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Indy financial Watch: economia di guerra
by sbancor Friday, Mar. 28, 2003 at 1:29 PM mail: sbancor@hotmail.com

Siamo in un economia di guerra, e l'uscita del tunnel non si vede. Un articolo interessante da Indymedia del North Carolina (USA) Saddam ha cambiato i fondi da $ in Euro...e la sta pagando cara.

Parlare di economia in tempo di guerra è come offrire un aperitivo a uno che muore di fame. Ciononostante proviamoci. Sfoglio annoiato i bollettini di borsa: i mercati hanno capito di non aver capito nulla. Hanno festeggiato una guerra-lampo e si ritrovano in trincea. Il prezzo del petrolio sale e scende, a secondo dei bollettini di guerra, ma comunque all’interno della “forbice” OPEC (22-28$/barile) . Solo il West Texas cerca degli spunti sopra i 30$, ma si sa è sul WT che operano i “derivati” sul petrolio, cioè quelle scommesse sui mercati che tanto angustiano la stabilità bancaria. Il vero problema è la Nigeria, di cui quasi nessuno parla. Lì gli scontri etnico-religiosi stanno bloccando la produzione. E senza Nigeria è dura mantenere le promesse produttive dell’OPEC. Per l’economia non si vedono segnali di ripresa. Né negli USA né in Europa. Anzi. In Europa stiamo ormai verso la stagnazione. E’ una guerra troppo piccola per rilanciare l’economia. Guardo sconsolato uno studio del F.M.I. impietosi pubblicano una tabella che riporta i dati del crollo finanziario dal picco che il mercato aveva raggiunto il 24 marzo del 2000, quasi un secolo fa. L’indice S&P 500 della Borsa americana, ha perso il 44,9%. Il Nasdaq il 73% le borse europee (FTSE Eurotop 300) il 53,7% quelle giapponesi il 50,1%. La ricchezza finanziaria in azioni si è praticamente dimezzata in tutto il mondo. Non è andata meglio per le obbligazioni: i Corporate Bonds americani con rating tripla A sono scesi di 180 basis points.. Sempre dal 24 marzo 2000 ilò dollaro ha perso contro l’Euro il 9,5% del suo valore. Non è poco. I capitali fuggono dall’America. Non si era mai visto in tempo di guerra.

Una nota interessante viene da Indymedia del North Carolina (USA). http://chapelhill.indymedia.org/news/2003/01/2177.php
Qui un mio collega economista ed indyano fa l’ipotesi che fra le cause della guerra non vada trascurata la sciagurata idea di Saddam Hussein di convertire in Euro i 10 miliardi di dollari del Fondo Iraq presso le Nazioni Unite del programma OIL for FOOD. Me ne ero dimenticato. Ora mi ricordo che a quel tempo girò uno studio della Morgan Stanley che prevedeva un calo del dollaro anche del 30% qualora i paesi produttori di petrolio avessero deciso che era meglio farsi pagare in Euro che in $. Allora l’Euro valeva 0,85 circa. Saddam fece un affare. Ma la sta pagando cara. E forse è un esempio. Se anche l’Iran, la Cina e Russia lo seguissero il dollaro potrebbe scendere di un altro 20-40$. Avvicinandosi così al suo valore reale. Ma la realtà, come è noto non piace a nessuno. Specialmente a chi è indebitato.
Amenità.

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