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NICHOLAS SARKOZY E' L'UOMO DEI NEOCONSERVATORI IN FRANCIA
by rivoluzionario/Stalinista Saturday, Nov. 18, 2006 at 9:48 AM mail:

Il ministro Sarkozy è dei neo-conservatori in Francia. Gli incidenti delle banlieues sono stati incoraggiati da agenti provocatori per far passare l'immagine che il mondo mussulmano è un pericolo incontenibile. In assenza di disordini, i francesi voterebbero Segolène Royal; coi disordini, il voto può pendere per l'uomo dell'ordine e della sicurezza. Lo scopo è di bloccare la deriva europea verso Est, ossia verso Mosca. Chirac gli sbarrerà la strada.



FRANCIA - L'agosto scorso, ignoti sono penetrati nell'appartamento parigino dove Segolène Royal, la candidata socialista alle presidenziali francesi, vive con il suo compagno, il segretario del Partito Socialista François Hollande.
I due erano in vacanza. Nulla è stato rubato dall'abitazione, a Bologne-Billancourt; ma la stessa Royal ha dichiarato che la casa era stata rovistata da cima a fondo alla ricerca di qualcosa.
«Non è stato un furto, ma un'intrusione con una perquisizione in piena regola», ha detto.
In seguito, Segolène Royal ha lamentato che Nicolas Sarkozy, il candidato presidenziale di destra (suo rivale dunque) e ministro dell'Interno, aveva soffiato ai media indiscrezioni sulla strana intrusione.
Ora Wayne Madsen, ex agente del NSA, riferisce di gravi accuse che circolano contro Sarkozy negli ambienti del DGSE (Direction Gènérale de la Sécurité Extérieure).
Sembra che con il sostegno del ministro dell'Interno (un ungherese di origine ebraica) il DGSE sia stato infiltrato «da agenti d'influenza neoconservatori e di altri servizi» con l'intento di cambiarne le posizioni alquanto filo-arabe in un atteggiamento più favorevole a Israele.

Secondo le accuse, «Sarkozy ha rilassato le severe norme d'ammissione nei servizi francesi, consentendo che personaggi con discutibili connessioni straniere diventassero dipendenti del DGSE e del DST», la Direction de Surveillance du Territoire, i servizi interni.
Si tratterebbe di un numero di agenti provocatori e d'intossicazione, intenti a preparare il «giusto clima» per favorire l'elezione di Sarkozy, che si presenta come un «duro» contro gli immigrati, specie musulmani.
Secondo i servizi, i disordini delle banlieues sarebbero stati innescati da questi agenti provocatori al servizio del candidato.
A costoro viene anche attribuita la fuga di una notizia che ha fatto in breve il giro del mondo, per poi sparire: quella secondo cui il DGSE sapeva che Osama bin Laden era morto di tifo in Pakistan nell'agosto scorso. La notizia è apparsa il 21 settembre su L'Est Republicain, il giornale locale della Lorena.
Ma l'indiscrezione non è stata confermata né da Pierre Brochand, capo del DGSE, né dal primo ministro Villepin.
In realtà Brohand ha telefonato a Chirac nella sua residenza per comunicargli che la notizia non era «ufficiale» e che la fuga di notizie non era autorizzata; che inoltre l'informazione aveva una fonte interna ai servizi sauditi ed andava considerata materiale «grezzo», non ancora analizzato dai servizi francesi.

Adesso, secondo gli stessi servizi, la candidata Segolène Royal e Francois Hollande sono sottoposti a totale sorveglianza fisica e continuamente intercettati nelle loro comunicazioni da «gli agenti di Sarkozy nel DST e da agenti non uffciali di altre organizzazioni, compresi servizi di intelligence stranieri (immaginate quali) che sostengono il programma anti-arabo di Sarkozy».
Il DGSE sorveglia attentamente questi «sorveglianti» e li lascia manovrare, contando che prima o poi commettano qualche grosso errore e possano essere colti con le mani nel sacco, ciò che aiuterebbe a montare uno scandalo per liquidare le speranze presidenziali di Sarkozy.
Nicolas Sarkozy è di casa all'American Enterprise, il pensatoio neocon di Washington.
Da lì riceve ispirazione anche per la sua politica economica, volta alla «flessibilità» del lavoro e alla deregulation da capitalismo anglo-americano.
Il DGSE rivela che anche altri servizi europei sono stati infiltrati da «agenti stranieri».
All'American Enterprise si pongono grandi speranze (vane) su Angela Merkel, la loro amica cancelliera tedesca, e sul semestre di presidenza germanica all'Unione Europea.
Si spera che Angela ponga le basi per la «Zona economica translatlantica», praticamente l'integrazione delle economie USA e UE, allo scopo di bloccare la deriva europea verso Est, ossia verso Mosca, da cui l'Europa trae le sue forniture energetiche più sicure.

Progetto irrealizzabile visto che gli industriali tedeschi hanno già scelto con chi stare.

Come aveva previsto Wayne Madsen, le banlieues sono di nuovo in fiamme, proprio nell'imminenza del voto presidenziale francese: fanno campagna per Sarkozy, il neocon.
Tre autobus sono stati incendiati a Venissieux (Lione), a Nanterre e Bagnolet (Parigi).
Con modalità alquanto diverse da quelle dei disordini delle periferie: stavolta, una squadra ben organizzata di individui dal volto coperto di passamontagna ha fermato gli autobus, ha fatto scendere i passeggeri, e ha inondato di benzina i mezzi.
A Bagnolet, il capo degli uomini mascherati ha puntato alla tempia dell'autista una pistola per ordinargli di scendere.
Un lavoro professionale.
E l'incendio infuriava ancora quando è stato ripreso dalle TV, che erano già in allerta: praticamente in diretta.
Grande propaganda a favore di Nicolas Sarkozy, il candidato preferito dei neocon americo-israeliani.

Tutta la campagna di Sarkozy è centrata sulla strategia delle tensione anti-araba, e sulla necessità della «mano pesante» contro i figli e nipoti di maghrebini che provocano i disordini nelle banlieues. In assenza di disordini, i francesi sarebbero tentati di votare Segolène Royal; coi disordini, il voto può pendere per l'uomo dell'ordine e della sicurezza.
Sarkozy è nella posizione ideale del pompiere-incendiario.
E' ministro dell'Interno, e come tale, dispone di fondi neri (del tipo che serve a pagare informatori): ora, secondo voci che vengono dai servizi segreti francesi (DGSE), questi fondi neri sono «svaniti» e stanno pagando i provocatori armati e mascherati che incendiano con lo scopo di aizzare la rivolta generale della gioventù arrabbiata delle periferie.
La strategia della tensione ha avuto successo: autisti di mezzi pubblici si rifiutano di entrare nei quartieri pericolosi (ben a ragione) e, pare, anche i poliziotti cercano di evitarlo.

Come aveva già detto Madsen, secondo il DGSE, Sarkozy ha infarcito i servizi e la polizia di elementi sospetti e «stranieri».

Ma è già significativo che sia il DGSE a far circolare queste voci: i servizi vivono il ministro come un sospetto sostenuto da una potenza straniera.
Del resto, una conferma indiretta viene dalla Germania.
Un giornalista che si chiama Udo Ulfkotte, che viene dal Frankfurter Allgemeine, ha appena pubblicato un libro inchiesta, «Der Krieg im Dunkeln» (Guerra nel buio): dove si dice chiaramente che organizzazioni israeliane stanno attizzando disordini tra gli immigrati islamici in Europa, in modo che le opinioni pubbliche si allarmino a dovere della «invasione» e dell'aggressività musulmana.
Secondo Ulfkotte, durante le violenze delle banlieues francesi del novembre 2005, i servizi d'intelligence tedeschi e britannici hanno scoperto all'opera come agenti provocatori agenti di due gruppi sionisti ben determinati: del «Metsaida», un corpo interno al Mossad specializzato in sabotaggi e attentati false flag, e del «Lohamah Psichlogit» (LAP), la centrale sionista della guerra psicologica o «guerra di percezione».
Professionisti, come quelli che si sono visti all'opera, passamontagna in testa e pistola in pugno, a Bagnolet.
Va notato che Udo Ulfkotte non è affatto un simpatizzante per i musulmani.
Un suo precedente libro, «Guerra nelle nostre città», è stato ritirato dalle librerie tedesche a causa della raffica di querele legali che gli hanno lanciato le comunità islamiche.
Oggi, evidentemente meglio informato (dai servizi), Ulfkotte punta il dito su altri provocatori.
Cita persino un innominato agente dell'MI-6 britannico, il quale dice: «Lo scopo di Israele è di creare un'immagine dei musulmani come di una minaccia incontrollabile che non può essere integrata nelle società occidentali».

I nostri media, ovviamente, fanno la loro parte nella tragicommedia.
Su Il Giornale, Massimo Introvigne «prevede» (come lo sa?) l'imminente incendio delle banlieues italiane da parte di arabi scatenati - allarmismo alquanto difficile da provocare, dato che interi quartieri di Napoli sono già in mano alla camorra e alla criminalità violenta, un'intera regione - la Calabria - è posseduta dalla n'drangheta, senza suscitare emergenze sociali paragonabili.
La Santanchè - fatto prima improbabile - è diventata un'eroina per tutti i giornali italiani, in quanto lotta «coraggiosamente» contro il burka, per «la libertà delle donne» e con, presunto, «rischio personale».



http://www.waynemadsenreport.com/




ALLE ELEZIONI FRANCESI VOTIAMO PER SEGOLENE ROYAL

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