dal uqotidiano boliviano La Jornada

15 gennaio 2003

Cresce lo scontento. Le proteste ce sono cominciate sulle strade che collegano zone strategiche del paese sono arrivate a tuonare fin dentro alle città. Cochabamba e La Paz stanno vivendo giornate molto difficili.

La Paz
Delle marce di protesta guidate dai pensionati e da altri settori sociali hanno caratterizzato la mattinata di mercoledì nei pressi della sede di governo. Il centro cittadino è stato paralizzato del tutto. Da un lato centinaia di pensionati hanno protestato contro la decisione del governo di sgomberare il blocco stradale nella zona di Calamarca, intervento della polizia che ha portato poi ad un allontanamento forzato in pullman dei manifestanti tra le fila dei pensionati, dei quali pullman uno ha subito un incidente, conclusosi con la morte di 11 persone.
Dall’altro lato migliaia di integranti della Federazione dei Padri di Famiglia di El Alto hanno marciato contro il silenzio del governo e delle autorità dell’educazione pubblica nei confronti dei loro reclami.

I manifestanti di El Alto sono arrivati fino al Ministero dell’Educazione e hanno impedito il transito ad alcuni dirigenti che avevano in programma una riunione con il Ministro.

Cochabamba

La rete ATB ha denunciato la guerra-rissa che è durata per ore tra studenti e polizia in assetto antisommossa alle porte e appena all’interno dell’area dell’Università Maggiore di San Simón.
Al termine degli scontri il clima di violenza è proseguito per tutto il giorno.
L’ATB ha denunciato come tutto abbia avuto inizio quando i poliziotti hanno accerchiato l’Università per poi impedire agli studenti l’uscita dall’università per andare a bloccare le strade.

Potosì
I pensionati rentistas (possessori di titoli di stato) della zona riuniti in assemblea permanente hanno preso 2 decisione: dare nuovo impulso ai blocchi stradali e alle mobilitazioni, e uno sciopero della fame.

Sucre
In questa città diversi settori sociali si sono uniti a partire da oggi alle mobilitazioni.
La riunione dei dirigenti ha deciso di formare nuovi blocchi da lunedì prossimo.

Santa Cruz

Il Comitato Civico di Santa Cruz ha chiesto al Governo di ripensare alla possibilità di dichiarare lo Stato d’Assedio, se dovesse fallire la strategia della militarizzazione della zona per controllare le mobilitazioni, per provare e frenare l’ondata di proteste sociali e i blocchi stradali.