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Assalto fascista, accuse alla Ps
by A.Mantovani Tuesday, Feb. 18, 2003 at 5:18 PM mail:

Questura latitante durante l'attacco al Forte Prenestino di Roma


Oggi in Campidoglio (ore 12) i centri sociali romani annunceranno la loro risposta all'aggressione fascista di venerdì notte al Forte Prenestino, a poche ore dall'immenso corteo contro la guerra. Intanto, però, la questura di Roma ha fatto un'altra figuraccia: pur avendo avuto notizia dell'assalto al più antico centro sociale della città, la sala operativa non ha mosso neanche una volante, limitandosi a una telefonata a cose fatte. Eppure, verso le 3 e 30 quando all'interno quasi tutti dormivano, ventitrenta ragazzotti a volto scoperto, armati di bastoni, avevano lanciato tre bombe carta (una sola è esplosa), blocchetti di cemento e bottiglie sul cancello chiuso del centro sociale, danneggiando due motorini. Poi sono stati respinti. E' un salto di qualità rispetto ai fermenti che si osservano nell'estrema destra e ad altre aggressioni nel parco che circonda il Forte, occupato dall'86. Ma non ci sono state rivendicazioni. La Digos, peraltro, dubita che possa trattarsi di un'iniziativa di gruppi organizzati - Base autonoma, Forza Nuova o le sezioni più dure di An e Azione giovani - anche perché ritiene di tenerli sotto controllo al punto di dire che «quella notte non si sono mossi». In attesa di accertamenti la prima ipotesi, tutta da verificare, porta la ps verso gruppetti di fasci da bar o da stadio del quartiere popolare di Centocelle, dove si trova il centro sociale. Al Forte, invece, non credono alla «pista» locale. E domenica un'assemblea di oltre duecento persone ha cominciato a discutere sulla risposta da dare, coinvolgendo oltre ai centri sociali Cobas, Onda rossa, Prc, Disobbedienti e altri.

Quanto alla latitanza della questura, la versione ufficiosa è che «se avessimo mandato una macchina avrebbero potuto prenderla come una provocazione». E' molto discutibile in presenza di una simile aggressione. Specie se si considera che poche ore dopo a San Lorenzo, la mattina stessa della manifestazione, gli agenti del locale commissariato hanno fatto irruzione nell'edificio occupato di via dei Reti per una banale denuncia per «furto» di energia elettrica, identificando alcuni occupanti e terrorizzando gli immigrati che vivono lì. Un'operazione, quella sì, «provocatoria». (a. man.)


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