Indymedia Italia


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Pupazzi libanesi
by comunista Tuesday, Nov. 21, 2006 at 12:40 PM mail:

Pupazzi e carne viva

c'è chi brucia pupazzi
c'è chi brucia carne viva
c'è chi fonda banche
c'è chi le sfonda
c'è chi è equidistante
c'è chi è equivicino
c'è chi da un colpo al cerchio
e visto che c'è
ne da uno pure alla botte
c'è chi della botte se ne fotte
c'è chi fa lo gnorri
per non andare alla guerra
c'è chi la guerra la combatte
per la pace fra gli oppressi
ora e sempre muove guerra
e resistenza agli oppressori

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bruciano i bambini
by Mi6 Tuesday, Nov. 21, 2006 at 1:24 PM mail:

Bruciano anche i bambini israeliani
sugli autobus la mattina
mentre vanno a scuola
quando i palestinesi mettono le bombe.



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per ogni...
by .... Tuesday, Nov. 21, 2006 at 2:37 PM mail:

...bambino israeliano ce ne sono 10 arabi ammazzati dai criminali sionisti....
nulla da invidiare, mi pare, in termini di proporzione ai nazisti.
una terra libera, per i popoli semiti: la Palestina.
(per chi ancora non lo sapesse: giudei e arabi sono entrambi popoli semiti...)

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bambini e bambini
by Andromeda Tuesday, Nov. 21, 2006 at 3:18 PM mail:

Nessun bambino sarebbe più ucciso da ambo le parti se vi ritiraste nei confini del 67 rispettando le risoluzioni ONU che ve lo impongono invece di continuare ad occupare la terra dei palestinesi popolo che legittimamente vi abitava da sempre.
Vi è stata data una terra per il vostro popolo che era stato barbaramente decimato da coloro i quali oggi sono i vostri migliori alleati.
Fascisti che si rifanno la faccia proteggendo coloro che hanno sacrificato sino all'olocausto e le vittime che stringono patti ed alleanze con i loro carnafici di ieri, questo è lo spettacolo che offrite al mondo.
Avete in qualche modo assimilato i metodi che venivano adottati contro di voi:deportate,imprigionate e uccidete.
I vostri alleati vi usano come ariete per la conquista della egemonia nell'area e voi sarete sempre i loro soldatini combatttenti e i loro guardiani.
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Se vuoi parlare di bambini leggiti questo rapporto dell'UNICEF sullo stato dei bambini palestinesi e poi parla se ti rimane qualcosa da dire.


Territori Palestinesi Occupati - I. Quadro dell'emergenza

Crescendo di violenze e povertà nel TPO
La gravissima crisi umanitaria che da fine giugno investe la striscia di Gaza è solo l'ultima tappa di un crescendo di violenze che sconvolge l'insieme del Territorio Palestinese Occupato. A Gaza come in Cisgiordania, le violenze continuano a ostacolare il movimento di beni di prima necessità e l'accesso della popolazione ai servizi pubblici di base, non risparmiando nemmeno case e scuole, dove i bambini dovrebbero essere più al sicuro.

Allo stato attuale, 1 bambino su 10 è affetto da ritardi della crescita, per una situazione nutrizionale riconducibile alla grave povertà in cui versano le famiglie palestinesi - oltre il 70% della popolazione vive sotto la soglia di povertà, con circa 2 dollari al giorno; il 25% in condizioni di povertà estrema - e alle restrizioni di movimento che colpiscono anche i prodotti alimentari. Tali indicatori risultano peggiori a Gaza, dove la popolazione sotto la soglia di povertà raggiunge il 79% (contro il 66% della Cisgiordania) e i bambini affetti da malnutrizione sono l'11%.

La povertà in aumento rende perfino difficile portare i bambini malati in ospedale - quando ciò non è ostacolato da scontri armati e combattimenti - dove le scorte di medicinali di base erano in via d'esaurimento già da fine maggio, e dove risultano indispensabili forniture e attrezzature mediche, soprattutto per i reparti di maternità. Inoltre, le difficoltà nel mantenimento di forniture idriche e del funzionamento degli impianti igienico-sanitari hanno contribuito a un aumento delle malattie contagiose all'interno degli stessi ospedali e, nei villaggi rurali, delle malattie diarroiche.

Dal momento che l'Autorità palestinese è responsabile del funzionamento della maggior dei centri sanitari e di tutti gli ospedali dei territori, oltre che delle scuole primarie e secondarie e di altri servizi pubblici, il blocco finanziario al Governo di Hamas sta avendo gravi ripercussioni sulla quantità e qualità dei servizi di base alla popolazione palestinese, con pesanti conseguenze soprattutto per la salute delle donne e bambini dei territori. A causa del blocco finanziario, gli ospedali sono ormai a corto di aspirine ed antibiotici; i team sanitari mobili - che provvedono all'assistenza di base nelle aree più isolate - sono impossibilitati a spostarsi per mancanza di carburante e veicoli funzionanti; carta e sapone sono ormai esauriti nelle scuole, dove bambini e insegnanti fanno difficoltà a recarsi, per il moltiplicarsi di check point, posti di blocco e restrizioni di movimento.

Ostacoli agli interventi umanitari
L'accesso delle organizzazioni umanitarie alle popolazioni più vulnerabili è stato a lungo negato o gravemente ostacolato dall'esercito israeliano. Il peggioramento della situazione, provocato soprattutto da nuove chiusure dei territori, dal progredire della barriera di separazione e dalle incursioni dell'esercito ha condotto a un maggiore coinvolgimento dell'UNICEF nel settore sanitario e dell'assistenza psicosociale, oltre che ad interventi di emergenza in quello idrico. Allo stato attuale, il crescendo di scontri tra esercito israeliano e fazioni palestinesi a Gaza contribuisce a rendere gli interventi sul campo ancor più difficoltosi, proprio nel momento in cui la popolazione civile ha maggiore bisogno d'aiuto e assistenza umanitaria.

Condanna delle violenze da ambo le parti
L'uso della forza da parte di Israele nel corso delle operazioni militari nella Striscia di Gaza ha provocato un numero crescente di morti e feriti tra la popolazione civile palestinese, oltre che danni rilevanti alle loro proprietà e infrastrutture, afferma l'Ufficio dell'Alto Commissariato per i Diritti Umani. Sebbene Israele abbia un legittimo interesse alla propria sicurezza, il diritto internazionale umanitario richiede che i principi di proporzionalità nella risposta militare e della distinzione tra civili e combattenti siano sempre rispettati. Il divieto di colpire popolazioni civili viene violato anche dai gruppi armati palestinesi, con il lancio di missili contro Israele dalla Striscia di Gaza, che deve perciò avere fine. L'attuale deterioramento nel rispetto dei diritti umani esige che siano immediatamente prese misure per porre fine a tali azioni e garantire la protezione dei civili. L'UNICEF ha sempre e duramente condannato come insensate e inaccettabili tutte le forme di violenza all'origine della morte dei bambini, tanto palestinesi quanto israeliani.

LA CONDIZIONE DELL'INFANZIA NEL TERRITORIO PALESTINESE OCCUPATO

L'impatto delle violenze sui bambini e sulle donne palestinesi
I bambini stanno pagando il prezzo più alto della guerra combattuta dagli adulti. I diritti fondamentali dei bambini palestinesi alla vita, alla protezione, allo sviluppo e all'istruzione - tutti sanciti dalla Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia - sono di fatto violati. La situazione di violenza, insicurezza e instabilità produce effetti devastanti sullo stato sanitario, nutrizionale e psicologico della popolazione infantile e delle donne palestinesi:


Circa 3.000 bambini muoiono ogni anno a causa di malattie prevenibili o curabili; a Gaza tale numero è aumentato del 15% a causa della crescente mortalità neo natale, riconducibile alla mancanza di apparecchiature e forniture di base per i servizi di assistenza neo natale e di salute materno-infantile;
1 bambino su 10 è affetto da ritardi della crescita, a causa della malnutrizione cronica, percentuale che a Gaza si attesta all'11%: 350.000 bambini sotto i 5 anni ne sono affetti, con il peso maggiore (15%) che grava sui bambini tra 1 e 2 anni di vita;
La comparsa dell'influenza aviaria nel Territorio Palestinese Occupato desta particolari preoccupazioni sanitarie soprattutto per i bambini, che di solito sono quelli addetti ad accudire gli animali;
1/3 dei bambini palestinesi ha sperimentato situazioni di violenza e 1/5 sono stati soggetti a violenze domestiche; 1/3 delle famiglie palestinesi denunciano disturbi psicosociali nei propri figli;
1/4 delle famiglie palestinesi denunciano che i propri figli denotano disturbi comportamentali, quali la difficoltà di concentrazione a scuola, atteggiamenti aggressivi o la volontà di lasciare la scuola;
Ogni anno sempre meno bambini iniziano l'anno scolastico, mentre la qualità dell'istruzione continua a calare;
2/3 dei bambini e adolescenti dei Territori non hanno spazi sicuri dove poter giocare, svolgere attività socio-ricreative ed interagire;
In costante aumento il numero dei bambini palestinesi detenuti nelle carceri israeliane, passati da 319 a gennaio 377 a fine maggio.

Impatto sul settore dell'istruzione
Il diritto all'istruzione dei bambini palestinesi è direttamente minacciato dalle restrizioni alla libertà di movimento: chiusure dei territori, coprifuoco, barriere e check points ostacolano l'accesso dei bambini a scuola, con oltre 226.000 bambini di 580 scuole per i quali risulta estremamente rischioso o impossibile recarsi a scuola. Molte edifici scolastici, inoltre, risultano danneggiati nelle loro strutture fondamentali (servizi idrici e igienici, aule, palestre e cortili scolastici) mentre i bambini, durante le attività didattiche, si trovano di frequente sottoposti al fuoco incrociato di esercito israeliano e miliziani palestinesi. Se il blocco degli stipendi perdura, quando riprenderà l'anno scolastico gli insegnanti avranno ricevuto appena la metà della loro paga.

Impatto psicosociale del conflitto
Il perdurare delle violenze, le restrizioni alla libertà di movimento e la generale mancanza di prospettive per il futuro producono effetti devastanti sul benessere psicologico dei bambini, incidendo gravemente sulla loro capacità di concentrazione e di apprendimento. Sui bambini l'impatto psicologico della guerra è infatti incalcolabile: eventi traumatici come la morte o il ferimento di familiari ed amici, le demolizioni di abitazioni e la perdita dei propri averi, le perquisizioni casa per casa, le interminabili attese ai check point, le retate umilianti o l'arresto di padri e fratelli provocano un danno irreparabile al senso di fiducia dei bambini negli adulti, accrescono la loro tolleranza alla violenza come strumento idoneo alla risoluzione dei problemi, diminuiscono la loro capacità di sopportazione e di speranza nel futuro.

Le stime a disposizione rivelano che quasi 1/3 dei bambini palestinesi (il 30,8% del totale) sono stati direttamente esposti a qualche forma di violenza, mentre si registra un aumento delle violenze in ambito domestico e scolastico, riflesso delle pressioni cui genitori e bambini sono sottoposti nel corso della loro vita quotidiana. Il blocco finanziario sta ulteriormente acuendo questa situazione, con il mancato pagamento dei salari che contribuisce ad aumentare le tensioni in seno alle famiglie: come risultato, maestri, assistenti sociali e personale medico denunciano un aumento delle violenze sui bambini, come conseguenza dello stress a scuola come all'interno delle famiglie palestinesi.



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Se questo fosse.....
by antiSion forever Wednesday, Nov. 22, 2006 at 12:11 PM mail:

"..Ostacoli agli interventi umanitari
L'accesso delle organizzazioni umanitarie alle popolazioni più vulnerabili è stato a lungo negato o gravemente ostacolato dall'esercito israeliano. Il peggioramento della situazione, provocato soprattutto da nuove chiusure dei territori, dal progredire della barriera di separazione e dalle incursioni dell'esercito ha condotto a un maggiore coinvolgimento dell'UNICEF nel settore sanitario e dell'assistenza psicosociale, oltre che ad interventi di emergenza in quello idrico. Allo stato attuale, il crescendo di scontri tra esercito israeliano e fazioni palestinesi a Gaza contribuisce a rendere gli interventi sul campo ancor più difficoltosi, proprio nel momento in cui la popolazione civile ha maggiore bisogno d'aiuto e assistenza umanitaria..."

Se questo fosse un mondo NORMALE quelle belve dei sionisti
sarebbero gia' stati tutti annientati.

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