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PARATA dei DISERTORI
by Collettivo Z e Bergamo Antifa Saturday, Nov. 04, 2006 at 7:12 PM mail:

Dopo quello che è successo a Bergamo abbiamo deciso di scrivere questo comunicato

SIAMO TUTTI DISERTORI!

Le celebrazioni del 4 novembre di quest’anno difficilmente potranno essere dimenticate. Oggi, oltre alla tradizionale parata militare, Bergamo ha visto sfilare per la città la parata dei disertori.

Due “memorie” opposte e divergenti si sono affrontate per le strade della nostra città: i “loro” eroi, quelli che combatterono per l’onore della patria (o per una guerra di conquista, che dir si voglia), e i nostri eroi, coloro che ebbero il coraggio di combattere per affermare le imprescindibili istanze della propria coscienza e che pagarono, talvolta al prezzo della propria vita, il rifiuto di uccidere altri esseri umani.

Abbiamo ritenuto complice il silenzio adesso che l’ombra della guerra incombe tetra, come in un passato non troppo distante, sul futuro dell’umanità. Non possiamo tacere laddove ridondanti richiami all’unità nazionale, in un giorno come questo, stridono con quei precetti su cui la repubblica nata dalla Resistenza trae le proprie origini.

La mancanza di memoria storica, mentre supporta la costruzione di questa bellicosa identità nazionale, legittima le guerre del presente riabilitando quelle del passato e si trasforma sotto i nostri occhi in una memoria distorta: così un aviatore che gassava la popolazione etiope per soddisfare le ambizioni di conquista del regime fascista, diventa un eroe cittadino, una vittoria bellica diventa motivo d’unità nazionale, la pace diventa guerra e la guerra diventa pace.

Affermare tutto questo il 4 novembre è un’urgenza alla quale non abbiamo potuto sottrarci. Le ripercussioni a cui, con il sorriso di chi ha ragione (e soprattutto ragioni), siamo consapevolmente andati incontro, illuminano di per sé su quanto le contraddizioni della loro guerra e della loro pace debbano rimanere taciute, affinché le loro motivazioni non possano essere miseramente sconfessate.

A dimostrazione di ciò la giornata di oggi esige una cronaca eloquente.

Già dal concentramento la Questura dimostrava le proprie intenzioni con un nutrito numero di Carabinieri e Polizia in assetto antisommossa che, dalle prime battute, manganelli alla mano, circondavano la parata dei disertori. Mentre un’autovettura della Polizia impediva al furgone della parata di partire, giungeva l’assurdo divieto di utilizzare il furgone stesso con l’impianto musicale (cosa mai accaduta a Bergamo). Sbrigativamente veniva spiegato dal vicario della Questura che veniva fatto assoluto divieto di ricorrere a qualsiasi strumento in grado di riprodurre dei suoni, o di amplificare le voci. In particolare veniva spiegato come le lattine di birra ospitate dal furgone potevano rappresentare pericolose armi nelle mani dei facinorosi. Nonostante questi miseri tentativi della Questura di circoscrivere la portata dell’iniziativa, 300 disertori attraversavano con determinazione viale papa Giovanni XXIII, raggiungendo in breve tempo largo Porta Nuova: la parata militare era ormai a poche centinaia di metri. A questo punto la parata, di fronte al cordone di poliziotti, era impossibilitata a proseguire il proprio percorso e si trovava schiacciata lateralmente anche da un cordone di carabinieri: qualunque agibilità veniva democraticamente negata. A questo punto è stato lo spontaneo investimento dei partecipanti alla parata a vincere l’abbraccio affettuoso delle forze di pubblica sicurezza. La parata decideva a questo punto di autodisperdersi lasciando ai 300 disertori la libera iniziativa caotica e spontanea che ha reso questa giornata eccezionale. A gruppetti, i 300 disertori, decidevano di recarsi presso la parata militare e le celebrazioni istituzionali, da liberi cittadini quali credevano di essere. La risposta delle forze di pubblica sicurezza era tanto scomposta quanto assurda: la polizia caricava i liberi cittadini (e cittadine) disertori senza riuscire tuttavia a disperdere i vari gruppetti di studenti, intimando a tutti di tornarsene a casa, ma al tempo stesso non permetteva loro di andarsene, arrivando fino a spintonare diversi ragazzi ed a buttare una ragazza a terra con lo scudo. Contemporaneamente un gruppo di 50 disertori riusciva ad oltrepassare lo schieramento delle forze dell’ordine, giungendo a ridosso della parata militare al grido di “siamo tutti disertori”. Quest’ultimi vengono spintonati dai carabinieri, ma nonostante ciò riescono a ricompattarsi con il resto dei disertori terminando la nostra manifestazione con un sit-in in Porta Nuova.

Questo è il frutto dei una serie di azioni repressive nei confronti di ragazzi che volevano dimostrare il loro dissenso pacificamente. Questa democrazia, che ha portato all’uso di manganelli e scudi, è stata decisamente contrapposta da disertori che non hanno mai fatto un passo indietro e che sono persino riusciti ad entrare nel cuore della parata militare contestandola visivamente, mettendo in ridicolo le decisioni azzardate ed assurde delle forze dell’ordine.

Collettivo Studenti Autonomi Z e Bergamo Antifa

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