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Disvelamento in via Albani
by BAZ Wednesday, Nov. 15, 2006 at 5:25 PM mail:

Report dell'iniziativa di Mao e Passpartout: (per visionare le fotografie si consulti il sito www.ecn.org\baz)

La giornata contro la precarietà abitativa lanciata dai collettivi di
lotta per la casa Mao e Passepartout comincia con un presidio in via
Tibaldi 26. Il luogo dell'appuntamento è significativo in quanto proprio a
questo indirizzo si trovavano due appartamenti occupati da Mao sgomberati
lo scorso ottobre.
Dal furgoncino dei collettivi slogan, musica e interventi che spiegano il
perché dell'iniziativa: “Siamo qui perché proprio in questo luogo per
l'ennesima volta è stato negato il diritto all'abitare; qui alcuni
occupanti hanno trovato come risposta al proprio bisogno abitativo solo la
repressione di uno sgombero! Sono tanti i soggetti che a Bologna vivono la
casa come un problema; sono tanti i precari e gli studenti che ogni giorno
producono la ricchezza di questa città, senza avere di ritorno neanche la
garanzia di un tetto sotto cui vivere. Per questo non saranno gli sgomberi
a fermarci; oggi siamo qui per mostrare ancora una volta le contraddizioni
di una città con case senza gente e gente senza case!”
Dal luogo dell'appuntamento il presidio si sposta in via Albani, dove si
trova un enorme palazzo dismesso e murato. Qui gli attivisti entrano
abbattendo il muro davanti alla porta principale, per poi salire ai piani
superiori e calare lo striscione, in cui si legge: “Fuori dalla precarietà
abitativa - luce sulle ombre del comune”. Tutti i presenti hanno la
possibilità di entrare e vedere le condizioni dell'edificio, che comprende
più di una dozzina di appartamenti, tutti murati e smantellati in modo da
precluderne l'abitabilità. “Sono stati anche volutamente distrutti tutti i
sanitari” fa notare un attivista all'interno dell'edificio “per impedire
che qualcuno potesse viverci.”
Continuano gli interventi dal furgone e il volantinaggio, mentre alcuni
passanti e abitanti del quartiere si fermano incuriositi.
“Oggi abbiamo voluto continuare con le azioni di denuncia nei confronti di
chi amministra questa città lasciando una consistente fetta di patrimonio
immobiliare, sia pubblico che privato, all'abbandono mentre sono sempre di
più i soggetti che non riescono a far fronte al problema casa. Di fronte a
centinaia di case vuote, anche ristrutturate, si preferisce sgomberare chi
al problema della casa ha trovato la risposta della riappropriazione,
accusando chi occupa di impedire le assegnazioni. Si sbandiera il
traguardo del nuovo bando dei precari quando in realtà questo non
costituisce una soluzione, perché il tetto di reddito minimo per accedervi
non è raggiungibile da chi si trova a lavorare con contratti occasionali.”
dice un attivista di Mao.
L'iniziativa si conclude con il lancio alla partecipazione al corteo di
venerdì: “La casa diventa così un ulteriore fattore di precarizzazione
della nostra vita: siamo precari quando siamo obbligati ad accettare il
ricatto dell'affitto in nero; quando vediamo dissolversi la maggior parte
del nostro reddito mensile per pagare l'affitto; quando non possediamo
neppure i requisiti per entrare nelle graduatorie di assegnazione di case
pubbliche. Per questo parteciperemo allo sciopero generale del 17
novembre, per riappropriarci dei nostri desideri e bisogni, primo tra
tutti quello ad una abitazione dignitosa!”

http://www.ecn.org/baz

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