E' la più grande azione di protesta australiana
Sydney, 16 febbraio 2003
Una grande folla ha invaso oggi le strade di Sydney, in una nuova protesta contro la prospettiva della guerra nel Golfo. E i numeri della marcia della pace continuano a crescere. La polizia, a Sydney, parla di almeno 200.000 persone, le televisioni rialzano a mezzo milione di manifestanti.
"In ogni caso - taglia corto il senatore Bob Green, dei Verdi australiani - è la più grande azione di protesta nella storia dell'Australia".
E non solo Sydney è scesa in piazza contro la guerra. Manifestazioni, seppur minori, sono in corso in altre città australiane, per il terzo giorno di fila.
La protesta pacifista, tuttavia, non sembra aver mosso di un centimetro la posizione del premier John Howard, schieratissimo con gli Stati Uniti e l'unico primo ministro, oltre a Blair, ad avere già mobilitato truppe per i preparativi bellici nel Golfo.
Ieri sera, a conclusione delle manifestazioni contro la guerra, Howard ha ribadito il suo appoggio agli Usa, sottolineando di non essere stato impressionato dall'ultimo rapporto degli ispettori al Consiglio di Sicurezza. "Non è di altro tempo che c'è bisogno", ha affermato, ma "di un mutamento del modo di comportarsi" dell'Iraq.
Howard si rifiuta di tradurre in sondaggio contro la guerra, e contro la posizione del suo governo, le manifestazioni di questi giorni. "Non credo che si possa misurare l'opinione pubblica solo contando la gente che partecipa alle manifestazioni", ha dichiarato al canale televisivo Channel 7 da Giacarta, dove si trova in visita ufficiale.
L'opposizione gli consiglia, oggi, di non sottovalutare il messaggio della piazza. "Se non è pronto ad ascoltare - ha detto oggi Laurie Brereton, laburista, parlando alla folla a Sydney - allora è sulla via del tramonto della sua carriera politica".
