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Comunicato da Perugia in solidarietà con Dorigo
by ant Sunday, Nov. 26, 2006 at 8:58 PM mail:

MARTEDì 28 NOVEMBRE MANIFESTAZIONE A ROMA

PAOLO DORIGO LIBERO DAL CARCERE, MA ANCORA OSTAGGIO DELLA POLITICA
IMPERIALISTA

Comunicato de: Le compagne e i compagni di Perugia del Comitato per
la liberazione di Paolo Dorigo,

26-11-2006

Fino ad un anno e mezzo fa eravamo in piazza, davanti ai tribunali e
sotto il carcere di Spoleto, dove il compagno Paolo Dorigo lottava
attivamente contro la tortura nelle carceri imperialiste, denunciando
senza timidezza e con la fierezza di un comunista combattente ogni
vessazione, sopruso, tortura psico-fisica subita dai proletari
rivoluzionari detenuti.

Eravamo in piazza a gridare: "LIBERTA' PER PAOLO DORIGO! VERITA'
SULLE TORTURE CHE SUBISCE! LIBERTA' PER TUTTI I PRIGIONIERI
RIVOLUZIONARI! PER TUTTI GLI OSTAGGI DELLA POLITICA IMPERIALISTA! PER
UN MONDO SENZA CARCERE LIBERO ED EGUALE"

Paolo Dorigo, negli anni della sua reclusione, ha continuato a
lottare con coraggio e intelligenza per resistere alle pratiche di
annientamento perpetrati in carcere contro di lui e gli altri
prigionieri che mantengono un' integrità rivoluzionaria, documentando
esperimenti di tortura e controllo mentale a distanza e sfidando lo
stato a chiarire con esami obiettivi inconfutabili la verità delle
sue denunce. Per ottenere la possibilità di eseguire tali esami in
strutture sanitarie non penitenziarie ha tenuto in carcere, da
ultimo, uno sciopero della fame per circa 70 giorni.

· Il 23 marzo 2005, il Tribunale di Sorveglianza di Perugia si
pronuncia positivamente in merito all'istanza di arresti domiciliari
a scopo terapeutico, in alternativa a quella della sospensione pena,
presentata dai suoi legali.

Ricordiamo che Paolo ha rifiutato fermamente ogni offerta di grazia e
benefici propostagli dallo stessa sistema giudiziario italiano a
seguito dei reiterati ammonimenti europei, dato che il processo che
lo ha condannato a 13 anni e 6 mesi di carcere duro per un attentato
dimostrativo alla base della morte USAFS di Aviano è stato dichiarato
iniquo sia dalla Corte Europea per i Diritti Umani sia dal Consiglio
dei Ministri d'Europa, che hanno invitato l'Italia alla revisione di
tale processo e/o alla scarcerazione del compagno prigioniero in
assenza di prove a suo carico.

· Il 13 marzo 2006 Paolo ottiene la sospensione della pena e la
Corte di Appello di Bologna, competente per la revisione del
processo, solleva la questione di legittimità costituzionale
dell'art. 630 del c.p.p., nella parte in cui non annovera le sentenze
della Corte Europea quale titolo per procedere direttamente alla
revisione delle sentenze di condanna pronunciate dai Tribunali
nazionali.

· Il 20 ed il 21 novembre 2006 la stessa Corte di Appello di
Bologna sancisce che Paolo è persona assolutamente libera e non
necessita di alcuna autorizzazione per espatriare, cosa che
evidentemente non è stata e non vuole essere recepita dalla questura
di Venezia e dagli apparati repressivi dello stato e
dell'"intelligence"

· Sempre a novembre 2006, il Tribunale di Bologna proscioglie
Paolo dall'accusa di istigazione a delinquere. L'accusa, sorta
come "apologia sovversiva" (mutata dal P.M. Giovagnoli
in "istigazione a delinquere" dopo l'abolizione dell'art. 272 del
C.P.) da un documento presentato al Tribunale della Libertà il 3-4-
2002 da Paolo, prigioniero nella sezione speciale di Biella, non fu
fatta propria inizialmente da alcuna autorità, salvo un anno dopo,
per contrastare le denunce di tortura sollevate dal compagno stesso.

Il non luogo a procedere nei confronti di Paolo, come da ultime sue
vicende giudiziarie, si scontra drammaticamente, in beffa alla
democrazia e in perfetta sincronia con la sua ipocrisia, con il
negato nulla osta all'espatrio imposto a Paolo dalla questura di
Venezia.

ADESSO

Paolo è libero e in libertà ha potuto eseguire in struttura sanitaria
non penitenziaria quegli esami che gli occorrevano per dimostrare la
veridicità delle sue denunce

Paolo è libero e in libertà ha potuto cercare direttamente e trovare
solidarietà

Paolo è libero e in libertà ha potuto incontrare, e costituirsi in
associazione con esse, altre persone che denunciano analoghe torture

Paolo è libero e anche in libertà continua a lottare contro la
tortura e la repressione, anche assumendosi uno sciopero della fame
che dura ormai, da più di 2 mesi

PAOLO E' LIBERO, MA SOLO FORMALMENTE, SULLA BASE DI UNA SENTENZA

· Perché la questura di Venezia gli nega i documenti per il
diritto all'espatrio

· Perché di questi documenti lui ha bisogno, ora che ha
trovato, fuori dall'Italia, una struttura sanitaria indipendente, in
grado di refertare, e qualora possibile e disponibili i medici,
asportare chirurgicamente le oltre 20 "sagome radiopache" riscontrate
nella sua scatola cranica e da lui indicate come probabili microchips
ed offrirgli la prova tangibile della tortura tecnologica che
denuncia di subire e che molti, in questo "bel paese", si aspettano
da lui, perché in molti, a quanto pare, accusano torture analoghe

· Perché chi conosce il potere medico sa che questo, come
altri, è asservito al capitale e che questo, più di altri poteri, è
solo un'imperatrice nuda, "L'attuale scienza medica che, sfruttando
la codardia e l'ignoranza dei più e con la complicità, spesso
involontaria, dei grandi mezzi d'informazione, è riuscita a far
credere di essere depositaria di conoscenze occulte che al comune
mortale non è dato penetrare, e da cui dipende la salvezza
dell'umanità. Dinanzi a tale Scienza s'inchinano popoli e governi,
immaginandola come una dea onnipossente e bellissima, smagliante di
ori e broccati, su cui i sudditi non devono permettersi di alzare lo
sguardo. Se avessero il coraggio di farlo, vedrebbero che la loro
imperatrice è nuda e orrenda". Di questa scienza medica, dei poteri
della borghesia imperialista alla quale è asservita non ci fidiamo!

· Perché questa bell'Italia, culla di civiltà, dalle severe
tradizioni cristiane, esportatrice di democrazia, è un'Italia che
tortura, reprime, incarcera, con il pretesto del "terrorismo", in
nome della "sicurezza" della sua civiltà occidentale, della sua
cristianità, della sua democrazia. Una democrazia che il nostro paese
esporta, armato fino ai denti, anche per conto terzi, perché non è
più sovrano neanche di sé stesso.

· Perché questa bell'Italia continua a truccarsi con un
rossetto di rosso sangue, tacendo sulle torture "nostrane", facendo
breccia a quelle d'importazione (torture tecnologiche, voli segreti e
sequestri per ordine CIA…), alla sperimentazione in campo umano (da
sempre condotta, anche qui da noi, per compiacere le casse dei
potentati medici e delle multinazionali dei farmaci, come la
Novartis, che commercializza il metilfenidato, uno psicofarmaco con
denominazione commerciale "Ritalin", utilizzato, tra gli altri, sui
bambini troppo vivaci e ribelli, prima negli USA e ora anche qui,
nelle provincie di Rimini, Roma, Pisa, Cagliari, Milano, Lecco) e
alla psichiatrizzazione di donne, bambini, precari,
tossicodipendenti, immigrati, detenuti, malati e, in generale, delle
categorie sociali più deboli. Come se la causa dei loro problemi
fosse da ricondurre a un'eziologia genetica ed organica (sarebbe
nazista proporre una simile soluzione, non sono ancora così
sfacciati!) e non ad un disagio sociale (ammettere ciò sarebbe
addirittura rivoluzionario e non farebbe comodo agli interessi del
capitalismo che finanzia la ricerca ecc.).

· Perché questa bell'Italia risponde con l'ipocrisia,
l'indifferenza e/o la repressione alla legittima domanda e
rivendicazione di diritti fondamentali (eguaglianza, lavoro,
cittadinanza, casa, salute, istruzione, spazi sociali, Resistenza,
ecc.), criminalizzando chiunque esprima un disagio sociale con la
lotta di classe e si opponga con radicalità alla guerra,
all'imperialismo, al neocolonialismo, alla riabilitazione del
fascismo e al revisionismo storico, alle leggi razziste, al
negazionismo, alla precarietà, allo sfruttamento delle risorse umane
e ambientali, all'egemonia dell'integralismo cattolico nella vita
della Repubblica. Come se questi fossero effetti collaterali
ineluttabili di una "democrazia" avanzata e non di un sistema
capitalistico scelleratamente neoliberista

Per tutti questi motivi Appoggiamo:

· la costituzione di un coordinamento di lotta contro le
torture tecnologiche, intese, queste ultime, come un aspetto delle
torture, l'isolamento, la persecuzione, la politica di annientamento
che viene condotta nelle carceri contro i prigionieri politici
comunisti, rivoluzionari, anarchici, antimperialisti e fuori dalle
carceri anche attraverso i media ufficiali, l'egemonia del pensiero
unico, lo sciacallaggio del moderno fascismo, la tortura bianca
repressiva e preventiva, lo stato di polizia nazionale e
sovranazionale sostenitore dell'aggressione imperialista ubiquitaria,
preventiva e permanente dei popoli che si oppongono all'oppressione e
alla guerra globale.

· L'espressione, con iniziative di lotta, delle denunce contro
ogni tipo di tortura, anche quella tecnologica e la
cosiddetta "tortura bianca", la tortura dell'isolamento carcerario e
quella del famigerato 41 bis

· La partecipazione al presidio, indetto dal coordinamento di
lotta contro le torture tecnologiche, davanti a montecitorio, il 28
novembre dalle ore 15 e invitiamo quanti non potranno essere presenti
in piazza quel giorno a far sentire comunque la propria voce e la
propria solidarietà con comunicati stampa, messaggi ai partecipanti
al presidio e in internet

LIBERTA' PER TUTTI I PROLETARI PRIGIONIERI E GLI OSTAGGI DELLA
BORGHESIA IMPERIALISTA!
VERITA' SULLE TORTURE POLITICHE E DEMOCRATICHE!

PER IL DIRITTO ALL'ESPATRIO DI PAOLO DORIGO!

PER IL DIRITTO DI DIMOSTRARE LE TORTURE SUBITE!

Le compagne e i compagni di Perugia

del Comitato per la liberazione di Paolo Dorigo

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