Guido Gentili è stato inseguito, mercoledì sera, da due ragazzi in moto. Direttore del quotidiano su cui scriveva Marco Biagi, è sotto scorta dall'omicidio del collaboratore.

MILANO – E’ uscito dalla redazione del Sole 24 ore, alla stessa di ora di sempre. Solo che, mercoledì sera, in via Lomazzo c’erano, ad aspettarlo, due giovani. Che verso le 21 e 30, appena l’autista di Guido Gentili, direttore del quotidiano di Confindustria, ha messo in moto, hanno dato il via a un rocambolesco inseguimento fino a via Melchiorre Gioia.

Gentili, che guida il giornale su cui scriveva Marco Biagi, è sotto scorta dal 19 marzo 2002, quando l’amico e collaboratore del ministro del Lavoro venne ucciso dalle nuove Brigate Rosse a Bologna. Il Viminale ha ora approvato di rafforzare la tutela, che fino all’altra sera prevedeva una Bmw blindata e un poliziotto assegnatogli dalla prefettura milanese.

Ed è stato proprio l’agente che, mercoledì sera, ha consigliato la strategia per sfuggire al possibile attentato. L’auto di Gentili non si è fermata a due semafori rossi, sempre inseguita dalla moto con a bordo due giovani trasandati. A un certo punto, poi, la moto si sarebbe persa nel traffico milanese. Dopo la cena con gli amici in piazza della Repubblica, alla quale il direttore del Sole 24 ore era diretto, Gentili è tornato in redazione e, sotto la sede di via Lomazzo, l’autista avrebbe notato uno dei due ragazzi della moto.

Sull'inseguimento sta ora indagando la Digos, che parla di "episodio tutto da chiarire", tanto che il dirigente Massimo Mazza sostiene che "ogni giudizio su quello che è avvenuto è prematuro". EFerdinando Pomarici, capo del pool antiterrorismo della Procura di Milano, afferma che al momento "non sussistono ipotesi di reato". "L'episodio - ha aggiunto - può rientrare negli atti preparatori di un agguato e quindi fa parte semmai di un discorso di prevenzione". "Certo - ha concluso - se fosse un vero agguato, desterebbe allarme".

Al momento gli agenti hanno verificato che l'uomo in macchina, che sotto la redazione del Sole 24 ore parlava con uno dei due motociclisti, è incesurato. E, spiegando la sua presenza sotto il quotidiano, ha precisato che stava solo aspettando un conoscente. Nessuno ha invece riferito agli investigatori il numero di targa del ciclomotore.

Le telecamere del giornale non hanno registrato immagini utili per riconoscere i protagonisti della vicenda ''che dovrà essere valutata in tutti i suoi aspetti - ha concluso il dottor Mazza - e collegata eventualmente a tutte le segnalazioni che gli agenti messi a tutela di persone esposte fanno ogni volta che notano qualche cosa di insolito durante il servizio''.

(10 GENNAIO 2003, ORE 7:25, ultimo aggiornamento alle ore 14:20)

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