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APPELLO PER UN'ASSEMBLEA CITTADINA DI STUDENTI E PRECARI
by RETE STUDENTI CONTRO LA PRECARIETA' Tuesday, Nov. 07, 2006 at 12:05 PM mail:

Appello per un’assemblea cittadina di studenti e precari

In seguito alla spontanea e straordinaria partecipazione alla mobilitazione del 25 ottobre contro la precarietà e per il libero accesso ai saperi, appare evidente che il movimento studentesco vive oggi la necessità di trovare nuovi spazi di confronto e di azione collettiva.
Infatti dopo le riforme Zecchino-Moratti e la totale e cronica condizione di precarietà e di sfruttamento che vive oggi l’intero corpo studentesco, sembra oramai chiaro che il nuovo governo di centro-sinistra non ha intenzione di trovare risposte adeguate, anzi dà continuità alle politiche neoliberiste che impone il mercato globale.
La scuola e gli atenei di ogni livello e grado sono stati assorbiti da un sistema che relega la figura dello studente a semplice terminale di un sapere dettato dall’alto. A partire dal “Bologna-process”, tramite una irregimentazione dei tempi, una standardizzazione e parcellizzazione del sapere, abbiamo assistito ad una totale trasformazione del mondo della formazione, nel quale non viene lasciato spazio ad alcuna forma di criticità. Questo sapere acritico e parziale non darà alcuna possibilità di un percorso formativo concreto che abbia una valenza continua nel tempo, obbligando ad una perenne necessità di riformarsi per adeguarsi agli standard in evoluzione del mercato.
Tutto questo rende le nostre vite soggette al continuo ricatto della precarietà, in quanto oltre ad aver trasformato il sistema formativo in una vera e propria fabbrica sociale in cui le nostre menti, i nostri corpi ed i nostri desideri vengono capitalizzati a favore degli interessi economici hanno anche cancellato ogni residua traccia di stato sociale neutralizzando di fatto il diritto allo studio: la mancanza di spazi autogestiti, luogo di aggregazione, discussione e sperimentazione; chiusura di mense e alloggi per studenti; aumento indiscriminato dei costi della cultura (libri, cinema, musica, teatro, musei…) fanno sì che il livello di precarietà risulti oramai intrinseco alle nostre esistenze, assorbendone affetti, relazioni, desideri annullando ogni prospettiva futura.
La precarietà attualmente è valore fondante della società contemporanea, essa costringe nelle sue maglie non solo i soggetti in formazione, ma anche tutte quelle figure sociali i cui diritti sono negati.
Percorsi di macelleria sociale introdotti da riforme quali la Zecchino-Moratti, il pacchetto Treu-legge Biagi, la Bossi-Fini fanno tutte parte di un unico disegno che mira alla creazione di soggetti precari facilmente ricattabili e meglio sfruttabili, cui in questi anni i movimenti sociali si sono fermamente opposti provando a dare voce ai senza voce, agli “invisibili” di questa società.
Gli stessi che diventano sempre piu’ gli agnelli sacrificali del nuovo mercato del lavoro: gli internati nei call center, i precari a vita con i contratti full time di sfruttamento perpetuo, i lavoratori stagionali nelle fabbriche del nord e nelle terre del sud. Invisibili nella societa’, malveduti sul mercato del lavoro, senza diritti e senza garanzie, oggi il precariato diffuso parte dai luoghi del sapere e si estende nelle strade delle metropoli di questo paese.
Resta oggi piu’ che mai centrale il tema dell’autorganizzazione del precariato diffuso, in maniera trasversale , fuori dagli schemi classici pan sindacali costruiti sulle categorie del lavoro indeterminato. Il precariato diffuso ha l’esigenza di autorganizzarsi innanzitutto per riconoscersi e farsi riconoscere , costruire percorsi in comune che a loro volta costruiscono ricomposizione sociale e conflitto continuo nelle metropoli , sul lavoro, nelle universita’, nelle scuole, nei quartieri.
Alla domanda di dignità, diritti e soprattutto reddito da parte di noi precari, il nuovo governo Prodi resta nella scia del precedente governo Berlusconi, infatti si accingono ad approvare una finanziaria che taglia i fondi alla scuola, all’università, alla ricerca che non dà segni di discontinuità e che non prende una direzione diversa in merito al tema della ridistribuzione della ricchezza.
Ed intanto nel paese cominciano a crescere le forme di dissenso diffuso , nonostante i limiti delle soggettivita’ di movimento antagoniste, la compatibilita’ governativa dei partiti della sinistra dell’Unione, e nonostante, infine, il gioco al massacro del sindacato confederale i cui unici interessi sono quelli di bottega ovvero accreditarsi come la controparte sociale e concertativa del governo “amico”.
Le recenti mobilitazioni contro la precarieta’ hanno visto la partecipazione di migliaia di studenti, precari, lavoratori in formazione, che hanno attraversato le ultime mobilitazioni dimostrando come la soggettivita’ sociale sia piu’ avanti sul terreno rivendicativo delle soggettivita’ politiche.
E proprio la mobilitazione convocato per il 17 novembre dal sindacalismo di base con uno sciopero generale contro la finanziaria rappresenta oggi un momento centrale per costruire quell’opposizione sociale unico antagonista possibile di un governo che non ha amici tra i movimenti, tra i precari e gli studenti.
Il 17 novembre quella soggettivita’ sociale fatta di precari e studenti avra’ il compito di generalizzare lo sciopero del sindacalismo di base che si articolera’ in tutte le grandi citta’ , ed anche a Napoli con una manifestazione unitaria di studenti, lavoratori, precari e soggetti di movimento.
Per questo chiamiamo all’appello ed al confronto gli studenti ed i precari di questa citta’ per partecipare in massa alla manifestazione del 17 novembre convocata dal sindacalismo di base e continuare il percorso di costruzione per un opposizione sociale al governo Prodi e per un reale diritto allo studio.

ASSEMBLEA PUBBLICA
Ven 10 ORE 16:30 PALAZZO CORIGLIANO
(piazza san domenico)


RETE STUDENTI CONTRO LA PRECARIETA’ ....

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