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Sesso e cristianesimo
by Agnostik Monday, Jan. 13, 2003 at 11:25 PM mail:

L’interdizione da parte della Chiesa a seguire una vita sessuale pratica e spontanea secondo le leggi della natura, comprese quelle che determinano le tendenze omosessuali lesbo e gay, è la manifestazione più evidente dell’ottusità e dell’oscurantismo della sua morale. Basta esaminare le sue leggi e i risultati che da esse ne derivano per averne la conferma.

<><><><><> Il Primo Orgasmo <><><><><>
Il primo orgasmo da cui si fa dipendere il concetto del peccato

Se Adamo ed Eva non avessero commesso il peccato di disobbedienza mangiando il frutto che gli era stato proibito da Dio, gli esseri umani procreerebbero, secondo il Cristianesimo, in una “santa gioia” che, coinvolgendo soltanto lo spirito, permetterebbe all’uomo di usare gli organi riproduttori senza compiere il peccato mortale della concupiscenza che è intrinseco nel piacere sessuale.

Come prova dimostrante che il cedere alle tentazioni della carne è motivo di riprovazione e di condanna da parte di Dio, i sostenitori della morale cristiana ci dicono che Adamo ed Eva, presi da vergogna subito dopo aver compiuto l’atto, nascosero i loro attributi genitali con una foglia di fico. Come conseguenza di questo primo coito eseguito da Adamo ed Eva dietro la tentazione di un serpente, si venne a creare il cozzo tra il “bene”, che imponeva all’uomo di procrearsi escludendo ogni ricerca di piacere, e il “male” che lo spingeva invece a godere il più possibile dei piaceri sensuali.

Che la Chiesa sia stata sempre contraria ad ogni rapporto sessuale sin dagli inizi della sua fondazione ci viene dal fatto che essa concesse ai suoi seguaci il permesso di sposarsi soltanto quando, in seguito alla mancata realizzazione di una profezia che dava per imminente la fine del mondo, fu costretta a riconoscere che l’interdizione ad ogni forma di accoppiamento avrebbe portato all’estinzione della specie umana.

Adan e Eva

Costretta quindi ad riconoscere l’indispensabilità della fecondazione, la Chiesa, aggiudicatosi il ruolo di moralizzatrice, autorizzò i matrimoni dietro la condizione che i coniugi si attenessero nella maniera più scrupolosa alle leggi della sua morale.

Costituiti di conseguenza i canoni che stabilivano ciò che era lecito e ciò che era illecito, la Chiesa si garantì della loro osservanza imponendo ai suoi seguaci di dichiarare le loro infrazioni a dei controllori che, in qualità di confessori, decidevano la punizione secondo la gravità che poteva essere veniale o mortale. (Che la confessione sia stata l’arma più valida del Cristianesimo per costruire il proprio imperialismo, ci viene dal fatto che la Chiesa, imponendola ai re e agli imperatori cristiani, poteva controllare attraverso il loro confessore tutte le decisioni di Stato).

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