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Indy - Economics
by Sbancor Friday, Dec. 27, 2002 at 6:22 PM mail: Sbancor@hotmail.com

Ho pensato che forse sarebbe pubblicare una piccola nota economica sulla giornata. Qaulcosa di simile a quello che fanno le banche d'investimento internazionali. Ma se cercate consigli sulla Borsa ho paura che siete proprio andati nel sito sabgliato (LOL)


Venerdì 27 dicembre 2002

Euforie dilettantesche sulla forza dell'Euro. Una moneta che è a 1,04 sul dollaro si pretende bene rifugio, http://www.ilsole24ore.com, è uno scherzo della natura. Sono le venalità di una moneta adolescenziale, inflazionistica sui prezzi al consumo e deflazionistica su quelli alla produzione. Come dire una moneta "rivoluzionaria". E così come vengono trascurati dai soliti commentatori le differenze fra i rispettivi tassi del dollaro e dell'euro, parimenti vengono ignorati gli avvertimenti di chi scorge segnali preoccupanti di deflazione nel mondo e teme le monete deflazioniustiche come la peste. E' di oggi il dato giapponese: - 2,2% la produzione industriale, -0,8% l'inflazione core. A casa mia questa è deflazione. Purissima deflazione, come negli anni '30. e se considero il Giappone essere in questa condizione da 38 mesi un filo di sudore ghiacciato percorre la mia nuca da banchiere. Chiunque non provi un moto di ribrezzo di fronte a una moneta che si pretende forte, esibendo muscolarità che ben altrove andrebbero esibite, o è un ignorante o è un cretino. O entrambe le cose. Tant'è. Abbiamo voluto una moneta deflazionistica, e ora ci estasieremo dei suoi risultati. Il primo è già misurabile: le obbligazioni FIAT trattate da Moody's, (l'impareggiabile casa di rating esperta nel prevedere ciò che essa stessa determina) come "junks bonds", letteralmente "titoli spazzatura", sono la premessa al prossimo ribaltone del capitalismo italiano. Se anche Standard & Poors confermerà il giudizio, una clausola del contratto siglato da Fiat con le banche, trasformerà i debiti in azioni. E' così le proterve banche italiane diventeranno gli azionisti di riferimento della Fiat, oltre che della Lazio…
Allargando lo sguardo vediamo nero. L'andamento non ottimale dei consumi in America, durante il Natale, fanno pensare che i consumatori americani siano un po' stressati dal sostenere l'economia del proprio paese con i propri debiti e le proprie carte di credito. Esauritosi il ciclo delle scorte che ha tenuto su il PIL USA questa'anno, non restano che le spese militari, che già oggi rappresentano il 4,3% del PIL e che hanno un "moltiplicatore" di 2,5 dollari: cioè un dollaro in spese militare ne "produce" 2,5 di P.I.L.
Borse tiepide di fine anno si leccano ferite superiori al 20%. Risparmiatori incarogniti cercano il modo di mettere le mani su qualcosa di "argentino". Trattasi di cira 360.000 improvvidi italici compaesani che hanno sottoscritto 14 miliardi di euro di obbligazioni (sovereign, corporate o locali) del debito argentinoi andato come ovvio in default. Ora cercano di sequestrare una linea di credito italiana verso l'Argentina di circa 2,599 milioni di Euro. Il Tribunale deciderà il 6 febbraio del 2003. Il divertente è che i malcapitatati, spesso consigliati dagli asset manager delle banche italiane, (circa 300 le banche coinvolte, hanno posto le obbligazioni argentine (che in alcuni casi avevavo rendimenti (yield) pari al 30%) a garanzia di debiti personali, contratti a tassi del 7-9%. E così il debito insolvente genera altre insolvenze, per la gloria della catena di S. Antonio!.
Meglio sarebbe processare tutti, banche e risparmiartori, per l'applicazione di tassi di usura, visto che nel periodo corrispondente il tasso massimo sui prestiti in Italia era del 10% .
Ma forse questo è "comunismo" ? No è capitalismo di quello duro. Se il tasso era così alto vuol dire che il "pricing" scontava il rischio. Troppo comodo rivolgersi ai tribunali, ora che il rischio è esploso!
Sul mercato americano, http://www.bloomberg.com., le previsioni sono per una mancata ripresa dell'azionario. Le principali investment banks americane Morgan Stanley, J.P.Morgan Chase & Co e altre la vedono molto nera. Le prime dieci imprese sull'azionario americano hanno bruciato 260 milioni di dollari dall'inzio dell'anno. I Bonds internationali sopno caduti del 13%, il mercato delle merger & acquisitions (fusioni e acquisizioni si è praticamente bloccato - 29%. E circa 100.00 impiegati nel settore azionario hanno perso il lavoro. E senza art.18.
Se proprio volete un consiglio: comprate titoli petroliferi. L'oro nero sta già oltre i "mitici" 32 dollari al barile, Ma non dimenticate che il mercato dove si fa il prezzo del petrolio (Brent e West Texas) non ne in Irak ne in Arabia Saudita.
Auguri

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