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Da che parte viene la violenza in venezuela?
by Circolo Bolivariano - Italia (by way legrand) Friday, Dec. 13, 2002 at 11:07 AM mail:

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Nonostante vari dirigenti legittimi delle categorie sindacali Sidor, Alcasa, Fetrahidrocarburos, Metro de Caracas, Transporte, Eléctricos, varie Camere degli industriali, e cosi via diverse associazioni di cittadini, insomma la grande maggioranza della popolazione si sia dichiarata contro l’ennesima annunciata serrata golpista del due dicembre, le cupole della Confindustria Venezuelana e del sindacato corrotto porteranno a termine quello che si è definito “l’agenda macabra”. E’ chiaro che non importa l’esito in se della serrata stessa, ma il caos, l’ingovernabilità, il terrore, la tensione, la violenza che dalle azioni collaterali ne derivano, senza misurare il costo che in vite umane potrebbe portare, condito con il veleno quotidiano che i media venezuelani aggiungono, senza dei quali il fallimento delle azione golpiste sarebbe assicurato. Ed è sul binomio Violenza/massmedia che ci vogliamo soffermare.
La stampa venezuelana ha sempre dichiarato che i Circoli Bolivariani, sono le squadre armate del presidente, pronte ad aggredire e generare violenze contro la “società civile” che loro rappresentano, e queste affermazioni sono riprese un po’ leggermente dalla stampa occidentale e da partiti democratici,anche di sinistra,che sposano cosi, senza verificarle, le tesi dei partiti golpisti e della minoritaria ma potente classe economica, rovesciando con una sistematica campagna mediatica, da perfetto manuale di colpo di stato, quello che in realtà succede. Ma vediamo i fatti.
Fino adesso ci sono stati decine di morti ammazzati, dirigenti, contadini e operai, e comuni cittadini, tutti nelle file governative, per mano delle squadre paramilitari e polizie dei Governatori ostili al governo centrale del presidente Chavez. I colpevoli dei fatti di sangue del tentato colpo di stato sono inspiegabilmente liberi e apertamente cospirando ove in una democrazia “normale”dovrebbero stare in galera. Tutti i giorni si susseguono aggressioni per mano dei “carmonisti” come sono stati battezzati, contro giornalisti della TV pubblica e delle persone che manifestano liberamente a favore del loro Governo costituzionale; il capo politico dei membri della cupola sindacale in esilio, l’ex-presidente del Venezuela e pluriinquisito per corruzione Carlos Andres Peres ha dichiarato ad una agenzia di stampa internazionale (EFE) che scorrerà il sangue del lumpen proletariato in Venezuela e che sarà necessario, quando Chavez cadrà, un periodo militare (leggasi dittatura) e lui di queste cose è pratico visto che ordinò al suo esercito, nel febbraio 89, di sparare contro la folla che protestava contro le misure che all’epoca impose il FMI.: 2000 morti ammazzati.(leggere dichiarazioni nel sito http://www.aporrea.org)
Da più parti si moltiplicano denuncie di azioni terroristiche, organizzate da questa cosi chiamata “Cordinadora Democratica”, l’ultima è stata la scoperta, da parte degli organismi di Intelligenza che la polizia della regione Miranda il cui Governatore è un antichavista dichiarato, si è dotato di armi da guerra P.90, e non vuole consegnarle alla Guardia Nazionale. Il Vicepresidente J.V.Rangel ha dichiarato a Venpres che si preparano azioni contro il ponte di Maracaibo e autoattentati da attribuire al Governo nel classico stile della guerra sporca targata CIA. Si potrebbe continuare all’ infinito, tutti elementi che possono essere confermati con video, foto pubbliche e dichiarazioni spudoratamente confermate dai protagonisti stessi. Senza contare poi le intercettazioni ambientali che in un tentativo di trasparenza i membri di governo hanno rese pubbliche, come per esempio il caso del giornalista della CNN che un giorno prima del colpo di stato intervistava a uno dei generali golpisti, stilando la lista dei morti(che ancora dovevano esserci) e descrivendo i “fatti “ ancora non avvenuti, situazione confermata dal giornalista stesso con dovizia di particolari (per chi è interessato può scaricarselo dal archivio della agenzia Venpres). Ma come non si può pensare che la disperazione di questi squallidi signori, li porti a usare l’arma del terrorismo, conoscendo chi è il responsabile della politica per l’America Latina del governo Bush che più volte ha incontrato personalmente i golpisti? Otto Reich un terrorista cubano, imposto dal Presidente degli Stati Uniti anche contro il parere del Senato e di buona fetta del opinione pubblica Nord-Americana.

E a tutto questo come risponde il Governo del “dittatore” Chavez, le “orde” di diseredati, i Bolivariani, i temuti Circoli Bolivariani?
Incominciamo con un pezzo di un bel articolo di un giornalista e scrittore francese, Thierry Deronne, “capire la rivoluzione Venezolana”:
“Non c’è stato sotto la sua presidenza nessuna università chiusa, nessun giornale censurato, nessun desaparecido, nessun detenuto per reati d’opinione (per chi suonano le campane, ndt). Al socialdemocratico Carlos Andres Peres, membro della Internazionale Socialista, non tremò la mano nel momento di inviare le truppe a sparare su i civili affamati nel 1989, assassinando migliaia di abitanti di Caracas nel mezzo della indifferenza Internazionale.” Si aggiunge che addirittura li si contesta al Presidente di essere troppo blando, di offrire amnistie a i golpisti, di non punire i mezzi privati di comunicazione che organizzano colpi di stato in “diretta tv”(che nessun governo tollererebbe) e dice giustamente TD “lascia intatto un vasto Stato che, dalla polizia politica fino alla ambasciate e dalle grandi reti di corruzione fino alle imprese del petrolio nazionale, continuano nelle stesse mani della mafia che ha governato il paese per 40 anni”.
Nel movimento politico di base che lo sostiene, i comitati popolari di quartiere e i circoli bolivariani stessi, contrariamente a quello che si pensa, si moltiplicano gli appelli a non cadere nelle provocazioni, a non rispondere in modo violento alle aggressioni dei carmonisti, si è visto una risposta matura e seria come non mai di questo popolo umiliato costantemente dalla stampa privata ben pensante (li definiscono “delinquenti, lumen, Orde”) come se capissero che la violenza conviene solo a loro (gli “squallidi”) e che si difenderanno con fermezza nel momento opportuno come hanno fatto il 13 Aprile per restituire il loro presidente, con pacatezza come continuano a fare.Questo non vuol dire che non facciano richiami alla giustizia, che chiedano punizione per i golpisti,che non ci siano settori minoritari che vogliano rispondere colpo su colpo, alle aggressioni delle squadre paramilitari,ma lo spirito prevalente è quello dei nervi saldi, quello di organizzarsi e mobilitarsi per quello che considerano il suo Governo,i suoi progetti,la sua rivoluzione. Il Presidente nonostante la tempesta mediatica (perche di questo si tratta tutto fumo trasformato in incendio dai media) dove sta? Rinchiuso nel palazzo? Va in giro a parlare con gli imprenditori agro -alimentari, che hanno investito nella terra favoriti dalle nuove leggi, e che si sono dissociati da i golpisti del loro sindacato,organizza megamercati il giorno della serrata con assistensa medica e addirittura giuridica, incontra la acerrima nemica “la classe media”, ecc. E’ proprio un “dittatore”strano.
Ma la stampa non rileva niente di questo, da perfetto manuale, non fa altro che creare panico, sconcerto, tensione, l’ultima è stata una frase detta dal Presidente, rilevata anche dalla stampa internazionale, dove tolto il discorso totale si legge: “il presidente Chavez ha dichiarato che anche se prende il 90% di voti contro non se ne andrà”. Non si legge il discorso precedente è quello dopo. Da mesi il Presidente Chavez afferma che è disposto a sottomettersi a referendum nel periodo che la costituzione prevede è cioè alla metà del suo mandato.Unica Costituzione che prevede per tutti i funzionari eletti la revoca del loro mandato se si raccolgono le firme necessarie. Per quale motivo non aspettare ad Agosto? Perchè il referendum si vuole fare con un direttivo elettorale delegittimato e di parte come e stato dimostrato alle elezioni che hanno dato origine all’attuale direttivo Sindacale dove il 50% delle schede non sono state consegnate e tutt’ora c’è un ricorso legale e quindi come a dimostrato il successivo pronunciamento della Corte suprema di Giustizia il referendum cosi com’è è incostituzionale, da qui ne deriva la “infelice”frase. Non vogliamo soffermarci sulle denuncie di raccolta di firme fraudolente, della rinuncia della maggior parte de i membri di questo consiglio elettorale, ecc. potete andare sui siti soprannominati. Come si può allora in questo clima avvelenato parlare di elezioni e di referendum? Che garanzie di parità e onestà professionale può dare questa stampa e questi media cosi implicati nella cospirazione?

Noi Venezuelani e Bolivariani che risediamo in Italia, pensiamo che questa destra golpista è disperata per la mancanza di consenso e per questo molto pericolosa e l’unica via che vogliono percorrere pare essere quella del terrorismo (ci sono stati gia 4 attentati con granate e bombe lacrimogene nel metro di Caracas fortunatamente senza danni. Perché la stampa internazionale non lo rileva?) non solo quello mediatico, siamo preoccupati perchè questo clima può scatenare una colombianizzazione del paese che favorirà solo a i soliti noti, quelli che si potranno permettere piccoli eserciti privati, per continuare il saccheggio delle nostre risorse naturali ed economiche. Noi che ci riconosciamo negli ideali pacifici di unità di Simon Bolivar, che non siamo un partito, un movimento, che ci siamo semplicemente contattati a traverso di questo mezzo per cercare di informare, di rompere il blocco mediatico del nostro paese, di far arrivare dove ci è possibile le notizie, documenti che anche altri Italiani che risiedono in Venezuela, coordinati dal presidente del CONATEC Mario Neri, ci inviano -e che invitiamo a contattarli anche direttamente-vogliamo appellarci alle vostre coscienze, a quella della stampa democratica italiana, alla federazione della Stampa italiana a i giornalisti, a i partiti democratici di fare quello che è nelle vostre possibilità, per isolare questi terroristi, isolando i loro “megafoni”: i media venezuelani. Che cessi il clima di avvelenamento, che continuino i tavoli di dialogo, franco, aperto, quello vero. Vi invitiamo, non a schierarvi con qualcuno (è una scelta di coscienza), ma a verificare e leggere tra le linee le informazioni che dal nostro paese arrivano, rilevare anche le ufficiali e quella dei movimenti popolari, della gente povera, che lavora e che si è gia pronunciata per due volte nelle urne e nelle piazze: No al Golpe, e alla guerra civile, Si alla pace. Non abbiamo una democrazia di serie “B”.
A vostra disposizione per confrontare idee:

MARIO MELLA
Circolo Bolivariano - Italia

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