propone («L'intera storia dell'11 settembre è un co­lossale complotto») e mi­naccia attività pubbliche insieme a Dario Fo e al giornalista Claudio Fracassi. Un loro comunicato stampa cita anche, a vario titolo, i nomi di Oliviero Beha, Sigfrido Ranucci, Franco Cardini. Si parla di documenti, animazioni in ad e 3d, dise­gni animati, con il premio Nobel che guiderà lo spettatore, come Virgilio, nell'inferno dell'11 settembre".

Pochi giorni dopo sul Corriere Pierluigi Battista rivolge a Deaglio un "ringraziamento particolare" per aver "portato in Italia il lavoro certosino di trenta giornalisti del Popular Mechanics, possiamo finalmente capire quale cumulo di menzogne e di teoremi bislacchi sia al centro della grande fantasia complottista. Non eravamo stupidi noi, erano i teorici del complotto che ci raccontavano un sacco di bugie".

Inoltre Battista coglie l'avvertenza di Diario, aggiungendo "ora che comincia anche in Italia il tour del circo itinerante dei complottisti, ospiti i Giulietto Chiesa e i Franco Cardini, un grazie rinnovato a Deaglio che ci mette al riparo da una gigantesca mistificazione".

Giulietto Chiesa invia allora una sprezzante lettera al Corriere nella quale sostiene che l'inchiesta di Popular Mechanics -ripresa da Deaglio, applaudita da Battista- è stata in realtà "redatta, utilizzando testimoni «compiacenti», da Benjamin Chertoff, nipote venticinquenne di quel Michael Chertoff, da Bush ha nominato a capo del Dipartimento «Homeland Security» dopo essere stato assistant attorney a New York (e in tale veste è stato anche sospettato di aver occultato alcune prove che sarebbero state utili all'inchiesta). La parentela è stata confermata dal giornalista Christopher Bollyn su American Free Press del 7 marzo 2005 (al quale il Chertoff, mentendo, aveva cercato di negarla).

Una volta smascherato l'imbroglio, negli States il dossier del Chertoff è rapidamente ridicolizzato e scomparso dalla circolazione: ma, come accade sovente, lo si è riciclato mesi dopo sotto altra forma. Intanto, però, i contenuti di quell'«inchiesta» erano stati ampiamente contestati e appaiono oggi destituiti di plausibile fondamento".

In alternativa a queste fonti chiaramente inquinate, parziali ed inaffidabile, aggiunge Giulietto, ce ne sono molte altre, "tre fra le pubblicazioni più serie e attendibili: Jürgen Elsässer, «Comment le Jihad est arrivé en Europe», Vevey, Xenia, 2006; Webster Tarpley, 9/11. Synthetic terror made in USA, Joshua Tree, California, Progressive Press 2006; Darrie Zwicker, Towers of deception. The media cover-up of 9/11, New Society Publishers (Canada), 2006,".

Battista si limita a una replica asciutta: "Una parentela diventa, in quanto tale, indizio di illegittimità. E la critica va alla persona, e non agli argomenti. Complimenti".

Ma se la critica alla persona è l'argomento, mi sono detto io, allora esaminiamo l'argomento.

In questo caso l'argomento è Ben Chertoff, responsabile del settore ricerca di Popular Mechanics al momento in cui fu pubblicata l'inchiesta, e che secondo Giulietto è il "nipote venticinquenne" del capo del dicatsero per la Home Security dell'amministrazione Bush, come del resto ha confermato Cristopher Bollyn in un pezzo per America Free Press.

Permettetemi un piccolo cambio di persona: chi è questo Bollyn? Anzitutto, c'è l'American Free Press, autodefinito "America's Real Newspaper", che è un giornale populista tendente verso l'estrema destra e a carattere chiaramente cospirazionista (percorrere il sito per verificare de visu) per il quale il tale Bollyn scrive pezzi su Bilderberg (te pareva) o su come la B’nai B’rith (ennesimo tentacolo della Cospirazione Sionista) manipola la polizia di Schaumburg, Illinois -la ridente località della periferia di Chicago dove risiede- per torturarlo dopo che aveva certao di donare alla biblioteca locale un libro sulla responsabilità di Israele nell'omicidio di John Kennedy.

Anzi, scusate. Bollyn SCRIVEVA questi pezzi cospirazionisti per American Free Press, giacchè (scoop, scoop) in realtà due giorni fa è stato allontanato dai responabili della prestigiosa testata.

Motivo della cesura di questa collaborazione? Secondo il comunicato ufficialei pubblicato con data 18 ottobre, e firmato dall'intero Editorial Board, "recentemente ci siamo resi conto che in almeno tre occasioni -in pubblico e in privato- Christopher ha dato credito alla perniciosa opinione che American Free Press è stata infiltrata e messa sotto controllo da 'Sionisti', fornendo così il suo appoggio alla credibilità e all'integrità di American Free Press e il suo staff".

Non so se mi spiego: Bollyn è stato allontanato da una rivista cospirazionista di estrema destra perchè è così delirantemente antisemita che crede che la stessa American Free Press (oltre alla polizia della sua città) è stata manipolata e infiltrata da Perfidi Giudei!!!

Questo per quanto concerne il testimone citato dal collega Chiesa per "smascherare l'imbroglio" e "ridicolizzare" il lavoro di Popular Mechanics, importato in Italia da Deaglio.

Ma poi dobbiamo parlare del contenuto della testimonianza.

Secondo Giulietto, infatti, Bollyn ha smascherato anche Chertoff, dimostrando la sua parentela con il membro del gabinetto suo omonimo. Sentiamo come la racconta James B. Meigs, editor in chief della rivista americana:

"Christopher Bollyn telefonò alla madre di Ben, che gli disse che sì, che lei pensa che Michael Chertoff potrebbe essere un lontano cugino". Il titolo dell'articolo seguente di Bollyn su American Free Press era 'Il cugino di Chertoff ha scitto il pezzo di Popular Mechanics sull'11/9". "Questo è esattamente il tipo di 'giornalismo' che ci si aspetta da una dittatura come quella di Saddam Hussein in Iraq", conclude l'articolo.

Successivamente c'è stata una aggiunta: "Ben Chertoff: propagandista e strumento di disinformazione degli Illuminati". Nello stesso articolo Meigs sottolinea che "Ben è stato uno dei ricercatori che partecipato all'inchiesta, non il suo autore".

Ma non era che lo aveva redatto lui, come sostiene Giulietto? Se è necessaria una smentita più esplicita, si può consultare questo articolo di Us News & World Report, nel quale è lo stesso Chertoff che dice che "nessuno nella mia famiglia ha mai incontrato Michael Chertoff". Ma non era il "nipote venticinquenne", secondo Chiesa?

Questo dunque per quanto concerne l'autorevolezza delle fonti citate da Chiesa per denigrare il lavoro di Popular Mechanics e irridere Deaglio e Battista: un noto cospirazionista virulentemente antisemita (tanto da essere cacciato dalla sua rivista cospirzionista perchè vede trame sioniste anche lì) che telefona alla mamma di Chertoff, non verifica una mazza, la spara ancora più grande, ed è poi assitito da Giulietto stesso, che riprende il "redattore dell'inchiesta" ma promuove il lontano e ignoto cugino, diventato nel frattempo cugino tout court, al rango di nipote. Mentre Ben Chentoff continua a sostenere di non aver mai visto il suo omonimo al governo, e nessuna altra fonte lo smentisce, diretta o indirettamente.

Passiamo dunque ad esaminare le fonti "più serie ed attendibili" che cita Giulietto in alternativa a quelle di Popular Mechanics, che come abbiamo visto ha smontato in modo impressionantemente efficace.

Cominciamo dunque da "Come la Jihad è arrivata in Europa", del giornalista tedesco Jürgen Elsässer, nel quale si afferma che è stata la Cia a formare i terroristi di Al Qaeda, dato l'appoggio americano ai mujahedin afghani che lottavano contro i sovietici e ai musulmani di Bosnia che lottavano contro i serbi. E questo perchè "gli Stati Uniti volevano, come l'Austria del secolo XIX in Bosnia, creare un 'Islam' europeo per indebolire gli stati islamici del Medio Oriente, il che all'epoca voleva dire l'impero ottomano e al giorno d'oggi l'Iran e gli stati arabi.

I neoconservatori avevano però altri piani. costruire una rete clandestina di fantocci 'fondamnetalisti' che facessero il lavoro sporco contro la 'vecchia' Europa", come afferma Elsässer in una intervista.

Interessante visione geopolitica di taglio tipicamente cospirazionista, ma allora sorge subito al domanda: e i Perfidi Giudei? Il giornalista tedesco subito allinea varie tesi serie ed attendibili, come piacciono a Giulietto: "per esempio, subito dopo l'11 settembre un certo numero di agenti israeliani sono stati arrestati negli Stati Uniti. Erano presenti nei posti dove gli attacchi sono stati preparati. Ci sono analisti che dicono che questo dimostra che Israele era direttamente implicato negli attacchi. Ma potrebbe voler dire qualcos'altro. Potrebbe essere che quegli agenti stavano guardando quello che avveniva, che erano al corrente che i servizi americani aiutavano questi 'terroristi' nella preparazione degli attentati, ma hanno tenuto per sè questo che sapevano per usarlo al momento opportuno, per poter usarlo come arma di ricatto arrivato il momento: 'Se non aumentate il vostro appoggio a Israele, consegniamo questa informazione ai media". Serio e attendibile, senza alcun dubbio. Mica come Popular Mechanics.

La seconda lettura raccomadataci da Giulietto per ripulire i nostri cervelli dall'intossicazione del Grande Complotto, ossia "Synthetic Terror Made in USA", uno dei best sellers più venduti da Amazon in America quando è uscito due anni fa, che è stato scritto da Webster Griffin Tarpley, già militante del delirante Partito Laburista di Lyndon Larouche (finito in galera negli anni 80 per frode ed estorsione) a richiesta del quale compilo' e scrisse "Chi ha ucciso Aldo Moro?", un classico del cospirazionismo alla amtriciana, nel quale si dimostra al di là di ogni dubbio che le Brigate Rosse erano in realtà mosse dalla P2.

Si noti che il rapporto, "commissionato dal Partito Operaio Europeo" (associato al partito di LaRouche) nel 1978, è definito "commisionato da un membro del governo italiano" nell'articolo su Tarpley di Wiki, che gli stessi responsabili del sito segnalano come sospetto, giacchè contiene informazioni "provenienti da da testate e siti web collegati con il soggetto dell'articolo.

Guarda caso, anche l'articolo Wiki sull'autore del terzo libro consigliato da Giulietto, Barrie Zwicker, reca lo stesso avvertimento nel suo incipit. Strano, no?

Per conoscere meglio questo autore serio ed attendibile, vi invito a leggere il racconto che fa questo bloggista canadese di Vancouver di una presentazione del libro di Zwicker consigliato da Giulietto, in cui il narratore, piuttosto favorevole alle tesi "alternative" del giornalista rimane sconcertato quando il giornalista sostiene in pubblico che Noam Chomsky è "poco più di un agente indiretto della Cia per dividere la Sinistra". Un pò come American Free Press che si sta lasciando manipolare dalla Cospirazione Sionista, insomma.

Se è vero quanto annuncia Deaglio, sono molto impaziente di vedere uno spettacolo di Dario Fo realizzato in base a queste inchieste dettagliate, queste analisi di un rigore logico impeccabile, questi autori prestigiosi ed autorevoli. Potrebbe risultare infatti molto ameno.

Astolfo
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Re: The great complotto
Giulietto Chiesa - 22.10.2006
Vorrei tanto capire cosa ci trovi di strano tanta gente nel fatto che un gruppo di persone, che hanno letto il resoconto della Commissione Ufficiale d'inchiesta sull'11/9, non credano ai loro occhi scoprendo che è una boiata pazzesca. Astolfo lo ha letto? Ne dubito. Noi chiediamo semplicemente che l'inchiesta sia riaperta. E ci chiediamo perchè tutti abbiano taciuto fino a ora, per cinque anni. Non vedo ragioni di scandalo per questo. O ci si vuole chiudere la bocca?.
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Pregevole (ex?) collega Chiesa
Astolfo - 22.10.2006
Io personalmente non trovo niente di strano che un gruppo di persone, o anche un solo individuo, questionino il resoconto della commissione ufficiale sui fatti dell'11/9, e ovviamente non ho nè l'autorità nè l'inclinazione personale necessari per tappare la bocca a chicchessia, sicchè non capisco di cosa stai parlando.

Viceversa, vorrei sapere che cosa c'è di male nel questionare le affermazioni contenute nella tua stizzita lettera al Corriere, o nel verificare anche sommariamente le fonti che tu stesso citi per definire (tue parole testuali) "ridicolizzato e scomparso dalla circolazione" il contenuto dell'inchiesta di Popular Mechanics, sostenendo (tue parole again) che i dati che contiene sono "stati ampiamente contestati e appaiono oggi destituiti di plausibile fondamento".


Vorrei sapere cosa c'è di male nel chiederti, dopo che lo hai affermato per iscritto, come mai il lontano cugino mai visto diventa prima cugino diretto e poi nipote che ha redatto l'inchiesta di Popular Mechanics, ma noto che non menzioni affatto l'argomento.

Vorrei sapere anche cosa dobbiamo pensarne del collega Bollyn, che tu stesso citi come testimone cruciale sulla vera identità di Chertoff, o sull'autorevolezza della Afp, anch'essa citata da te, o sulla credibilità dei libri e degli autori da te stesso definiti "fra i più seri ed attendibili" sull'argomento. Ma noto che non menzioni affato l'argomento.

Vorrei insomma che tu mi spiegassi come ti permetti di disprezzare il lavoro dei colleghi di Popular Mechanics, nonchè di Deaglio e Battista, in base a una serie di informazioni manipolate e delirantemente speculativa diffuse da testate senza nessuna autorevolezza, e come fai a consigliare come alternativa al questo lavoro una serie di boaiate cospirative col botto scritte da una serie di personnagi ridicoli e assolutamente non credibili.

Non ho capito: vuoi forse chiudere la bocca dei colleghi che hanno il coraggio di smontare con logica asciutta e fatti che tu stesso non osi mettere in dubbio l'intera trama allucinatoria del Big Complotto?

E in più vuoi fare anche il dissidente perseguitato?

Ma fammi il piacere...

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Re: The great complotto
Giulietto Chiesa - 24.10.2006
Una delle differenze, per fortuna non l'unica, tra me e Astolfo è che io mi firmo e lui si nasconde diestro uno pseudonimo.
La lettera che io e Cardini scrivemmo al Corriere era molto più argomentata. Battista accettò di pubblicarne solo una più ristretta dopo una settimana circa di silenzio. Peccato. Quella integrale si può leggere su http://www.megachip.info.
E' possibile che Benjamin Chertoff non sia parente di suo zio, si può sbagliare. Anche a me succede, qualche volta. Verificheremo meglio sentendo anche il parere di Bollyn. Ma le tesi di Popular Mechanics sono state molto bene smontate nel merito. Basti andare a leggere il dossier che abbiamo pubblicato sul sito http://www.megachip.info.
E, già che ci siamo, sempre sullo stesso sito, si può leggere il lungo elenco di autorevoli "complottisti" americani e mondiali che considerano tutti non credibile la relazione ufficiale d'inchiesta americana.
Quanto alle fonti da noi citate. I lettori sappiano che è solo una minima parte (per ragioni di spazio) di quella disponibile. Il resto si trova nel dossier pubblicato sul sito sopra citato. Astolfo non ha letto nessuno dei tre libri citati. Per questo va in cerca di farfalle su tutti e tre gli autori.
Il volume di Webster Tarpley è uscito in edizione aggiornata quest'anno. Lo trovo molto interessante, come è molto interessante il suo libro sul rapimento di Aldo Moro. Tanto "cospirazionista all'amatriciana" che in Italia decine di autori sostengono la stessa tesi. Che, personalmente, ho sempre considerato assai attendibile. Ma forse Astolfo sa quello che da trent'anni tutti stanno ancora cercando di sapere.
Jurgen Elsaesser è uscito in tedesco e poi in francese, con prefazione di Jean Pierre Chevenement, pazzo complottista anche lui.
I "perfidi giudei" sono prodotto del solito trucco di chi non ha niente da dire e accusa gli altri di antisemitismo, nella speranza di farli tacere. Astolfo usa questo trucco ripetutamente.
Barrie Zwicker non può essere liquidato, ovviamente, con la citazione del suo giudizio su Noam Chomsky. Giudizio che io non condivido, ma che non può sostituire il grande lavoro di ricerca del volume citato. Che naturalmente Astolfo non ha letto.
Ma, del resto, non ha letto nessuna di queste ricerche, e quindi critica per sentito dire, o per evidente partito preso. Cioè per pregiudizio.
Quanto al sottoscritto: farò all'anonimo Astolfo il piacere che mi chiede. Non mi sento affatto un dissidente represso. Dico quello che penso. Ma vorrei sapere con quale faccia tosta si possa affermare che sono io a voler chiudere la bocca a qualcuno. Io non ho il potere che ha Battista. Non si vede perchè si dovrebbe dire che "minaccio attività pubbliche". Forse che esprimere il proprio parere significa "minacciare" qualcuno? Quale sarebbe l'organo di stampa, o il canale tv, con il quale realizzerei la "gigantesca mistificazione" da cui il povero Battista dovrebbe essere "messo al riparo"? Suvvia, Astolfo, ridimensionate la vostra ansia. Queste affermazioni dicono solo che siete in mutande.
Siete stati in silenzio, giornalisti di regime, sostenendo la tesi ufficiale, senza mai fare domande. Adesso, con Deaglio, reagite all'unisono, e umanamente vi comprendo. Ma la vostra reputazione professionale dovevate difenderla prima, quando era il momento. Adesso difendete l'indifendibile. Sia Battista che Mario Pirani, su Repubblica, hanno concluso i loro pezzi dicendo che è meglio non parlare troppo di queste cose per non fare il nostro gioco. Taci, il nemico di ascolta. Ecco cosa voglio dire quando dico che volete farci tacere.
L'ultimo sondaggio (telefonico) del New York Times-CBS News (fatto da 5 all'8 ottobre 2006 su 983 adulti americani, con margine di errore del 4%), dice che il 53% degli americani ritiene che il governo USA stia nascondendo qualcosa ("hiding something") in merito all'11 settembre. E il 28% pensa che stiano sostanzialmente mentendo("mostly lying") .
In tutto, quelli che dubitano sono l'81%.
Popular mechanics non li ha convinti per niente. Nemmeno noi. Ha convinto invece Astolfo e Battista, che non l'ha sicuramente nemmeno letto. Ha convinto Deaglio, che svolge doverosamente il suo mestiere dai tempi in cui lavorava in Lotta Continua.
Giulietto Chiesa
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Pregiato (ex?) collega (2)
Astolfo - 24.10.2006
Anzitutto du appunti marginali: la versione in extenso della vostra lettera è stata già linkato da Madame in un altro dibattito bidiessico, ma hai ragione a dire che dovrebbere esserlo anche qui. Dunque riparo l'errore: il testo è consultabile qui e, come si puo' vedere, non aggiunge altri elementi a quelli in discussione.

Inoltre, l'anonimato pseudonimo è se non la regola obbligatoria almeno il caso più frequente in Barberia. Se per te rappresenta un problema parlane a Figaro o chi ne fa le veci. Io personalmente me ne frego, perchè ragiono su fatti e non su persone.

Dunque, torniamo ai fatti.

Sono contento che tu mi dica che "è' possibile che Benjamin Chertoff non sia parente di suo zio" (frase di un invidiabile understatement paraculo) ma quella non era la domanda che ti rivolgevo. Partendo infatti dal fatto che Michael Chertoff è un cugino lontano di Ben che quest'ultimo non ha mai visto in vita sua (ossia dalla realtà dei fatti, almeno che tu disponga di nuove testimonianze al riguardo) ti chiedevo come mai il lontano cugino è diventato (per Bollyn) cugino tout court e per Giulietto Chiesa nipote, nonchè "redattore" dell'inchiesta di Popular Mechanics. In altre parole, ti chiedevo come mai, dopo la dilettantesta e comica "inchiesta" di Bollyn (ossia la telefonata alla mamma di Ben) non solo non hai confermato affatto le sue affermazioni (false e gonfiate) bensi' hai gonfiato ancora di tuo.

Come credere insomma all'autorevolezza di uno che si propone come il Demistificatore della Grande Menzogna, insomma, se viene sorpreso lui stesso mentre mente, manipola e gonfia una balla di queste proporzioni? Non ho avuto alcuna chiarifica al riguardo, ma noto che continui a parlare di un "nipote" che, attenendoci ai fatti confermati, è un essere del tutto fittizio, che vive esclusivamente nella TUA immaginazione (Bollyn parla di cugino).

In quanto ai Perfidi Giudei, ancora una volta mistifici e affermi il falso: non sono io a tirarli in ballo, bensi' i tuoi amici cospirazionisti: è stata Afl (vedi documento linkato) che ha interrotto la sua collaborazione con Bollyn perchè il simpatico collega andava in giro a dire che la simpatica testata è infiltrata da "Sionisti", mica Astolfo. E' lo stesso Bollyn che sostiene che è l'Anti Defamation league, in combutta con l'Fbi, che vengono ad invadere il suo domicilio provato (vedi link), mica Astolfo. E' Elsaesser che afferma che il Mossad sapeva tutto della protezione data dalla Cia ai terroristi islamici (vedi intervista citata e linkata), mica Astolfo.

Astolfo si è limitato a dire che l'antisemitismo ululante è una delle modalità più classiche del cospirazionismo delirante, il che mi sembra una affermazione difficilmente smentibile. Ma se hai elementi per smentirla, o per smentire l'antisemitismo di Bollyn o Elsaesser, ti prego non tenerteli per te. Sarei curioso di conoscerli.

In quanto a Zwicker, ho citato e linkato il bloggista canadese perchè ci informa che l'autorevole collega da te menzionato come riferimento affidabile pensa che Chomsky è un agente della Cia perchè non vuole credere alla tesi della partecipazione attiva del Mossad nell'omicidio di Kennedy (vedi link), riproducendo specularmente la paranoia antisemita di Bollyn che vede la Cospirazione Giudea dietro ogni angolo.

La costante gara all'esagerazione del Grande Complotto, nella quale ogni cospirazionista accusa l'altro di essere anche lui vittima o forse complice della Grande Menzogna è del resto una delle caratteristiche di base del pensiero copirazionista, come sa (per esempio) chiunque abbia letto "Il Pendolo di Foucault" di Umberto Eco. O Karl Popper.

Jean Pierre Chevenement non l'ho citato nel mio pezzo perchè volevo evitare di mettere troppa carne sul fuoco, ma siccome insisti sulla questione ti diro' che non penso sia nè un cospirazionista nè un antisemita, bensi' qualcosa di molto più triste, nonchè sintomatico della decadenza totale della società politica francese. Ex leader del mitico Ceres (ala sinistra del Ps ai tempi dell'opposizione), ministro dimissionario quando Mitterrand capi' (1982-83) che era meglio smetterla di fare finta di essere di sinistra, e che da allora è derivato fuori dal suo ex pertito, in un improbabile "republicanisme" che altro non è se non una patetica manifestazione dell'orgoglio ferito dei francesi, nel vedere che i gringos (e non loro) diventano la Patria della Democrazia, nonchè il primo Megapotere planetario. E in questo si associa con Elsaesser, che oltre allo zampino dei Sionisti vede nel jihadismo un complotto neocon contro la "Vecchia Europa" (vedi intervista linkata).

Per quanto concerne Tarpley, le sue affascinanti tesi sul caso Moro e la sua affidabilità come ricercatore, attendo ancora un tuo commento sul suo maitre à penser, nonchè committente del suo "rapporto" sul rapporto fra Brigate Rosse e P2, che dimostri apprezare per il suo valido contributo informativo, ossia l'ineffabile Lyndon Larouche (vedi pezzo linkato dalla pagina della succursale italica del suo partito).

Particolarmente comico anche il fatto che prima fai la vittima sostenendo che vogliono tapparti la bocca a te e poi accusi me di questo tuo puerile atteggiamento. Non sto a fare graduatorie di potere e influenza fra te e Battista, o fra te e Pirani, ma di certo è comunque inferiore al mio. E di certo credo che di queste cose bisogna discutere, come dimostra il semplice fatto che ne sto discutendo.


Ma comunque su una cosa hai ragione: scrivo queste linee in mutande, perchè qui fa un caldo boia. Buon Aid al Fitr anche a te.
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Re: The great complotto
Giulietto Chiesa - 24.10.2006
Chi sei lo si vede bene da questa ultima risposta. Fanfarone e anche truffatore, oltre che vigliacchetto perchè non dici chi sei. Ho scritto che non hai letto niente di quello di cui parli. Confermo. Hai letto qualche intervista, e qualche rimando di terzi. Ma non conosci nessuno dei testi che citi.
Pensi che sia possibile liquidare tutto e tutti, andando su internet e cliccando su Chevenement, e poi versandoci sopra le tue miserabili scemenze. Così fai con Elsaesser, con Tarpley, con Zwicker. Ma hai letto almeno il resoconto ufficiale della commissione dinchiesta? Nemmeno quello conosci. E di che parli?
Per quanto mi concerne ammetto di non avere verificato i gradi di parentela di Chertoff. Colpa grave, naturalmente. E non intendo nasconderla ai lettori di questo blog. Andremo a verificare con cura ogni passaggio di parentela. Ma non è nei gradi di parentela di Chertoff che si chiude la faccenda dell'11 settembre.
E non è in una imprecisione, dovuta in questo caso alla fretta, che si misura la qualità professionale di un giornalista. Nel caso specifico la mia. Io ho una certa quantità di libri alle spalle e una trentina d'anni di lavoro, nel quale ho misurato le mie capacità. Il pubblico le conosce da tempo ed è in grado di giudicare quanti errori ho commesso nella mia vita professionale.
Per questo io mi firmo, con orgoglio. Invece tu chi sei? Non sappiamo niente di te, salvo che ti nascondi.
Con individui mascherati non ho nulla a che fare. Non sei mio collega. Io la maschera non l'ho mai usata. Per cui passo e chiudo. Quando uscirai dalla tana possiamo, volendo, continuare a chiaccherare. Ma togliti il cappuccio e facci vedere il tuo pedigree. E leggi le cose di cui vuoi parlare. Che è la prima condizione per poter criticare.
Giulietto Chiesa

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Dal comfort del mio cappuccio ti scrivo, Giulietto
Astolfo - 24.10.2006
Prima vuole tappare la bocca, poi vuole strappare la maschera. Sei troppo divertente, Giulietto!

Ovviamente che non ho letto quella mole di cianfrusaglie deliranti pseudogiornalistiche che hai avuto l'audacia di raccomandare come testi autorevoli nella tua involontariaente comica lettera al Corriere. Anzitutto perchè ho cose più costruttive da fare con il mio tempo libero, come ad esempio tagliarmi le unghie. E poi sopratutto perchè, come ben segnali, è bastato un minimo giro in Internet e la lettura di una dozzina di siti e una decina di interviste per stabilire che:

a) Come ormai riconosci apertamente (e ti congratulo per tale atteggiamento), quando hai detto a Deaglio e Battista che l'inchiesta di Popular Mechanics è stata "redatta, utilizzando testimoni «compiacenti», da Benjamin Chertoff, nipote venticinquenne di quel Michael Chertoff, che Bush ha nominato a capo del Dipartimento «Homeland Security»" hai detto una cazzata. Col botto.

b) Tale cazzata, che era la trave portante della tua delegitimizzazione di Popular Mechanics -e dunque, per riflesso, di Deaglio e Battista e Pirani- non solo era ripresa da una notizia falsa, non verificata, e diffusa in modo tendenzioso da un giornalista irresponsabile (Bollyn) ma è stata sopratutto e volontariamente gonfiata da te, per farla diventare dunque una cazzata ancora più grossa.

Questo episodio lo definisci, in modo palesemente surreale "una imprecisione, dovuta in questo caso alla fretta". Ossia che avevi fretta di dire a Deaglio che quello che aveva scritto erano tutte balle e allora ti sei detto "Beh dai cugino nipote che vuoi che sia? E poi mettiamo che l'inchiesta l'ha scritta lui, che fa più figo..."

(Certo che se questo è il tuo modus operandi giornalistico io non sono nè saro' mai tuo collega. E aggiungo: grazie a Dio)

c) Le fonti autorevoli che citavi nella stessa stizzita missiva viene fuori che sono dei paranoici deliranti che vedono il Mossad sotto il letto (o ricattando la Cia sotto casa di Mohamed Atta, o organizzando l'omicidio di Jfk) o si fanno finanziare da demagoghi impresentabili nonchè pregiudicati, come Lyndon Larouche, sponsor ufficiale di Tarplay e commitente del suo ameno trattato sul caso Moro, sul quale continui a glissare...e ti capisco.

Pensa se avessi effettivamente perso il mio tempo leggendo le cazzate di questi personaggi incredibili, che si accusano a vicenda di esser agenti della Cia e del Sionismo mondiale! Chissà che nuovi e sublimi livelli di boiata pazzeca avrei scoperto!

Unica eccezione, pero' (oggi non hai proprio fortuna con me, Giulietto) è quella di Chevenement. Non è stata necessaria alcuna inchiesta per fondamentare quanto ho detto, giacchè verso la fine degli anni '70 (e dunque della mia adolescenza) avevo una fidanzata francese che militava appunto nel Ceres, e mi ha pure presentato Jean Pierre di persona. Che mi è parso dal primo momento un insopportabile pallone gonfiato e uno dei (molti, ahimè) esempi di quel mix di mediocrità intelletuale e nazionalismo rosicante esacerbato che caratterizzano il panorama politico francese.

Valutazione adolescenziale che si è poi confermata e assodata con gli anni, avendo avuto la possibilità di incrociare ed intervistare Chevenement in varie occasioni. L'apoteosi della ridicolaggine del personaggio, a mio avviso, è stata raggiunta nelle ultime presidenziali, nelle quali Chevenement si è presentato come candidato "fuori dal coro" al primo giro, ma nessuno se l'è cagato perchè al secondo giro sono passati solo Chirac e Le Pen (tanto per citare un altro sintomo preoccupante del délabrement della classe politica francese).

Per concludere: in che modo la definizione pubblica della mia identità anagrafica possa scalfire minimamente quanto ho appena esposto, (ossia che nella tua lettera al Corriere hai detto una caterva di cazzate, alcune gonfiate ad arte da te stesso ed altre attribuibili a fonti assolutamente carenti della ben minioma autorevolezza) sinceramente non lo so. Almeno che tu non sospetti che io sia in realtà un agente del Mossad.

O la nuora di Chertoff.

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